E’ stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dello scorso 14 aprile il Decreto 23 febbraio 2024 che disciplina le misure tese a favorire il ricambio generazionale in agricoltura ed ampliare le aziende agricole esistenti condotte da giovani o donne. La misura, gestita dall’ISMEA attraverso lo strumento “Più Impresa”, è dedicata ai giovani e alle donne che intendono subentrare nella conduzione di un’azienda agricola; o che sono già attivi in agricoltura ed intendono ampliare la propria impresa, migliorandone la competitività con un piano di investimenti fino ad 1,5 milioni di euro.

Più nel dettaglio, le misure:

1) sono rivolte a micro, piccole e medie imprese agricole organizzate sotto forma di ditta individuale o di società, composte da giovani di età compresa tra i 18 e i 41 anni non compiuti, ovvero da donne, con i seguenti requisiti:
2) subentro: imprese agricole costituite da non più di 6 mesi con sede operativa sul territorio nazionale, con azienda cedente attiva da almeno due anni, economicamente e finanziariamente sana; in caso di società la maggioranza delle quote di partecipazione in capo ai giovani ovvero donne, ove non presente, deve sussistere alla data di ammissione alle agevolazioni;
3) ampliamento: imprese agricole attive da almeno due anni, con sede operativa sul territorio nazionale, economicamente e finanziariamente sane.

I progetti finanziabili:

1) non possono prevedere investimenti superiori ad euro 1.500.000 (IVA esclusa);
2) consistono in mutui agevolati, a tasso zero, per un importo non superiore al 60 per cento delle spese ammissibili, di durata fino a 15 anni, comprensiva del periodo di preammortamento e di importo non superiore al sessanta per cento della spesa ammissibile;
3) nonché in contributi a fondo perduto, per un importo non superiore al 35 per cento delle spese ammissibili.

Tali progetti devono perseguire uno dei seguenti obiettivi:

1) miglioramento del rendimento e della sostenibilità globale dell’azienda agricola. mediante una riduzione dei costi di produzione o il miglioramento e la riconversione della produzione;
2) miglioramento dell’ambiente naturale, delle condizioni di igiene o del benessere degli animali;
3) realizzazione e miglioramento delle infrastrutture connesse allo sviluppo, all’adeguamento e alla modernizzazione della agricoltura;
4) contributo alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici;
5) contributo alla bioeconomia circolare sostenibile e promozione dello sviluppo sostenibile e di un’efficiente gestione delle risorse naturali (acqua, suolo, aria);
6) contributo ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità.

I progetti non possono essere avviati prima della data di presentazione della domanda per la concessione delle agevolazioni.

Garanzie:

L’impresa beneficiaria deve fornire garanzie di valore pari al cento per cento del mutuo agevolato concesso, anche acquisibili nell’ambito degli investimenti da realizzare, per una durata almeno pari a quella del mutuo agevolato concesso dall’ISMEA. Sono ammissibili:

1) ipoteca di primo grado su beni oggetto di finanziamento, oppure su altri beni del soggetto beneficiario o di terzi; in alternativa o in aggiunta all’ipoteca
2) fideiussione bancaria o assicurativa a prima richiesta.

I soggetti beneficiari devono obbligarsi a stipulare idonee polizze assicurative a favore dell’ISMEA sui beni oggetto di finanziamento, secondo le modalità ed i terreni stabiliti nel contratto di muto agevolato.

Da ultimo, si fa presente che la piena operatività della misura di cui in oggetto è subordinata alla adozione delle istruzioni applicative dell’ISMEA, che definisce i criteri, le modalità di presentazione delle domande, le procedure di concessione e di liquidazione ed i limiti relativi agli interventi di cui al presente decreto.

In allegato il Decreto

DM 23 febbraio 2024 – GU 12 aprile 2024

L’epidemia di peste suina africana compare nel nord Italia, a Vada in provincia di Alessandria il 6 gennaio del 2022. Questa malattia ha dimostrato di non avere né confini né bandiera, diffondendosi in diversi territori in cui l’allevamento di suini è parte fondante dell’economia. Al commissario straordinario, nell’incontro di oggi, gli allevatori hanno ribadito che il comparto è in sofferenza e hanno chiesto misure pragmatiche e attuate uniformemente

