La Confagricoltura di Asti ha aderito al progetto “CRI per le Persone – Il tempo della gentilezza”, organizzato dalla Croce Rossa Italiana e realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si tratta di iniziative solidali nei confronti di persone più vulnerabili per contrastare le solitudini involontarie, le fragilità e favorire percorsi di inclusione sociale. Si tratta di una serie di attività a favore delle persone più vulnerabili per contrastare le solitudini involontarie, le fragilità e favorire percorsi di inclusione sociale. A questo proposito l’organizzazione agricola astigiana, grazie alla collaborazione con la Croce Rossa di Asti, ha deciso di organizzare due giornate di screening metabolico gratuito su glicemia e colesterolo.
Gli appuntamenti sono previsti per il 7 e il 21 marzo 2023, dalle 8 alle 9,30, presso la sede di Asti Agricoltura (Via Monti, 15). Il test, che deve essere effettuato a digiuno, è rivolto principalmente ai pensionati dell’organizzazione, ma verranno accolti (nel numero del limite dei posti disponibili) tutte le persone over 65 di Asti e paesi limitrofi. Dopo il test verrà offerta a tutti i presenti una “colazione agricola” con i prodotti delle aziende della Confagricoltura di Asti. Seguirà un approfondimento sull’educazione alimentare, con preziose informazioni sul cibo a cura di Smell Camp. L’incontro servirà per raccogliere idee e proposte per il progetto “Le solitudini involontarie”.
Per prenotazioni: 0141434966 – ufficiostampa@confagriasti.com

In allegato le locandine dei due incontri

7 marzo 2023

21 marzo 2023

Le fotografie scattate da un satellite dell’Agenzia Spaziale Europea certificano la secca dei fiumi e dei laghi in Italia. Se lo scorso anno si parlava di siccità e di eventi climatici eccezionali che in passato capitavano nell’arco di un decennio, il 2023 presenta con largo anticipo un quadro molto preoccupante.
E’ quanto afferma Confagricoltura sul quadro che si sta delineando con evidenza in questi giorni: in Piemonte la crisi idrica ha raggiunto livelli tali da obbligare alcuni Comuni all’invio di autobotti per l’uso potabile. Il più grande lago italiano, il Garda, è ai minimi storici.
Secondo Terna, la crisi idrica ha ridotto la produzione di energia idroelettrica del 37,7% nel 2022, e a dicembre è stato registrato -18,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
L’allarme, insomma, è già rosso. Gli agricoltori – evidenzia la Confederazione – sono i primi a segnalare e a subire le conseguenze della mancanza di acqua, che colpisce tutta l’Italia e gran parte dell’Europa. Alcuni comparti produttivi ne hanno risentito moltissimo.
Il riso, ad esempio, nel 2022 ha perso 23.000 ettari soltanto nella Lomellina, 3.000 nel Novarese. I risicoltori, anche a causa dell’aumento dei costi dei fertilizzanti, dei principi attivi e per l’essiccazione, hanno abbandonato 9.000 ettari di riso, passando a coltivazioni come soia, girasole, mais. Una scelta dettata proprio dai cambiamenti climatici.
Confagricoltura chiede un piano d’azione su più fronti, che sappia far fronte alle emergenze e guardare al futuro, alla luce dei cambiamenti climatici in atto. Occorre intanto rinnovare le infrastrutture, pensare un nuovo piano sugli invasi, ridisegnare l’intera rete per evitare le attuali perdite d’acqua.
Poi occorre insistere sull’innovazione, strettamente connessa alla produttività. La siccità ha cambiato i parametri colturali con conseguenze economiche importanti sulle imprese e sul tessuto produttivo. Per il settore primario, l’Agricoltura 4.0 porta indubbi vantaggi economici e ambientali, poiché riduce gli sprechi.

