Si comunica che Unioncamere ha realizzato un progetto finalizzato a favorire la digitalizzazione delle imprese. Si tratta di un’iniziativa a cura del PID-Next, il Polo di Innovazione del Sistema Camerale, che ha l’obiettivo di supportare la trasformazione digitale delle imprese, in particolare di micro, piccole e medie dimensioni (MPMI) con sede legale o operativa in Italia.
Il Polo offre servizi per le imprese che desiderano affrontare la trasformazione digitale grazie ad azioni di first assessment e attività di orientamento a cui è possibile accedere attraverso la partecipazione all’avviso pubblico. Le attività sono finanziate con contributi pubblici da un minimo del 90% fino al 100% per le micro e piccole imprese. Il Bando è finanziato nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
PID-Next può supportare la trasformazione digitale dell’impresa tramite le seguenti attività:

1) Analisi personalizzata della maturità digitale

La prima fase prevede il First Assessment Digitale ovvero un incontro in impresa con un addetto del Polo che svolgerà una prima analisi del livello di maturità digitale e, soprattutto, degli obbiettivi dell’azienda e dei fabbisogni tecnologici necessari al loro raggiungimento.

2) Orientamento e Innovazione

In questa fase le imprese ricevono un report che raccoglie gli esiti del primo incontro e suggerisce i partner con cui l’impresa può proseguire il proprio cammino di digitalizzazione e segnalando eventuali possibilità di finanziamento ulteriori che potrebbero essere utilizzate.

3) Opportunità per le Imprese

PID-Next apre la strada al trasferimento tecnologico e accesso a un network di partner pubblici e privati mirato sulle esigenze dell’impresa. Per realizzare questi obiettivi, PID-Next lavora assieme a tutta la rete capillare dei Punti Impresa Digitale (PID) delle Camere di commercio. Le domande di partecipazione devono essere presentate attraverso la piattaforma restart.infocamere.it accedendo con SPID/CIE/CNS fino alle ore 16:00 del 29/05/2025.

Prima della compilazione degli allegati si consiglia la lettura delle FAQ (anch’esse in allegato)

Allegati:

Allegato 1 – Lista di esclusione e di rispetto del principio DNSH

Allegato 2 Modulo dichiarazioni PID Next (2)

Allegato 3 – Informativa trattamento dati personali

Allegato 4 – Comunicazione dei dati sulla Titolarita effettiva per Enti privati (1)

Allegato 5 – Dichiarazione assenza di conflitto interesse_Titolare effettivo

Bando PID Next proroga e incremento risorse 2025 (2)

FAQ_ per IMPRESE PIDNEXT

GUIDA AL BANDO_PIDNEXT

PID-Next – errata corrige (allegati)

