“L’andamento climatico degli ultimi 15 giorni aiuterà la vendemmia 2017 ad essere una grande annata ma, per l’ennesima volta, sarà una vendemmia anticipata”, dichiara Flavio Scagliola, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Asti. “L’invaiatura delle uve rosse è molto avanzata e la maturazione degli aromatici sta velocemente accelerando su uve che si presentano sane, non abbondantissime (10-15% di calo) ma che sicuramente contribuiranno a un’annata di grande soddisfazione per gli imprenditori”.

Massimo Forno, presidente di Confagricoltura Asti, chiosa: “Il problema vero resta l’eccessiva burocrazia per l’assunzione dei vendemmiatori. Confagricoltura Asti auspica una semplificazione nel rispetto delle regole e raccomanda di diffidare di strane proposte di manodopera “a buon mercato. Ricordo” – chiude Forno – “che qualora un’azienda occupasse lavoratori di cooperative o società interinali non in regola con la contribuzione, saranno gli stessi datori di lavoro a rispondere in solido

Ieri pomeriggio, nella sede del Consorzio di tutela dell’Asti, le rappresentanze di produttori e industriali hanno definito in 80 quintali di uva per ettaro la resa vendemmiale del Moscato d’Asti docg (sia per la produzione di Moscato d’Asti docg, sia per la produzione di Asti Spumante docg), con la possibilità di attivare il blocage–deblocage per un quantitativo di 10 quintali di uva per ettaro qualora le scorte di prodotto si esauriscano e se le esigenze di mercato lo richiederanno.

I “moscatisti”, ossia coloro che producono uva vinificandola e destinandola a Moscato d’Asti docg per la vendita diretta, potranno ottenere un ulteriore sblocco di 10 quintali di uva per ettaro senza alcun onere, mentre le aziende di trasformazione e industriali che decideranno di vinificare le uve destinandole a Moscato d’Asti docg sosterranno i costi di un contributo promozionale di 100 euro per ogni quintale di uva.

Il Consorzio dell’Asti consiglia, alle aziende aderenti all’organismo di tutela, un prezzo indicativo delle uve di 107,50 euro al quintale.

Massimo Forno, presidente di Confagricoltura Asti e rappresentante di Confagricoltura Piemonte al tavolo, esprime soddisfazione per l’intesa raggiunta che ha visto una ritornata sintonia tra parte industriale e parte agricola che è sfociata in un accordo che ha riportato le rese del comparto a un unico livello tra Moscato d’Asti e Asti ma che ha voluto tutelare, grazie soprattutto alla presidenza del Consorzio rappresentata da dirigenti  di Confagricoltura Asti, l’alta qualità, espressione del mondo dei cosiddetti “moscatari puri” che con il sistema del blocage-deblocage potranno raggiungere senza alcun costo la resa dei novanta quintali ettaro, che garantirà la presenza sul mercato del moscato “d’alta fascia”. Con la resa a ottanta quintali se l’andamento di mercato si manterrà sui valori attuali si vedranno ridurre le scorte di oltre sessantamila ettolitri.