La non adeguata gestione di alcune specie selvatiche ha molteplici conseguenze, a partire dalla diffusione di malattie che possono avere gravi effetti sulle attività economiche del settore primario, come recentemente accaduto con la peste suina africana in varie aree d’Italia.
Confagricoltura ed EPS intervengono sulla gestione della fauna selvatica e in particolare sul problema dell’eccessiva presenza di cinghiali. In Italia si contano un milione e mezzo di esemplari che provocano ingenti danni all’agricoltura: la media annuale è di oltre 7 milioni di euro e la stima complessiva, soltanto negli ultimi 7 anni, è di 120 milioni.
Confagricoltura chiede di dare seguito con urgenza a quanto previsto nell’ultima Legge di Bilancio rispetto alle misure di contenimento disposte, e di implementare una strategia di intervento efficace per ridurre la presenza di cinghiali, limitare danni e abbassare il rischio di diffusione di malattie.
Per contenere il numero di cinghiali è essenziale aumentare significativamente i prelievi selettivi, concentrandoli soprattutto sulle classi che più incidono sull’accrescimento della popolazione (giovani e femmine) e contestualmente seguire una più corretta programmazione dei piani di abbattimento.
Andrebbero estesi gli strumenti professionali per gli operatori specializzati, abilitati attraverso specifici corsi, per intervenire efficacemente sulla specie attraverso gli attenuatori di rumore, le ottiche di mira a infrarossi o le trappole trasportabili.
Per Confagricoltura ed EPS è indispensabile rafforzare la formazione degli operatori al fine di assicurare efficacia e sicurezza degli interventi, pianificare correttamente i piani di prelievo sulla base delle conoscenze scientifiche più aggiornate, monitorandone poi attuazione e risultati.
E’ necessaria inoltre maggiore attenzione al ruolo delle imprese agricole nella gestione faunistica e faunistico-venatoria, a partire da un adeguato riconoscimento di tutte le attività quotidiane svolte a spese proprie, a beneficio dell’intero sistema della biodiversità e della collettività.
A questo si aggiunge una piena progettazione e valorizzazione della filiera alimentare, venatoria e naturalistica che comporti positive ricadute sul territorio, anche dal punto di vista turistico.
Non ultimo, si richiede una revisione delle politiche fiscali, riconoscendo la gestione faunistica come attività connessa all’agricoltura, che potrà realizzarsi previa rivisitazione dell’attuale quadro normativo.

Interventi coordinati a livello nazionale, investimenti in ricerca scientifica e risorse economiche a sostegno delle imprese vitivinicole. Sono le richieste che il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, fa al governo e al Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, per il contrasto alla diffusione della Flavescenza dorata, una delle malattie epidemiche più gravi che interessano il comparto vitivinicolo.
Davanti alla diffusione di questa fitoplasmosi, che ha registrato negli ultimi due anni una preoccupante accelerazione, la Confederazione chiede che venga finalmente messa a punto una strategia di interventi uniformi per tutto il territorio nazionale alla quale gli enti competenti partecipino in modo coordinato e con la condivisione delle proprie iniziative.
Tale strategia deve essere operativa al più presto. Al riguardo, il fondo istituito dal Ministero dell’Agricoltura nella Legge di Bilancio 2023 che prevede una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e altri 2 milioni per il prossimo anno, è insufficiente. Bisogna trovare le risorse economiche necessarie sia per finanziare gli interventi di selezione delle piante sintomatiche, sia per ristorare i viticoltori che stanno affrontando alti costi per l’estirpazione dei vigneti compromessi dalla malattia. Attualmente le imprese colpite dalla Flavescenza dorata non sono coperte da nessun tipo di sostegno né possono usufruire di compensazioni per i mancati ricavi.
L’allarme tra le aziende agricole è molto alto perché la diffusione della malattia oggi minaccia le principali produzioni di Piemonte, Toscana, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia, che hanno infatti registrato e segnalato, proprio di recente, nuovi focolai.
Per Confagricoltura è urgente intervenire per interrompere la diffusione della Flavescenza dorata per tutelare e sostenere un comparto, quello vitivinicolo, che nel 2022 ha raggiunto gli 8 miliardi di euro di esportazioni, con una crescita rispetto all’anno precedente del 12%.

A fronte delle numerose richieste, EAPRAL organizza, per il mese di aprile 2023, in collaborazione con l’ATS di Milano – Distretto Veterinario, un corso di 12 ore, ai sensi del Reg. CE 1/2005, finalizzato al rilascio del certificato d’idoneità per conducenti e guardiani di veicoli che trasportano animali vivi, in modalità on-line con inizio il 3 aprile 2023 e termine 6 aprile 2023, seguendo il calendario allegato.
Al termine del percorso formativo (a coloro che avranno raggiunto il totale delle ore di frequenza), verrà rilasciato l’attestato di partecipazione che dovrà essere presentato agli uffici veterinari preposti al fine del rilascio del certificato di idoneità previsto dal Reg. CE 1/2005.
Il corso verrà attivato al raggiungimento di n. 20 allievi con un massimo di 30. Il costo è di 250,00 euro che potranno essere versati effettuando un bonifico, al ricevimento della fattura elettronica. Il termine ultimo per le adesioni è il 31 marzo 2023. Per aderire al corso è necessario inviare la scheda di adesione compilata (in allegato), insieme ad una copia del documento di identità, al seguente indirizzo di posta elettronica: eapral@confagricolturalombardia.it
In allegato anche la locandina del corso

Calendario azione formativa

EAPRAL _ LOCANDINA _ TRASPORTO CAVALLI VACCHE

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