Grazie al lavoro svolto da Confagricoltura, nel testo di conversione in legge del decreto Milleproroghe, è stata confermata la proroga fino a giugno 2023 della validità dei certificati di abilitazione all’acquisto e all’impiego, alla vendita e all’attività di consulenza in materia dei prodotti fitosanitari, nonché degli attestati di funzionalità delle macchine irroratrici rilasciati ai sensi del d.lgs. 150/2012, in scadenza nel 2022.
Inoltre, nel testo di conversione in legge del decreto Milleproroghe, è stata approvata una modifica al d.lgs. n. 32/2021, sostenuta da Confagricoltura, che disciplina le modalità di applicazione e riscossione, da parte dell’Azienda sanitaria locale (ASL), delle tariffe funzionali al finanziamento dei controlli ufficiali e altre attività ufficiali effettuati per garantire l’applicazione della normativa in materia di alimenti e sicurezza alimentare. Vengono così introdotte due modifiche: viene spostato il termine per l’adempimento dell’obbligo di trasmissione dell’autodichiarazione alle ASL previsto che tutti gli operatori, di cui all’allegato 2, sezione 6, tabella A, dello stesso d. lgs. 32/2021, in sede di prima applicazione al 30 giugno 2023 (da gennaio 2022) ed esonera da tale obbligo gli operatori che effettuano produzione primaria e operazioni associate.
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Battuta d’arresto per il negoziato sulla proposta di regolamento della Commissione Europea relativa all’uso sostenibile dei fitofarmaci.
Il Consiglio, fa sapere Confagricoltura, ha chiesto ufficialmente la messa a punto di un’analisi supplementare che consenta di valutare l’impatto a lungo termine della proposta sulla sicurezza alimentare, sulla variazione dei prezzi per i consumatori e sulla competitività del settore agricolo della UE, tenendo conto delle conseguenze economiche della guerra in Ucraina. La nuova relazione dovrà essere presentata, al massimo, entro sei mesi.
Il progetto legislativo presentato a giugno dalla Commissione prevede, entro il 2030, una riduzione del 50% dell’utilizzo di fitofarmaci a livello europeo rispetto alla media del periodo 2015-2017, con una riduzione di almeno il 35% nei singoli Stati membri. Per l’Italia, il taglio sarebbe di oltre il 60%.
“La decisione assunta dal Consiglio è un’ottima notizia – dichiara il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti – perché dà seguito al lavoro che abbiamo svolto negli ultimi mesi”.
“Non è assolutamente in discussione la continuità del processo verso un’agricoltura sempre più sostenibile sotto il profilo ambientale, ma la sicurezza alimentare deve restare l’obiettivo centrale del nostro settore”.
“La via da seguire non è quella dei divieti proposta dalla Commissione” – sottolinea il presidente – grazie alla ricerca, occorre invece mettere a disposizione degli agricoltori valide alternative ai prodotti chimici”.
“In primo luogo, la Commissione dovrebbe accelerare le procedure per l’inquadramento nell’ordinamento europeo delle tecniche di evoluzione assistita (TEA) per il miglioramento genetico, che consentono di salvaguardare il potenziale produttivo con una minore pressione sulle risorse naturali”.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, boccia senza mezzi termini la proposta presentata dalla Commissione Europea per ridurre l’uso di prodotti fitosanitari nella UE fino ad una percentuale del 50% rispetto alla media del periodo 2015-2017. A livello di singoli Stati membri, è prevista una riduzione minima del 35%.
“Per quanto riguarda l’agricoltura, l’agenda strategica della Commissione Europea dovrebbe essere aggiornata. La pandemia e la guerra in Ucraina hanno chiaramente indicato che la salvaguardia del potenziale produttivo è un fattore strategico”.
Confagricoltura ricorda che il progetto legislativo avrebbe dovuto essere licenziato ad aprile, ma è stato deciso il rinvio a seguito dell’invasione dell’Ucraina. “Da aprile non è cambiato nulla – puntualizza Giansanti – alla fine, all’interno dell’Esecutivo di Bruxelles, ha prevalso una visione penalizzante per l’intero sistema agroalimentare che, come riconosciuto dalla stessa Commissione, garantisce la copertura del fabbisogno dei cittadini europei”.
“La proposta della Commissione – prosegue Giansanti – si basa sulla strategia delineata nella comunicazione ‘From Farm to Fork’. Una strategia che, secondo tutte le valutazioni indipendenti effettuate, porterà ad una riduzione delle produzioni agricole, ad un aumento delle importazioni e dei prezzi al consumo”.
“Nella sua proposta, la Commissione riconosce che ci saranno conseguenze sotto il profilo dei costi di produzione e dei prezzi al consumo che dovrebbero essere compensate con i fondi della politica agricola comune (PAC)”.
“Un ulteriore taglio, quindi, alle risorse finanziarie per la competitività e l’efficienza delle imprese agricole che producono per il mercato”, sottolinea il presidente di Confagricoltura.