Intervista al neo Direttore Generale di Confagricoltura Roberto Caponi

Roberto Caponi è il nuovo direttore generale di Confagricoltura. Lo hanno deciso all’unanimità, in modo convinto e coeso, la giunta confederale guidata da Massimiliano Giansanti e il comitato direttivo. Il presidente ha così salutato la sua nomina: “Sono certo che Roberto Caponi, grazie alla lunga esperienza nelle relazioni industriali e sindacali e alla profonda conoscenza della nostra Organizzazione, sia a livello centrale, sia territoriale, saprà guidare la struttura in modo solido verso le numerose sfide che ci attendono”. Romano, una figlia, laureato in giurisprudenza e abilitato alla professione di avvocato, dopo esperienze in primari studi legali di diritto commerciale e del lavoro, Caponi entra a Palazzo della Valle nel 1988 dove ricopre, negli anni, diversi ruoli nell’ambito delle politiche del lavoro, della gestione delle risorse umane, dell’area legale e del Patronato Enapa, fino alla più recente carica di direttore delle Politiche del Lavoro e Welfare. All’esterno dell’Organizzazione, ma su sua indicazione, ha avuto numerosi incarichi: è stato consigliere del Consiglio di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’Inps, è attualmente presidente dell’Ente bilaterale agricolo nazionale (Eban), componente del Civ dell’Inail e consigliere di amministrazione di Enpaia. Esperto in materia di lavoro e previdenza in agricoltura, è autore di numerosi articoli e pubblicazioni sull’argomento.
Una vita passata in Confagricoltura, alla quale lo lega un sentimento profondo e indissolubile. “Sono arrivato per caso in Confederazione rispondendo ad un annuncio di lavoro, e dopo aver fatto numerosi colloqui, fui assunto dall’allora presidente Stefano Wallner. Non avevo nessuna esperienza sui temi agricoli, né un passato familiare in questo settore, ma mi appassionai immediatamente all’agricoltura, per la sua concretezza, la sua forte connotazione economica, imprenditoriale, ma anche sociale, e nel tempo questa passione non è mai venuta meno. E con essa il legame forte con Confagricoltura, che mi ha indotto a sviluppare qui tutta la mia carriera lavorativa, rifiutando altre proposte interessanti che negli anni ho avuto”. Una Organizzazione che Caponi definisce democratica, libera e coerente, caratterizzata da un forte spirito imprenditoriale che si traduce in una attenzione quasi maniacale per le aziende associate, che è stata il suo punto di forza nel corso degli anni e che le ha permesso di adattarsi ai cambiamenti senza mai venire meno alla sua missione.
In questa Confagricoltura, a cui è profondamente attaccato, il nuovo dg ha trascorso molta parte della sua vita, facendo una brillante carriera. Professionale, educato, gentile nei modi, serio, ma anche ironico, è riuscito a stabile buoni rapporti con tutti i colleghi e sorge spontaneo chiedergli come vive questo cambio di stanza. “Rispondo con le parole che ho scritto nella lettera inviata a tutti i direttori delle sedi di Confagricoltura: Roberto ero e Roberto resto. Sento una forte responsabilità nei confronti dell’Organizzazione e anche di fronte ai colleghi che conosco da anni. Sono profondamente convinto dell’importanza del nostro capitale umano, che va preservato e valorizzato perché su di esso si fonda la competenza e l’autorevolezza di Confagricoltura e credo – prosegue – che la rappresentanza non possa essere esternalizzata. Un sindacato non è un’azienda, che è necessariamente guidata da altre logiche. Si possono mutuare alcune esperienze di organizzazione e management, ma, ripeto, sostanzialmente i due mondi non sono sovrapponibili”. Tra i colleghi ci sono anche i direttori provinciali e regionali con i quali Caponi intende instaurare un clima di fiducia reciproca, tranquillo e costruttivo, “perché siamo complementari e non possiamo fare a meno gli uni degli altri e perché sull’unità si basa la forza della nostra Organizzazione e il rapporto con le imprese associate”.
Una direzione, quella di Caponi, che sarà caratterizzata dalla sua personalità, in cui le cose buone fatte nel passato verranno mantenute e valorizzate e quelle meno buone corrette e migliorate, improntata sulla positività, anche se gli attuali momenti che il settore agricolo sta vivendo non sono tra i migliori. “Certamente, ma la storia è costellata di momenti difficili e credo che Confagricoltura, come ha sempre dimostrato, sia più forte delle difficoltà, che vanno affrontate e risolte, e che talvolta possono trasformarsi in opportunità. L’importante è rimanere uniti e centrare il nostro obiettivo: valorizzare e tutelare le imprese associate che vengono anche prima dell’Organizzazione, la cui forza è funzionale alla piena realizzazione degli interessi delle aziende. Un obiettivo che ci ha sempre caratterizzato, e che va ulteriormente rafforzato”.

