Articoli

La Conferenza Stato-Regioni ha espresso parere favorevole al decreto che stabilisce le norme per l’introduzione nell’ambiente della Vespa Samurai. Si tratta di un provvedimento fondamentale per l’agricoltura e per la lotta biologica alla cimice asiatica: l’insetto che sta devastando le produzioni ortofrutticole, e non solo, di mezza Italia“. Lo ha annunciato ieri l’assessore all’Agricoltura e cibo della Regione Piemonte, Marco Protopapa.
Con il primo decreto, sarà possibile innanzitutto allevare ed immettere nell’ambiente uno degli antagonisti più efficaci della cimice. Manca l’adozione del Ministero dell’Ambiente, ma dovrebbe trattarsi di una semplice formalità, dopodiché potranno essere presentate ed approvate rapidamente le relazioni necessarie per avviare davvero un progetto tanto atteso quanto necessario, mentre il secondo costituisce un atto fondamentale per permettere l’indennizzo dei danni subiti nell’anno 2019 anche per il nostro Piemonte. Al progetto stanno lavorando da tempo diverse Università italiane, il Crea ed altri istituzioni di ricerca quali Agrion in collaborazione con il settore fitosanitario, le organizzazioni di categoria e le associazioni di produttori.

Visti i gravi danni arrecati dalla cimice asiatica su numerose colture negli ultimi anni, a livello nazionale è in atto una iniziativa volta a realizzare interventi di lotta biologica contro l’Halyomorpha halys tramite moltiplicazione in laboratorio e successivo rilascio del parassitoide oofago Trissolcus japonicus. Per la moltiplicazione in laboratorio è indispensabile disporre di molte ovature della cimice asiatica, per cui di deve procedere alla raccolta di un numero elevato di adulti a fine inverno. Si chiede pertanto di collaborare alla diffusione del volantino (riportato qui sotto) e di segnalare eventuali casi di presenza elevata di adulti (anche nel caso di presenze di 20-30 adulti vitali).

 

Confagricoltura ha accolto con rammarico la decisione dei rappresentanti degli Stati membri europei riuniti nel Comitato per le piante, gli animali, gli alimenti e i mangimi della UE (SCOPAFF) che venerdì scorso hanno votato a favore della messa al bando in Europa del clorpirifos metile, l’unico agrofarmaco in grado di contrastare la temibilissima cimice asiatica, insetto alloctono che in quest’ultima annata ha procurato ingenti perdite produttive su molte colture frutticole, prevalentemente pomacee e drupacee. Il tutto con danni quantificati in diverse centinaia di milioni di euro, che hanno messo letteralmente in ginocchio interi comparti produttivi, in primis quello delle pere che ancora oggi vede l’Italia posizionarsi al primo posto in Europa per ettari coltivati.
La difesa della molecola ritenuta al momento essenziale, oltre che assolutamente sicura per il consumatore, ha trovato in prima linea non solo Confagricoltura, ma anche tutti gli operatori delle filiere interessate, la politica nazionale e le amministrazioni competenti.
Tuttavia alla luce del risultato fortemente penalizzante per il settore occorre interrogarsi sia a livello nazionale, sia europeo sui motivi alla base di questo insuccesso.
A parere di Confagricoltura è ormai improrogabile una riflessione generale per quanto riguarda l’iter procedurale relativo al processo di revisione delle sostanze attive utilizzabili in agricoltura: decisioni così impattanti su temi economici e sociali devono tener conto delle istanze degli agricoltori e della società più in generale. Ma devono tener conto soprattutto delle esigenze dei Paesi mediterranei in un quadro di cambiamenti climatici che sta rendendo la difesa delle colture sempre più complessa.
In attesa di conoscere in dettaglio modalità e tempi della revoca del principio attivo, Confagricoltura chiede alle amministrazioni competenti di lavorare con urgenza ed in modo condiviso quantomeno per ottenere a livello europeo una deroga in relazione alla grave emergenza fitosanitaria della cimice asiatica, autorizzando l’utilizzo del prodotto per la prossima campagna di produzione, nonché individuando limiti massimi di residui compatibili con questo utilizzo.
Su questo aspetto è indispensabile una forte collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi che hanno difeso la molecola, anche per salvaguardare le produzioni in via di commercializzazione.