Il progetto legislativo della Commissione Europea passa ora all’esame del Parlamento europeo e del Consiglio. “Lavoreremo per ottenere tutti i profondi adattamenti necessari per continuare a garantire, grazie alle più avanzate soluzioni tecnologiche, produzioni sicure e di qualità. E sostenibili sotto il profilo ambientale e della protezione delle risorse naturali”, conclude Giansanti.
In base alle disposizioni di cui all’articolo 103 del DCPM 17 marzo 2020 tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi comunque denominati, in scadenza tra il 31 gennaio e il 15 aprile 2020, conservano la loro validità fino al 15 giugno 2020. Il Ministero delle Politiche Agricole, con una nota alle Regioni del 20 marzo scorso precisa che “tra i certificati richiamati sono evidentemente inclusi anche il Certificato di abilitazione alla vendita e il Certificato di abilitazione all’attività di consulente, nonché il Certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari ad uso professionale, introdotti rispettivamente dagli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150”.
La stessa previsione si applica anche agli attestati di funzionalità delle macchine irroratrici.
Ricordiamo che il decreto deve essere ancora convertito in legge, e potrà quindi essere modificato, sulla base delle richieste delle Regioni, che ne stanno chiedendo l’applicazione per un periodo più esteso.
“Il piano di azione nazionale (PAN) per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari è un documento estremamente importante che riguarda il futuro dell’agricoltura del nostro Paese che dovrà confrontarsi sempre più con i temi legati alla produttività e alla sostenibilità”. Lo ha detto il componente della Giunta di Confagricoltura Giovanna Parmigiani che è intervenuta a Roma al Forum di confronto sul PAN, attualmente in fase di consultazione pubblica.
Il piano prevede diverse misure relative all’utilizzo degli agrofarmaci in un’ottica prettamente ambientale. Attualmente il sistema europeo di autorizzazione e controllo degli agrofarmaci è il più stringente al mondo e l’Italia dimostra di essere ancora più virtuosa in questo senso: il ministero della Salute ha attestato che i residui non conformi ai limiti di legge sono inferiori all’1% rispetto a una media europea del 2,5%. Questi risultati – ha evidenziato Confagricoltura – sono il frutto dell’impegno degli agricoltori e di una nuova sensibilità, ma occorre anche ricordare che i fitofarmaci consentono un generale miglioramento della qualità e delle rese dei prodotti agricoli, in particolare di fronte alle nuove necessità causate dai cambiamenti climatici. Secondo stime FAO, infatti, la produzione agricola mondiale calerebbe del 30% senza interventi di difesa.
“In questo contesto l’agricoltura biologica va sì incentivata, ma con particolare riguardo alla sostenibilità economica e non in modo generalizzato – ha osservato Parmigiani – Deve cioè favorire un’alta imprenditorialità che permetta, anche in zone marginali e svantaggiate di collina e montagna, di avere buoni ricavi che non si potrebbero avere con l’agricoltura convenzionale”.
“Il biologico e il convenzionale sono due sistemi che non possono e non devono essere in conflitto – ha rilevato – Sono modi di fare agricoltura diversi per territorialità, tipologia di investimenti e soprattutto per mercati e consumatori finali. Pertanto il PAN deve adottare scelte consapevoli, altrimenti il rischio è che l’agricoltura si trovi sempre più in difficoltà a difendere le colture, ed in particolare dalle nuove emergenze, come ad esempio nel caso della cimice asiatica, potendo disporre di un numero sempre minore di principi attivi”.
A ciò occorre aggiungere che nel nuovo PAN vi sono diversi nuovi adempimenti per le imprese agricole, che vanno ad aggravare un quadro già complesso, non solo legati agli aspetti formali e burocratici, ma anche all’effettiva difficoltà a rispettare le numerose indicazioni operative nell’utilizzo dei prodotti e delle attrezzature fitosanitarie.
Per Confagricoltura occorre contestualizzare il sostegno allo sviluppo del biologico, ma valorizzare anche quell’agricoltura convenzionale che punta su innovazione e sostenibilità, avvalendosi di nuove tecniche di precisione per un uso attento delle risorse disponibili, con meno acqua, meno chimica e più rispetto per l’ecosistema. Ed occorre dare maggiore rilievo a ricerca e innovazione, anche in campo genetico, che possono contribuire a dare strumenti in più agli agricoltori per difendere le colture.
“C’è una crescita di attenzione del consumatore per il benessere fisico e maggiore aspettativa di vita, dovuto alle migliori qualità salutistiche del cibo, che è il frutto del lavoro di agricoltori sempre più impegnati a produrre meglio – ha concluso Giovanna Parmigiani -. La sostenibilità però deve diventare anche una sfida economica, altrimenti le aziende agricole più virtuose, paradossalmente, saranno quelle meno competitive sul mercato globale. Per questo il nostro Paese deve pretendere la reciprocità nelle produzioni in termini di sicurezza alimentare, tutela del lavoro e dell’ambiente”.
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