Il Ministero delle Politiche Agricole ha pubblicato l’avviso per la presentazione delle domande di accesso ai contributi per i contratti di filiera, in applicazione del DM. n. 0673777 del 22 dicembre 2021. Si tratta di accordi sottoscritti dai diversi soggetti della filiera agroalimentare e/o agroenergetica, operanti in un ambito territoriale multiregionale, per investimenti nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria, alla trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, alla partecipazione ai regimi di qualità, all’organizzazione e partecipazione a concorsi, fiere o mostre e agli investimenti volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili. Vengono anche finanziati i contratti legati a progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo.
Le agevolazioni sono concesse nella forma di contributo in conto capitale e/o di finanziamento agevolato. Sono ammessi gli accordi per i quali l’importo complessivo degli investimenti sia compreso tra 4 e 50 milioni di euro. L’importo del progetto per singolo soggetto beneficiario è fissato a un valore minimo della spesa ammissibile di 400.000 euro. Per le PMI la spesa ammissibile è di 100.000 euro, esclusivamente per gli investimenti compresi nella tabella 1A dell’Allegato A al Decreto (Investimenti nella produzione agricola primaria). Per i contributi in conto capitale l’intensità dell’aiuto varia mediamente tra il 30 e il 50% delle spese ammissibili a seconda del tipo di investimento e del beneficiario, arrivando al 100% nel caso di PMI che partecipano a regimi di qualità e misure promozionali.

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Confagricoltura avvia una nuova importante partnership sul fronte del credito alle imprese insieme al Gruppo BCC Iccrea. Il Direttore generale della Confederazione Francesco Postorino e il responsabile della Divisione Impresa di Iccrea Banca, Carlo Napoleoni, hanno firmato un protocollo d’intesa per la facilitazione dell’accesso al credito delle aziende associate, e per lo sviluppo dei loro progetti volti all’innovazione.
L’elaborazione di nuove progettualità verrà promossa da Iccrea Banca verso le BCC del Gruppo e a beneficio del territorio attraverso un servizio di consulenza aziendale che coprirà l’intero iter istruttorio delle domande di finanziamento. L’assistenza specialistica, che avrà una particolare attenzione alle opportunità offerte dal PNRR, si svilupperà in sinergia tra le Unioni provinciali e le Banche di Credito Cooperativo del Gruppo BCC Iccrea. Tra i prodotti finanziari a cui guarda l’accordo c’è il pegno rotativo sull’agroalimentare, che verrà incentivato anche con il coinvolgimento dei Consorzi di Tutela.
Per il Gruppo BCC Iccrea l’attività di sostegno alle imprese agricole rappresenta, da sempre, una priorità strategica di attenzione al territorio, dove l’intero Gruppo – insieme alle oltre 120 BCC sul territorio – finalizza impieghi per 6,8 miliardi di euro, con una quota di mercato del 10%.
Il settore primario ha bisogno di banche che conoscano il mondo agricolo e che siano capaci di offrire prodotti finanziari adatti alle esigenze delle singole aziende – commenta il Direttore generale di Confagricoltura Francesco Postorinoecco perché sono molto importanti gli accordi con Istituti che vivono davvero i territori, come nel caso del Gruppo BCC Iccrea”.
Carlo Napoleoni, responsabile della Divisione Impresa di Iccrea Banca, ha aggiunto: “Con l’accordo con Confagricoltura vogliamo ampliare le risorse che forniamo sia alle oltre 120 BCC del nostro Gruppo che all’economia reale, così da assistere in modo costante le PMI anche in questa particolare fase geo-politica e continuare a sviluppare il settore primario, dove il nostro Paese è leader internazionale e le BCC sono immediate interlocutrici”.
Gli sviluppi relativi alle azioni previste dall’accordo saranno monitorati periodicamente attraverso un tavolo di lavoro congiunto che si occuperà anche dello studio delle necessità delle filiere agroalimentari e dei megatrend d’interesse per il settore primario.

