Stefano Ricagno è il nuovo presidente del Consorzio Asti Docg. Nominato lunedì 6 maggio dal consiglio di amministrazione dell’ente consortile, Ricagno raccoglie il testimone da Lorenzo Barbero e resterà in carica per il prossimo triennio. Nel corso del cda sono stati eletti i vicepresidenti Bruno Fortunato, Massimo Marasso, Gianfranco Torelli e Paola Zappino mentre a Barbero è stata affidata la carica di vicepresidente senior. Nominato anche il Comitato di gestione della Docg Canelli composto da Giacomo Scagliola (presidente), Ernesto Abbona, Gianmario Cerutti, Giorgio Forno e Ignazio Giovine.
Lavoreremo nell’interesse delle denominazioni in un quadro di unità d’intenti per consolidare la tutela, la valorizzazione e la promozione dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti in Italia e nel mondo – ha affermato il neopresidente Stefano Ricagno – nell’attuale contesto di incertezza, infatti, sono convinto che la sinergia tra le diverse anime associative che da sempre caratterizza la nostra denominazione potrà dare risposte concrete alle sfide dei mercati e dei nuovi consumi”.
Un obiettivo condiviso anche dal past president e neoeletto vicepresidente senior Lorenzo Barbero, che aggiunge: “Confido di poter dare ancora un contributo importante al Consorzio in un percorso di continuità e di massima collaborazione tra tutte le parti coinvolte. Colgo l’occasione per augurare al nuovo presidente Stefano Ricagno un mandato costruttivo e di grande soddisfazione professionale e personale”.
Stefano Ricagno, sesta generazione di viticoltori tra Langhe e Monferrato, è diplomato alla Scuola Enologica di Alba e laureato in Viticoltura ed Enologia all’Università di Torino. Dopo aver conseguito un MBA in Wine business management al MIB di Trieste, dal 2006 opera all’interno dell’azienda vitivinicola di famiglia e della Vecchia cantina sociale di Alice Bel Colle e Sessame d’Asti. È Brand Ambassador per le aziende piemontesi (Cuvage e Ricossa) del gruppo Argea.
Ricagno è anche vicepresidente della Vignaioli Piemontesi e di Piemonte Land of Wine, l’ente che rappresenta tutti i 14 Consorzi del vino piemontesi ufficialmente riconosciuti dal ministero dell’Agricoltura

Fonte: Ufficio stampa Consorzio Asti Docg (ispropress)

Il Settore regionale fitosanitario e servizi tecnico-scientifici ha pubblicato le disposizioni obbligatorie per il 2024 “Misure fitosanitarie di emergenza e aggiornamento prescrizioni per il contrasto della flavescenza dorata della vite nella Regione Piemonte – Piano operativo – Anno 2024”. In particolare nelle disposizioni sono indicati gli obblighi relativi:

– all’eliminazione della vegetazione con sintomi e alla estirpazione delle piante nei vigneti in coltivazione;

– alle strategie da seguire per i trattamenti insetticidi e i prodotti fitosanitari da utilizzare;

– alla gestione delle viti inselvatichite.

 

La pagina del sito della Regione Piemonte dedicata alla flavescenza dorata è stata rinnovata, anche con materiale informativo scaricabile e che può essere divulgato alle aziende: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/servizi-fitosanitari-pan/lotte-obbligatorie-flavescenza-dorata

Si evidenzia che le aziende vitivinicole che aderiscono al “Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) 2023-2027 della Regione Piemonte” – intervento SRA01 – ACA 1 (Produzione integrata) e intervento SRA29 (Produzione biologica) e quelle soggette al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI) devono obbligatoriamente seguire le strategie e utilizzare i prodotti fitosanitari indicati nei Bollettini e nei Comunicati pubblicati sul sito ufficiale del Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici e devono registrare i trattamenti insetticidi indicando le dosi e i volumi di acqua utilizzati. In caso di inosservanza saranno applicate specifiche penalizzazioni e sanzioni.
Si informa inoltre che da metà febbraio a inizio aprile 2024 sono stati effettuati 11 incontri sul territorio piemontese di informazione e formazione sulla flavescenza dorata della vite, in collaborazione con i diversi Progetti pilota, con i Consorzi di tutela e con le Organizzazioni professionali agricole.
Inoltre sono stati organizzati tre incontri di formazione e aggiornamento per i tecnici, uno per ogni provincia (AL, AT e CN), a cui hanno partecipato complessivamente 121 tecnici.

