Articoli

Va assolutamente scongiurato un contenzioso commerciale con il Regno Unito, che è uno dei principali mercati di sbocco per i nostri prodotti agroalimentari. Sono di fondamentale importanza anche l’integrità del mercato unico dell’Unione e il rispetto delle regole europee in materia di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale”.
E’ la presa di posizione del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, sulle proposte licenziate dalla Commissione Europea al fine di semplificare l’applicazione del Protocollo sulla Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord sottoscritto nel quadro dell’accordo sul recesso del Regno Unito dalla UE.
Le proposte della Commissione – che dovranno essere discusse con il Governo di Londra – prevedono una drastica riduzione (fino all’80%) dei controlli sanitari e fitosanitari sui prodotti agroalimentari in partenza dalla Gran Bretagna e destinati all’Irlanda del Nord che, in linea con l’accordo di recesso, è di fatto rimasta nel mercato unico e nell’accordo doganale della UE. In questo modo è stato evitato il ripristino di un confine fisico tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord.
Le proposte della Commissione – prosegue Giansanti – prevedono una serie di impegni delle autorità britanniche (costruzione di posti di controllo permanenti, varo di uno specifico sistema di etichettatura, monitoraggio rafforzato sulle catene di approvvigionamento), per assicurare la vendita dei prodotti interessati solo all’interno del Regno Unito, senza possibilità di accesso agli Stati membri dell’Unione”.
Di fatto – sottolinea il presidente di Confagricolturaaffida ad un Paese terzo i controlli sull’integrità e sul funzionamento del mercato unico”.
In caso di mancato o inadeguato funzionamento del sistema proposto, potrebbero arrivare sui nostri mercati prodotti agroalimentari non conformi alle regole della UE, tenendo anche conto degli accordi commerciali preferenziali che il Regno Unito sta negoziando con i Paesi terzi dopo il recesso dall’Unione. Rischieremmo, inoltre, di importare anche le imitazioni dei nostri prodotti a indicazione geografica e di qualità”.
Il Regno Unito ha già siglato un’intesa commerciale con l’Australia e sono in corso le trattative per raggiungere un accordo con Stati Uniti, Nuova Zelanda e Paesi asiatici.
Le esportazioni agroalimentari dell’Italia verso il Regno Unito – ricorda Confagricoltura – ammontano a circa 3,5 miliardi di euro l’anno. Vini, in prima fila il Prosecco, e i derivati del pomodoro sono i prodotti più apprezzati dai consumatori britannici. A seguito della Brexit, nel primo semestre 2021 si è registrata una contrazione dell’export di oltre il 10%.

Non ci saranno nuovi dazi sui prodotti agroalimentari italiani destinati al mercato Usa. E’ un’ottima notizia per i nostri agricoltori e ringraziamo il governo per l’efficace azione svolta a tutela del settore”.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha così commentato la decisione assunta dall’amministrazione americana di lasciare invariati i dazi già in vigore – pari al 25% del valore – sulle importazioni di prodotti agroalimentari dalla UE nel quadro del contenzioso sugli aiuti pubblici al consorzio Airbus. Dal 18 marzo, invece, saliranno dal 10 al 15% i dazi aggiuntivi sul settore aeronautico.
Abbiamo evitato ulteriori e gravi problemi per le nostre produzioni. Va ricordato che è stata in discussione nelle scorse settimane la possibilità di applicare i dazi su circa 2 miliardi di euro di prodotti agroalimentari in arrivo dall’Italia, vini compresi. Scampato pericolo, dunque, ma solo per il momento – ha aggiunto Giansanti – l’amministrazione USA ha infatti precisato che la decisione presa ieri potrà essere rivista, in funzione degli sviluppi del contenzioso con la UE sui sussidi pubblici ai gruppi Airbus e Boeing”.
Al riguardo, l’Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ha autorizzato gli Stati Uniti a imporre tariffe aggiuntive sulle importazioni dalla UE per un controvalore di 7,5 miliardi di dollari.
Inoltre – ha sottolineato il presidente di Confagricolturarestano tutte le difficoltà determinate dai dazi Usa, pari al 25% del valore, applicati sulle nostre esportazioni di formaggi, salumi, agrumi e liquori. Come sosteniamo da tempo, occorre avviare un negoziato diretto con gli USA per raggiungere un nuovo accordo commerciale, che metta fine alle tensioni in atto”.
Le esportazioni del “Made in Italy” agroalimentare sul mercato statunitense ammontano a 4,5 miliardi di euro l’anno. Si tratta del primo mercato di sbocco fuori dalla UE e il terzo in assoluto. Circa la metà dell’export di settore è assicurata da vini, pasta e olio d’oliva. Per i vini, in particolare, le esportazioni verso gli USA si sono attestate a 1,3 miliardi di euro nel periodo gennaio-ottobre 2019, con una crescita di oltre il 4% sullo stesso periodo del 2018.