Quest’anno in Piemonte si potranno seminare 13.000 ettari di superfici a seminativo in più rispetto all’anno scorso. È la conseguenza della decisione adottata da Bruxelles che, per fronteggiare la riduzione degli approvvigionamenti di alimenti e mangimi causata dalla guerra in Ucraina, ha concesso una deroga per quanto riguarda l’utilizzo delle dei terreni “a riposo” e delle aree di interesse ecologico (Aree EFA – Ecological Focus Area).
Le aziende agricole – chiarisce in una nota Confagricoltura Piemonte – per poter ottenere gli aiuti comunitari, devono lasciare a riposo il 10% delle superfici a seminativo: quest’anno l’obbligo potrà essere derogato. Inoltre si potrà seminare, per esempio, anche sulle superfici agroforestali realizzate con i contributi del Programma di Sviluppo Rurale, lungo le zone periferiche delle foreste e nelle cosiddette “fasce tampone” lungo i corsi d’acqua.
Le superfici per le quali è stata concessa la deroga – dichiara Ercole Zuccaro direttore di Confagricoltura Piemonteinteressano circa 3.900 ettari in provincia di Alessandria, oltre 2.400 ettari in provincia di Asti, circa 2.200 ettari in provincia di Cuneo e altrettanti in provincia di Torino, oltre 2.000 ettari equamente ripartiti tra Vercelli e Novara”.
Nonostante le autorizzazioni europee, la produzione di mais, il principale alimento utilizzato per l’alimentazione dei bovini e degli avicoli (galline, polli da carne, tacchini e faraone) aumenterà di poco, in quanto gli agricoltori non destineranno tutte le superfici aggiuntive alla coltivazione di questo cereale. “I fattori che limitano la coltivazione del mais in quest’annata – spiega Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontesono la carenza di acqua per l’irrigazione e il forte aumento dei concimi azotati: le previsioni dell’Arpa, nonostante le precipitazioni dei giorni scorsi abbiano comunque portato sollievo alle colture, sono di una siccità considerata severa e, per alcuni territori, addirittura estrema. Sono venute a mancare le precipitazioni invernali, soprattutto quelle nevose, che costituiscono tradizionalmente un’ottima riserva idrica per tutta la campagna agraria. Se non si registreranno condizioni straordinarie, nei mesi di giugno, luglio e agosto le coltivazioni potrebbero andare incontro a importanti stress idrici e il mais, in quel periodo, ha un grande fabbisogno di acqua che sarà difficile soddisfare. Inoltre – aggiunge Allasia – il mais è una coltivazione che richiede importanti apporti di concimi azotati, che nell’arco di un anno sono aumentati del 270% e oggi sono molto difficili da reperire”.
Tutto questo fa sì che gli agricoltori riservino la coltivazione del mais alle aree più fresche e che comunque potranno essere, almeno parzialmente, irrigate. Nei terreni più permeabili e nelle zone collinari molti agricoltori si stanno indirizzando verso la soia, più resistente alla siccità e che non richiede concimazioni azotate, in quanto sulle radici della pianta si instaurano dei batteri in grado di catturare l’azoto atmosferico. Un’altra coltivazione che sostituirà parzialmente il mais è il girasole, pianta rustica, in grado di resistere meglio alla siccità.
Secondo le previsioni di Assosementi, l’organizzazione di categoria che a livello nazionale rappresenta l’industria sementiera, per il mais è attesa una contrazione del 5%, rispetto ai complessivi 960.000 ettari dell’anno precedente. “In Piemonte, come nel resto d’Italia, da un decennio si sta registrando una contrazione significativa delle superfici condotte a mais: nel 2012 – commenta Enrico Allasia – la superficie coltivata era di circa 195.000 ettari, mentre l’anno scorso ne sono stati seminati soltanto 132.000”.
Confagricoltura sottolinea la necessità di intervenire al più presto con la costruzione di invasi per contrastare la siccità. In molti periodi dell’anno si verificano precipitazioni in eccesso; con la costruzione di invasi le acque meteoriche potrebbero essere conservate nei bacini di accumulo e rilasciate secondo la necessità.

