Manca il cosiddetto fieno in cascina, ma stavolta non si tratta di un modo di dire. La situazione è veramente molto preoccupante e a stagione invernale inoltrata le scorte di fieno sono praticamente terminate. Gli allevamenti lanciano un grido di allarme e si ritrovano a dover fare in conti con una situazione drammatica. I rincari relativi ai costi energetici, che negli ultimi mesi hanno pesato sui bilanci, vanno a sommarsi all’aumento di prezzo dei mangimi: il mais è passato dai 24 euro ai 34 al quintale. Uno sbalzo improvviso che mette a rischio la stabilità di diverse stalle.
A seguito di una primavera particolarmente asciutta, seguita da un’estate calda e priva di precipitazioni, la produzione di fieno è ai minimi storici. I prezzi sono molto elevati al punto che è più costoso il mantenimento di un bovino rispetto al suo prezzo di vendita, ma per il fieno la situazione è ancor più preoccupante perché la produzione è stata insufficiente ed è veramente difficile trovarne“, dichiara Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico della Confagricoltura di Asti. “Molti allevatori hanno utilizzato la paglia al posto del fieno e hanno raccolto la poca erba presente ancora nei prati: si tratta di pratiche di emergenza per non lasciar morire di fame gli animali, ma sono molto limitanti per il loro accrescimento. In questi mesi gli allevatori sono costretti a ridurre il numero di capi allevati per carenza di fieno. Riteniamo che sia indispensabile un sostegno senza il quale gli allevatori saranno costretti a macellare i propri capi“.
Quest’anno la siccità ha creato anche una notevole scarsità di fieno“, afferma Roberto Rapetto, allevatore di Rocchetta Tanaro, presidente della sezione di prodotto Allevamenti Bovini da Carne della Confagricoltura di Asti. “Alcuni allevatori sono riusciti ad ovviare a questa mancanza utilizzando del trinciato di mais e quindi
sono fortunati in quanto hanno ancora un margine di autonomia, ma chi ha necessità di acquistare è molto svantaggiato in quanto la disponibilità di fieno è molto scarsa e a prezzi esorbitanti. Non averlo da vendere è un problema, ma doverlo acquistare è un dramma“.

La Legge di conversione del D.L. n. 176/2022, nota come Decreto Aiuti-quater, ha prorogato al 30 giugno 2023 il termine di utilizzo del credito d’imposta riconosciuto per l’acquisto di carburanti per l’esercizio dell’attività agricola per il quarto trimestre 2022.
In particolare, il nuovo art. 2-bis, D.L. n. 176/2022 dispone la proroga, dal 31 marzo al 30 giugno 2023 (anche in caso di cessione del credito a terzi e utilizzato dal cessionario con le stesse modalità con le quali sarebbe stato utilizzato dal cedente), del termine per l’utilizzo in compensazione, a mezzo F24, del credito d’imposta pari al 20% delle spese sostenute per l’acquisto del carburante necessario per la trazione dei mezzi utilizzati nell’esercizio dell’attività d’impresa (il mancato utilizzo del bonus entro il termine del 30 giugno 2023 determina la perdita dello stesso, giacché non è prevista la possibilità di chiederlo a rimborso).
A favore delle sole imprese esercenti attività agricola e della pesca, il credito di imposta spetta anche in relazione alle spese sostenute per l’acquisto del gasolio e della benzina utilizzati per il riscaldamento delle serre e dei fabbricati produttivi adibiti all’allevamento degli animali.
È inoltre prorogato dal 16 febbraio al 16 marzo 2023 il termine entro il quale i beneficiari del credito d’imposta devono comunicare all’Agenzia delle Entrate, a pena di decadenza dal diritto alla fruizione del credito non ancora utilizzato, l’importo del credito maturato nell’anno 2022.

