Cresce il contoterzismo in Italia e nel 2017, secondo l’Annuario dell’agricoltura italiana pubblicato dal Crea, raggiunge un valore di 3,12 miliardi di euro (+2,3% a valori correnti sull’anno precedente).
Le attività agricole per conto terzi, osservando le cifre riportate dall’Annuario dell’agricoltura italiana, rappresentano il 45,6% di tutte le cosiddette attività di supporto che, ricorda il Crea, “sono intrinsecamente legate alla fase strettamente agricola”.
Le attività agricole per conto terzi, con un balzo del 2,3% fra il 2016 e il 2017, hanno registrato un tasso di crescita più marcato rispetto all’andamento – seppure positivo – delle attività di supporto, aumentato dell’1,2% e costituito anche dalla lavorazione delle sementi per la semina, da nuove coltivazioni e piantagioni, dalla prima lavorazione dei prodotti agricoli, dalla manutenzione del terreno al fine di mantenerlo in buone condizioni agricole ed ecologiche, dalle attività di supporto all’allevamento del bestiame.
Il Crea certifica quanto stiamo osservando nelle nostre imprese agromeccaniche da tempo – commenta il vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini, che è anche direttore di Confai Mantova”. “Un incremento, cioè, delle attività svolte al servizio degli agricoltori e una sempre maggiore specializzazione delle prestazioni. Tutti aspetti che contribuiscono a rafforzare il valore aggiunto delle produzioni primarie”.
Nelle regioni del Nord il contoterzismo agricolo vale oltre 1,23 miliardi, ma il fenomeno della terziarizzazione dei servizi in agricoltura si sta diffondendo anche nel Sud della Penisola.
Considerare marginale il fenomeno del contoterzismo e precludere alle imprese agromeccaniche la possibilità di accesso ai fondi per l’innovazione – prosegue Cappellini – non solo configura una politica palesemente discriminatoria nei confronti di una categoria che continua a crescere, ma è anche una scelta miope e contraria alla direzione di sviluppo dell’agricoltura”.

E’ ripartito ieri, martedì 29 gennaio, alla Camera dei Comuni, a Londra, il dibattito sulla “Brexit” dopo il voto del 15 gennaio scorso con il quale è stato respinto a larga maggioranza l’accordo di recesso negoziato con l’UE, già approvato, a dicembre, dai capi di Stato e di governo dell’Unione.
In particolare, saranno in discussione una serie di emendamenti parlamentari che dovrebbero consentire di fare chiarezza sulle prossime iniziative da assumere nei confronti delle istituzioni di Bruxelles.
Qualsiasi soluzione è preferibile ad un’uscita del Regno Unito senza regole condivise”, ha dichiarato il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
Il tempo a disposizione è ormai limitato – ha aggiunto – considerato che, allo stato degli atti, il 30 marzo il Regno Unito diventerà un paese terzo e gli scambi commerciali con gli Stati membri saranno sottoposti alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio (WTO)”.
L’applicazione dei dazi e il ripristino dei controlli alle frontiere avrebbero l’effetto di rallentare il normale flusso delle esportazioni destinate al mercato britannico, con effetti dirompenti per i prodotti più deperibili.
Anche in conseguenza della prevedibile svalutazione della sterlina, rischiamo di perdere in larga parte l’accesso al mercato britannico. Ecco perché abbiamo chiesto la costituzione di una task force per supportare le imprese in una fase che potrebbe essere molto complessa”, ha evidenziato il presidente di Confagricoltura.
Confagricoltura in particolare ritiene utile sollecitare il nostro governo a farsi parte attiva con la Commissione europea affinché sia previsto un budget e misure and hoc da utilizzare in modo mirato nel caso di crisi di specifici comparti colpiti dagli effetti di una “Hard Brexit”.
Nell’ambito della Brexit, il commercio di prodotti agroalimentari è tra i capitoli più delicati”, ha aggiunto Giansanti. “Nei giorni scorsi, a fronte delle crescenti preoccupazioni espresse dalla grande distribuzione, un portavoce del governo di Londra è dovuto intervenire, dichiarando che anche in caso di recesso senza regole non ci saranno problemi di approvvigionamento di prodotti alimentari. Resta il fatto che più del 30 per cento dei consumi alimentari britannici sono coperti con l’acquisto di prodotti dagli altri Stati membri dell’Unione”.
Le vendite del “Made in Italy” agroalimentare sul mercato del Regno Unito sfiorano i 3,5 miliardi di euro l’anno. Pesanti le conseguenze per ortofrutta e per i prodotti a denominazione d’origine e di qualità, che incidono per il 30 per cento sul valore totale.

