Con il Decreto 0077412 del 19 febbraio scorso, il MASAF ha disposto un intervento finanziario di 10 milioni di Euro a sostegno delle aziende suinicole che hanno subito danni indiretti dall’applicazione delle misure sanitarie adottate per contenere la diffusione della Peste Suina Africana a partire dal 1° dicembre 2023 fino al 31 ottobre 2024.
La Circolare di AGEA Coordinamento prot. n. 15593 del 25/02/2025 allegata alla seguente, definisce le modalità di attuazione del Decreto Ministeriale n. 77412 del 19 febbraio 2025, i termini di presentazione delle domande e di pagamento, l’indicazione dei documenti da allegare alla domanda atti a comprovare il danno per il quale viene richiesto l’indennizzo, le tempistiche di invio dei dati delle domande per le verifiche dei doppi finanziamenti e del rispetto del plafond sopra stabilito.
AGEA Coordinamento, al fine di standardizzare le procedure di controllo, ha predisposto un apposito documento tecnico in cui si definiscono le regole comuni per la verifica dei requisiti di ammissibilità prevedendo che le domande, recanti l’indicazione di tutti gli elementi previsti dal Decreto Ministeriale in trattazione, dovranno essere presentate, presso l’Organismo pagatore competente territorialmente, in base alla sede legale dell’impresa, entro e non oltre il 28 marzo 2025, con modalità stabilite da ciascun Organismo pagatore.
Oggetto del sostegno sono le piccole e medie imprese (PMI) situate sia all’interno che all’esterno delle zone di restrizione sanitaria, colpite dalle restrizioni sulla movimentazione degli animali e sulla commercializzazione dei prodotti derivati, ricompresi nelle seguenti fattispecie: allevamenti di scrofe da riproduzione a ciclo aperto e a ciclo chiuso e allevamenti da ingrasso (comprensivi di allevamenti da svezzamento e magronaggio).
Il sostegno copre fino ad un massimo del 100% dei danni subiti, calcolati in base agli importi riportati nella tabella A del Decreto ed è finalizzato a compensare le perdite dovute a:
Deprezzamento dei riproduttori, dei suinetti, dei suini da allevamento e da macello per vendita degli animali o per svalutazione del prodotto a causa della provenienza da allevamenti ricadenti in zone di restrizione sanitaria; Mancata produzione per l’interruzione della riproduzione delle scrofe; Prolungamento vuoto sanitario; Costi di produzione per prolungamento allevamento (blocco movimentazione)
La circolare AGEA Prot. 0015593 del 25 febbraio 2025 dispone che le domande devono essere presentate a partire dal 11 marzo 2025 entro e non oltre il 28 marzo 2025.
I produttori che presentano la domanda devono essere in grado di dimostrare mediante documentazione costituita dai registri ufficiali delle Aziende o da altra documentazione contabile, sanitaria e commerciale, i danni indiretti subiti in conseguenza dell’attuazione dei provvedimenti sanitari attivati per l’adozione di misure di prevenzione, eradicazione e contenimento della PSA nel periodo compreso tra il 1° dicembre 2023 e il 31 ottobre 2024.
L’Organismo Pagatore Agea ha emanato le Istruzioni Operative n. 25 , che trovate in allegato unitamente al Decreto Ministeriale 19 febbraio 2025, la circolare AGEA Coordinamento del 25 febbraio 2025 ed un Vademecum predisposto dai nostri Uffici.

In allegato il decreto del Masaf, la circolare di Agea e le istruzioni operative

MASAF_2025_0077412

AGEA – Coord. PSA_2025_Attuazione_DM_19_12_2024

IO_25_2025

In Italia al momento ci sono poco più di 1.200 veterinari per circa 350.000 aziende zootecniche. Questa è una criticità importante a fronte di quanto stabilito nel 2017 dal decreto ministeriale che ha istituito la figura del veterinario aziendale con il compito di lavorare all’interno degli allevamenti. Inoltre, in questi anni, la normativa si è evoluta e richiede sempre di più la presenza di tale figura nelle imprese zootecniche.
La questione è stata affrontata nel primo incontro promosso da Confagricoltura e Cia- Agricoltori Italiani a Palazzo della Valle, insieme alle rappresentanze dei veterinari privati e pubblici e all’Ordine dei veterinari, le organizzazioni agricole e di filiera.
Il coinvolgimento di tutte le parti interessate sottolinea la necessità di affrontare in modo condiviso e strutturato una problematica che incide direttamente sulla sostenibilità degli allevamenti italiani.
La carenza dei veterinari, complice anche la tendenza degli studenti del corso di laurea, orientati più verso la specializzazione sugli animali da compagnia piuttosto che sugli animali da reddito, acuita dalle richieste della normativa europea e nazionale, sta creando problemi alle aziende zootecniche che necessitano di indicazioni chiare rispetto al rapporto con il veterinario aziendale e le sue funzioni.
Il tavolo con tutti gli stakeholder rappresenta un passo importante che Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani, con le associazioni e l’Ordine dei veterinari e gli altri operatori, intendono portare avanti per arrivare a un equilibrio definito tra le necessità delle aziende e del sistema pubblico.
Il primo incontro è stato proficuo e le parti hanno concordato di voler proseguire il percorso di confronto per arrivare a un provvedimento ministeriale che aiuti a definire meglio questa figura e le sue funzioni, nell’ottica di venire incontro alle necessità tecniche e garantire lo stato sanitario degli allevamenti italiani rendendoli ancora più competitivi.