L’intervista al direttore generale di Confagricoltura è stata realizzata da Gabriella Bechi e pubblicata “Mondo Agricolo” di aprile

Dal 1° aprile scorso sono entrati in vigore i nuovi codici Ateco 2025, disponibili sul sito dell’Istat, che vanno applicati in sostituzione della precedente versione 2007. L’Ateco è la classificazione delle attività economiche utilizzata dall’Istat per finalità statistiche. E’ inoltre utile ad altre istituzioni per finalità di carattere amministrativo (Es.: iscrizione al Registro delle Imprese e fiscali, atti e dichiarazioni da presentare all’Agenzia delle Entrate, etc).
L’Istat mette a disposizione strumenti per ricercare, individuare e descrivere le diverse attività economiche e il relativo codice di identificazione. E’ stata elaborata una tavola di raccordo, di conversione o di corrispondenza tra la classificazione Ateco 2025, che comprende 3.257 voci divise in 22 sezioni, e la precedente.
L’agricoltura, silvicoltura e pesca rientrano nella sezione A. I cambiamenti rispetto alla versione precedente riguarda la classe 01.63, dedicata alle attività successive alla raccolta e lavorazione delle sementi per la semina, risultato dell’accorpamento delle precedenti classi 01.63 e 01.64. E’ poi stata introdotta una nuova classe 03.30 dedicata alle attività di supporto alla pesca e all’acquacoltura.
E’ necessario provvedere all’aggiornamento dei codici di attività, negli atti amministrativi e nelle dichiarazioni da presentare all’Agenzia delle Entrate e in ogni altra istanza. Come precisato dalla risoluzione n. 24/e dell’Agenzia delle Entrate, la nuova classificazione 2025 non comporta l’obbligo di presentare la dichiarazione di variazione dei dati.
Tuttavia, il contribuente, in occasione della prima dichiarazione di variazione effettuata ai sensi delle vigenti disposizioni oppure quando previsto da specifiche normative e regolamenti, comunica i codici delle attività esercitate coerentemente con la nuova classificazione. Coloro che sono iscritti al Registro delle imprese sono tenuti a presentare dichiarazione di variazione dei dati utilizzando la Comunicazione Unica (ComUnica) messa a disposizione da Unioncamere. In alternativa il contribuente dovrà utilizzare uno dei modelli pubblicati sul sito dell’Agenzia delle Entrate.

All’interno del consiglio di amministrazione anche Roberto Bocchino in rappresentanza di Asti Agricoltura

Si è svolta nella giornata di mercoledì 16 aprile, nella Sala Consiliare del Comune di Costigliole d’Asti, l’Assemblea dei Soci del GAL Terre Astigiane, il GAL del Sud Astigiano. All’ordine del giorno, oltre all’approvazione del Bilancio 2024, il rinnovo del Consiglio di Amministrazione.
Il GAL Terre Astigiane, fondato nel 2016, presenta ad oggi una compagine societaria di 51 soci, tra questi una componente pubblica, rappresentata principalmente dai 32 comuni del Sud Astigiano e le Unione collinari che li raggruppano ed una privata, rappresentata prioritariamente dalle associazioni di categoria, agricole e non, della Provincia di Asti.
Il Presidente Filippo Mobrici, nella sua introduzione, si è soffermato sui ringraziamenti al Consiglio di Amministrazione uscente, “con cui ha condiviso un percorso proficuo ed importante, intercorrente fra due tornare di fondi”, alla totalità dei Soci, alla Regione Piemonte ed allo staff di dipendenti e consulenti del GAL Ha proseguito ripercorrendo con i presenti le attività degli ultimi anni: la conclusione della prima programmazione cui il GAL Terre Astigiane ha preso parte, 2014-2022, e l’avvio della Programmazione 2023-2027, che ha portato una nuova dotazione finanziaria al GAL. Ha evidenziato come da settembre 2024 è ripresa la pubblicazione dei bandi, partendo dal sostegno alle nuove attività e attualmente con un bando aperto a sostegno della diversificazione delle aziende agricole, “altri bandi sono in programma, al fine di perseguire con costanza l’obiettivo principale del GAL di supporto allo sviluppo locale, attraverso bandi a sostegno dei comuni e delle attività produttive del territorio”, ha concluso il Presidente.

