PREMESSA

Le difficoltà di commercializzazione del comparto vino a causa dell’emergenza COVID-19 unita alle dinamiche assai incerte per quanto riguarda l’evoluzione dei mercati, tende a delineare una prospettiva preoccupante in vista della prossima vendemmia, col rischio che si creino tensioni complicate da gestire.

LA SITUAZIONE

In base ai dati del Ministero delle Politiche agricole “Cantina Italia” al 31 marzo 2020 il prodotto stoccato ammontava a oltre 60 milioni di ettolitri di prodotti vitivinicoli: 54 milioni di ettolitri di vino, 5,9 milioni di ettolitri di mosti e circa 260.000 ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione. Di questo il 57,5% è stoccato nelle regioni del Nord (il 25% circa in Veneto).
Oltre la metà del vino stoccato è a denominazione di origine protettad. In Piemonte sono detenuti 4,3 milioni di ettolitri di vino, all’incirca quasi il doppio del quantitativo ricavato dalla vinificazione di due vendemmie.
Una parte importante del prodotto stoccato in Piemonte è costituito da mosti di uve Moscato e di uve Brachetto, prodotti che non possono essere conservati a lungo senza un ,oro deperimento.
Il lockdown imposto per motivi sanitari ha inoltre inibito le attività di enoturismo, vendita diretta, agriturismo, con un danno pesantissimo per le imprese vitivinicole.

INIZIATIVE DA ADOTTARE

Ad avviso di Confagricoltura occorre individuare una serie di misure e con le quali intervenire per alleggerire il mercato; con ogni probabilità, se l’emergenza COVID-19 non terminasse in tempi rapidi, le giacenze potrebbero, infatti, portarsi ben oltre il limite fisiologico. Un altro elemento da tenere in considerazione – secondo Confagricoltura – è il drastico calo del fatturato delle imprese vitivinicole singole e delle cantine cooperative, che mette a rischio il pagamento dei fornitori, dei dipendenti e anche il pagamento degli acconti ai conferenti di uve: a questo riguardo occorre intervenire con adeguati finanziamenti per far fronte alle necessità di liquidità delle imprese singole e associate.

LE PROPOSTE

Per contrastare l’emergenza Confagricoltura ritiene opportuno attivare più azioni, di seguito indicate.

Proroghe autorizzazioni e snellimento burocrazia

Confagricoltura chiede che la Regione individui tutte le autorizzazioni, permessi, controlli, etc. previste a livello comunitario, nazionale e territoriale, prevedendo l’adozione, da parte delle autorità competenti, di una proroga adeguata, almeno fino al 31.12.2020. Chiede inoltre che la Regione, d’intesa con gli enti competenti, vari un piano di semplificazione burocratica di tutte le richieste di concessioni, permessi, autorizzazioni, variazioni, avviamento al lavoro, domande di contributi, etc. per dar modo alle imprese di fruire di tutte le necessità ordinarie e straordinarie rese particolarmente difficoltose dalla situazione emergenziale in atto.

Distillazione “sovvenzionata”

L’Associazione delle regioni vinicole europee (AREV) ha chiesto di “aprire, su iniziativa dei sindacati dei produttori, la distillazione sovvenzionata di vini a denominazione di origine colpita dal calo della domanda“. L’intervento potrebbe rivelarsi sicuramente utile per alcune denominazioni del Piemonte, rapportando l’aiuto/intervento alla rese per ettaro.

Riduzione della resa di uva (prima della vendemmia)

Considerato il particolare momento legato all’eccezionalità dell’evento COVID-19, pur non ritenendo di aderire formalmente al regime della “vendemmia verde”, in quanto normata da disposizioni europee dell’OCM recepite dagli Stati membri e dalle Regioni, Confagricoltura propone un intervento più snello di riduzione di resa del 20 – 25% delle Dop del Piemonte, con un’integrazione del reddito dei viticoltori erogato dalla Regione.
L’intervento avrebbe la sua peculiarità nella riduzione lineare orizzontale, eventualmente con un livello minimo fissato su base regionale per tutte le Dop per aver diritto agli aiuti e con un’ulteriore riduzione, adottata su decisione dei singoli consorzi di tutela, approvata e comunicata al più presto ai viticoltori per metterli in condizione di gestire la produzione, escludendo da tale intervento le denominazioni per cui sarà richiesta la “riserva vendemmiale”.

Riserva vendemmiale

Si tratta di una proposta indirizzata al futuro rilancio dei consumi, da adottare perle denominazioni più pregiate e per vini con invecchiamento obbligatorio. Occorrerà valutare se tale misura dovrà essere resa obbligatoria per tutti gli utilizzatori della denominazione. In caso di mancato sblocco la “ricaduta” dovrà essere su un vino da tavola.

Stoccaggio invenduto

Confagricoltura propone di procedere a un’operazione di stoccaggio volontario sovvenzionato di parte della produzione con aiuti pubblici.

Prestiti di conduzione per liquidità

Confagricoltura propone che la Regione, con lo strumento della legge 63/78, finanzi in modo straordinario la liquidità delle imprese vitivinicole singole e associate, per far fronte alle ordinarie spese di gestione e all’erogazione degli acconti ai soci/conferenti di uve.

