Il DM del 26 febbraio 2024, firmato ma non ancora pubblicato, disciplina le disposizioni attuative e criteri per determinare le percentuali di riduzione applicabili per inadempienze degli obblighi della condizionalità “rafforzata” 2023-2027, per violazione in materia di ecoschemi e per gli interventi di sviluppo rurale finanziati dal FEASR 2023-2027.
Sulla base di quanto indicato all’art. 25 del d. lgs. 17 marzo n. 42 e successive modifiche (d. lgs. 23 novembre 2023 n. 188) il decreto in oggetto stabilisce le disposizioni attuative e i criteri per determinare le percentuali di riduzione dei pagamenti ai beneficiari degli aiuti della PAC. Il provvedimento, in allegato, riprende quanto già indicato nei due decreti legislativi sopra richiamati.
Si evidenzia però che, anche a seguito delle numerose richieste da parte di Confagricoltura, in materia di ecoschemi è prevista un’importante semplificazione per quanto riguarda l’ecoschema 1.
Infatti, come indicato all’art. 10, comma 4, per tale intervento sono sospese le sanzioni per il 2023, senza il vincolo per tale ecoschema a dover ripresentare la domanda anche l’anno successivo. Rispetto alle richieste avanzate da Confagricoltura, in più sedi, circa la non applicazione almeno per il 2023 delle sanzioni in materia di condizionalità rafforzata ed ecoschemi, si tratta di una semplificazione minimale ma comunque importante perché riguarda l’ecoschema con la maggior dotazione di risorse (42% rispetto al totale delle risorse destinate agli ecoschemi).

In allegato il decreto ministeriale

DM del 26 febbraio 2024

Il 15 aprile apre la procedura informatica per la presentazione della domanda per il Bando ISI 2023, la cui chiusura è fissata al 30 maggio 2024.
Il bando ISI pubblicato da INAIL prevede la concessione di finanziamenti a fondo perduto sulle spese sostenute per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tutte le imprese registrate presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura sul territorio nazionale possono fare domanda per ottenere un contributo pari al 65% sulle spese destinate a progetti per il miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, a migliorare il rendimento e la sostenibilità globali.
Le risorse finanziarie complessive disponibili ammontano a circa 500 milioni euro, ripartiti in budget regionali.
Tra le spese ammissibili c’è l’adozione e certificazione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale  (Asse di finanziamento 1.2), quale la UNI EN ISO 45001.
La UNI ISO 45001 specifica i requisiti per un sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (SSL) e fornisce una guida per il suo utilizzo, al fine di consentire alle organizzazioni di predisporre luoghi di lavoro sicuri e salubri, prevenendo lesioni e malattie correlate al lavoro, nonché migliorando proattivamente le proprie prestazioni relative alla SSL.
La norma è applicabile a qualsiasi organizzazione, indipendentemente dalle dimensioni, tipo e attività, che desideri creare, attuare e mantenere un sistema di gestione per migliorare la salute e la sicurezza sul lavoro, eliminare i pericoli e minimizzare i rischi per la SSL.

Perché certificarsi ISO 45001?
  • Miglioramento della cultura della sicurezza in azienda
  • Maggiore efficienza e conseguente riduzione degli infortuni e di perdite di tempo in fase produttiva
  • Eliminazione del turn-over per la sostituzione degli infortunati/ malati
  • Maggiore controllo dei rischi e riduzione dei pericoli mediante la definizione di obiettivi, finalità e responsabilità
  • Controllo della conformità legislativa
  • Miglioramento dell’immagine dell’azienda in materia di sicurezza e salute sul lavoro
  • Riduzione dei costi assicurativi
  • Diminuzione dei rischi di sanzioni amministrative e penali
  • Dimostrazione dell’impegno nella protezione verso il personale, i beni e le strutture
  • Apertura verso nuove opportunità di lavoro, come ad esempio l’iscrizione a bandi con Enti Pubblici o la partecipazione a bandi privati.
 Presentazione della domanda

Le domande devono essere presentate in modalità telematica e la procedura si svolge in tre fasi:

  • accesso alla procedura e compilazione della domanda;
  • invio della domanda on line;
  • conferma della domanda on line.

È necessario essere registrati al portale INAIL.

Inail riscontra la domanda entro 120 giorni dalla scadenza del termine per il perfezionamento della domanda.

Tempi di istruttoria

Il provvedimento di concessione è adottato entro 120 giorni dalla chiusura di ciascuno sportello. L’intenzione di richiedere l’erogazione in via anticipata del contributo deve essere manifestata da parte dei richiedenti, a pena di inammissibilità, unitamente alla presentazione della domanda.

Criteri di selezione / Elementi premianti

I progetti devono inoltre rispettare i parametri indicati negli allegati al bando per il raggiungimento della soglia minima di ammissibilità.

Le domande verranno valutate in ordine cronologico. In caso di ex aequo la priorità è data da:

  • finanziamento richiesto minore;
  • importo del progetto maggiore;
  • data di costituzione dell’impresa meno recente;
  • possesso del rating di legalità.

