Nell’ambito del processo di riforma della PAC è stata inserita la possibilità di sottoporre il vino al trattamento di dealcolazione totale o parziale. La dealcolizzazione è un processo che permette di rimuovere l’alcol dal vino attraverso tecniche specifiche. L’obiettivo può essere quello di ottenere vini con un moderato contenuto alcolico (10-12% vol.) o di eliminare totalmente o quasi totalmente l’alcol, creando i cosiddetti vini NoLo (“no” e “low” alcol). La dealcolizzazione è complessa, poiché impatta non solo sul contenuto di alcol, ma anche sulle caratteristiche organolettiche, la stabilità e l’identità stessa del vino.
La dealcolazione è possibile per il vino fermo, per tutte le categorie di vino spumante (anche di qualità, di qualità del tipo aromatico e gassificato) e per tutte le categorie di vino frizzante (anche gassificato) ed è vietata per i vini liquorosi, i vini passiti, i mosti e gli aceti. Nei prodotti totalmente dealcolati il titolo alcolometrico effettivo non è superiore a 0,5 % vol., mentre nei prodotti parzialmente dealcolati il titolo alcolometrico effettivo è superiore a 0,5 % vol. ed è inferiore al titolo alcolometrico effettivo minimo della categoria che precede la dealcolizzazione quindi 8,5% vol.
A questo proposito il MASAF ha emanato un decreto apposito relativo ai vini dealcolati (in allegato). Il testo è attualmente in corso di registrazione presso gli organi di controllo. Il prodotto derivato è etichettato come “vino dealcolato” o “vino parzialmente dealcolato”. Non sono consentite altre diciture come vino senz’alcool o vino alcol free ecc…
A livello europeo per i vini a indicazione geografica protetta IGP o a denominazione d’origine protetta DOP è autorizzata solo la dealcolizzazione parziale.

Attuazione in Italia. Decreto Ministeriale n.672816 del 20 dicembre 2024

Dopo un periodo di stand by per mancanza delle norme attuative, con il DM in oggetto è ora possibile produrre vini dealcolati anche sul territorio nazionale. Nel decreto sono richiamati alcuni elementi della normativa comunitaria e sono definite le “modalità di produzione, detenzione, etichettatura” dei vini dealcolati o parzialmente dealcolati. Di seguito, per punti, le indicazioni principali previste nel decreto valide sia per la dealcolazione totale che per la dealcolazione parziale.

Trattamento di dealcolazione

Il trattamento di dealcolazione può essere effettuato tramite parziale evaporazione sottovuoto, con tecniche a membrana o distillazione e ad ogni modo sempre sotto la responsabilità di un enologo o di un tecnico qualificato. Non è possibile aumentare il tenore zuccherino nel mosto utilizzato per la produzione del vino dealcolato ed è vietato aggiungere acqua esogena e/o aromi esogeni al prodotto finale. Il riutilizzo dell’acqua endogena e degli aromi endogeni è consentito all’interno del processo di dealcolazione stesso. Sui vini dealcolati è possibile effettuare le pratiche ed i trattamenti enologici previsti dal Reg. (UE) 2019/934.

Etichettatura

Nell’etichettatura dei prodotti ottenuti a seguito del processo di dealcolazione è riportata la dicitura “dealcolato” o “parzialmente dealcolato” dopo la relativa categoria, quindi ad es. “vino spumante dealcolato” insieme alle altre indicazioni obbligatorie ai sensi del regolamento (UE) 2019/33. La categoria e il termine “dealcolato” o “parzialmente dealcolato” sono indicate in etichetta “in un testo omogeneo con caratteri di pari rilievo grafico”.

Luogo

Il processo di dealcolazione dovrà avvenire esclusivamente negli stabilimenti o nei locali appositamente destinati a ciò, dotati di registro dematerializzato e di licenza di deposito fiscale nel settore dell’alcol etilico e/o dei prodotti alcolici intermedi e/o nel settore del vino. Gli stabilimenti o locali non dovranno essere annessi o intercomunicanti agli stabilimenti o locali dove si produce o detiene vino o vino aromatizzato e agli stabilimenti in cui tali prodotti sono detenuti per essere utilizzati come ingredienti, alle distillerie, agli acetifici.

Comunicazioni preventive a ICQRF

La collocazione e la planimetria degli stabilimenti o dei locali adibiti alle operazioni di dealcolazione e la tipologia degli impianti per la dealcolazione dovranno essere comunicati agli uffici territoriali dell’ICQRF con messaggio PEC. Le singole lavorazioni dovranno, inoltre, essere preventivamente comunicate, entro il quinto giorno precedente alla loro effettuazione, agli uffici territoriali dell’ICQRF.

