E’ previsto per venerdì 8 dicembre alle 10,30, a Moncalvo, presso la Bottega del Vino un seminario dal titolo “I sapori della carne di Fassone di razza piemontese e dell’olio extravergine di oliva del Monferrato incontrano i vini DOCG e DOC delle Terre di Aleramo”. L’evento, realizzato in collaborazione con la “Strada del Vino e del cibo Astesana” e la Bottega del Vino di Moncalvo nell’ambito della 385° Fiera nazionale di Sua Maestà il Bue Grasso e della 18° Rassegna dell’olio di oliva extravergine del Monferrato, vuole essere un momento di formazione e di informazione destinato a operatori e consumatori, volto a valorizzare i grandi vini e le straordinarie carni del territorio.

Per ulteriori informazioni è possibile visualizzare e scaricare la locandina in allegato

LOCANDINA DEGUSTAZIONE

 

Confagricoltura ha partecipato a Bruxelles alla riunione della chairman ship del Gruppo ricerca e innovazione del Copa-Cogeca, dove le diverse emergenze hanno trovato un punto di sintesi nella definizione di un compromesso condivisibile fra lo sforzo di prototipazione delle nuove tecniche produttive e l’attesa radicale di una energica transizione verde che coinvolga tutto il food system.
I prototipi della prima scuola di pensiero si sono voluti legare alla digitalizzazione ed alla precisione, mentre quelli profetici della seconda scuola di pensiero si sono voluti lanciare nella difficile definizione della modernità tecnologica e organizzativa aziendale, modernità che si tradurrà, in pratica, nel massivo coinvolgimento degli attori delle diverse filiere produttive e dei cittadini alla redazione di un percorso (pathway) che rivoluzioni il food system e lo renda più responsabile, envi-friendly, consumer oriented , healthy e sovrano.
Confagricoltura tenderà verso la prima scuola, adoperandosi a piazzare sensori e guide satellitari e render sicuri gli approvvigionamenti e le loro logistiche fra aeroporti, porti, nuovi mercati, prodotti innovativi, genetiche amiche ed energie rinnovabili a servizio di una popolazione crescente che dovrà fare i conti con meno risorse, meno suolo, meno acqua. Diversamente la seconda scuola di pensiero sistemerà i suoi saperi intorno ai nostri agricoltori ed industriali alimentari obbligandoli ad ascoltare delle lunghe tirate pedagogiche sui food system giusti e quelli sbagliati, costringendoli ad impegnarsi su obiettivi tanto ambiziosi quanto in-credibili in materia fitosanitaria e biodiversa, da conservare “naturalmente”.

Bene i bovini, preoccupazione per avicolo e suinicolo

Un accordo migliorativo rispetto alle proposte iniziali della Commissione UE che, se accolte, avrebbero compromesso le prospettive dell’intera zootecnia italiana. E’ il commento del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, sulla conclusione del trilogo tra le istituzioni della Ue riguardante la proposta di revisione della direttiva Ue in materia di emissioni inquinanti.
E’ stata accolta la richiesta avanzata dalla Confederazione di non estendere in via immediata ai bovini l’applicazione della nuova normativa. Se ne riparlerà nel 2026”, sottolinea Giansanti. “L’intesa finale raggiunta è insoddisfacente per gli allevamenti di suini ed avicoli”. “Il lavoro che abbiamo svolto in stretto contatto con i ministri che hanno trattato il dossier in seno al Consiglio UE e con gli europarlamentari italiani ha consentito quasi di raddoppiare le soglie proposte originariamente dalla Commissione. Ma per gli allevatori di suini ed avicoli si prospettano nuovi e pesanti oneri che sono assolutamente ingiustificati. Gli allevamenti non sono in alcun modo equiparabili alle industrie più inquinanti”.
La zootecnia italiana è in prima fila nel continuo miglioramento della sostenibilità ambientale. I dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) certificano i risultati già ottenuti in termini di riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas ad effetto serra”.
Va segnalato – conclude il presidente della Confagricolturache l’eventuale futura revisione della nuova normativa dovrà essere accompagnata dal varo di una clausola di reciprocità sulle importazione dai paesi terzi, per assicurare che i prodotti destinati al mercato europeo siano conformi alle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente”.

