Venerdì 25 marzo nella sede centrale di Confagricoltura Asti (via Monti 15) è stato presentato il progetto Aspaglio, nuova sezione di rappresentanza di Confagricoltura dedicata all’agricoltura sociale.
Il presidente di Confagricoltura Asti, Massimo Forno, ha evidenziato in conferenza stampa che con la nuova pratica l’agricoltura segna un significativo ritorno alle origini, offre possibilità di reinserimento ai soggetti più svantaggiati e rivela interessanti opportunità economiche per gli imprenditori agricoli: “Confagricoltura crede molto in questo progetto e siamo orgogliosi di essere stati i primi, a livello nazionale, ad aver individuato le grandi opportunità economiche che risiedono nella nuova pratica. Alcuni potranno restare straniti dall’accostamento tra agricoltura e sociale ma in realtà, la storia ci insegna, il mondo agricolo opera sin dai primordi nel tessuto sociale grazie alle opportunità offerte dai contadini anche alle persone più fragili come, ad esempio, i lavoratori extracomunitari. Con l’agricoltura sociale il concetto si amplia e rafforza, includendo anche i soggetti diversamente abili o a rischio di marginalizzazione”.
Confagricoltura Asti con Aspaglio si propone come autorevole referente per la creazione di un distretto dell’agricoltura sociale in Piemonte, un obiettivo ambizioso e per questo affidato nella mani di una equipe di esperti del settore presieduta da Patrizia De Pollo.

Patrizia De Pollo (presidente Aspaglio)

Ho accettato subito questo incarico“, ha affermato De Pollo, “perché credo fortemente nel ritorno all’agricoltura e nei vantaggi, sia in termini economici sia di sostenibilità ambientale, che l’agricoltura sociale può offrire anche nell’Astigiano. E’ importante che proprio dal nostro territorio si diffonda la cultura che si può fare agricoltura anche in maniera etica e solidale. Sono valori in cui crediamo fortemente ma dobbiamo essere in grado di comunicarli con efficacia anche ai consumatori”.

Andrea Pirollo (vicepresidente Aspaglio)

Per Andrea Pirollo, vicepresidente di Aspaglio e titolare di Ca’ Mariuccia (azienda agricola etica associata a Confagricoltura Asti), la scelta di utilizzare l’agricoltura sociale come pratica produttiva si riflette in uno stile di vita olistico: “Negli ultimi vent’anni sono stati creati una miriade di neologismi per diversificare i vari tipi di agricoltura ma in realtà la cosa più importante è il ritorno alla terra. E’ riduttivo tentare di incasellare l’agricoltura sociale come una semplice pratica agricola: con Aspaglio l’obiettivo è infatti quello di creare un incubatore d’idee, aperto agli operatori del mondo agricolo ma non soltanto, dove condividendo principi etici e i fondamenti per una produttività sostenibile si riesca a valorizzare il lavoro svolto nei campi e si educhi il consumatore ad affrontare scelte più consapevoli e salutari a tutto campo, partendo ovviamente da quello che mette nel piatto ogni giorno”.

La nuova sezione di rappresentanza Aspaglio è quindi pronta a muovere i primi passi sotto l’egida di Confagricoltura Asti: “Con questo progetto“, ha concluso Francesco Giaquinta, direttore generale di Confagricoltura Asti, “desideriamo offrire sostegno e assistenza nell’accesso a finanziamenti in microcredito, l’ostacolo più importante per chi oggigiorno è interessato ad avviare una nuova impresa agricola ma non trova le opportune soluzioni dagli istituti di credito”.
Gli uffici di Confagricoltura Asti sono a completa disposizione per fornire maggiori informazioni e chiarimenti sul progetto Aspaglio. Contatti: 0141.434943 – agrisociale@confagriasti.com

Angela Calligaro (consiglio direttivo Aspaglio)

 

Valter Dessimone (consiglio direttivo Aspaglio)

Confagricoltura Asti ha recentemente creato una nuova sezione di rappresentanza dedicata all’agricoltura sociale. Il progetto denominato “Aspaglio” sarà presentato in conferenza stampa venerdì 25 marzo, alle 10, nella sede di Confagricoltura Asti in via Monti 15.