Vini Dop e IGP

Benché la Commissione abbia previsto la possibilità di dealcolazione parziale per le DOP ed IGP, il DM in oggetto consente la dealcolizzazione solo per i vini senza DOP ed IGP.

Gestione sottoprodotti

Il sottoprodotto (miscela idroalcolica) risultante dal processo di dealcolazione con tecnica a membrana dovrà essere utilizzato, in via prioritaria, per la produzione di bioetanolo. Nel caso di utilizzo interno nello stesso stabilimento la miscela dovrà, preliminarmente, subire un processo di denaturazione in modo da garantire la tracciabilità ai fini dei controlli. Quando, invece, la dealcolazione è eseguita per distillazione o per parziale evaporazione sottovuoto, il sottoprodotto risultante, potrà essere utilizzato per la produzione di distillato di vino. Ai sottoprodotti saranno applicate le disposizioni tributarie in materia di accisa previste per “la produzione, circolazione e deposito dell’alcole etilico e delle miscele idroalcoliche” anche se ottenute dalla dealcolazione parziale o totale del vino.

Valutazioni

Confagricoltura in sede di presentazione ha commentato positivamente la proposta. In linea generale si ritiene che il DM sia un utile passo avanti che consentirà ai nostri operatori del settore vitivinicolo di avvicinarsi ad un prodotto innovativo.
Alcuni punti evidenziati da Confagricoltura al MASAF sono stati già chiariti e specificati nel testo del DM come la modifica della dicitura da “dealcolizzato”, inizialmente prevista, a “dealcolato” e l’uso del sottoprodotto anche per alcol ad uso alimentare. Per altri punti, come la possibilità di produrre dealcolati in locali separati ma all’interno di uno stesso stabilimento, dovrebbe seguire a breve una nota esplicativa del MASAF. Si segnala una ulteriore criticità, tuttavia, che rende ancora onerosa e complessa l’adozione della pratica di dealcolazione da parte dei piccoli produttori. Il processo avviene, infatti, esclusivamente negli stabilimenti dotati di registro vitivinicolo e di licenza di deposito fiscale. I “piccoli produttori”, che in base alla definizione del Testo unico accise sono i soggetti che producono meno di 1000 hl, non sono tenuti al regime di deposito fiscale per tanto sarebbero esclusi, a meno che non si dotino di licenza di deposito fiscale e registro vitivinicolo. Questa previsione sembra andare in direzione opposta all’approccio di semplificazione ricercato dal MASAF. Per superare tale criticità Confagricoltura ha chiesto di escludere dal requisito di deposito fiscale coloro che sono attualmente esenti ai sensi del Testo unico accise.