E’ presente anche la Confagricoltura di Asti tra i partner del progetto “CRI per le Persone – Il tempo della gentilezza”, organizzato dalla Croce Rossa Italiana e realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il progetto è stato presentato venerdì 20 gennaio 2023, presso la sede della Croce Rossa di Asti, alla presenza dei dirigenti della croce rossa astigiana e dei rappresentanti di diversi enti e associazioni che hanno deciso di contribuire alla realizzazione di questa iniziativa. Per la Confagricoltura di Asti era presente Franco Matta, presidente dell’ANPA di Asti, l’associazione dei pensionati di Confagricoltura.
Si tratta di una serie di attività a favore delle persone più vulnerabili per contrastare le solitudini involontarie, le fragilità e favorire percorsi di inclusione sociale.
La popolazione della Città di Asti è costituita al 48% da ultra sessantacinquenni e un recente studio territoriale sulle povertà ha evidenziato che Croce Rossa, Caritas, San Vincenzo e le varie parrocchie hanno nei propri registri circa 1500 famiglie in stato di necessità.
Con questo nobile proposito la Croce Rossa Italiana intende anche rispondere al fenomeno delle solitudini e dell’isolamento sociale, acuitosi durante l’emergenza Covid-19, inserendo pratiche di gentilezza nel tessuto territoriale portate avanti grazie all’impegno dei volontari che da sempre riescono a portare conforto dove sono presenti situazioni di sofferenza.
Siamo felici di partecipare a questo progetto e ringraziamo la Croce Rossa di Asti per averci coinvolto e ci complimentiamo con loro per la lodevole iniziativa – ha affermato il presidente dei pensionati astigiani di Confagricoltura Franco Matta. “Daremo anche noi il nostro contributo per migliorare lo stato di salute e di benessere per la popolazione degli ultra sessantacinquenni”. “La sensibilizzazione e la diffusione della consapevolezza della salute – ha concluso Matta – è un bene da custodire attraverso la prevenzione e anche noi lavoreremo in questa direzione”.

Rammentiamo che, su richiesta di Confagricoltura Piemonte e delle altre Organizzazioni agricole, il bando Psr – operazione 5.1.1 sul miglioramento della biosicurezza negli allevamenti suinicoli è stato prorogato di due mesi. Quindi gli allevatori con almeno 10 UBA hanno tempo fino al 31 marzo prossimo per presentare domanda di contributo ai fini di effettuare interventi volti a contrastare la diffusione della Peste suina africana (Psa), evitando il più possibile il contatto con il virus. Gli investimenti finanziabili all’80% della spesa sostenuta sono:

– installazione di recinzioni a prova di bestiame attorno ai locali in cui sono detenuti i suini e agli edifici in cui sono stoccati mangimi e lettiere;
– adeguamento a criteri di biosicurezza rafforzata delle zone filtro all’ingresso delle strutture di allevamento, dei varchi carrabili di accesso, delle aree di carico degli animali e delle piazzole di disinfezione dei mezzi;
– realizzazione di box di quarantena per i capi di nuova introduzione;
– acquisto di strumenti per la pulizia e la disinfezione dei locali e delle attrezzature zootecniche;
– acquisto di cartellonistica, ad uso interno ed esterno, che illustri le norme di biosicurezza in allevamento;
– acquisto di attrezzature per lo stoccaggio sicuro degli animali morti e degli altri sottoprodotti di origine animale in attesa di smaltimento.

E’ stato fissato un massimale di 100 mila euro di contributo per ciascuna domanda. Sono anche finanziabili le spese già sostenute dalle imprese nel periodo che va dal 7 gennaio (data di notifica della presenza della Psa in Piemonte) fino alla presentazione dell’istanza di adesione al bando.
Viene data priorità agli allevamenti in ambiente confinato e agli allevamenti localizzati nelle zone di restrizione II (c.d. area infetta) e I (c.d. area di sorveglianza).

