Predisposti prodotti e finanziamenti ad hoc che incentivano innovazione e sostenibilità, supportando i giovani imprenditori e il PNRR

Crédit Agricole Italia e Confagricoltura rafforzano la loro collaborazione a sostegno del settore agricolo, predisponendo un piano di interventi comune. La finalità è quella di supportare le aziende la cui attività è messa alla prova dal perdurare della siccità e dai rincari di energia e materie prime nonché di accompagnarle nel processo di transizione energetico-digitale dettato dal PNRR.
Il Gruppo, d’intesa con l’Associazione, ha messo a punto un ampio programma a favore degli associati contenente strumenti e prodotti dedicati tra cui cambiali agrarie straordinarie della durata di 6 mesi a copertura dei costi temporanei di attingimento; o cambiali agrarie di 12 mesi al fine di fornire la liquidità necessaria a sopportare i recenti rincari. A ciò si aggiungono finanziamenti a medio – lungo termine finalizzati a sostenere gli investimenti abbinati alle misure del PNRR.
Del plafond complessivo, una parte sarà dedicata esclusivamente a progetti di investimento di giovani agricoltori associati, spendibili attraverso prodotti di finanziamento dedicati dalla durata fino a 120 mesi e a condizioni particolarmente vantaggiose.
La profonda e duratura collaborazione di Crédit Agricole Italia con Confagricoltura è un esempio tangibile di come, lavorando in sinergia, siamo in grado di fornire risposte concrete e tempestive alle necessità delle aziende, soprattutto nell’attuale contesto emergenziale determinato dal perdurare di siccità e rincari energetici legati all’instabilità geopolitica internazionale”, dichiara Vittorio Ratto, Vice Direttore Generale Retail e Digital di Crédit Agricole Italia. “Vogliamo continuare ad essere un partner di riferimento per il tessuto imprenditoriale del nostro Paese, accompagnando le aziende agricole in un percorso di transizione finalizzato a migliorarne la competitività e l’efficienza, anche grazie alle opportunità offerte dal PNRR”.
La guerra in Ucraina, con il suo tragico bilancio, sta dando un duro colpo all’economia proprio adesso che si era vicini ad una ripresa da un altro shock, quello dovuto alla pandemia”, dichiara Annamaria Barrile, Direttore Generale di Confagricoltura. “Il conflitto costringe il mondo a confrontarsi con questioni che si credeva appartenessero ormai al passato. Contrazione della domanda, interruzioni di contratti e di progetti in corso sono tornati improvvisamente alla ribalta, aggiungendo ulteriore incertezza. Sono problemi da affrontare al più presto e con strumenti efficaci per tutelare i fatturati delle nostre aziende e garantire la continuità delle catene di approvvigionamento, in particolare di materie prime”.

Si informa che ieri sul sito di Ismea è stato pubblicato il documento informativo (in allegato) relativo al nuovo strumento fondiario diretto a favorire lo sviluppo e il consolidamento di superfici condotte nell’ambito di una attività imprenditoriale agricola o l’avvio di una nuova impresa agricola.

La misura, che finanzia l’acquisto di terreni agricoli, si rivolge a:

– giovani imprenditori agricoli (età non superiore a 41 anni non compiuti) che intendono:

a) ampliare la superficie della propria azienda mediante l’acquisto di un terreno, confinante o funzionalmente utile con la superficie già facente parte dell’azienda agricola condotta in proprietà, affitto o comodato, da almeno due anni alla data di presentazione della domanda;

b) consolidare la superficie della propria azienda mediante l’acquisto di un terreno già condotto dal richiedente, con una forma contrattuale quale il comodato o l’affitto, da almeno due anni alla data di presentazione della domanda;

 

– giovani startupper con esperienza (età non superiore a 41 anni non compiuti) che intendono avviare una propria iniziativa imprenditoriale nell’ambito dell’agricoltura;

– giovani startupper con titolo (età non superiore a 35 anni non compiuti) che intendono avviare una propria iniziativa imprenditoriale nell’ambito dell’agricoltura.

L’intervento finanziario massimo è di:

– 1.500.000 euro, in caso di giovani imprenditori agricoli e giovani startupper con esperienza;
– 500.000 euro, in caso di giovani startupper con titolo.

La durata del finanziamento è prevista fino a 30 anni di cui al massimo 2 di preammortamento con le seguenti condizioni:

– tasso fisso o variabile, ancorato ai valori di mercato e dipendente dal rischio rilevato;
– 50% degli oneri notarili;
– 500 euro rimborso spese istruttoria.

La misura andrà ora in valutazione presso la Commissione UE prima di essere attuata.

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Sulla Gazzetta Ufficiale 173 del 26 luglio è stato pubblicato il decreto, a firma dei ministri della Salute, delle Politiche agricole e della Transizione Ecologica, che contiene i requisiti di biosicurezza per gli allevamenti che detengono suini.
Si è così aggiunto un ulteriore e importante tassello al complesso quadro normativo predisposto per contrastare la diffusione della peste suina africana, sia nelle aree dove è già stata riscontrata la malattia nei cinghiali, sia in quelle esterne dove il virus non è ancora comparso.
Il provvedimento contiene una serie di indicazioni utili a incrementare il livello di biosicurezza negli allevamenti, nelle stalle di transito e nei mezzi di trasporto.
Gli interventi di biosicurezza sono suddivisi tra:

a) misure di protezione strutturali, che comprendono per esempio recinzioni, tetti, muri di cinta, cancelli, sbarre, etc., oltre che locali di stabulazione ed eventuale quarantena, un sistema per lo stoccaggio sicuro dei cadaveri degli animali e degli altri sottoprodotti di origine animale in attesa dello smaltimento, etc.;
b) misure di gestione, che comprendono il piano di biosicurezza aziendale e tutte le procedure per regolamentare le varie attività all’interno e all’esterno dell’allevamento.

