Dai 360 ai 400 euro al quintale: è questa la quotazione di partenza della Nocciola Piemonte IGP relativa all’annata 2021, ufficializzata questa mattina a Castagnole Lanze in occasione dell’ormai consueta Fiera della Nocciola. Un prezzo che regala una leggera boccata di ossigeno ai corilicoltori astigiani che compensa, seppur in minima parte, l’annata negativa che tutto il comparto sta vivendo. “Quest’anno rispetto alle annate precedenti è quanto mai difficile stabilire un prezzo di partenza considerato il brusco calo della quantità produttiva”, affermano gli organizzatori della manifestazione.
Poche luci e tante ombre: con queste lapidarie parole i tecnici di Asti Agricoltura definiscono l’annata corilicola 2021. Il dato allarmante è rappresentato dal vertiginoso calo della produzione causato soprattutto delle condizioni atmosferiche nefaste che in alcune zone hanno compromesso irreversibilmente intere produzioni. Secondo i tecnici della Confagricoltura di Asti, “in Piemonte siamo intorno al 70% in meno, stiamo parlando di 5/7 quintali all’ettaro mentre lo scorso anno si viaggiava intorno ai 20”. I principali protagonisti di questa disfatta sono da attribuirsi in primis alle gelate del 7 e 8 aprile e la violenta grandinata che si è verificata nei primi giorni del mese di luglio. L’unico aspetto positivo è rappresentato fortunatamente da un esigua presenza di cimice asiatica sui noccioleti che sono stati oggetto di trattamenti. “Asti Agricoltura, insieme alla Fondazione Agrion – afferma Enrico Masenga, tecnico specialistico di Asti Agricolturaha realizzato un progetto di monitoraggio che abbinato ad una serie di mirati e tempestivi trattamenti, (suggeriti alle aziende tramite periodici bollettini inviati dalla nostra Organizzazione), ha avuto come risultato il contenimento di questo pericoloso parassita”.
Uno dei problemi maggiori di questa annata è anche la siccità: i numerosi e repentini episodi temporaleschi del mese di luglio non hanno infatti permesso un soddisfacente assorbimento di acqua da parte del suolo. “Bisognerebbe iniziare a valutare un sistema di irrigazione per compensare questi periodi molto siccitosi”, affermano dalla sede astigiana di Confagricoltura.
Siamo moderatamente soddisfatti del prezzo di partenza emesso – dichiara Cristina Bello, presidente della Sezione Corilicola di Asti Agricolturaaugurandoci che rimanga invariato (sperando anche in qualche leggero aumento) fino alla fine della raccolta. Il nostro auspicio, inoltre, è che una quotazione di questo tipo possa rinnovarsi anche negli anni successivi quando la produzione si spera possa ritornare agli standard abituali”.
E’ necessaria una maggiore tutela della Nocciola Piemonte – afferma il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravallela cui rinomata qualità (conosciuta e apprezzata in tutto il mondo) è il risultato del grande impegno e sacrificio dei nostri produttori che con il loro lavoro hanno contribuito a plasmare un territorio riconosciuto Patrimonio Unesco”.
Il direttore Baravalle fa appello alle istituzioni anche in merito alle condizioni atmosferiche: “Invochiamo un maggiore sostegno economico per sopperire a queste pesanti calamità naturali che hanno messo in ginocchio i corilicoltori. La redditività di un’azienda non può essere compromessa dai cambiamenti climatici. E’ necessario garantire un supporto concreto in caso di difficoltà per incentivare anche le aziende a continuare a produrre in un territorio che altrimenti rischierebbe lo spopolamento”.

 

La delegazione di Asti Agricoltura insieme al presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e al vicepresidente Fabio Carosso

Con messaggio n. 2909 del 20 agosto 2021, l’INPS ha comunicato che a partire dal 25 agosto e fino al 30 settembre 2021 potranno essere presentate le istanze per l’accesso all’esonero previsto dalla legge di bilancio per il 2021 in favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti particolarmente colpiti dalle conseguenze economiche negative dell’emergenza sanitaria da Covid-19, compresi i lavoratori autonomi del settore agricolo che abbiano percepito nel periodo d’imposta 2019 un reddito non superiore a 50.000 euro e abbiano subito un calo del fatturato o dei corrispettivi nell’anno 2020 non inferiore al 33% rispetto a quelli dell’anno 2019.