E’ positiva la prima stima preliminare della performance economica dell’agricoltura italiana nel 2018 diffusa oggi dall’Istat. Lo afferma con soddisfazione Confagricoltura che evidenzia il positivo risultato sul fronte della produzione, che è aumentata dell’1,5% in quantità, e del valore aggiunto (+2,0%) rispetto al 2017.
Si tratta di una buona performance – commenta l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – che lascia ben sperare, anche se occorrerà attendere i dati definitivi”.
Nondimeno nella prima analisi dell’Istat si evidenziano aspetti che già erano stati fatti rilevare da Confagricoltura in diverse occasioni. Alcuni comparti, come le produzioni olivicole e quelle agrumicole hanno avuto una battuta d’arresto, particolarmente incisiva per l’olio (-36,9%). Così come le produzioni zootecniche registrano un calo di produzione di 0,5%. Soprattutto permane la preoccupazione di Confagricoltura per il peggioramento della ragione di scambio: i costi sostenuti dagli agricoltori sono aumentati del 4,4% in termini di prezzi; mentre i prezzi dei prodotti agricoli sono aumentati solo dell’1,4% in complesso. Non riparte decisamente neanche l’occupazione, che registra solo un modesto +0,2%, anche se più significativo è l’aumento dei lavoratori dipendenti su base annua.
In conclusione, per Confagricoltura, il 2018 si chiude con un bilancio positivo – da confermare con i dati definitivi – ma con l’evidenza di una situazione particolarmente difficile per alcuni comparti ed alcuni segnali, come la preoccupante divaricazione dei prezzi costi-ricavi, che ha inciso negativamente sul fronte della competitività delle imprese. Tutti aspetti che devono indurre a prestare attenzione nei mesi a venire.

Primi risultati del settore agricolo italiano nel 2018. Variazioni percentuali rispetto all’anno precedente (elaborazione Confagricoltura su dati Istat)

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Dal 21 gennaio al 1 febbraio il tour del CIB farà tappa in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Campania, Toscana e Veneto per spiegare i benefici ambientali ed economici legati all’introduzione del Biogasfattobene® nelle aziende agricole.


Dal 21 gennaio al 1 febbraio il CIB – Consorzio Italiano Biogas organizza un ciclo di appuntamenti in sei regioni, per incontrare gli agricoltori sul territorio e illustrare le buone pratiche dell’integrazione del biogas in agricoltura, approfondendo i vantaggi ambientali ed economici nell’applicazione del modello agroeconomico, il Biogasfattobene®. Durante gli incontri verranno toccati i temi chiave per un’agricoltura orientata all’innovazione, all’adattamento ai cambiamenti climatici in atto e al sequestro di carbonio nel terreno: dalla conoscenza del suolo come risorsa per produzioni di qualità, alle buone pratiche agricole che consentono di produrre di più utilizzando meno acqua ed energia, al corretto utilizzo del digestato in sostituzione dei fertilizzanti chimici. Verranno esposte tutte le opportunità legate all’introduzione di un impianto di biogas in azienda, includendo i reinvestimenti, che hanno permesso a tanti imprenditori agricoli di generare nuove filiere di attività o considerevoli risparmi. Uno dei focus sarà inoltre l’aggiornamento normativo, comprendendo anche gli incentivi per nuovi impianti inferiori ai 300 kW.
La tappa piemontese sarà il prossimo 22 gennaio, presso l’Hotel Al Mulino di San Michele di Alessandria (Via Casale, 44), a partire dalle ore 09,30.
Il nostro intento è avviare un confronto con quegli imprenditori che si sentono pronti ad accettare una nuova sfida, come la produzione di biometano, o che intendono costruire un impianto di biogas come presidio ambientale per la corretta gestione dei reflui zootecnici, ma che siano anche interessati ad aumentare la fertilità del suolo, e al sequestro di maggiori quantità di anidride carbonica nel terreno”, dichiara Piero Gattoni, Presidente del CIB. Tutti gli incontri prevedono una prima sessione rivolta ad agronomi e imprenditori agricoli e nella seconda parte della giornata, la visita ad una azienda agricola socia CIB.