Sulla base delle misure il decreto declina i requisiti di biosicurezza in base alla tipologia di allevamento suddivisa tra quella familiare, commerciale e le stalle di transito.
Gli allevatori, registrati nella Banca dati nazionale dell’anagrafe zootecnica del Ministero della salute, sono tenuti a adeguarsi alle misure di biosicurezza entro dodici mesi dall’entrata in vigore del decreto (27 luglio 2022).
Quindi, il provvedimento costituisce la base di riferimento per realizzare gli investimenti tesi a rafforzare la biosicurezza negli allevamenti, che saranno finanziati dal decreto di parte capitale da 15 milioni di euro, di cui 8,6 assegnati al Piemonte, predisposto per facilitare l’adeguamento delle strutture.

Le piogge degli ultimi due giorni, con qualche grandinata che fortunatamente, a parte qualche caso isolato, ha arrecato danni limitati alle coltivazioni, non ha contribuito ad attenuare gli effetti della siccità. Piogge più intense si sono registrate a Mondovì, con 69 millimetri di precipitazioni e a Viola, dove sono si sono accumulati 133 millimetri di acqua. “Nelle aree ad agricoltura intensiva le precipitazioni – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontein genere sono state di modesta entità , con accumuli inferiori a 20 millimetri di acqua nelle 24 ore. Se si escludono alcuni casi, quali Saluzzo dove le piogge hanno raggiunto i 65 millimetri e Villanova Solaro, dove hanno sfiorato i 50 millimetri, le piogge generalmente sono state scarse. Questo significa che l’agricoltura continua ad aver bisogno di acqua. I modelli previsionali – aggiunge Allasia – al momento non indicano evoluzioni significative del quadro meteo, al più qualche temporale isolato. Le coltivazioni continuano ad essere fortemente a rischio, in particolare i seminativi di mais in tutto il Piemonte e le coltivazioni di riso nel del Basso Vercellese e in provincia di Novara”.
La siccità fa aumentare i costi per l’irrigazione e Confagricoltura ha chiesto alla Regione di intervenire per sostenere le imprese. “Nei giorni scorsi l’assessorato all’agricoltura, aderendo alle nostre richieste – spiega Enrico Allasiaha autorizzato l’assegnazione supplementare di carburante agricolo agevolato per gli interventi irrigui eccezionali che gli agricoltori hanno effettuato o effettueranno per fronteggiare l’emergenza idrica”. Per accedere all’assegnazione supplementare – chiarisce Confagricoltura – occorre essere in possesso della concessione di attingimento idrico a fini irrigui: i tecnici dell’organizzazione sono a disposizione degli agricoltori per la presentazione delle richieste.

L’attenzione di tutto il mondo è rivolta alla ripresa delle esportazioni dai porti sul Mar Nero, ma dobbiamo prepararci all’inevitabile contrazione dei prossimi raccolti in Ucraina. Nell’ottica della sicurezza alimentare assume, quindi, grande rilievo la decisione della UE di aumentare la produzione di cereali e semi oleosi”. Lo dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, con riferimento al regolamento della Commissione europea che assegna agli Stati membri la possibilità di derogare le regole della nuova PAC – in vigore dal primo gennaio 2023 – relative alla finalità non produttiva dei terreni e alla rotazione obbligatoria annuale dei seminativi. Stando alle stime della Commissione, gli investimenti potranno aumentare di circa 1,5 milioni di ettari in ambito europeo. Secondo la Confagricoltura, l’incremento in Italia può essere valutato nell’ordine di 200 mila ettari. “Abbiamo sollecitato la decisione della Commissione – sottolinea Giansanti – per facilitare le scelte colturali delle imprese in una situazione particolarmente critica dei mercati e segnata da aumenti record dei costi di produzione”.
Il regolamento varato dall’Esecutivo UE stabilisce che sui terreni liberati dagli obblighi improduttivi non potranno essere coltivati mais e soia in quanto – è stato indicato in una nota ufficiale – si tratta di produzioni “tipicamente utilizzate per l’alimentazione del bestiame”.
Un’esclusione assolutamente incomprensibile – rimarca il presidente di Confagricolturamais e soia sono destinati anche all’alimentazione umana e, nel caso della soia, l’Europa è largamente dipendente dalle importazioni dai Paesi terzi. Il fatto è che all’interno della Commissione prevale ormai un atteggiamento negativo ingiustificato nei confronti degli allevamenti”.
Gli Stati membri hanno ora un mese di tempo per decidere sulla messa in opera delle deroghe. “Nonostante le eccezioni previste ed alcune complessità di natura burocratica, le imprese agricole hanno bisogno di flessibilità e di un quadro legale consolidato in vista delle prossime semine. Per questo chiediamo al ministero delle Politiche agricole di applicare all’interno le deroghe accordate dalla Commissione”, conclude Giansanti.