 

Siamo sempre stati critici nei confronti di questa Pac, sin dalla sua prima redazione“. Lo ha affermato Vincenzo Lenucci, direttore delle Politiche di sviluppo economico delle filiere agroalimentari di Confagricoltura, in audizione alla commissione Agricoltura della Camera dei deputati, in merito allo stato di attuazione della Pac 2023 -2027 e sui negoziati relativi alle eventuali modifiche che saranno proposte in sede europea. Lenucci ha sottolineato come questa riforma sia stata impostata introducendo più vincoli e oneri per gli imprenditori agricoli. Impostazione che Confagricoltura ha criticato da subito.
Maggiori oneri da un lato, ma meno risorse dall’altro, rispetto al periodo di programmazione precedente: un’equazione – ha spiegato il rappresentante di Confagricoltura – che non tutela la competitività delle imprese, piuttosto la penalizza.
Occorre orientare nuovamente la politica agricola comune verso obiettivi più ambiziosi e competitivi, per un reale rafforzamento del settore primario.
Il 26 febbraio scorso Confagricoltura ha presentato a Bruxelles un Manifesto contenente dieci proposte per una revisione della PAC, alcune delle quali sono già state accolte. È indubbio che siano stati fatti dei passi avanti rispetto ad allora, ma non sono ancora sufficienti.
Per Confagricoltura è opportuno che la Commissione europea approvi tempestivamente il regolamento in materia di semplificazione, con valenza retroattiva, in modo da attuare le nuove disposizioni a partire dal primo gennaio scorso. E’ anche importante che il regolamento venga recepito in tempi rapidi a livello nazionale e che a riguardo venga fatta un’adeguata campagna d’informazione.
Lenucci ha inoltre ricordato come vadano altresì previste delle modifiche migliorative ai cosiddetti ecoschemi e alle misure di condizionalità rafforzata, ma anche per lo sviluppo rurale e le misure settoriali, come quelle per le OCM (Organizzazioni comuni del mercato) del vino, dell’olio e dell’ortofrutta.
Oltre alla sostenibilità ambientale, è fondamentale tutelare anche quella economica, nonché la produttività delle aziende.

In allegato il Manifesto di Confagricoltura con le dieci proposte

Manifesto di Confagricoltura 10 proposte sulla PAC

 

Sono saliti a 146 i Comuni con almeno un caso di PSA, tra Piemonte e Liguria. A fronte del ritrovamento del primo caso in provincia di Asti e del numero in continuo aumento, Confagricoltura Piemonte torna a sollecitare la Regione Piemonte affinché prediliga azioni coordinate e comuni sul territorio per arginare ed eradicare poi il problema

È della scorsa settimana la notizia del ritrovamento di un esemplare di cinghiale colpito dal virus della Peste Suina Africana, nel Comune di Mombaruzzo, in provincia di Asti, e di alcuni nuovi casi in provincia di Alessandria. Si allarga così l’area tra Piemonte e Liguria in cui la patologia che colpisce i suinidi sta facendo più vittime. Salgono a 146 i Comuni nelle due regioni confinanti, con almeno una positività dall’inizio dell’epidemia, scoppiata a fine dicembre 2021. I casi totali rilevati dall’Istituto Zooprofilattico sono 1.410, di cui 759 in Liguria e 651 in Piemonte.
Secondo il Bollettino epidemiologico nazionale sulla PSA del Ministero della Salute, il numero di animali positivi per regione e provincia, dal 1° gennaio 2022 al 16 gennaio 2024, sarebbero di 1399 casi nei cinghiali e di 21 focolai nei suini.
L’epidemia di peste suina africana si sta sempre di più diffondendo e sta mettendo a rischio una filiera essenziale del nostro agroalimentare con i suoi 11 miliardi di euro di valore complessivo tra produzione agricola e industriale nazionale e a livello regionale, circa 3 mila aziende, con un fatturato di quasi 400 milioni di euro e 1 milione e 200mila capi destinati ai circuiti tutelati delle principali Dop italiane per la preparazione della miglior salumeria nazionale”, evidenzia Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte. “Come purtroppo Confagricoltura Piemonte aveva paventato sin dalla sua origine ormai a gennaio di due anni or sono, è necessario attuare nel nostro Paese una strategia efficace, in particolare per quanto riguarda il contenimento della presenza del cinghiale nelle nostre aree, a difesa dei nostri allevatori”, sottolinea infine Allasia.
Confagricoltura Piemonte, come già evidenziato a maggio dello scorso anno, sostiene che per garantire il successo delle strategie messe in atto, l’attuazione delle misure di prevenzione, il controllo e l’eradicazione della malattia, si debba prevedere uniformità a livello nazionale e il massimo sforzo nell’azione comune per applicare nel modo più efficace possibile i Piani di contenimento.
Siamo consapevoli che mai come oggi non possa mancare il deciso contributo delle amministrazioni locali a tutti i livelli affinché si lavori in maniera coesa con le linee guida del Governo e secondo le azioni da esso programmate”, e conclude il presidente. “Abbiamo invitato quindi le Istituzioni regionali ad un’azione ancora più incisiva a supporto della strategia nazionale posta in essere con rinnovato vigore”.

Siamo francamente sorpresi dall’ordinanza con cui il governo portoghese ha annunciato l’applicazione del Nutriscore”. Lo dichiara Massimiliano Giansanti, presidente di Mediterranea, a distanza di pochi giorni dal provvedimento con cui Lisbona esprime la volontà di introdurre il sistema di etichettatura “a semaforo” dei valori nutrizionali dei prodotti alimentari in commercio. L’ordinanza del governo lusitano incarica la Direzione Generale della Salute nazionale di definire, entro 120 giorni, il processo di adozione del sistema, compresi l’iter procedurale per gli operatori economici e una campagna di comunicazione dedicata.
Non si tratta del primo caso di Paese del Bacino Mediterraneo che si esprime a favore del Nutriscore – aggiunge Giansanti – ricordiamo la Spagna, con le evidenti conseguenze negative per importanti produzioni agricole, in primis quella dell’olio d’oliva”.
Auspichiamo che il governo portoghese torni sui propri passi. E restiamo fiduciosi che le Istituzioni UE – conclude il presidente di Mediterranea – prendano finalmente posizione scegliendo un sistema di comunicazione dei valori nutrizionali che non tenga conto solo dei componenti ma che faccia riferimento anche al consumo equilibrato e responsabile, fattore alla base della Dieta Mediterranea”.