Seguiranno ulteriori informazioni e approfondimenti

In allegato il testo del decreto

MASAF decreto vino dealcolato

Il 16 dicembre 2024 sono state formalmente approvate le “Raccomandazioni politiche per il futuro del settore vitivinicolo dell’UE” elaborate dal “Gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola”.
Il gruppo di lavoro era composto dai rappresentanti della DG AGRI e degli Stati membri (direttori generali e dirigenti dei ministeri nazionali per il settore vitivinicolo) ed in alcune riunioni dai rappresentanti della filiera vitivinicola europea fra cui il COPA -COGECA.
L’attivazione del gruppo è stata chiesta, in primis, dal COPA COGECA per invitare la Commissione a discutere delle problematiche del settore e a individuare gli eventuali interventi da implementare nel breve periodo e nel medio periodo.
Il gruppo di lavoro si è riunito quattro volte fra settembre e dicembre 2024 e nell’ultima riunione, alla presenza del Commissario europeo per l’agricoltura e l’alimentazione, Christoph Hansen, ha approvato il documento con le raccomandazioni per l’attivazione di alcuni strumenti di politica settoriale.
Le raccomandazioni includono la gestione del potenziale produttivo, il rafforzamento del settore e l’adattamento alle nuove tendenze e opportunità di mercato.
Per quanto di riferimento al potenziale produttivo fra le altre misure, nelle risultanze si sollecita l’attuazione di regimi di “estirpazione definitiva” utilizzando, in primis, fondi nazionali e con un’apertura al finanziamento attraverso fondi dell’UE. Non vi sono riferimenti per un piano di estirpazione “temporanea” che era stata sollecitato dai rappresentanti di una parte del mondo produttivo.
Il regime di estirpazione, secondo quanto suggerito dal gruppo di lavoro, dovrebbe essere condotto in maniera mirata con criteri di ammissibilità e priorità garantendo che si mantenga comunque una destinazione agricola ai terreni precedentemente coltivati a vigneto. La misura dovrebbe poi essere coerente con altre scelte operate nella stessa area inerenti i tassi di crescita delle autorizzazioni ai nuovi impianti o la ristrutturazione e riconversione dei vigneti per evitare un aumento della superficie vitata nella stessa area dove si è proceduto all’estirpazione e per evitare un eccesso di offerta. In tale direzione per i vigneti che richiedono misure di ristrutturazione/riconversione si immagina di porre un limite nelle loro rese.
Come richiesto fortemente da Confagricoltura nel documento sono riportate una serie di raccomandazioni inerenti la gestione delle autorizzazioni. Per le autorizzazioni al reimpianto si sottolinea l’importanza di prevedere un ampliamento del periodo previsto fra estirpazione e richiesta dell’autorizzazione al reimpianto (da tre a cinque anni). In merito c’è già una bozza di regolamento che ha previsto l’ampliamento. Si dovrebbe poi estendere il periodo di validità delle autorizzazioni al reimpianto da tre a otto anni e consentire la rinuncia senza sanzioni a tutti i beneficiari di autorizzazioni di nuovo impianto concesse prima del 2024.
Per quanto di riferimento alle misure per rafforzare la resilienza del settore in un mercato in cambiamento si evidenzia come il gruppo raccomandi di migliorare gli strumenti di gestione del rischio e sostenere i sistemi assicurativi e di mutualizzazione con soluzioni assicurative innovative. Come indicato da Confagricoltura si suggerisce di prevedere un tasso di sostegno più elevato per le misure di prevenzione del rischio.
Il gruppo di lavoro invita inoltre ad applicare, in linea con quanto da noi richiesto, una certa flessibilità della gestione finanziaria dei programmi esplorando modalità che consentano l’utilizzo di fondi non spesi per sostenere misure di gestione delle crisi.
Nella parte inerente l’adattamento alle tendenze di mercato è sottolineata l’importanza di agevolare la commercializzazione dei prodotti vitivinicoli più in sintonia con le nuove richieste di mercato come i vini dealcolati o a bassa gradazione non dealcolati. Si fa riferimento all’esigenza di armonizzazione dell’etichettatura per quanto di riferimento all’etichetta nutrizionale e alla lista degli ingredienti ma al contempo si riversa sugli Stati membri l’onere di tale approccio armonizzato.
Per la misura di promozione si riferisce l’opportunità di aumentare la durata del sostegno per consentire il consolidamento del mercato ma si invita a porre l’accento nelle attività di promozione sul consumo moderato e sui vini a bassa gradazione alcolica.
Infine, il gruppo di lavoro sostiene la necessità di accelerare lo sviluppo di soluzioni per semplificare e agevolare le vendite a distanze del vino transfrontaliere con un sistema simile allo sportello unico.
La Commissione si è impegnata a fornire un calendario d’azione che specifichi quando e come le diverse misure contenute nel documento approvato potrebbero essere realizzate: tale calendario dovrebbe essere disponibile a partire da gennaio 2025, quando sarà più chiaro quali delle misure potrebbero essere attuate a brevissimo termine (ossia: prima della prossima riforma della PAC nel 2027).
Le risultanze del gruppo di lavoro hanno colto molte delle istanze portate avanti della Confederazione inerenti in particolare la gestione del potenziale produttivo con una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle autorizzazioni e nella gestione degli interventi settoriali, con attenzione anche agli strumenti inerenti la prevenzione del rischio. Abbiamo più volte insistito che una eccessiva rigidità degli adempimenti e delle sanzioni non è di supporto al settore soprattutto in questa particolare contingenza. Cogliamo con soddisfazione anche l’apertura ad una maggiore tempistica per l’attuazione delle misure di promozione nei mercati consolidati perché il sostegno alla domanda, soprattutto estera, è fondamentale per il rilancio del settore.
Altri aspetti andranno approfonditi e la Confederazione si sta impegnando nella fase di traduzione delle raccomandazioni in testi normativi affinché vengano chiariti alcuni passaggi.

Dovranno essere presentati entro il prossimo 23 ottobre i progetti per la IX edizione di “Coltiviamo agricoltura sociale”, il premio ideato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation, in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.
Saranno selezionati tre vincitori, ai quali andranno 40.000 euro ciascuno, insieme a tre borse di studio per frequentare il Master di Agricoltura Sociale all’Università di Roma Tor Vergata. Altri 20.000 euro saranno destinati ad un progetto speciale di gestione e riqualificazione del verde pubblico.
Con l’edizione di quest’anno si supera il milione di euro erogato a fondo perduto per finanziare i migliori progetti, tutti monitorati e andati a regime: il segno tangibile del contributo concreto di Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation per promuovere la rinascita e il valore delle persone attraverso l’agricoltura, elemento inclusivo tra persone fragili, piccole comunità e soggetti che necessitano di supporto anche psicologico, favorendo il reinserimento lavorativo.
Le aziende italiane impegnate in quest’ambito – oltre 3.500 imprese con circa 40mila addetti – sono unite da una visione dell’agricoltura che va ben oltre le pratiche di coltivazione e di produzione, rivestendo un ruolo chiave a supporto di una sinergia tra le comunità locali e quelle rurali.
Al bando possono partecipare imprenditori agricoli, cooperative sociali, anche in associazione con altri attori del terzo settore, ma che prevedano, come capofila, un imprenditore agricolo oppure una cooperativa sociale che svolga attività agricole.
Possono concorrere al premio di 20.000 euro, nella “sezione speciale” riservata ai progetti riguardanti la gestione e riqualificazione del verde pubblico, anche le cooperative sociali non agricole che si occupano della gestione e riqualificazione del verde pubblico.
I progetti dovranno essere presentati entro il 23 ottobre 2024, sia via e-mail a coltiviamoagricolturasociale@confagricoltura.it, sia con raccomandata AR a Confagricoltura “Aspaglio” – Corso Vittorio Emanuele II, 101 – 00186 ROMA.

