Le prescrizioni fitosanitarie per l’esportazione possono riguardare, oltre alle piante e ai prodotti delle piante, anche le macchine agricole usate. Infatti, alcuni organismi nocivi (batteri, funghi, nematodi) possono essere veicolati tramite i residui terrosi e vegetali eventualmente presenti sulle parti meccaniche (ruote, cingoli, organi lavoranti, etc.). Alcuni Paesi extra-UE (ad esempio Albania, Macedonia del Nord e Turchia) richiedono quindi un certificato fitosanitario per importare macchine agricole usate. Negli ultimi mesi l’ufficio di certificazione fitosanitaria presso la Direzione Agricoltura e Cibo-Settore Fitosanitario e Servizi tecnico-scientifici della Regione Piemonte ha ricevuto numerose richieste di informazioni su come ottenere il certificato fitosanitario per l’esportazione di macchine agricole usate da parte di rivenditori professionali, aziende agricole e utenti privati: per venire incontro alle richieste dell’utenza, è stato quindi realizzato un breve vademecum sulla procedura da seguire per richiedere il certificato fitosanitario per l’esportazione di macchine agricole usate.

In allegato l’opuscolo informativo

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La Provincia di Asti comunica che prossimamente avrà luogo la presentazione del Progetto C.E.R. Provinciale (Comunità Energetica Rinnovabile). Si tratta di un’iniziativa che vede l’impegno della Provincia di Asti per una transizione energetica solidale, volta all’autonomia energetica, al contrasto del caro bollette e alla tutela ambientale, anche attraverso l’utilizzo delle risorse del PNRR. La presentazione si svolgerà in due incontri:

– mercoledì 4 maggio, alle ore 17, 30, presso il Salone Consiliare della Provincia di Asti (Piazza Alfieri, 33)
– lunedì 8 maggio, alle ore 17,30, presso il Foro Boario a Nizza Monferrato (Piazza Giuseppe Garibaldi, 77)

Sarà possibile partecipare all’evento anche on-line, richiedendo le credenziali di accesso all’indirizzo e-mail: ambiente@provincia.asti.it, indicando nella richiesta: nome, cognome ed ente di appartenenza.

In allegato le locandine con i due appuntamenti

Locandina_Incontri_Asti_GSE

Locandina_Incontri_NizzaMonferrato_GSE

Confermiamo il nostro impegno a fianco delle imprese agricole con i loro addetti per garantire una sempre migliore qualità del lavoro e delle produzioni. L’agricoltura punta sempre più alla salubrità ed alla qualità dei prodotti, senza trascurare gli aspetti legati alla tutela dell’ambiente e soprattutto alla salute e sicurezza degli operatori che lavorano nel settore. Lo afferma Confagricoltura in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, istituita dall’Organizzazione internazionale del lavoro nel 2003, che si celebra oggi 28 aprile.
Nell’ultimo quinquennio gli infortuni ai dipendenti agricoli, a parità di occupati, sono sensibilmente diminuiti, registrando un calo del 20,9%. Sul miglioramento dei dati, sottolinea Confagricoltura, incidono anche la positiva esperienza dei Bandi di finanziamento Inail per il sostegno alla meccanizzazione del settore e le imprese stesse, che hanno investito in innovazione, grazie anche ad Agricoltura 4.0.
Le buone pratiche, la maggiore consapevolezza delle aziende e dei lavoratori, gli investimenti in sicurezza, uniti alla formazione e alla crescente professionalità, contribuiscono a migliorare questa tendenza. Confagricoltura, d’intesa con i sindacati, ha introdotto da tempo nella contrattazione collettiva agricola disposizioni per favorire il miglioramento delle condizioni di sicurezza e ha sottoscritto diversi ‘Avvisi comuni per l’emersione del lavoro nero in agricoltura’.
Resta comunque la necessità di migliorare la legislazione, privilegiando la sicurezza sostanziale dei lavoratori, piuttosto che quella formale, e promuovendo in modo più incisivo la cultura della prevenzione. Governo, amministrazioni, aziende e lavoratori devono impegnarsi per eliminare o ridurre al minimo i rischi sul lavoro. Questa Giornata – conclude Confagricoltura – costituisce un’occasione di riflessione e di stimolo per valorizzare competenze e peculiarità del settore primario che affronta quotidianamente sfide importanti per garantire cibo sicuro, di qualità e costituisce una forza economica trainante per il Paese.