Cereali, semi oleosi e derivati, fertilizzanti. Si allunga la lista dei settori e delle produzioni finite sotto pressione in termini di prezzo e disponibilità a seguito della guerra in corso in Ucraina. Dal 28 aprile – fa sapere la Confagricoltura – scatterà il blocco delle esportazioni di olio di palma dall’Indonesia, primo produttore mondiale. Il blocco è stato deciso per contrastare l’aumento dei prezzi sul mercato interno che ha superato il 40% dall’inizio dell’anno. Come reazione alla decisione annunciata dal governo indonesiano i prezzi dell’olio di soia hanno raggiunto alla fine della scorsa settimana il massimo storico alla borsa di Chicago.
Va ricordato – sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantiche sono bloccate le esportazioni di olio di girasole dell’Ucraina e su quelle della Federazione Russa si applica da aprile una tassa del 20 per cento”. In Italia, stando ai dati dell’ISMEA, il prezzo dell’olio di girasole raffinato negli ultimi dodici mesi è passato da 1,46 a 2,87 euro a chilogrammo. “Il risultato è che in alcuni Stati membri e nel Regno Unito le insegne della grande distribuzione hanno deciso di limitare gli acquisti giornalieri di tutti gli olii vegetali”.
Il rischio di una crisi alimentare a causa del conflitto in Ucraina è stato richiamato anche dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione delle recenti riunioni al Fondo monetario internazionale”, evidenzia Giansanti. “Il governatore ha anche segnalato la necessità di un intervento degli organismi internazionali a supporto dei Paesi meno avanzati e in via di sviluppo che sono localizzati in Africa e in Asia Centrale”.
Anche l’Unione Europea deve fare la propria parte – segnala il presidente di Confagricoltura. “In primo luogo, va prorogata la facoltà concessa quest’anno di coltivare negli Stati membri i terreni a riposo produttivo che ammontano a circa 4 milioni di ettari”. “Per frenare l’inflazione alimentare, contrastare l’eccezionale aumento dei costi di produzione e contribuire alla stabilità dei mercati internazionali – continua – è indispensabile aumentare i raccolti europei di cereali e semi oleosi“. “Va anche definito quanto prima – conclude Giansanti – un Piano olivicolo nazionale. L’Italia può e deve riconquistare una posizione di primo piano per la produzione di olio d’oliva”.

Il Ministero delle Politiche Agricole (MiPAAF) ha approvato il nuovo Piano di gestione dei rischi in agricoltura 2022 (PGRA), che disciplina annualmente il sistema di gestione del rischio dettando le regole per le polizze assicurative, i Fondi di mutualizzazione e Fondi per la stabilizzazione del reddito (IST).
Per la campagna 2022 è stato sostanzialmente confermato quanto previsto per il 2021, con l’aggiunta di alcune fitopatie e infestazioni parassitarie assicurabili o assoggettabili a copertura mutualistica e l’ampliamento del numero delle colture e delle tipologie colturali per le quali è possibile sottoscrivere polizze assicurative agricole agevolate o aderire ai fondi di mutualizzazione: moria, batteriosi e necrosi apicale bruna per il noce; moria del Kiwi per l’actinidia; black rot ed escoriosi per le drupacee e la vite.
In merito alle polizze sperimentali indicizzate, oltre ad aver implementato le definizioni degli indici metereologici alla base del calcolo del danno, il PGRA 2022 prevede la possibilità di assicurare nuove produzioni quali l’uva da vino, il nocciolo, il miele e la mancata produzione di latte bovino per eventi meteoclimatici.
Per il resto rimangono immutate le tipologie di polizze del 2021 e la possibilità di aderire a Fondi di mutualizzazione per la tutela dei rischi climatici e sanitari, così come a quelli settoriali per la stabilizzazione del reddito.
La principale novità del PGRA 2022 riguarda tuttavia l’introduzione della sperimentazione, per l’annualità in corso, del nuovo Fondo Mutualistico Nazionale FMN Meteo-CAT, a copertura dei danni alle produzioni agricole causati da eventi avversi di natura catastrofale (gelo e brina, siccità, alluvione), istituito con la Legge n. 234 del 30 dicembre 2021. Il nuovo Piano, infine, fissa nel modo seguente i termini di sottoscrizione delle polizze e delle coperture mutualistiche:

– colture a ciclo autunno-primaverile e permanenti (gruppo a/b): 31 maggio

– colture a ciclo primaverile e olivicoltura (gruppo c): 30 giugno

– colture a ciclo estivo, di secondo raccolto, trapiantate, vivai di piante da frutto, viti portainnesti, viti e pioppelle (gruppo d): 15 luglio

– colture a ciclo invernale, colture vivaistiche ad eccezione di quelle citate, allevamenti, strutture aziendali (gruppo e): 31 ottobre

– colture che appartengono ai gruppi c) e d), seminate e trapiantate successivamente alle scadenze indicate: entro la scadenza successiva.

Per la presentazione delle richieste di contributo per l’assicurazione agevolata e per la consulenza relativa alla stipulazione delle polizze assicurative di agricoltori interessati possono rivolgersi all’ufficio tecnico di Asti Agricoltura.