La Giuria valuterà tutti i progetti pervenuti ed entro dicembre comunicherà i vincitori. Tutte le info per candidarsi alla IX edizione del bando, che sarà attivo fino alla mezzanotte di mercoledì 23 ottobre, su www.coltiviamoagricolturasociale.it

Dal 15 ottobre al 12 novembre la Rete Rurale Nazionale ritorna con un breve ciclo di WebTalk che affrontano alcuni aspetti dell’agricoltura sociale:

– le opportunità di finanziamento per le attività di agricoltura sociale (15 ottobre, ore 10),

– cooperare in agricoltura sociale: reti di imprese (31 ottobre, ore 10) e

– il contributo dell’agricoltura sociale all’inclusione socio-lavorativa dei detenuti (12 novembre, ore 10).

Nei tre eventi on line si alterneranno interventi di esperti e racconti di alcune realtà imprenditoriali nazionali e imprese più piccole operanti nell’agricoltura sociale.

Per partecipare agli incontri è possibile cliccare sul seguente link e compilare l’apposito form:

web talk agricoltura sociale

In allegato il programma

Locandina_15_ottobre 2024

 

progetti dovranno essere presentati entro il prossimo 23 ottobre

Si è aperta lunedì 22 luglio la nona edizione di “Coltiviamo agricoltura sociale”, il premio ideato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation, in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata, che seleziona tre vincitori a cui andranno 40.000 euro ciascuno, insieme a tre borse di studio per frequentare il Master di Agricoltura Sociale all’Università di Roma Tor Vergata. Altri 20.000 euro saranno destinati ad un progetto speciale di gestione e riqualificazione del verde pubblico.

Da tempo Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation sostengono lo sviluppo delle attività che l’agricoltura realizza nel sociale e lo dimostra l’impegno in questi anni con le risorse economiche messe a disposizione: con l’edizione di quest’anno si supera il milione di euro erogato a fondo perduto per finanziare i migliori progetti, tutti monitorati e andati a regime. Un contributo concreto per promuovere la rinascita e il valore delle persone attraverso l’agricoltura, elemento inclusivo tra persone fragili, famiglie, piccole comunità e soggetti che necessitano di supporto anche psicologico, favorendo inoltre il reinserimento lavorativo.

In Italia sono oltre 3.500 le imprese di agricoltura sociale che coinvolgono circa 40mila addetti. Le aziende impegnate in quest’ambito sono unite da una visione dell’agricoltura che va ben oltre le pratiche di coltivazione e di produzione. Pur mantenendo un forte legame con la terra, sono state infatti capaci di evolversi al punto di trasformarsi in un collegamento tra persone e processi sociali e culturali diversi, determinando un ruolo chiave a supporto delle comunità locali in perfetta sinergia con quelle rurali.

Al bando possono partecipare gli imprenditori agricoli, le cooperative sociali, anche in associazione con altri attori del terzo settore, ma che prevedano, come capofila, un imprenditore agricolo oppure una cooperativa sociale che svolga attività agricole.

Possono concorrere al premio di 20.000 euro, nella “sezione speciale” riservata ai progetti riguardanti la gestione e riqualificazione del verde pubblico, anche le cooperative sociali non agricole che si occupano della gestione e riqualificazione del verde pubblico.

I progetti dovranno essere presentati entro il 23 ottobre 2024, sia via e-mail a coltiviamoagricolturasociale@confagricoltura.it, sia con raccomandata AR a Confagricoltura “Aspaglio” – Corso Vittorio Emanuele II, 101 – 00186 ROMA.

La Giuria valuterà tutti i progetti pervenuti ed entro dicembre comunicherà i vincitori. Tutte le info per candidarsi alla IX edizione del bando, che sarà attivo fino alla mezzanotte del 23 ottobre, su www.coltiviamoagricolturasociale.it .