 

Circolare_INPS_numero_124_del_06-08-2021_requisiti-e-condizioni

Messaggio_INPS_numero_2909_del_20-08-2021_presentazione-domande-dal-25-agposto-2021

 

 

Per il settore agroalimentare l’anno corrente potrebbe chiudersi con il livello record di 50 miliardi di euro di prodotti Made in Italy destinati ai mercati esteri. Un risultato importante, ancor più perché dà forza a tutto il sistema economico. Per questo è fondamentale impostare, in una logica nuova, i rapporti tra finanza, credito e imprese del settore. Bisogna tornare a programmare lo sviluppo e ad investire”. Lo sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
Siamo attivamente impegnati a promuovere un’alleanza tra mondo finanziario-bancario e quello produttivo. Muoversi in sintonia serve al sistema agricolo e agroalimentare ma anche a tutto il Paese, ancor più oggi”.
Il nostro obiettivo è – spiega ancora Giansanti – di migliorare le relazioni con il sistema finanziario e bancario, riducendo l’asimmetria informativa verso le imprese; di accrescere competenze e strumenti per un’idonea diagnosi della situazione economico-finanziaria aziendale; di allargare gli orizzonti dell’impresa alle fonti di finanziamento anche non bancarie. In quest’ottica è ottima pure l’iniziativa dell’ISMEA di promuovere la finanza di mercato per le imprese del settore agroalimentare“.
Ma oltre che creare relazioni più efficaci, si punta alla formazione. Dal primo corso, realizzato in collaborazione con il proprio ente di formazione ENAPRA, sono uscite le prime 20 figure professionali specializzate che opereranno nelle sedi territoriali di Confagricoltura: per l’elaborazione di una ‘reportistica’ finanziaria in grado di valutare anche la capacità, presente e futura dell’impresa; e per far fronte all’attività di assistenza e consulenza aziendale, anche e soprattutto nell’attuale fase di emergenza e di incertezza e quindi in quella successiva di rilancio e sviluppo delle attività.
Relazioni con gli stakeholder e riassetto organizzativo sono finalizzati a favorire la programmazione e il consolidamento delle imprese, conclude il presidente di Confagricoltura. “Un’opportunità di sviluppo quanto mai essenziale nell’attuale contesto economico e finanziario, sempre più dinamico”.

È ufficialmente iniziata la sfida economica più importante dal secondo dopoguerra ad oggi, per rimuovere gli ostacoli che hanno bloccato la crescita del reddito e della produttività da oltre un decennio”. Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ha così commentato l’annuncio relativo all’avvio ufficiale delle erogazioni, a titolo di prefinanziamento, della UE all’Italia nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Abbiamo l’occasione per realizzare la transizione ecologica in linea con gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Completare la digitalizzazione diffusa sull’intero territorio nazionale. Modernizzare le infrastrutture e la rete dei trasporti, anche per agevolare la presenza dei nostri prodotti sui mercati internazionali”.
Il sistema agroalimentare è in grado di assicurare un significativo contributo al rilancio sostenibile e duraturo dell’economia italiana”, ha aggiunto Massimiliano Giansanti.
Gli imprenditori agricoli – ha proseguito il presidente di Confagricolturasono pronti ad investire sulle innovazioni, per migliorare i processi produttivi, nell’ottica della sostenibilità ambientale; per rafforzare la tutela delle risorse naturali e la cura del territorio; per partecipare attivamente alla produzione di energie rinnovabili”.
Dal Governo deve arrivare un segnale chiaro e costante sulla puntuale e totale applicazione del PNRR e delle riforme interne collegate, a partire dall’efficienza della pubblica amministrazione”.
Anche grazie al sistema agroalimentare – ha concluso il presidente di Confagricoltural’Italia può essere la sorpresa in ambito europeo della ripresa economica dopo l’emergenza sanitaria”.
Come indicato dal Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli nel corso di una recente audizione alla Commissione Agricoltura del Senato, il PNRR assegna circa 5 miliardi di euro ai progetti del settore agroalimentare: dalla meccanizzazione, ai contratti di filiera, all’irrigazione. Altri tre miliardi sono stati destinati alle agro-energie, a cui si aggiungono gli stanziamenti a favore delle innovazioni tecnologiche.
Inoltre, un importo di 910 milioni – finanziato con i fondi di ‘Next Generation EU’ – è già stato messo a disposizione dell’Italia per aumentare la capacità di spesa dei programmi di sviluppo rurale nel biennio 2021-2022.