Si comunica che lunedì 3 febbraio la Regione Piemonte, Settore gestione fauna selvatica, ha deliberato la sospensione fino al 30 novembre 2025 del pagamento della tassa di concessione regionale 2025 da parte delle Aziende faunistico venatorie e Aziende agrituristiche venatorie, le cui superfici ricadono nelle aree di diffusione della Peste Suina Africana (PSA), individuate nella cartografia in allegato

cartografia

 

Si trasmette la nota DGSAF 2280 del 27 gennaio 2024 con la quale il Ministero della Salute espone la possibilità di effettuare le vaccinazioni per proteggere gli animali dall’infezione del virus della Febbre catarrale degli ovini – Blue Tongue.
Viene infatti evidenziato come la vaccinazione rappresenti uno strumento fondamentale per proteggere dalla forma clinica il patrimonio zootecnico suscettibile e contribuisca a limitare la circolazione virale ed a salvaguardare i flussi commerciali consolidati, consentendo la libera movimentazione degli animali delle specie sensibili in ambito nazionale e comunitario, indipendentemente dalle aree di provenienza.
Le Regioni possono attuare il piano vaccinale regionale che dovrà prevedere l’identificazione degli obiettivi e delle priorità di intervento, definire i target di popolazione e garantire la messa a disposizione dei vaccini.
Se invece le Regioni non volessero impegnarsi in un piano vaccinale, è data comunque la possibilità agli allevatori volontariamente, anche per il tramite delle Associazioni di categoria, di approvvigionarsi delle dosi di vaccino necessarie alla protezione dei propri animali e/o ai fini del mantenimento dei relativi canali commerciali.
Mentre nel primo caso la spesa è a carico della Regione, nel secondo caso la spesa è a carico degli operatori. Questo rende disomogeneo il territorio sia per la profilassi vaccinale sia per il sostegno agli operatori visto che alcune Regioni attuerebbero i piani vaccinali regionali mentre altre lascerebbero gli allevatori ad affrontare i costi della vaccinazione.
Si reputa, quindi, essenziale agire sulle amministrazioni locali per far prevedere un piano vaccinale e l’acquisto dei vaccini ed evitare disparità di trattamento per gli allevatori. Disparità che già oggi si presentano per la presenza di un accordo interregionali che alcune Regioni del nord Italia hanno concordato per permettere una più agevole movimentazione dei capi tra le zone omogenee per sierotipo e che dovrebbe essere estesa a tutto il territorio nazionale vista la già ampia presenza di focolai sia del sierotipo 8 sia del sierotipo 3.
Si invitano, quindi, le sedi in indirizzo ad agire a livello delle amministrazioni regionali per far prevedere i piani di vaccinazione, soprattutto per la specie ovina e caprina che presentano una maggiore sensibilità alla malattia fino alla morte dell’animale, con l’acquisto dei vaccini da parte delle Regioni, nonché l’adesione al protocollo di movimentazione dei capi considerando il territorio nazionale come unica zona omogenea per i sierotipi circolanti così da facilitare il commercio dei bovini.

In allegato la nota del Ministero della Salute

Ministero della Salute_circolare febbre catarrale

Il Masaf ha emanato un decreto contenente interventi a sostegno delle aziende suinicole italiane, che hanno subìto danni indiretti a seguito delle misure sanitarie di contenimento dei focolai di Peste Suina Africana (PSA) nel periodo 1° dicembre 2023 – 31 ottobre 2024. Come già anticipato nelle scorse settimane, rispetto ai precedenti provvedimenti, il nuovo decreto, con una dotazione di 10 milioni di euro, limita gli aiuti alle aziende suinicole e allarga il sostegno anche a coloro che hanno subito una svalutazione del prodotto in quanto ricadenti in zone soggette a restrizione sanitaria.

In allegato il decreto del MASAF

MASAF – decreto PSA – aiuto imprese 2024