Ha avuto luogo questa mattina presso l’Aula Magna di UNIASTISS l’incontro informativo dal titolo “Diffusione degli insetti esotici in agricoltura” organizzato da Confagricoltura Asti nell’ambito delle iniziative di informazione previste dalla Misura 1 del Programma di Sviluppo Rurale varato dalla Regione Piemonte.
Un’occasione per fare il punto della situazione su quello che è lo stato del monitoraggio dei nuovi parassiti che stanno danneggiando pesantemente le coltivazioni agricole attaccando le colture più sensibili quali la vite e il nocciolo, (anche se non sono immuni neanche i boschi). Da sempre attenta alla lotta a questi nuovi parassiti, con l’incontro di oggi Confagricoltura Asti ha voluto rimarcare l’importanza di effettuare i trattamenti necessari a contrastare questi pericolosi vettori, e lo ha fatto invitando due autorevoli relatori ovvero Giovanni Bosio, entomologo del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte e Silvia Moraglio, collaboratrice alla ricerca della Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Torino che, coordinati dalla responsabile CAA di Confagricoltura Luisella Torchio, hanno illustrato metodologie e (possibili) soluzioni.
La cimice asiatica rappresenta purtroppo una triste realtà per l’agricoltura piemontese – ha affermato Moraglio – ma negli ultimi anni sono stati fissati diversi obiettivi finalizzati al contrasto, che prevedono interventi mirati alla limitazione dei danni. A questo proposito, sono state posizionate su tutto il territorio regionale circa 250 trappole con feromoni che nell’ultimo anno hanno ridotto notevolmente la presenza, ad esempio, del parassita che colpisce prevalentemente i noccioleti. Nonostante ciò però nessun metodo adottato singolarmente può essere risolutivo: è quindi necessario utilizzare diverse strategie di lotta in modo congiunto”.
Da alcuni anni a questa parte ci troviamo ad avere a che fare con insetti completamente diversi da quelli che eravamo abituati a studiare; insetti provenienti da altri continenti, che giungono nel nostro paese in seguito a intensi scambi commerciali – ha affermato Giovanni Bosio – tra questi c’è la popilia iapponica, un parassita polifago proveniente dal Giappone che si sviluppa sia su piante spontanee sia su quelle coltivate”.
E’ necessario non abbassare la guardia e continuare ad effettuare tutti i trattamenti stabiliti – questa la convinzione di Enrico Masenga, consulente tecnico specialistico di Confagricoltura Asti, cui sono state affidate le conclusioni dell’incontro – bisogna fare rete e continuare l’ottimo lavoro svolto nell’ultimo anno che ha ridotto notevolmente la diffusione della cimice asiatica all’interno delle nostre colture. Grande attenzione anche alla modalità dei trattamenti effettuati: non bastano i prodotti migliori, è necessario avere anche gli strumenti adatti per effettuare al meglio ogni singolo trattamento”.

 

E’ possibile visualizzare e scaricare le slides del convegno di ieri cliccando sui link sottostanti:

GIOVANNI BOSIO – Globalizzazione degli insetti e nuove tecniche di controllo

SILVIA T. MORAGLIO – Diffusione degli insetti esotici in agricoltura

 

Alcune immagini del convegno di questa mattina

 

La vendita di prodotti agricoli sottocosto e le aste a doppio ribasso sono attività distorsive del mercato, che ledono la dignità dei produttori agricoli e minano la stabilità dei loro redditi, sfruttandone la frammentazione e lo scarso potere contrattuale; tali pratiche vanno quindi a tutti gli effetti considerate delle forme di concorrenza sleale, poiché travalicano le logiche di concorrenza, imponendo prezzi che nulla hanno a che vedere con il mercato, ma sono dettati dalla asimmetria contrattuale che penalizza il contraente più debole”. Questa la posizione di Agrinsieme, illustrata oggi in occasione dell’audizione informale in Commissione Agricoltura della Camera sul fenomeno della vendita dei prodotti agricoli sottocosto e delle aste a doppio ribasso dei prodotti medesimi. La delegazione è stata guidata dal coordinatore Franco Verrascina.
Quello della vendita dei prodotti agricoli e agroalimentari sottocosto è un fenomeno che vede gli acquirenti riconoscere ai fornitori prezzi talmente bassi che i ricavi non bastano neanche a coprire i costi di produzione; le aste elettroniche al doppio ribasso sono invece un meccanismo perverso, sempre più diffuso, che va letteralmente a ‘schiacciare’ intere filiere produttive, poiché ha come principale effetto quello di scaricare sui produttori agricoli il ribasso dei prezzi delle derrate”, ha ricordato il coordinamento che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.
Per Agrinsieme, “non bisogna demonizzare la Gdo, che è e deve essere un importante alleato per politiche di filiera che rafforzino e valorizzino i prodotti agricoli italiani di qualità, ma vanno necessariamente rivisti i ‘rapporti di forza’ che regolano la contrattazione, eliminando le asimmetrie contrattuali. L’Italia ha già una normativa in materia che va pienamente attuata; mentre a livello comunitario va sostenuta l’approvazione della direttiva sulle pratiche sleali che, per la prima volta, inquadra a livello nazionale tali materie e che deve sicuramente considerare anche sottocosto ed aste al doppio ribasso, come pratiche da contrastare”.
Il principale obiettivo deve essere la tutela dei soggetti più deboli, i quali a causa del loro scarso potere contrattuale rispetto ai grandi operatori della filiera sono in generale maggiormente esposti a pratiche commerciali sleali, quali appunto la vendita di prodotti agricoli sottocosto e le aste a doppio ribasso”, ha rimarcato il coordinamento.

