Il credito agrario, le opportunità offerte dalle misure del governo nei decreti di questi mesi, i traguardi conseguiti da Confagricoltura, lo sviluppo di servizi per il credito attraverso lo strumento di sostegno “Agricheck”, l’analisi economico-finanziaria delle aziende del settore primario e, in particolare, le opportunità offerte alle imprese agricole da BNL BNP Paribas. Questi i temi approfonditi nel corso del webinar organizzato da Agronetwork, “Modelli e Servizi dedicati alle Imprese Agroalimentari”, promosso con Confagricoltura e BNL BNP Paribas e la partecipazione di ENEL X.
Agronetwork – ha affermato la presidente Luisa Todini aprendo i lavori – non ha mai smesso di coinvolgere le imprese, dedicando incontri ai temi di maggiore interesse per il mondo agroalimentare. Oggi è ancora un momento delicato, ci troviamo ancora nel pieno della pandemia provocata dal coronavirus, ma non abbiamo voluto interrompere questo dialogo, affrontando la questione del credito, partendo dalle misure varate dal governo nei decreti di questi mesi, per arrivare alle opportunità che BNL BNP Paribas mette a disposizione delle imprese agricole. Ma l’incontro vuole essere anche l’occasione per parlare di finanza sostenibile, ovvero della gestione di prodotti finanziari e degli strumenti correlati che, oltre a permettere la destinazione redditizia di capitali di rischio, deve orientare tali investimenti su scelte più rispettose dell’ambiente”.
BNP PARIBAS è una delle grandi banche europee e mondiali che si stanno fortemente impegnando nell’ottica della sostenibilità, aggiungendo, a quella che è la storica attenzione per i servizi ai clienti, la mobilitazione di risorse che abbiano un impatto positivo.
Noi lo chiamiamo ‘Positive banking’ – ha detto Mauro Bombacigno, Head of Engagement BNP Paribas – ovvero un’attività di credito ed assistenza che viene declinata per far convergere risorse finanziarie necessarie su settori che si stanno impegnando sotto il profilo della sostenibilità ambientale, economica e sociale. L’agricoltura per noi è fondamentale, perché avrà un ruolo chiave per raggiungere gli obiettivi che ci vengono posti a livello mondiale. Abbiamo dedicato 180 miliardi di euro a settori che sono orientati ai diciassette obiettivi delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile e abbiamo intenzione di aumentare ancora questi fondi”.
La sostenibilità passa anche attraverso l’efficientamento energetico. Come ha dimostrato Sandro Franco, Sales manager di Enel X, società di consulenza per le imprese agricole che vogliono ridurre il bilancio energetico attraverso soluzioni integrate, che vanno dal fotovoltaico alla cogenerazione, per ottenere un prodotto sempre più “green”.
L’agricoltura in questi mesi ha dato dimostrazione di forte vitalità: ha continuato a produrre, non è ricorsa alla cassa integrazione, nonostante le difficoltà legate all’export, alla chiusura del canale Ho.Re.Ca e alla forte riduzione dei consumi domestici“, ha concluso il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. “Ora, nella crisi, dovremmo cogliere l’opportunità per rendere il settore più produttivo, più innovativo, più sostenibile e più competitivo. E per fare questo occorre investire in nuove tecnologie coniugando la sostenibilità, passare attraverso una diversa organizzazione dell’attività produttiva, diversificare. Il Recovery Fund, che ha destinato all’agricoltura 2 miliardi di euro, è una occasione irripetibile. Ci vogliono però progetti e idee. E grandi piani attorno a quelle aziende che già oggi hanno dimostrato evidenti capacità di essere leader a livello mondiale. Stiamo impegnando il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti e per questo motivo la progettualità dovrà essere ampia e importante“.

Il Recovery Plan è fondamentale per il settore. Il tema della ‘Next Generation UE’ avrà un ruolo estremamente importante ed è un’occasione unica“. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nell’audizione odierna in Comagri Camera, nell’ambito dell’esame della proposta di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR.
Il contributo degli agricoltori europei è stato di oltre 35 miliardi di euro, e per il quadro italiano parliamo di circa 3,5 miliardi“, ha proseguito Giansanti. “Le risorse destinate all’agricoltura ammontano invece a 2,5 miliardi per il capitolo 2.1: è evidente che abbiamo l’ambizione di vedere aumentate queste risorse di almeno un altro miliardo di euro. Si tratta di risorse importanti ma da implementare”.
Il presidente di Confagricoltura ha rilanciato sui temi della futura PAC, il “Green New Deal”, la digitalizzazione, la necessità prioritaria di una riqualificazione urbana e delle infrastrutture. Sul tema del dissesto idrogeologico ha sottolineato l’importante ruolo degli agricoltori nella tutela del territorio.
Auspichiamo – ha concluso Giansanti – che queste risorse siano spese prioritariamente nell’ambito della ricerca e dello sviluppo tecnologico, massima attenzione all’agricoltura di precisione. Un altro grande tema riguarda lo sviluppo delle aree interne del Paese, sul quale serve un grande progetto“.