Promozione

Confagricoltura ritiene che il Governo nazionale debba chiedere all’Unione europea l’attivazione di una promozione specifica per il vino, con l’integrazione, per un anno, del 50% delle risorse OCM ordinariamente stanziate. Chiede inoltre che la Regione si impegni, anche con risorse proprie, a studiare una campagna promozionale straordinaria da attivare non appena le condizioni lo suggeriranno, destinata ai Paesi potenzialmente recettivi per le produzioni del territorio.

Nuova proroga alla sospensione del divieto di circolazione dei mezzi pesanti. Grazie al decreto firmato martedì 7 aprile dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, potranno circolare anche durante le festività pasquali, da venerdì 10 a martedì 14 aprile.
La proroga avrà validità sulle strade extraurbane per i mezzi adibiti al trasporto cose, di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 tonnellate. Confermata anche fino a nuova disposizione governativa, la sospensione del divieto per i servizi di trasporto merci internazionale.
Il provvedimento firmato oggi reso ancora una volta necessario per far fronte all’emergenza coronavirus e superare un ulteriore elemento di criticità del sistema dei trasporti non più giustificato dall’attuale riduzione dei flussi di traffico.

Prefettura di Asti – sospensione divieto di circolazione

Il fine settimana di Pasqua che gli italiani dovranno trascorrere a casa sarà particolarmente pesante per i bilanci delle attività agrituristiche. Ad essere azzerate non sono soltanto, ovviamente, tutte le prenotazioni di Pasqua, ma anche quelle per i ponti del 25 aprile e del 1° maggio.
Confagricoltura, che promuove Agriturist, la più antica organizzazione agrituristica italiana, ricorda che nel nostro Paese sono 23.615 le aziende agrituristiche censite dall’Istat (2018): dodici anni prima erano poco più di 14.000 e nel 2010 non arrivavano a 20.000. La Toscana detiene il primato per numero di strutture, seguita sul podio da Trentino Alto Adige e Lombardia, mentre il Piemonte è la sesta regione.
In Piemonte – chiarisce il presidente regionale di Agriturist Lorenzo Morandisono attive 1.316 aziende agrituristiche (5,6% della quota nazionale), delle quali 914 con alloggio. Le aziende con ristorazione sono 793 ( 60 % del totale); quelle che offrono un servizio di degustazione (tipo enoturismo, per esempio) sono 687 (52 % del totale). Sono 1.013 (il 77% del totale) quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche – educative, agri-asilo”.
Confagricoltura precisa sul territorio regionale le aziende con ristorazione sono 793. “Nelle sole feste pasquali perderemo almeno 79.000 pasti, per un mancato incasso di 2,5 milioni di euro. Se la chiusura si protrarrà ai ponti del 25 aprile e del 1 maggio, la perdita di fatturato sarà di almeno altri 4 milioni di euro”.
Per quanto riguarda i pernottamenti, considerando che le aziende agrituristiche che offrono alloggio sono 914, in Piemonte la disponibilità raggiunge i 10.000 posti letto, il che significa, prudenzialmente, una perdita di fatturato di mezzo milione di euro per le feste pasquali.
Un altro grave danno che stanno subendo le imprese – sottolinea Morandi – è rappresentato dalla mancata apertura delle circa 400 fattorie didattiche: quelle più attive accolgono almeno un centinaio di visitatori alla settimana, che in questo periodo non hanno potuto ospitare. Nel solo mese di marzo stimiamo in oltre mezzo milione di euro il mancato incasso”.
A questo bisogna aggiungere i mancati incassi per quanto riguarda le aziende enoturistiche e le mancate vendite del vino ai visitatori che si recavano in cantina: prudenzialmente, solo per quanto riguarda le mancate degustazioni aziendali, i tecnici di Confagricoltura stimano un mancato introito di oltre 600.000 euro al mese.

Le attuali disposizioni in materia di contenimento del contagio da Covid-19 prevedono l’applicazione delle attuali restrizioni fino a Pasquetta, ma stando alle indiscrezioni – un nuovo decreto verrà emanato entro lunedì 13 – si andrebbe verso un prolungamento delle misure fino al 3 maggio. Potrebbero essere concesse deroghe per alcune attività legate alla filiera agroalimentare, sanitaria, farmaceutica. Il Governo starebbe valutando la possibilità di poche riaperture mirate nell’ambito dei codici Ateco delle attività essenziali.

Un’ordinanza firmata ieri sera dal presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio stabilisce la chiusura di tutti gli esercizi commerciali dalle 13 di domenica 12 aprile fino alla mezzanotte di lunedì 13 aprile, ad eccezione di farmacie, parafarmacie e di tutti gli esercizi dedicati alla vendita esclusiva di prodotti sanitari. Consentite le consegne a domicilio per tutti i settori merceologici, da eseguire nel rispetto delle regole di sicurezza.

 

decreto_presidente_della_giunta_regionale_n._41_-_9_aprile_2020