La Regione Piemonte, d’intesa con il Comune di Asti e la Provincia di Asti ha commissionato ad Anas la progettazione del Collegamento Sud Ovest, infrastruttura indispensabile per alleggerire il traffico cittadino e connettere funzionalmente i territori che gravitano sul capoluogo astigiano. Questa mattina presso la Sala Pastrone del Teatro Alfieri ad Asti, è stato presentato pubblicamente lo studio di fattibilità dell’opera pubblica. Sono intervenuti il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Marco Gabusi, il presidente della Provincia di Asti e sindaco di Asti Maurizio Rasero e il direttore tecnico di Anas Luca Bernardini.
La costruzione della tangenziale di Asti consentirà di migliorare i collegamenti nel quadrante sud-ovest della città favorendo i traffici di media e lunga percorrenza attraverso l’interconnessione con gli altri importanti assi viari del territorio.
Al fine di poter procedere con l’attività di progettazione della Tangenziale di Asti a sud-ovest, Anas (Gruppo FS Italiane) ha elaborato 5 alternative progettuali per lo studio di fattibilità tecnico economica:

1) Alternativa 1 – Rossa

Consiste nella realizzazione di un tracciato in nuova sede lungo 5,25 km, di cui 1,24 km in galleria e 2,4 km circa di tratti in viadotto compreso il viadotto sul Tanaro, lungo 520 metri. L’alternativa Rossa e una ottimizzazione del Progetto Preliminare sviluppato da Autostrada Asti-Cuneo S.p.A. nel 2008. Questa alternativa prevede l’inizio del tracciato sulla SS231 più a sud per evitare gli stagni esistenti subito a ovest della statale. Da qui il tracciato prosegue verso nord, oltrepassa il flume Tanaro e costeggia a nord/est l’area del Golf Club. II tracciato si innesta con la SP8 tramite un’intersezione a rotatoria e prosegue andandosi a inserire con una galleria naturale nelle colline tra Borbore e Tanaro per poi dirigersi verso la SR10 dove si innesta sulla rotatoria esistente in prossimità della citta di Asti.

2) Alternativa 2 – Gialla

Il tracciato si estende per circa 4,9 km tra la SS231 all’altezza del km 5,700 e la SR 10) in prossimità di Asti. Previsto un tracciato in galleria per 1,52 km complessivi e 2,1 km di viadotti. Lo sviluppo dell’asse viario e progettato poco più a sud rispetto all’alternativa 1. Il tracciato attraversa il fiume Tanaro a sud del Golf Club. Dopo l’intersezione con la SP8 prosegue con una galleria nelle colline tra Borbore e Tanaro per poi uscire sul lato nord e dirigersi verso la SR 10.

3) Alternativa 3 – Blu

Il tracciato si sviluppa per 6,2 km tra lo svincolo di Corso Savona, sulla SS231, e la SR 10 presso Asti. Anche in questo caso sono previsti l’intersezione con la provinciale 8, tratti in galleria per un’estensione complessiva di circa 1,3 km e in viadotto per 2,6 km circa.

4) Alternativa 4 – Magenta

Consiste nel collegamento tra la statale con la A33 circa 4 km più a sud rispetto alle tre alternative precedenti, in località Isola d’Asti, e un innesto con la SR 10 circa 1,5 km piu a ovest. Allo stesso tempo la lunghezza del tracciato è significativamente superiore, con un’estensione pari a circa 7,5 km dei quali 2 km in viadotto e 3,25 km in galleria.

5) Alternativa 5 – Arancione

Il tracciato si estende per 8,25 km di cui circa 2 km in viadotto e circa 1,5 in galleria. Come nel caso dell’alternativa n.4 anche in questo caso l’innesto con la A33 è previsto a Isola d’Asti, all’altezza del km 64,200. Da qui prosegue in direzione nord fino a superare il Tanaro per poi affiancare l’alveo del fiume e la SP8. Prima di raggiungere it Golf Club il tracciato svolta a sinistra e ricalca il percorso dell’alternativa n. 2 (gialla) inserendosi in galleria nelle colline tra Borbore e Tanaro e prosegue fino all’intersezione con la SR10.

“Sostenibilità, il nuovo valore” è il tema del convegno che si terrà sabato 25 marzo a partire dalle 10 nel Teatro Comunale di Costigliole d’Asti. L’appuntamento, organizzato dal Comune di Costigliole d’Asti, farà il punto su quanto costa e quanto rende produrre vino in modo sostenibile: impegni, certificazioni, mercato e territorio.
Le relazioni saranno affidate a esperti della materia, che affronteranno il tema della sostenibilità in viticoltura anche e soprattutto come opportunità economica per le aziende e il territorio. L’invito a partecipare è rivolto a produttori vinicoli, professionisti del settore, comunicatori e appassionati.

In allegato il programma dell’incontro

Incontro Rosso Barbera

L’Organismo Pagatore AGEA comunica che tutti i soggetti, che hanno presentato o intendono presentare domanda per gli aiuti di stato in seguito all’aumento dei costi energetici, saranno chiamati ad espletare un ulteriore adempimento.
L’adempimento richiesto consiste in una specifica dichiarazione (ALLEGATO A) richiesto a tutte le imprese che si sono avvalse o che intendono avvalersi dei crediti di imposta, per le spese sostenute per la componente energetica, relativi al semestre marzo – agosto 2022, riferiti ai seguenti decreti legge:

− DL Aiuti: decreto-legge 1° marzo 2022 n. 17

− DL Aiuti: decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21

− DL Aiuti: decreto-legge del 17 maggio 2022, n. 50

− DL Aiuti Bis: decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115

− DL Aiuti Ter: decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144

− DL Aiuti Quater: decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176

Tutte le imprese sono tenute a comunicare l’importo dei crediti di imposta, riferiti al periodo sopra indicato, utilizzati o che verranno utilizzati in compensazione attraverso la compilazione dell’ALLEGATO A al quale si dovrà accedere a valle della presentazione della domanda effettuata tramite SIAN.