Confagricoltura Piemonte ha organizzato ieri pomeriggio un incontro con il Commissario straordinario alla PSA, Vincenzo Caputo, ad  Alessandria, la prima provincia in cui è comparsa la malattia nel 2022, è stata teatro di confronto tra gli allevatori associati a diverse Unioni provinciali del nord-centro (Alessandria, Piacenza, Pavia, Reggio Emilia), i veterinari, le Istituzioni rappresentate dall’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa e i presidenti delle ATC.
A moderare gli interventi, il rappresentante nazionale della filiera suinicola, Rudy Milani che al termine dell’evento ha così commentato: “Ringraziamo il dott. Caputo per la disponibilità ad incontrarci, a illustrarci lo stato dell’arte e, soprattutto, per aver accettato di dialogare con i produttori della filiera suinicola, ormai all’esasperazione per la situazione in cui versano. La preoccupazione di veder chiudere l’attività imprenditoriale di una vita ormai è accompagnata dalla rabbia, nata dal fatto che i settori della trasformazione sono rimasti finora estranei, sottovalutando il problema la mancanza della materia prima. Ora, che la filiera si sente in toto minacciata, si fanno avanti chiedendo interventi massivi da noi sollecitati già da molto tempo”.
La superficie interessata all’epidemia da Psa è aumentata di almeno quattro volte rispetto all’area inizialmente identificata, raggiungendo il cuore della filiera di produzione e trasformazione: Parma. Diversi paesi extra UE (Cina, il Giappone, Taiwan, Cuba, Messico, Thailandia, Uruguay), già dal gennaio 2022, hanno bloccato in toto o in parte (Brasile, Argentina, Perù, Serbia) le importazioni di prodotti a base di carne suina. Il rischio oggi è che altre realtà internazionali blocchino il mercato italiano, mettendo in ginocchio imprese, lavoratori e famiglie intere.
Confagricoltura si è fatta fin da subito portavoce del timore e delle richieste dei produttori, cercando di salvaguardare il Made In Italy che ci distingue in campo alimentare. Torniamo a chiedere oggi interventi decisivi, operatività concreta, la creazione dei distretti suinicoli di cui ci ha parlato il commissario, con aree di vuoto sanitario superiori ai 15 km e l’applicazione fedele del Decreto di settembre 2023, utilizzando ogni metodo a disposizione delle aree coinvolte. Non dimentichiamo che le Regioni devono farsi parte attiva erogando ristori, necessari per aumentare la biosicurezza delle aziende e tutelare le economie locali“, ha evidenziato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte.
In chiusura, Gianna Parmigiani, membro di Giunta di Confagricoltura, ha rimarcato l’importanza di calendarizzare incontri divulgativi per evitare allarmismi tra i consumatori: la patologia che colpisce gli ungulati, infatti, non è trasmissibile all’uomo e i prodotti commercializzati sono rigorosamente sicuri.

 

Alcune immagini dell’incontro

 

 

Il Settore regionale fitosanitario e servizi tecnico-scientifici ha pubblicato le disposizioni obbligatorie per il 2024 “Misure fitosanitarie di emergenza e aggiornamento prescrizioni per il contrasto della flavescenza dorata della vite nella Regione Piemonte – Piano operativo – Anno 2024”. In particolare nelle disposizioni sono indicati gli obblighi relativi:

– all’eliminazione della vegetazione con sintomi e alla estirpazione delle piante nei vigneti in coltivazione;

– alle strategie da seguire per i trattamenti insetticidi e i prodotti fitosanitari da utilizzare;

– alla gestione delle viti inselvatichite.

 

La pagina del sito della Regione Piemonte dedicata alla flavescenza dorata è stata rinnovata, anche con materiale informativo scaricabile e che può essere divulgato alle aziende: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/servizi-fitosanitari-pan/lotte-obbligatorie-flavescenza-dorata

Si evidenzia che le aziende vitivinicole che aderiscono al “Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) 2023-2027 della Regione Piemonte” – intervento SRA01 – ACA 1 (Produzione integrata) e intervento SRA29 (Produzione biologica) e quelle soggette al Sistema di qualità nazionale di produzione integrata (SQNPI) devono obbligatoriamente seguire le strategie e utilizzare i prodotti fitosanitari indicati nei Bollettini e nei Comunicati pubblicati sul sito ufficiale del Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici e devono registrare i trattamenti insetticidi indicando le dosi e i volumi di acqua utilizzati. In caso di inosservanza saranno applicate specifiche penalizzazioni e sanzioni.
Si informa inoltre che da metà febbraio a inizio aprile 2024 sono stati effettuati 11 incontri sul territorio piemontese di informazione e formazione sulla flavescenza dorata della vite, in collaborazione con i diversi Progetti pilota, con i Consorzi di tutela e con le Organizzazioni professionali agricole.
Inoltre sono stati organizzati tre incontri di formazione e aggiornamento per i tecnici, uno per ogni provincia (AL, AT e CN), a cui hanno partecipato complessivamente 121 tecnici.