LOGO ASPAGLIO
“Aspaglio si propone come incubatore d’idee aperto a tutti gli operatori del mondo agricolo – e non soltanto – desiderosi di cogliere i vantaggi legati all’agricoltura sociale– spiega Patrizia De Pollo, presidente della nuova sezione di Confagricoltura Asti. L’agricoltura sociale pone al centro la tutela della persona e la sua dignità, slegando il concetto di welfare dall’assistenzialismo e offrendo interessanti opportunità per l’imprenditoria locale”.
Con l’approvazione della legge n.141 del 18 agosto 2015 si è infatti aperta la possibilità di reinserire soggetti svantaggiati nelle fattorie didattiche e sociali, agri-nido e agri-asilo: le aziende agricole possono così ampliare il concetto di multifunzionalità, anche nel contesto sociale.
Interesse di Confagricoltura Asti con la nuova sezione di rappresentanza è dare impulso alle start up piemontesi che decidono d’investire nell’agricoltura ma anche alle aziende già esistenti e interessate alla riconversione dal convenzionale al biologico, all’etico e al sociale.
“L’obiettivo è creare un solido distretto dell’agricoltura sociale in Piemonte – puntualizza Andrea Pirollo, vicepresidente della sezione – che si proponga come innovativo progetto di rete e punto di riferimento delle aziende agricole, in grado di offrire sostegno e assistenza all’accesso di finanziamenti in microcredito, fornire informazioni sulle possibilità offerte dai bandi pubblici, promuovere percorsi formativi per l’avviamento di una fattoria sociale, raccogliere testimonianze e documentazione inerente l’agricoltura sociale”.
Gli uffici di Confagricoltura Asti sono a completa disposizione per fornire maggiori informazioni e chiarimenti. Contatti: 0141.434943 – agrisociale@confagriasti.com

La Legge 141 fa incontrare mondi diversi, quello agricolo e sociale, che in apparenza possono sembrare distanti ma nella pratica rappresentano una grande opportunità economica per gli imprenditori e una possibilità d’inclusione rivolta ai soggetti che vivono situazioni di disagio ed emarginazione.
Nell’Astigiano è attivo un apposito tavolo di lavoro sviluppato d’intesa tra il Comune di Asti e i soggetti operanti sul territorio. Tra i promotori l’associazione “Asini si nasce…e io lo nakkui” di Asti, diretta da Cesarino Ivaldi.
Il convegno “Discorsi terra-terra”, ospitato venerdì 26 febbraio dentro le mura della Casa di Reclusione di Quarto d’Asti, ha rappresentato un importante momento di approfondimento sul tema. Tra i relatori il senatore Enrico Buemi, il deputato astigiano Massimo Fiorio, il presidente della Rete Fattorie Sociali Marco Berardo Di Stefano, gli assessori comunali Piero Vercelli e Andrea Cerrato.
Presente in sala anche Luca Brondelli di Brondello, Presidente di Enapra, Ente di formazione di Confagricoltura, che ha realizzato diverse iniziative formative sul tema dell’agricoltura sociale.
L’agricoltura sociale, secondo Buemi, si propone come la soluzione più adatta per la riabilitazione dei detenuti: crea nuove figure professionali, che con il loro lavoro “restituiscono” alla società quanto tolto con le attività criminose, offre opportunità di reddito per gli imprenditori e garantisce al consumatore di avere nel piatto prodotti etici e di qualità. L’agricoltura sociale è quindi un’opportunità per integrare il concetto di welfare, non più solo assistenziale ma anche partecipato.
L’incontro tra agricoltura e sociale è sintetizzabile con le parole di Marco Berardo Di Stefano, tra i fautori della legge: “L’agricoltura e la natura permettono ad ogni persona di scoprire o riscoprire i suoi naturali talenti, è possibile attraverso il lavoro avere una prospettiva diversa. Questo non solo permette di migliorare la qualità della vita dei beneficiari dei progetti di Agricoltura Sociale, ma per la collettività, una persona che riprende il suo percorso di vita nella dignità del lavoro, è anche motivo di risparmio economico ”.
La cooperativa sociale agricola L’Asinergia, fattoria sociale e didattica associata a Confagricoltura Asti, è un valido esempio delle potenzialità offerte dall’agricoltura sociale nell’Astigiano. Con il progetto “Oltre il giardino” la cooperativa impiega i detenuti nell’orto e nel frutteto del carcere di Quarto: “E’ un modo per far riacquistare ai detenuti la propria dignità e una valida opportunità di rendita, senza sovvenzioni statali. Offriamo prodotti completamente naturali e di ottima qualità” chiarisce Patrizia De Pollo, presidente de L’Asinergia. Peccato che tra gli acquirenti non figura proprio il carcere dove i prodotti vengono coltivati, questo a causa della centralizzazione degli appalti di vendita.
Un grave problema, come sottolineato anche dal garante regionale dei detenuti Bruno Mellano, a cui si deve presto porre rimedio apportando modifiche alla legge di riferimento.
L’agricoltura sociale può essere tuttavia applicata anche in ambiti diversi dal carcere, come suggerito da Cesarino Ivaldi, ad esempio nell’affitto di terreni abbandonati che possono essere riqualificati e restituiti alla collettività.
In conclusione dell’incontro Pina Romano (Confagricoltura) ha illustrato i dettagli dell’intesa – unica in Italia – tra Confagricoltura e il ministero di Grazia e Giustizia per promuovere speciali convenzioni con le direzioni degli istituti penitenziari, volte ad occupare gruppi di detenuti nella cura dei campi di proprietà delle carceri e creare imprese agricole a tutti gli effetti.
Confagricoltura Asti convocherà nei prossimi giorni una conferenza stampa per illustrare i nuovi servizi, offerti dall’organizzazione, dedicati all’agricoltura sociale.