Si è conclusa mercoledì la cinquantaseiesima edizione del Vinitaly, il salone internazionale del vino e delle bevande spiritose che si svolge a Verona dal 1967. Certificato nel Mondo, biologico, prodotto in piccoli volumi, altro prodotto di assoluto pregio per l’Italia, il vino piemontese è stato protagonista in alcuni eventi organizzati da Confagricoltura Cuneo e Torino
Presente anche la delegazione della Confagricoltura di Asti, nella giornata di lunedì 15 aprile, composta dal presidente Gabriele Baldi, il direttore Mariagrazia Baravalle e dalla referente dell’Ufficio Vino Alessia Fusco

Si tratta della vetrina più interessante a livello nazionale per i produttori e per gli estimatori del settore, un grande hub di confronto tra imprenditori, docenti universitari ed esperti del comparto. Anche nel 2024, il Vinitaly di Verona si è confermato il miglior veicolo per promuovere il vino italiano e i tanti primati che i produttori riescono ad ottenere nel Mondo.
Il Piemonte è stato protagonista sia nello spazio allestito dal Consorzio Piemonte Land (di cui fanno parte 14 Consorzi piemontesi), dove si è tenuto il passaggio di consegne da “Erbaluce Vitigno dell’anno 2023” a “Brachetto vitigno dell’anno 2024” e la presentazione del programma di iniziative per la sua valorizzazione, sia nel padiglione di Confagricoltura, dove le Unioni provinciali di Cuneo e Torino hanno condotto due degustazioni di vini, in abbinamento con i prodotti del territorio e di altre Regioni (Lombardia e Toscana).
A margine della manifestazione, il presidente Enrico Allasia si è così espresso: “È innegabile che il settore stia soffrendo poiché, oltre alla flessione dell’export, incide soprattutto il cambio delle abitudini di consumo degli italiani, passate dai 54 litri annui di fine secolo scorso agli attuali 37. Complice la crisi in atto, i consumatori apprezzano vini più leggeri, più freschi. Da evidenziare però che i bianchi strutturati hanno acquisito un pregio analogo a quello dei grandi rossi nella percezione del pubblico e vengono proposti soprattutto nei grandi eventi. Le notevoli giacenze che le cantine italiane stanno gestendo dal post-Covid in poi non accennano a diminuire e per reagire è necessario commercializzare bene il prodotto a disposizione, capitalizzando l’ottima reputazione di cui il vino italiano, insieme a tutto l’agrifood nazionale, gode all’estero”.
Confagricoltura Piemonte, partecipando ai diversi Tavoli tecnici organizzati dall’Assessorato Agricoltura e Cibo, si è fatta portavoce delle richieste delle aziende vitivinicole che si trovano ad affrontare quotidianamente problemi dovuti al cambiamento climatico, per esempio grandinate alternate a forti periodi di siccità e alle fitopatie che ne conseguono, chiedendo di intervenire a loro tutela, con provvedimenti mirati.
Abbiamo evidenziato l’esigenza di ragionare sul medio lungo periodo condividendo i dati strutturali di settore per evitare di rincorrere sempre le emergenze che non consentono alle imprese di investire e innovare. Eventi come il Vinitaly fanno nascere riflessioni e offrono spunti per delineare le strategie di valorizzazione del comparto e del settore primario in generale”, ha concluso Allasia.

Alla kermesse veronese era presente anche la Confagricoltura di Asti, nella giornata di lunedì 15 aprile, composta dal presidente Gabriele Baldi, il direttore Mariagrazia Baravalle e dalla referente dell’Ufficio Vino Alessia Fusco. L’organizzazione agricola astigiana, come ogni anno si reca al Vinitaly per fare visita alle proprie aziende associate presenti durante la fiera

Alcune immmagini

  