L’importo del credito d’imposta sarà dedotto dal contributo, di cui al DM 19 ottobre 2022 n. 532191, al fine di evitare una sovra compensazione dei medesimi oneri.

L’ALLEGATO A deve essere compilato anche dalle imprese che non si sono avvalse e non intendono avvalersi dei predetti crediti di imposta.
Il termine per la presentazione delle domande di aiuto è prorogato al 21 aprile 2023

ALLEGATO_A Dichiarazione Crediti di imposta FLOROVIVAISMO

Istruzioni Op. n. 24. 2023 Proroga termine presentazione domande

Corriamo il rischio di disperdere eredità e capitale fondiario delle aziende se non daremo un netto impulso alle nuove generazioni di imprenditori agricoli. Proprio per questo sosteniamo e promuoviamo un iter normativo che preveda strumenti di accompagnamento dedicati ai giovani, con contributi estesi nel tempo e misure strutturali. Per correggere quel che finora non ha funzionato occorre un chiaro e condiviso cambio di passo, valorizzando il fondamentale apporto delle associazioni di categoria giovanili. Saremo convintamente in prima linea in questo percorso”. Lo ha ribadito il presidente dei Giovani di Confagricoltura, Giovanni Gioia, alla recente audizione in Commissione Agricoltura della Camera sulle “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo”.
È necessario, per i Giovani di Confagricoltura, mettere al centro il ricambio generazionale per dare un futuro sostenibile all’agricoltura italiana, minacciata da un’eccessiva senilizzazione delle risorse umane. L’impegno per un’agricoltura più giovane nella programmazione della PAC non ha portato i risultati sperati e i numeri sono impietosi. Oltre alla diminuzione in 10 anni dei capi azienda ‘under 40’ dall’11,5% al 9,3% sul totale, permangono le principali barriere all’ingresso, a partire dall’accesso alla terra e ai capitali finanziari.
Le imprese condotte da giovani hanno una redditività per ettaro maggiore, in media quasi 1.500 euro in più, rispetto a quelle di chi ha più di 55 anni. Sono estese il doppio delle aziende guidate dai “non giovani”, così come presentano un livello di digitalizzazione e una propensione agli investimenti innovativi più che doppia rispetto alla fascia di età over 40.
I giovani – conclude Gioia – sono la componente più promettente del comparto agricolo. È doveroso riconoscerlo investendo energie e risorse per rendere l’agricoltura italiana ancor più sostenibile e competitiva”.

Confagricoltura esprime soddisfazione per la decisione del governo di procedere alla ratifica del CETA, l’accordo tra Unione europea e Canada entrato in vigore in via provvisoria nel settembre del 2017. L’Organizzazione degli imprenditori agricoli ha sempre sostenuto l’intesa, che si è rivelata positiva non solo dal punto di vista commerciale, ma anche nel contesto macroeconomico e politico.
Secondo i dati forniti dalla Commissione Europea alla scadenza dei cinque anni dalla firma dell’accordo, ci sono state significative ricadute per l’economia e per i consumatori: gli scambi bilaterali e bidirezionali di merci tra la UE e il Canada sono aumentati del 31% negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 60 miliardi di euro. Per l’Italia la crescita delle esportazioni verso il Canada è stata del 36,3%, toccando nel 2021 quota 7 miliardi. E il Paese è diventato la nostra decima destinazione al di fuori della UE, con una quota di mercato che è salita da 1,03 a 1,16. Tra le voci più performanti dell’export tricolore figura proprio l’agroalimentare, con aumenti di oltre l’80% in cinque anni nell’ortofrutta trasformata e del 24% nel comparto bevande, alcolici e aceto, e del 20% in quello dei formaggi.
Non solo l’export di beni ha tratto vantaggio dall’accordo, che prevede l’eliminazione della quasi totalità dei dazi sulle merci, l’accesso preferenziale al mercato dei servizi e la collaborazione tra i firmatari per il riconoscimento delle indicazioni di origine protetta (le 41 tutelate dal Ceta coprono il 90%del fatturato annuo dell’export di prodotti a denominazione d’origine), nonché provvedimenti volti a facilitare gli investimenti, la reciproca partecipazione delle imprese alle gare d’appalto pubbliche e la mobilità dei lavoratori. Dal 2018 si sono registrati, infatti, significativi flussi di investimenti italiani diretti in Canada (in media annua, 500 milioni di euro tra il 2018 e il 2021, contro 153 milioni nel periodo 2014-2017).
Gli ultimi dati relativi all’accordo Unione europea-Canada dimostrano che l’unica strada perseguibile per rilanciare l’export, in base a principi di reciprocità ed equilibrio tra le parti, è quella dei negoziati bilaterali – commenta il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantil’alternativa, in seguito alla difficoltà di intese regolate dalla WTO, finisce per essere quella dei rapporti di forza basati sull’imposizione di dazi e sulle inevitabili misure di ritorsione”.