Tutte le persone, a prescindere dall’etnia, dal sesso, dal proprio reddito o provenienza geografica, hanno il diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”. È proprio ispirandosi a questo principio che 20 milioni di cittadini americani nel 1970, a seguito di un disastro ambientale, si mobilitarono per una manifestazione a difesa della Terra: venne così istituita una giornata in celebrazione del pianeta che ne evidenziasse l’unicità e ricordasse ai suoi abitanti l’importanza di salvaguardare i diversi habitat per garantire la sopravvivenza di tutte le specie, umana compresa.
Il tema di quest’anno è “Pianeta contro Plastica”, per sottolineare la necessità di ridurre la produzione di questo materiale del 60% entro il 2040.
Gli eventi di celebrazione della Terra si inseriscono nel contesto più ampio del G7 Clima, Energia e Ambiente che si terrà a Torino dal 28 al 30 aprile prossimi. Il programma sarà articolato in cinque principali aree tematiche: economia circolare, energie rinnovabili, azione climatica e acqua.
La riduzione del 60% della produzione di tutte le materie plastiche entro il 2040 e l’investimento in tecnologie e materiali innovativi per costruire una realtà priva di plastica sono due obiettivi che crediamo possano essere raggiungibili”, afferma Lella Bassignana, presidente di Agripiemonteform, emanazione di Confagricoltura Piemonte, che si occupa di formazione, ricerca e sviluppo in ambito agricolo e rurale. “Occorre promuovere una diffusa consapevolezza e un altrettanto adeguata divulgazione dei danni causati dalla plastica alla salute umana, animale e a tutta la biodiversità, come per esempio quelli dell’industria dell’abbigliamento, che produce ogni anno oltre 100 miliardi di capi utilizzando petrolio grezzo. Al contrario, purtroppo, il fenomeno del FastFashion, letteralmente della moda usa e getta, non accenna a diminuire ed è anzi in costante aumento”.
È stato appena riconosciuto il ruolo sociale dell’imprenditore agricolo e la sua funzione in tutela del paesaggio e dell’ambiente – evidenzia Bassignana – questo ci inorgoglisce e rimarca l’impegno che da sempre portiamo avanti con le nostre aziende agricole: formare in maniera coerente gli imprenditori agricoli e sensibilizzare le future generazioni, affinché adottino stili di vita rispettosi dell’ambiente e in sintonia con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per uno sviluppo globale sostenibile”.

Nell’audizione di lunedì presso le Commissioni Congiunte di Bilancio sul DEF, Confagricoltura ha evidenziato una evidente difficoltà delle imprese agricole nella loro tenuta competitiva, dovuta a varie motivazioni, tra le quali l’aumento dei costi.
Secondo l’ISTAT, al netto delle variazioni dei prezzi, nel 2023 si riducono in volume la produzione dell’agricoltura (-1,4%) e, ancora di più, il valore aggiunto ai prezzi base (-2%); in calo anche le unità di lavoro (-4,9%). Le stime hanno evidenziato per il settore primario una variazione più moderata rispetto al 2022, con una graduale mitigazione degli effetti derivanti dall’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici. Tuttavia, l’andamento è stato fortemente influenzato dai fattori climatici avversi che hanno compromesso molte colture. L’annata, infatti, è risultata negativa (-2,4% in volume).
La decisione del Governo di presentare la versione semplificata del DEF, senza quadro programmatico, accoglie un suggerimento della Commissione europea che Confagricoltura interpreta con favore. Ciò consentirà, infatti, di concentrarsi sui problemi oggettivi che l’Italia dovrà affrontare e che condizioneranno le scelte in tema di politica di bilancio per i prossimi anni.
Risulta necessario creare interventi che diano una spinta rapida e mirata agli investimenti e alla aggregazione. Nello specifico, servono incentivi al fine di massimizzare il contributo delle Banche nell’attuazione anche degli investimenti connessi al PNRR: rafforzare gli strumenti di garanzia pubblica a favore delle imprese, per mitigare l’aumento dei tassi di interesse e facilitare gli interventi degli Istituti di credito; implementare gli strumenti di finanza agevolata per erogare contributi a fondo perduto e in conto interessi sul modello, ad esempio, della cosiddetta ‘Nuova Sabatini’”, ha affermato Alessandra Ausanio per Confagricoltura.
La Confederazione ha posto l’accento su due elementi fondamentali: favorire l’aggregazione delle imprese agricole e agroalimentari attraverso lo strumento delle filiere intese come Reti di Impresa; incentivare le agroenergie come fonti rinnovabili.
La crescita delle agroenergie rappresenta a nostro avviso lo strumento più efficace per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione del Paese nei diversi settori di produzione e un volano per la nostra economia”, ha proseguito Ausanio.
L’inserimento tra le attività connesse della produzione di energia elettrica e calorica da fonti agroforestali e fotovoltaiche, di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestale, costituirebbe il giusto riconoscimento alle imprese agricole del ruolo, sempre più determinante, che svolgono nel campo della produzione di energie da fonti rinnovabili, contribuendo in modo rilevante alla transizione ecologica in contrasto al climate change.
Si fa quindi necessario un definitivo chiarimento relativo alla tassazione di biogas e biomasse, come richiesto da tempo da Confagricoltura”, ha concluso Ausanio.
La Confederazione, infine, si è espressa in modo fermamente contrario alla tassazione sulla cessione del diritto di superficie, introdotta dall’ultima Legge di Bilancio, proponendo come correttivo l’esclusione dei contratti preliminari sottoscritti prima di dicembre 2024 e l’inserimento di una imposta sostitutiva.