L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha reso noto le modalità telematiche per la presentazione delle domande di adesione alla nuova sanatoria per la rottamazione dei ruoli risultanti dai carichi affidati all’agente della riscossione dal 01.01.2000 al 30.06.2022 anche se contenuti in cartelle non notificate. Inoltre, rientrano nella definizione agevolata anche i carichi interessati da provvedimenti di rateizzazione o di sospensione già in essere ovvero oggetto di una precedente “Rottamazione” anche se decaduta per il mancato, tardivo, insufficiente versamento di una o più delle rate del precedente piano di pagamento.
La procedura di definizione prevede lo stralcio delle sanzioni amministrative, degli interessi compresi nei ruoli, nonché degli interessi di mora e degli aggi di riscossione. In breve, sono dovuti unicamente le somme dovute a titolo di capitale e quelle maturate a titolo di rimborso spese per le eventuali procedure esecutive e per i diritti di notifica.
Per accedere alla definizione agevolata deve essere presentata apposita domanda entro il prossimo 30.04.2023 indicando il numero delle rate in cui si intende pagare il debito, per un numero massimo di diciotto rate, con contestuale rinuncia ai giudizi pendenti. Resta comunque fermo l’annullamento “automatico” delle cartelle fino a 1.000 euro contenute nei carichi affidati dal 2000 al 2015.
Successivamente, entro il 30 giugno 2023 l’Agenzia delle entrate-Riscossione provvede a liquidare gli importi da versare, al netto di quanto già pagato o oggetto di “stralcio” automatico.
Il pagamento rateizzato prevede il versamento delle prime due rate con scadenza il 31 luglio e il 30 novembre 2023. Le restanti 16 rate, ripartite nei successivi 4 anni, andranno saldate entro il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre di ciascun anno a decorrere dal 2024. La prima e la seconda rata saranno pari al 10% delle somme complessivamente dovute a titolo di definizione agevolata, le restanti rate invece saranno, tra loro, di pari importo. Il pagamento rateizzato prevede l’applicazione degli interessi al tasso del 2 per cento annuo, a decorrere dal 1° agosto 2023.
Per i carichi relativi alle sanzioni per violazioni del Codice della strada (multe), nonché alle altre sanzioni amministrative (diverse da quelle irrogate per violazioni tributarie o per violazione degli obblighi relativi ai contributi e ai premi dovuti agli enti previdenziali), la definizione prevede il non pagamento unicamente delle somme dovute a titolo di interessi, compresi quelli di mora e delle somme dovute a titolo di aggio.
Sono previste due modalità alternative per presentare la domanda:
1. utilizzando l’area riservata del sito web dell’Agenzia entrate riscossione, con le credenziali SPID, CIE e Carta Nazionale dei Servizi, indicando le cartelle o gli avvisi per i quali si intende beneficiare delle misure introdotte dalla definizione agevolata;
2. accedendo all’ area pubblica compilando un apposito form e allegando un documento di riconoscimento, specificando l’indirizzo e-mail a cui sarà inviata la ricevuta della domanda di adesione.
In caso di omesso ovvero insufficiente o tardivo versamento, superiore a cinque giorni, dell’unica rata ovvero di una di quelle in cui è stato dilazionato il pagamento, la definizione agevolata risulta inefficace e i versamenti effettuati sono considerati a titolo di acconto dell’importo complessivamente dovuto.
Una volta presentata la domanda di adesione sono sospesi, fino alla scadenza della prima o unica rata (31 luglio 2023), i debiti per le somme dovute a titolo di definizione agevolata e gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti rateizzazioni.
Alla stessa data, le rateizzazioni in corso relative a debiti per i quali è stata accolta la domanda per la “Rottamazione-quater” sono automaticamente revocate. In caso di mancato accoglimento della domanda di adesione, potrà essere ripreso il pagamento delle rate del piano di rateizzazione.
Infine, il contribuente, sempre per i debiti “definibili”, non sarà considerato inadempiente ai fini del rilascio del documento unico di regolarità contributiva (DURC).
Gli uffici fiscali della Confagricoltura di Asti sono a disposizione per fornire ulteriori informazioni.