L’Assemblea riunita ha nominato quali componenti del Consiglio di Amministrazione: Filippo Mobrici (espressione della Camera di Commercio Alessandria Asti), Franca Serra (in rappresentanza dei comuni di Canelli, Moasca, Calosso), Tommaso Sileo (Unione collinare Vigne e Vini), Massimo Fungo (Unione collinare Via Fulvia), Calogero Mancuso (Comunità delle colline tra Langa e Monferrato), Enrico Alessandro Cavallero (in rappresentanza dei comuni di Costigliole d’Asti, Isola d’Asti e Mongardino), Roberto Guastello (Unione collinare Val Tiglione  e dintorni), Pierpaolo Morino (Coldiretti), Federica Curcio (Confcooperative), Lia Merlone (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), Fabio Pizzo (Confcommercio), Marco Capra (Confederazione Italiana Agricoltori), Roberto Bocchino (Asti Agricoltura), Gian Luca Musso (Confartigianato), Ilaria Scalet (Italian Culinary Institute for Foreigners). Il nuovo Consiglio, che comprende membri riconfermati e nuovi ingressi, rimarrà in carica per il prossimo triennio.

Viene riconfermato, a riconoscimento del lavoro svolto in questi anni, Filippo Mobrici, nel ruolo di Presidente. Agronomo della Bersano di Nizza Monferrato, per più anni Presidente del Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, nominato dalla Camera di Commercio Alessandria – Asti, Mobrici ricopre il ruolo di Presidente del GAL Terre Astigiane fin dalla costituzione nel 2016, ha pertanto guidato l’ente fin dai suoi esordi: avvio della società e gestione dell’intera programmazione 2014-2022 e conseguente avvio della programmazione in atto, 2023-2027.
In questo mandato, sarà affiancato da due nuovi Vice Presidenti, entrambi Consiglieri riconfermati nel Consiglio di Amministrazione: Roberto Guastello, sindaco del comune di Castelnuovo Calcea, in rappresentanza della parte pubblica, e Gian Luca Musso, già Componente della Giunta esecutiva di Confartigianato Asti, in rappresentanza della parte privata.

I vasi utilizzati per la coltivazione rappresentano strumenti di produzione essenziali per la crescita della pianta e non possono pertanto essere assimilati agli imballaggi, la cui funzione primaria è legata alla commercializzazione o al trasporto, caratteristiche queste non riscontrabili nei vasi in questione.
E’ questa la posizione sostenuta con forza da Confagricoltura e ribadita anche al tavolo di confronto dei giorni scorsi al Ministero dell’Ambiente con i consorzi e le associazioni di categoria sul tema della gestione dei vasi per fiori e piante, alla luce delle novità contenute nel nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi, che entrerà in vigore nel 2026, e della recente delibera assunta dal Conai.
A riguardo occorre avviare un dialogo con la Commissione Europea per chiarire alcuni aspetti applicativi del regolamento imballaggi e rendere operative al più presto le indicazioni che escludono dal contributo ambientale sia la maggior parte delle tipologie di vasi, sia quelli riutilizzati all’interno di circuiti aziendali o tra imprese.
Per Confagricoltura è pertanto necessario dirimere ogni dubbio interpretativo.
Il 30 giugno è la data di scadenza del periodo transitorio in merito all’applicazione e alla dichiarazione del CAC (contributo ambientale del Conai), in cui non si applicano controlli e sanzioni. Il nuovo regime applicativo – conclude Confagricoltura – potrà pertanto delinearsi solo a seguito degli sviluppi indicati, ribadendo che a tutti gli effetti per i vasi da fiori e piante non sono attualmente operativi gli obblighi relativi al contributo ambientale, come anche per i circuiti di riutilizzo, sui quali comunque esiste da tempo una consolidata prassi di esenzione.