Dopo aver ricevuto il via libera del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Masaf ha inviato alle Regioni lo schema di decreto interministeriale sulla frutta in guscio. Si tratta del provvedimento recante la definizione dei criteri e delle modalità di riparto delle risorse assegnate dall’articolo 1, comma 859, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022) a valere sul “Fondo per la tutela, il rilancio, lo sviluppo e gli investimenti delle filiere apistica, brassicola, della canapa e della frutta a guscio” (istituito con il comma 138 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2020, n. 178 ovvero legge di bilancio 2021).
Le risorse destinate alla frutta in guscio ammontano a 14.088.908 di euro che verranno così ripartiti:

– € 7.088.908,00 per il sostegno delle attività di investimento delle aziende agricole della filiera della frutta a guscio, ripartite tra le diverse specie della filiera;

– € 7.000.000,00 per la realizzazione di una campagna di informazione e promozione.

Per quanto riguarda gli interventi per il sostegno delle attività di investimento delle aziende agricole, sarà finanziata:

– la realizzazione di nuovi impianti e reimpianti nell’ambito della filiera della frutta a guscio;

– l’introduzione e/o ammodernamento degli impianti irrigui volti alla razionalizzazione nell’utilizzo della risorsa idrica, sia nei nuovi impianti che negli impianti esistenti;

– l’introduzione di innovazioni nella gestione della difesa fitoiatrica, sia nei nuovi impianti che negli impianti esistenti.

Il contributo è concesso al Soggetto beneficiario nel limite dell’importo massimo previsto per il regime vigente degli aiuti “de minimis”, che è pari ad euro 100.000. L’entità del sostegno è pari al 65% del costo dell’investimento ammissibile e l’aliquota aumenta fino all’80% del costo dell’investimento quando sostenuto da aziende condotte da giovani agricoltori. Le spese di impianto finanziabili sono riferite ad interventi effettuati nel limite di 5 (cinque) ettari di nuovi impianti e/o reimpianti per azienda; tale limite è elevato a 6 ettari quando le spese di impianto prevedono almeno due specie di frutta a guscio. Le spese per beni e servizi legati all’introduzione di impianti irrigui sulle superfici sede dei nuovi impianti e/o reimpianti, nonché all’introduzione di innovazioni nella gestione della difesa fitoiatrica, sono ammesse entro i seguenti massimali:

– 4.000,00 euro/ettaro se trattasi solo di impianto irriguo o solo di mezzi innovativi per la difesa fitoiatrica;

– 6.000,00 euro/ettaro qualora le spese di investimento riguardino entrambe le due predette tipologie di investimento.

Sul decreto la FNP della frutta in guscio è intervenuta fornendo al Ministero osservazioni e proposte che sono state inviate lo scorso 3 agosto (all.2). Rispetto alla prima interlocuzione avvenuta al Tavolo della frutta in guscio al Masaf a luglio scorso, il testo del decreto interministeriale recepisce diverse proposte indicate dalla Confederazione come, ad esempio, quella di aumentare le risorse del decreto e quella di incrementare le risorse destinate alla promozione. Non è stata invece accolta la proposta della Confederazione di “non finanziare nuovi impianti” e neppure quella di superare la soglia massima di cinque ettari (Confagricoltura ha proposto l’indicazione di una soglia minima)

In allegato il decreto interministeriale

Decreto interministeriale_frutta in guscio

Il MASAF ha emanato con nota circolare Prot. n.653016 del 27/11/2023 le disposizioni interpretative dell’art. 11 comma 3 ter della Legge 9 ottobre 2023 n136. Si ricorda che la norma indicata prevede “per il periodo vendemmiale relativo all’anno 2023, in considerazione dei danni causati da attacchi di peronospora alle produzioni viticole, le imprese agricole, in deroga all’articolo 31 comma 1 della legge 12 dicembre 2016 n238, possono omettere l’indicazione dell’annata idi produzione delle uve in etichetta, ferma restando la condizione che almeno il 70% delle uve utilizzate siano state vendemmiate nell’annata 2023”.
La circolare in oggetto con l’interpretazione dell’Ufficio legislativo del MASAF precisa che la locuzione “imprese agricole”, considerando le finalità dell’intervento legislativo, ricomprende anche le imprese che svolgono attività di imbottigliamento sia quelle che svolgono imbottigliamento a completamento dell’attività principale di produzione di uva e trasformazione sia le imprese che acquisiscono da terzi vino da imbottigliare.
Il MASAF infine invita gli organismi di controllo e certificazione a tener conto di quanto stabilito nella circolare Prot. n.653016 del 27/11/2023

Circolare Masaf