Consumi, clima, mercati e formazione: questi i focus di Confagricoltura a Vinitaly 2024, dal 14 al 17 aprile. La Confederazione torna a Verona con uno stand di 600 metri quadrati, nel padiglione D (stand G – H – I), che ospita convegni, degustazioni, incontri e approfondimenti, dando spazio ai territori con le loro peculiarità produttive, anche alla luce della delicata situazione che sta vivendo il comparto.
Cambia infatti il consumo di vino in Italia e nel mondo, e cambia il clima al punto da disegnare nuovi contorni alle produzioni. I dati definitivi dell’ultima vendemmia attestano che l’annata è stata la più leggera dal dopoguerra, con 38,3 milioni di ettolitri e un calo del 23,2% rispetto al 2022. Una diminuzione che impone un approccio coraggioso, da parte di tutti, al tema del cambiamento climatico e delle conseguenti fitopatie. Se ne parlerà domenica 14 alle 14,30, insieme al presidente della FNP Vino Federico Castellucci, al direttore del CREA-VIT Riccardo Velasco, al professor Stefano Poni dell’Università Cattolica di Piacenza e all’europarlamentare Herbert Dorfmann. Le conclusioni sono affidate al presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
E’ anche l’andamento del mercato a destare l’attenzione degli operatori. Il 2023 si è chiuso per l’Italia con un calo del 4,4% in volume e del 7,3% in valore nelle prime cinque piazze mondiali: Stati Uniti, Germania, Regno Unito, Canada e Giappone. Soffrono maggiormente i vini rossi, anche di pregio. A questo tema è dedicato il convegno in programma lunedì 15 aprile alle 16, sempre nello stand di Confagricoltura, con Federico Castellucci, Tiziana Sarnari di Ismea, i presidenti del Consorzio Valpolicella Christian Marchesini, dell’istituto Marchigiano Tutela Vini Michele Bernetti, di AVITO Francesco Mazzei, e il vicepresidente della DOC Friuli Michelangelo Tombacco. Conclude Massimiliano Giansanti.
Tra gli appuntamenti, di rilievo la presentazione del corso di alta formazione a cura dell’Enapra sul “Wine tourism design” martedì 16 alle 14.30, che si prospetta come novità assoluta; il convegno organizzato da Agronetwork lunedì 15 aprile alle 14.30 dedicato alle bevande in Italia, con i vertici delle associazioni nazionali di riferimento; l’incontro e degustazione dei Giovani di Confagricoltura sulla sostenibilità e l’eleganza dei vini giovani. Mercoledì 17 alle 10.30 sarà la volta del pegno rotativo nel mondo del vino, organizzato da Confagricoltura e Crédit Agricole, prima banca italiana ad operare con questo strumento. Partecipano, tra gli altri, il DG di Confagricoltura Annamaria Barrile e il vicedirettore generale di Crédit Agricole Italia, Vittorio Ratto.
I convegni saranno trasmessi in diretta streaming sul canale YouTube di Confagricoltura, da cui si può accedere direttamente dall’homepage del sito confederale.
Il calendario si arricchisce di altri numerosi convegni e degustazioni a cura delle sedi provinciali (si rimanda al programma in allegato) e di incontri con parlamentari italiani ed europei. Le autorità sono attese alla cerimonia del taglio del nastro, alle ore 16 di domenica. Su tutti gli appuntamenti in programma allo stand saranno realizzati servizi con i protagonisti dei vari territori, disponibili poi su YouTube.
Torna anche la Galleria delle regioni, con la vetrina sulle etichette di pregio delle zone vitivinicole italiane: uno spazio che quest’anno sarà ancora più attivo nell’ospitare eventi.
Importante, infine, la presenza a SOL nel padiglione C, stand 47, dedicata al comparto dell’olio di oliva, con uno spazio che sarà gestito da Unapol, con cui Confagricoltura ha stilato un protocollo di intesa.

La delegazione della Confagricoltura di Asti presenzierà alla kermesse veronese nella giornata di lunedì 15 aprile.

In allegato il programma completo degli eventi allo stand di Confagricoltura

Programma Confagricoltura Vinitaly 2024

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Il marchio storico può dunque rappresentare per l’impresa un vero e proprio strumento di marketing.
Tale logo può essere affiancato, per finalità commerciali e promozionali, al proprio marchio iscritto nel Registro speciale, senza alterarne la rappresentazione, e può essere utilizzato solo con riferimento ai prodotti e servizi cui si riferisce il marchio stesso.
Tra le informazioni che devono essere incluse nell’istanza da depositarsi ai fini dell’iscrizione al Registro speciale dei Marchi Storici – oltre ai dati anagrafici del richiedente, la sua qualifica (cioè, se titolare o licenziatario del marchio) e i prodotti/servizi di riferimento – vi sono gli estremi della prima registrazione e dei rinnovi successivi, se si tratta di un marchio registrato, oppure, in caso di marchio non registrato, la documentazione che dimostri il suo uso effettivo e continuativo per almeno cinquant’anni (ad es., imballaggi, etichette, listini, cataloghi, fatture, inserzioni su giornali, ecc.). Inoltre, il richiedente deve depositare una dichiarazione sostitutiva da cui risulti che il marchio di cui si chiede l’iscrizione nel Registro speciale è stato utilizzato per la commercializzazione di prodotti o servizi realizzati da un’impresa produttiva di eccellenza storicamente collegata al territorio nazionale.