“Diffusione degli insetti esotici in agricoltura”: è questo il titolo dell’incontro organizzato da Confagricoltura Asti nell’ambito delle iniziative di informazione previste dalla Misura 1 del Programma di sviluppo rurale che avrà luogo giovedì 27 settembre alle ore 10, nell’Aula Magna dell’Università di Asti. Un’occasione per parlare di nuove specie di parassiti che da alcuni anni stanno minando in misura crescente anche l’agricoltura del nostro territorio, causando numerosi danni alle colture.
L’incontro contempla la presenza di esperti autorevoli che illustreranno, tra l’altro, anche eventuali soluzioni in grado di arginare l’azione distruttiva di questi pericolosi vettori: Giovanni Bosio, entomologo del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte e Silvia Moraglio del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino. E se l’intervento di Giovanni Bosio verterà sulla proliferazione dei “nuovi” parassiti, in particolar modo della popilia iapponica, insetto dannoso per tutte le colture ma in particolar modo per vite e cereali, quello di Silvia Moraglio si concentrerà invece sulla cimice asiatica e sui danni provocati prevalentemente all’interno dei noccioleti. A moderare gli interventi, Luisella Torchio, responsabile dell’Ufficio Tecnico di Confagricoltura Asti.
“La prevenzione è sicuramente molto meglio della cura – afferma Enrico Masenga, consulente tecnico specialistico di Confagricoltura Asti – ed è per questo motivo che già da diversi anni stiamo monitorando attentamente e periodicamente tutte le colture. Grazie ai numerosi trattamenti effettuati lo scorso anno, siamo riusciti a contenere gli effetti della cimice asiatica, ma non bisogna abbassare la guardia. Fortunatamente non abbiamo ancora riscontrato casi di popilia iapponica, ma le probabilità che giunga anche in questa zona sono purtroppo abbastanza alte. Non dobbiamo ripetere lo stesso errore commesso nel 1999 nei confronti della flavescenza dorata – conclude Masenga – quando, all’epoca, i casi rari e isolati – che hanno fatto la loro prima comparsa nel Casalese – sono stati completamente trascurati diffondendo così a poco a poco la malattia in tutto il Piemonte, fino a diventare un fenomeno incontrollato. E’ necessario quindi agire in fretta prima che sia troppo tardi”.

“Coltiviamo agricoltura sociale” è il bando che assegna 120.000 ai tre migliori progetti di agricoltura sociale innovativi dedicati a minor e giovani in situazione di disagio sociale, anziani, disabili, immigrati che godono dello stato di rifugiato e richiedenti asilo. Info qui

 

“Abbiamo messo al centro dei lavori della Federazione nazionale ‘Bioeconomia: prodotti e processi innovativi’ l’utilizzo del suolo”. Perché i terreni italiani, spiega a Canale Energia Ezio Veggia, a capo della Federazione e attuale commissario straordinario di Confagricoltura Asti, risentono del “cattivo trattamento” ricevuto negli ultimi cinquant’anni.
I protagonisti del settore si rendono conto che bisogna reinventare il sistema agricolo e riportare sostanza organica al terreno, diminuita soprattutto per l’utilizzo dei concimi di derivazione fossile. Possiamo invertire questo trend ispirandoci a ciò che facevano i nostri nonni, riducendo drasticamente l’impiego di prodotti chimici – purtroppo spesso indispensabili – e sfruttando le nuove tecnologie, ad esempio per l’irrigazione del suolo. L’obiettivo è “tenere occupati” i terreni così che siano sempre verdi e possano essere impiegati per la produzione di cibo e di mangimi, biogas o fertilizzanti naturali. In più, se il terreno è verde c’è fotosintesi, si sottrae CO2 all’atmosfera e si aiuta a contenere gli effetti del cambiamento climatico.

Può spiegarci meglio come pensate di spingere modelli innovativi che coniugano zootecnia, energia e tutela ambientale?
Solo 15 anni fa erano previsti dei contributi per i terreni incolti così da evitare la sovrapproduzione e l’aumento esponenziale dei prezzi. Oggi questo concetto è superato. Con le seconde colture se ottengo un mais di scarsa qualità che non può essere immesso nella catena alimentare posso dirottarlo al settore delle agroenergie. Un’alternativa prevede di sfruttare il terreno per coltivare il sorgo nella stagione estiva e venderlo come mangime. Ancora, il prodotto di bassa qualità che non arriva sulle nostre tavole può essere “digerito” per 60-70 giorni a 45-50°C così da tornare al terreno come fertilizzante con una carica microbica più bassa, ricco di minerali e senza odore. Dimostriamo così che la competizione tra Food ed Energy è un falso mito.

Leggi l’articolo completo qui