L’ultimo rapporto della Commissione Europea sul commercio agroalimentare mostra una crescita sostenuta nel periodo gennaio-ottobre 2020. Le esportazioni della UE hanno raggiunto 151,8 miliardi di euro, in aumento dello 0,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre le importazioni hanno totalizzato 102 miliardi di euro, in aumento dello 0,1%, con un surplus commerciale agroalimentare di + 1,3%, a 49,8 miliardi di euro.
E’ proseguita la forte performance delle esportazioni agroalimentari della UE in Cina, con una crescita di 3,09 miliardi di euro trainata da carne di maiale, grano ed alimenti per l’infanzia; un aumento del valore delle esportazioni agroalimentari europee verso l’Arabia saudita, sostenuto dalle vendite di orzo e latticini; una vasta gamma di prodotti ha spinto la crescita del valore delle esportazioni agroalimentari in Svizzera, mentre il grano e vari prodotti lattiero-caseari hanno registrato una forte performance in Algeria e Marocco, dove i valori delle esportazioni agroalimentari sono aumentati rispettivamente di 408 milioni di euro e 393 milioni di euro.
Per quanto riguarda il commercio con il Regno Unito, il valore delle importazioni della UE è diminuito di 1,56 miliardi di euro, mentre le esportazioni nel Regno sono diminuite di 546 milioni di euro. Il calo del commercio ha colpito la maggior parte dei prodotti agroalimentari, in particolare vino, liquori, carne di pollame, animali vivi e burro.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, una riduzione del consumo della UE di soia e panelli ha contribuito ad un calo complessivo di 663 milioni di euro del valore delle importazioni, mentre quello delle esportazioni è diminuito di 705 milioni di euro, con alcolici e vino i prodotti principali colpiti. Tuttavia c’è stato un aumento del valore delle esportazioni di preparati alimentari. Altri Paesi in cui il commercio agroalimentare ha subito difficoltà sono stati Singapore, Hong Kong, Ucraina ed India.
Con un aumento di 713 milioni di euro, il Canada è stato la principale fonte di crescita per le importazioni di prodotti agroalimentari nella UE, trainate dal consumo di colza e grano. Si sono registrate notevoli crescite nei valori delle esportazioni di carne suina e grano dell’UE. Tra le altre categorie di prodotti in crescita durante questo periodo si trovano cibo per animali da compagnia, olio di colza e girasole e cereali secondari.

Fonte: Agra press

Il Piemonte si dota di una nuova disciplina del sistema delle Enoteche regionali, Botteghe del vino, Cantine comunali e Strade del vino e del cibo. Lo ha stabilito la Giunta regionale il 15 gennaio su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa. La disciplina è stata approvata dalla Giunta in attuazione dell’articolo42 della legge regionale n. 1/2019, il Testo unico sull’agricoltura e ha l’obiettivo di delineare un nuovo modello di promozione dei vini e delle produzioni agroalimentari sul territorio piemontese.
Vengono individuati otto ambiti territoriali di attività delle Enoteche regionali, caratterizzati da vocazione viticole e denominazioni di origine e sono:

1) Langhe e Roero
2) Monferrato
3) Torinese e Monferrato
4) Alto Piemonte
5) Doglianese e Alta Langa cuneese
6) Terre Derthona e Gavi
7) Saluzzese e Pinerolese
8) VCO (Verbano-Cusio-Ossola)

I primi quattro ambiti si riferiscono ai territori ad alta vocazione vitivinicola e comprendono le aree di azione delle 15 Enoteche regionali attualmente riconosciute, mentre i restanti ambiti non presentano ad oggi alcuna enoteca regionale.
“La nuova disciplina permetterà all’interno dello stesso ambito territoriale di avere un coordinamento delle attività promozionali, fino ad oggi svolte da una moltitudine di soggetti con il rischio di dispersione delle risorse. – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa – Le Enoteche regionali e le Strade del vino e del cibo possono infatti diventare i punti cardine della promozione locale delle eccellenze eno-agroalimentari del Piemonte e del paesaggio rurale, con l’obiettivo di migliorare la percezione dell’immagine del Piemonte da parte dei consumatori, dei turisti italiani e stranieri, del mondo dell’informazione. Inoltre l’individuazione di nuovi ambiti nell’Alessandrino, Cuneese, Torinese, nel Vco, vuole essere uno stimolo per migliorare la promozione turistica dei nostri territori”.
La disciplina approvata prevede che le Enoteche regionali siano promotrici non solo dei vini di qualità del territorio di riferimento ma anche dei prodotti agroalimentari di qualità, dei prodotti biologici e tipici locali, e del paesaggio rurale. Enoteche e Strade del vino saranno il punto di riferimento della programmazione promozionale all’interno dell’ambito territoriale coinvolgendo le Botteghe del vino, le Cantine comunali, i Consorzi di tutela vitivinicoli e dei prodotti agroalimentari, i consorzi di tutela dei prodotti tipici, le associazioni di produttori e i Distretti del cibo riconosciuti, gli ecomusei, i soggetti che operano per la valorizzazione delle eccellenze naturalistiche e artistiche-culturali.

Giovedì 28 gennaio il Ministero delle Politiche Agricole ha emanato l’atteso decreto che proroga al 15 maggio prossimo il termine per la presentazione dei programmi annuali di produzione vegetale, zootecnica, d’acquacoltura, delle preparazioni e delle importazioni con metodo biologico e per la gestione informatizzata del documento giustificativo e del certificato di conformità ai sensi del Reg. (CE) n. 834 del Consiglio del 28 giugno 2017 e successive modifiche ed integrazioni.