E’ stata pubblicata la seconda ordinanza emanata dal Commissario straordinario per la Peste Suina Africana (PSA) che ricalca quanto già previsto dai precedenti ordinamenti. Questo provvedimento mette però in risalto al Piano di eradicazione predisposto dalla Struttura Commissariale stessa e nella gestione della fauna selvatica, rispetto alle precedenti ordinanze, viene maggiormente definito ed incentivato il depopolamento dei suini selvatici delle aree in restrizione e definendo la modulazione delle attività di controllo della specie cinghiale in zona di restrizione II che viene suddivisa in due fasce:

– fascia A: dal confine esterno fino ad un limite non inferiore a 15 km, salvo barriere naturali o artificiali, verso il cuore dell’area infetta (area a maggior rischio di diffusione della PSA verso territori indenni);

– fascia B: nella restante porzione residuale di territorio, ossia dal limite non inferiore dei 15 km sopraindicato sino al cuore dell’area infetta (area a rischio di diffusione locale della PSA).

Nell’ordinanza vengono indicate le modalità con cui attuare il depopolamento con lo scopo di evitare l’espansione dei cinghiali verso le zone indenni e la sensibile riduzione del numero dei cinghiali nell’area infetta. Viene precisato che nei Comuni, i cui territori rientrano per più della metà della loro estensione in zona A, si applicheranno le misure previste al medesimo punto. Gli elenchi dei comuni sono resi disponibili dalle Regioni tramite gli Osservatori epidemiologici degli II.ZZ.SS. territorialmente competenti.
Si evidenzia che nelle modifiche previste all’art. 3 inerente le zone in restrizione II, in merito ai “suini detenuti” al punto “iii” il divieto di riproduzione e ripopolamento non prevede più un termine di applicazione, a differenza della Ordinanza 4/2022 che prevedeva l’applicazione per 6 mesi poi prorogata con successive ordinanze fino al 18 aprile 2023. La disposizione, quindi, vige fino al termine dell’applicazione dell’Ordinanza indicato al 31 agosto 2023.
Confagricoltura continua a sollecitare il Ministero affinché vengano stanziati i dovuti ristori agli operatori interessati dalle misure in applicazione.
In ultima analisi, per quanto concerne le attività all’aperto svolte nelle aree agricole e naturali, esse potranno essere svolte previa autorizzazione dalle autorità comunali e rispetto alle misure di biosicurezza.

In allegato l’ordinanza

Ordinanza del Commissario Straordinario PSA n. 2 del 20.04.23

Baravalle, direttore Confagricoltura di Asti: “Chiediamo a gran voce che escano bandi volti a sostenere gli investimenti per mitigare gli effetti del cambiamento climatico”

Si è svolta la scorsa settimana, presso il grattacielo della Regione Piemonte a Torino, una Giunta tematica sull’emergenza siccità, che ha visto come illustre ospite e relatore il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, accolto dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e dall’assessore all’Ambiente Matteo Marnati.
Dopo una panoramica dalle provincie sulla situazione dei corsi d’acqua, il presidente Cirio, in uno scambio di batture con il Ministro, ha sottolineato che “Il Piemonte è la regione italiana con il maggior deficit di pioggia rispetto al passato. Sono già stati messi in campo interventi come il Piano di tutela delle acque, che mancava da 14 anni e imminente, è l’attuazione di un bando da 22 milioni per i cambiamenti climatici ma chiediamo l’aiuto del Governo”. Il Ministro Fratin ha accolto la richiesta e, manifestando la solidarietà al territorio, ha ribadito: “Il Governo è al fianco della Regione Piemonte: valuteremo con l’eventuale nomina del commissario nazionale come intervenire”.
Fermamente convinto dell’importanza degli interventi sulla dispersione degli acquedotti, sulla regolazione dei volumi degli invasi, garantendo manutenzione e pulizia costante degli stessi, Pichetto Fratin ha incontrato il direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana. “La tutela della natura, lo sviluppo sostenibile, l’educazione ambientale, sono comportamenti su cui investire: gli agricoltori, quali custodi del territorio, sono da sempre impegnati in queste attività”, afferma il direttore che prosegue, precisando che “grazie all’economia circolare, un’azienda agricola produce scarti minimi, avendo ridotto impatto ambientale e riducendo all’osso il consumo di acqua: ricordiamo che strumenti come l’irrigazione a goccia consentono di evitare sprechi idrici e ottenere buoni risultati in campo”.
La riforma della PAC mette ancora di più in difficoltà gli agricoltori – ha dichiarato più volte negli ultimi mesi Mariagrazia Baravalle, direttore della Confagricoltura di Astiperché imporrà dal prossimo anno la rotazione obbligatoria su tutti i terreni. Questo renderà impossibile seminare in modo prevalente colture durante l’autunno (che verranno raccolte entro giugno), ovvero in un periodo meno problematico dal punto di vista idrico”. “Serve una maggior flessibilità nella politica agricola per potersi adattare ad un clima sempre più anomalo”. “Chiediamo a gran voce – conclude il direttore – che escano bandi volti a sostenere gli investimenti per mitigare gli effetti del cambiamento climatico”.