A causa dell’emergenza sanitaria in atto tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati già oggetto di proroga e per quelli scadenti tra il 31 gennaio 2020 e il termine dello stato di emergenza Covid-19, conservano la loro validità per i 90 giorni successivi alla dichiarazione della cessazione dello stato di emergenza.

La legge 27 dicembre 2019, n. 160 (legge di bilancio per il 2020), all’articolo 1, commi da 185 a 197, ha introdotto un credito d’imposta per gli investimenti in nuovi beni strumentali. Tale credito di imposta è riconosciuto a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma giuridica, dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito, ad eccezione delle imprese sottoposte a procedure concorsuali. Il credito di imposta in questione, in considerazione del fatto che è riconosciuto a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato (incluse le stabili organizzazioni di soggetti non residenti) non costituisce un aiuto di Stato. Per tale ragione, non trovano applicazioni le specifiche disposizioni, in materia di cumulo, previste dalla normativa di riferimento della misura Nuova Sabatini, fermo restando quanto previsto, in materia di cumulo, dalla normativa specifica del predetto credito di imposta e, in particolare, dal comma 192 di cui alla legge sopra citata, laddove è stabilito che “Il credito d’imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano ad oggetto i medesimi costi, a condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive di cui al periodo precedente, non porti al superamento del costo sostenuto”. Il Ministero precisa, ancora, che poiché per la “Nuova Sabatini” le percentuali agevolative sono “basse” rispetto al costo sostenuto per l’acquisto del bene strumentale, nell’applicazione del cumulo in questione non si supererebbe il costo sostenuto per l’acquisto del bene.

Credito: cumulabilità delle agevolazioni “Nuova Sabatini” con altre agevolazioni pubbliche

Confagricoltura si è attivata col Ministero dello Sviluppo Economico per ottenere chiarimenti in merito alla cumulabilità delle agevolazioni previste dalla “Nuova Sabatini” con altre agevolazioni pubbliche. Il Ministero ha chiarito che le agevolazioni concesse alle imprese agricole non possono essere cumulate con aiuti de minimis ai sensi del regolamento (UE) n. 1408/2013 della Commissione, mentre possono essere cumulate con altri aiuti di Stato ai sensi degli articoli 107 e 108 del trattato, con i contributi finanziari forniti dagli Stati membri, inclusi quelli di cui al regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e con i contributi finanziari comunitari in relazione agli stessi costi ammissibili, a condizione che tale cumulo non comporti il superamento delle intensità massime fissate dal regolamento (UE) n. 702/2014 della Commissione.
Le agevolazioni concesse alle PMI che operano nel settore della pesca e acquacoltura possono essere cumulate con altri aiuti esentati in virtù del regolamento (UE) n. 1388/2014 della Commissione o con gli aiuti de minimis che soddisfino le condizioni di cui al regolamento (UE) n. 717/2014 della Commissione, ovvero con altri finanziamenti comunitari relativi agli stessi costi ammissibili, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità di aiuto o dell’importo di aiuto più elevati applicabili in base al predetto regolamento (UE) n. 1388/2014 della Commissione. In ogni caso resta inteso che, qualora l’agevolazione “Nuova Sabatini” concedibile, sommata agli eventuali altri aiuti concessi sui medesimi investimenti, superi l’intensità massima prevista dai regolamenti applicabili per settore, il Ministero provvede a ricalcolare il contributo nei limiti delle intensità massime previste dagli stessi regolamenti di riferimento. Inoltre, si precisa che le agevolazioni “Nuova Sabatini” possono coesistere, sulle medesime spese ammissibili, con le norme che prevedono benefici di carattere fiscale (per esempio Super e Iper-Ammortamento) applicabili alla generalità delle imprese. Tali benefici, non essendo inquadrabili come aiuti di Stato, non concorrono a formare cumulo.

La Commissione Europea ha pubblicato un elenco di potenziali pratiche agricole che potrebbero essere considerate eco-schemi nell’ambito della futura PAC. La lista intende migliorare la trasparenza del processo di definizione dei piani strategici della PAC e fornisce agli agricoltori, alle amministrazioni, agli scienziati e alle parti interessate una base per ulteriori discussioni su come utilizzare al meglio gli eco-schemi. Il nuovo strumento rappresentato dagli eco-schemi è progettato per fornire un sostegno agli agricoltori che decidono di aumentare l’ambizione ambientale e climatica delle loro attività. Gli eco-schemi contribuiranno in modo significativo alla transizione “verde” ed al raggiungimento degli obiettivi del “Green Deal“, nell’ambito delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità”.
Per poter essere considerate eco-schemi, le pratiche agricole dovrebbero:

– riguardare attività relative a clima, ambiente, benessere degli animali e resistenza agli antimicrobici;

– essere definite sulla base delle esigenze e delle priorità individuate a livello nazionale/regionale nei rispettivi piani strategici della PAC;

– prevedere un livello di ambizione che vada oltre i requisiti e gli obblighi stabiliti dalle regole sulla condizionalità;

– contribuire al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal.