Apprezziamo l’impegno del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova che, nel corso dell’incontro che si è svolto oggi a Ferrara, ha annunciato un immediato intervento finanziario per le aziende colpite dalla cimice asiatica di 40 milioni di euro, a cui si aggiungerebbero altri 40 milioni per i prossimi due anni. Una buona base di partenza, anche se ancora lontana da quelle che sono le reali necessità delle aziende che, solo per pere e pesche, hanno subito danni per 350 milioni di euro”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha commentato l’esito dell’incontro che si è svolto in Prefettura, per discutere dei danni provocati da questo terribile insetto. Un vero e proprio flagello che rischia di affossare il settore ortofrutticolo del Nord Italia. Sono migliaia, infatti, le aziende agricole che minacciano di estirpare i frutteti, dove le perdite vanno dal 40 al 100% della produzione, mandando in fumo ingenti investimenti realizzati negli anni, ma anche tradizioni produttive e possibilità occupazionali per migliaia di persone.
Confagricoltura ha accolto positivamente l’annuncio dell’avvio della riforma Fondo di solidarietà nazionale e la convocazione di un tavolo di confronto con l’Associazione Bancaria Italiana per verificare la possibilità di una moratoria sui mutui per le imprese agricole colpite. Così come la possibilità, prospettata dal Ministro Bellanova, di un coinvolgimento dell’Unione europea per trovare ulteriori risorse attraverso l’utilizzo dell’art.241 del Regolamento comunitario 1308/2013. Provvedimenti più volte sollecitati da Confagricoltura che permettano di ristorare la liquidità delle imprese agricole colpite e che compensino le pesanti perdite di reddito subite da alcuni comparti. Misure di emergenza come i benefici previsti in termini di esenzioni dai pagamenti fiscali, degli oneri previdenziali, nonché di tutte le forme di agevolazione creditizia e di sospensione dei pagamenti relativi alle varie forme di indebitamento a carico delle imprese.
Abbiamo anche chiesto al ministro di mettere in campo tutte le risorse necessarie per fornire agli agricoltori gli strumenti di difesa necessari per contrastare la cimice asiatica – ha detto il presidente della Federazione nazionale ortofrutticola di Confagricoltura Albano Bergami, che ha partecipato oggi all’incontro – promuovendo la ricerca scientifica e sollecitando il ministero dell’Ambiente a varare le linee guida per l’introduzione della vespa samurai, antagonista naturale nei Paesi d’origine dell’insetto, l’unica in grado di agire efficacemente, dal momento che tutti i rimedi messi finora in atto, dalla lotta chimica con antiparassitari, a quella biologica con antagonisti indigeni, fino alle reti protettive, attenuano il danno, ma non sono sufficienti.”
L’auspicio di Confagricoltura è che il dialogo iniziato oggi prosegua e che si apra subito una discussione seria in tutte le sedi istituzionali per salvaguardare un comparto fondamentale per l’economia agricola, ma anche per quella dell’intero Paese.

Confagricoltura esprime apprezzamento per l’intervento del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova al tavolo con le Regioni, che ha sottolineato la gravità del problema della cimice asiatica, manifestando la volontà di costruire le azioni comuni necessarie per affrontarlo.
La questione della cimice asiatica, all’ordine del giorno anche del comitato direttivo di Confagricoltura che si è tenuto martedì scorso, preoccupa molto gli imprenditori agricoli delle regioni del Nord d’Italia. Un vero e proprio flagello che rischia di affossare il settore ortofrutticolo. Sono molte le aziende che minacciano di estirpare i frutteti, dove le perdite vanno dal 40 al 100 per cento della produzione, se non si troveranno soluzioni veloci ed efficaci.
Per questo – sostiene il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantiè necessario lavorare in squadra con le Istituzioni nazionali e regionali, per affrontare questa emergenza che, come ha sottolineato il ministro, ormai non è più regionale, bensì nazionale ed europea”.