Ingresso libero, registrazione obbligatoria

Per maggiori informazioni consultare il sito: www.consorziobiogas.it

In allegato le locandine che illustrano sia il programma nazionale che quello in Piemonte

Dopo il grande successo riscosso in occasione della prima edizione, il Consorzio turistico Sistema Monferrato, in collaborazione con Confagricoltura Asti e CIA Asti e Alessandria riproporrà altre due edizioni del corso “Fattore WoW ed esperienze di capability building”. Il secondo appuntamento di questo ciclo di incontri avrà inizio il 15 gennaio 2019, presso il Polo Universitario di Asti, e darà modo a ulteriori 14 imprenditori agricoli della provincia di Asti (il corso è a numero chiuso), di imparare gli strumenti più efficaci per essere al passo con i tempi e migliorare la propria capacità di promo-commercializzazione nei confronti dei nuovi trend turistici.
La terza edizione del corso avrà invece inizio il 18 febbraio e questa volta il corso sarà itinerante e rivolto agli imprenditori della provincia di Alessandria. Il corso “Fattore WOW in Monferrato e Lomellina”, organizzato anche in collaborazione con Mon.D.O., intende sviluppare un preciso piano dell’offerta turistica del Monferrato con gli operatori della filiera del turismo che operano nella provincia limitrofa ad Asti. Le lezioni si svilupperanno in 4 incontri di 4 ore ciascuno e si terranno, appunto, dal 18 febbraio all’11 marzo 2019 presso alcune aziende della provincia. Per ulteriori informazioni è possibile collegarsi al seguente link: https://www.sistemamonferrato.it/blog/50-fattore-wow-in-monferrato-e-lomellina o scrivere una mail a: segreteria@confagriasti.com. Pochissimi i posti rimasti.
Dall’importanza della comunicazione e dall’utilizzo corretto dei social media nel raccontare il proprio territorio ma soprattutto la propria azienda nasce il corso “avanzato” – per ora rivolto soltanto alle aziende e ai professionisti della provincia di Asti – che avrà inizio lunedì 14 gennaio (sede l’università di Asti) dal titolo “Comunicare il Monferrato e l’impresa turistica”, un ciclo di incontri finalizzato a fornire gli strumenti utili per una comunicazione intelligente, innovativa ed efficace.
Il 2019 anno è l’anno del turismo slow e questo sarà un ulteriore modo per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile, favorendo esperienze di viaggio innovative” afferma Andrea Cerrato, presidente di Sistema Monferrato. Dopo un appassionante e impegnativo lavoro fatto nel 2018 che ha permesso al Consorzio di formulare oltre 30 proposte di vacanza e soggiorno in Monferrato e che ha messo in rete gli oltre 100 operatori associati, il Consorzio ha in serbo, per il 2019, diversi progetti tra cui la realizzazione del catalogo “Experience Day” ovvero esperienze della durata di uno o più giorni da proporre al turista sia italiano sia internazionale che coinvolgono laboratori legati alle tradizioni, alle filiere produttive, e alle attività sportive.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare il sito di Sistema Monferrato (http://www.sistemamonferrato.it) o inviare una mail a Confagricoltura Asti (segreteria@confagriasti.com)