L’elenco delle potenziali pratiche agricole che possono considerarsi eco-schemi include: pratiche di agricoltura biologica, pratiche quali la rotazione delle colture con colture leguminose, l’agricoltura conservativa a basse emissioni di carbonio e l’uso estensivo di prati permanenti, l’agricoltura di precisione (pratiche volte a ridurre l’uso dei fattori di produzione o l’uso di additivi per mangimi) e pratiche di allevamento benefiche per il benessere degli animali.
Di seguito il link alla pubblicazione della Commissione Europea illustrativa della lista di pratiche ecologiche che potrebbero costituire eco-schemi (in inglese).

https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/food-farming-fisheries/key_policies/documents/factsheet-agri-practices-under-ecoscheme_en.pdf

Fino alle 23,59 del 25 gennaio 2021 le imprese che hanno raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità prevista, salvato definitivamente la propria domanda e acquisito il codice identificativo, possono accedere allo sportello informatico e iniziare la procedura di registrazione per l’adesione al bando ISI – INAIL. L’inoltro della domanda, previsto per il 28 gennaio 2021 (click day), potrà essere effettuato dopo aver completato correttamente la fase di registrazione. Nella pagina informativa dedicata, il cui link è riportato di seguito, sono disponibili le regole tecniche, le modalità di svolgimento e le faq aggiornate per l’utilizzo della procedura:
https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/avvisi-e-scadenze/avviso-isi-agricoltura-2019-2020-procedura-registrazione.html

Le nuove risorse europee che si renderanno presto disponibili per l’agricoltura dovranno essere indirizzate prioritariamente al consolidamento degli impegni per l’adozione di buone pratiche per la tutela dell’ambiente, per le produzioni integrate e biologiche e per lo sviluppo di imprese condotte dai giovani”. Sono queste le richieste che il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia ha avanzato all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa nella riunione del comparto agricolo che si è svolta mercoledì mattina in video conferenza con gli uffici regionali, convocata per affrontare il tema della gestione dello sviluppo rurale per il periodo transitorio 2021-2022. Al momento è ancora aperta la discussione, nell’ambito della Conferenza Stato – Regioni, sulla suddivisione delle risorse tra i piani di sviluppo rurali regionali e sulle quote percentuali di cofinanziamento: in base alle previsioni il Piemonte, dovrebbe poter contare, per il biennio 2021-2022, su almeno 300 milioni di euro (spesa pubblica).
Confagricoltura ricorda che i nuovi impegni che potranno essere assunti a partire da quest’anno potranno estendersi fino a tre anni, mentre le misure a favore dell’agricoltura e dell’ambiente, tra le quali per esempio le buone pratiche per la riduzione dell’impiego di fitofarmaci e fertilizzanti e per la diffusione dell’agricoltura integrata e biologica, o per il benessere animale, potrebbero avere una durata temporale anche superiore.
È ora indispensabile – sottolinea Allasia – che la Regione predisponga un piano di interventi puntuale, sulla base delle indicazioni che sono emerse dall’incontro odierno, per far sì che il mondo agricolo sia pronto a sfruttare al meglio le risorse europee per lo sviluppo rurale e quelle previste dallo strumento europeo per la ripresa e la resilienza Next Generation”.
L’agricoltura, che ha continuato a lavorare a pieno ritmo anche durante la pandemia, ha la necessità di continuare il proprio processo di rinnovamento e di crescita. “Nella nostra regione – evidenzia il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccarooperano 42.150 imprese agricole che sono pronte a fare la loro parte nel contrasto ai cambiamenti climatici, gestione risorse idriche, tutela della biodiversità e del benessere animale, nell’interesse del territorio e dei cittadini. Alla Regione chiediamo di accompagnare questo processo con azioni mirate per il rafforzamento filiere corte, la diffusione dell’agricoltura di precisione e della digitalizzazione, il miglioramento della sicurezza sul lavoro, sullo sviluppo di energie rinnovabili e della bioeconomia”.