L’annata 2021 sarà per sempre ricordata come la stagione più ricca e variegata di eventi atmosferici nefasti per tutto il comparto agricolo. Durante questo anno si sono infatti manifestate tutte le calamità maggiormente compromettenti per il settore primario. Prima l’inverno con temperature sopra la media stagionale, poi la primavera con centinaia di ettari di frutteti colpiti da gelate, trombe d’aria, temporali violenti. Infine l’estate con la siccità e danni notevoli alle colture in campo e gli incendi boschivi.
Tra le colture più a rischio c’è sicuramente la vite, che ha visto perdere parecchi germogli in seguito alle gelate del 7 e 8 aprile per poi subire il colpo di grazia in occasione della grandinata di inizio luglio a maturazione quasi completata. Ora il problema che maggiormente sta affliggendo i viticoltori è il sole cocente che sta surriscaldando a dismisura i vigneti causando vere e proporre scottature sugli acini e la disidratazione del grappolo. Questo comporta un conseguente elevato aumento delle gradazioni zuccherine.
Proprio per contenere tali effetti, tra le pratiche di gestione del vigneto successive alla potatura invernale, quella della defogliazione è una delle operazioni più indicate. Infatti, secondo ricerche internazionali è emerso che la rimozione precoce delle foglie fa sviluppare sull’epidermide degli acini alcuni composti fotoprotettivi, come risposta di adattamento alle condizioni climatiche più calde riducendo così l’incidenza delle scottature solari.
Per contrastare questo problema è possibile anche ricorrere all’uso della caolinite (già oggetto di sperimentazioni effettuate in passato dall’Australian Grape and Wine Authority) – afferma Enrico Masenga, tecnico specialistico di Asti Agricoltura – una sostanza in grado di assorbire i raggi UV, per evitare “scottature” all’uva. Il tutto senza che rimanga alcun residuo sulle uve. Tutto ciò per evitare anche un ulteriore innalzamento della gradazione alcolica che negli ultimi anni sta raggiungendo valori troppo elevati”.
Secondo la sperimentazione, queste polveri permetterebbero di preservare le uve dai colpi di calore (sia per diversi giorni consecutivi a 35° C, sia per una giornata intera sopra i 40° C), ed anche di accelerarne la maturazione.
Inoltre, in fase di impianto di nuovi vigneti, che solitamente vengono realizzati in direzione sud-est, per evitare questo problema è consigliabile variare di alcuni gradi l’esposizione al sole delle barbatelle. “Una variazione di pochi gradi di inclinazione potrebbe contribuire ad evitare i raggi solari serali, contenendo quindi il surriscaldamento dei grappoli d’uva”, conclude Masenga.
Chiediamo alle istituzioni una maggiore attenzione e sostegno economico verso la ricerca e la sperimentazione di questi prodotti innovativi in grado di salvaguardare la vite e tutto il comparto agricolo in generale”, dichiara Mariagrazia Baravalle, direttore di Asti Agricoltura. “La sede astigiana di Confagricoltura, da sempre impegnata nella formazione in campo di figure professionali agricole, ha in programma l’organizzazione di corsi specifici sulle tecniche di prevenzione dei danni causati da cambiamenti climatici”.

 

 

 

Un grappolo d’uva danneggiato dalla scottatura solare