Soddisfazione di Confagricoltura per il “Bonus verde”,  l’incentivazione per il verde privato introdotta nella  Finanziaria, che prevede detrazioni del 36% per la cura dei giardini. Un provvedimento fortemente voluto dall’Organizzazione degli imprenditori agricoli, che ha supportato le azioni della Federazione nazionale di prodotto florovivaistico e il Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, necessario per far ripartire il settore a livello nazionale.
“Un risultato raggiunto grazie ad un bel lavoro di squadra – ha detto il presidente della Federazione di prodotto florovivaistico di Confagricoltura Francesco Mati – che ha coinvolto tutta la filiera composta da associazioni di vivaisti, floricoltori, progettisti del verde, tecnici, impiantisti, giardinieri e chiunque operi nel settore piante e giardini. Con questo il “Pacchetto casa” è completo. Speriamo che, ultimati i passaggi di legge, anche chi deve ristrutturare il giardino o costruirlo possa fruire di sgravi e incentivi così come per le altri parti legate alle abitazioni private”.
Un passaggio importante in Italia per far ripartire il lavoro in questo settore che riveste pari importanza del verde pubblico. Infatti i benefici che derivano da un giardino ben curato vanno oltre la proprietà privata e possono contribuire a migliorare la qualità dell’aria nelle città.
Il provvedimento, a parere di Confagricoltura, contribuirà a valorizzare la professionalità dei servizi di progettazione, costruzione e manutenzione del verde, con benefici sul fronte ambientale ed occupazionale, oltre che su quello del gettito fiscale, che potrà avere un sensibile aumento come ricaduta sul medio termine.
“Questo piccolo segnale da parte della politica di Governo per un settore vitale ed evoluto dell’agricoltura italiana – ha concluso Mati – dà ottimismo a tutti gli operatori che si augurano sia il primo di tanti passi da compiere per raggiungere il livello di qualità nel verde pubblico e privato presente negli altri Stati europei”.

Il primo appuntamento di GROW! – L’Action Tank di Agrinsieme si terrà a Roma martedì 10 ottobre, dalle ore 10 presso la Sala del Tempio di Adriano. Al centro dell’incontro, il futuro degli accordi di libero scambio per l’agroalimentare italiano.
Interverranno all’iniziativa, insieme a quaranta imprenditori:
Il Direttore Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma, Denis Pantini
Il Direttore Politiche Internazionali DG Agri della Commissione Europea, John Clarke
Il Ministro delle Politiche agricole, alimentarie e forestali Maurizio Martina
Saranno inoltre presenti il coordinatore nazionale di Agrinsieme Giorgio Mercuri e i Presidenti delle associazioni aderenti Dino Scanavino (CIA – agricoltori italiani), Massimiliano Giansanti (Confagricoltura) e Franco Verrascina (Copagri).
GROW! è la nuova piattaforma attraverso la quale il Coordinamento Agrinsieme intende mettere a disposizione delle istituzioni e dei propri associati un innovativo laboratorio di riflessione sulle policy che influenzano il settore.
Durante l’incontro sarà presentato in esclusiva uno studio condotto da Nomisma.

Usa e Canada sono i mercati oltre-confine più importanti dell’agroalimentare made in Italy dopo la Germania: nel 2016 le spedizioni di food & beverage dall’Italia al Nord-America hanno superato 4,6 miliardi di euro di euro in valore, pari al 12% del totale, e nei primi sette mesi di quest’anno le vendite italiane negli Usa sono aumentate di oltre il 7%. Sono i dati emersi da un’indagine realizzata da Agrifood Monitor di Nomisma e Crif sulle possibilità di espansione dell’agroalimentare italiano sul mercato nordamericano.
La survey ha cercato di capire la conoscenza e la reputazione dei prodotti italiani presso i consumatori Usa e canadesi facendo il punto sulle prospettive di export: il prezzo rappresenta il primo criterio di acquisto per oltre il 20% di statunitensi e canadesi (con punte che arrivano oltre il 40% nel caso dei consumatori del Mid-West), ma il “made in Italy ”è al primo posto come reputazione in termini di qualità presso tutti i consumatori Usa e al secondo posto per i canadesi.
Il tasso di penetrazione dei prodotti italiani è di circa l’80% per entrambi i Paesi e oltre il 10% dei consumatori possono essere definiti “authentic user”, ossia persone in grado di indicare brand di aziende italiane, che consumano prodotti del “Made in Italy” anche a casa e si dicono disposte a spendere di più per un prodotto del Belpaese.
Sempre secondo lo studio di Nomisma e Crif, inoltre,  nei prossimi 5  anni è previsto un aumento di oltre il 14% dei  redditi medi pro-capite negli Usa, oggi compresi tra i 42mila e i 57mila dollari annui, mentre in Canada la spinta potrebbe arrivare dal Ceta, l’accordo di libero scambio stipulato con l’Ue oggi in vigore in modalità provvisoria.
Gli Stati Uniti valgono oggi più di 130 milioni di euro di importazioni di cui l’Italia detiene una quota del 3,4% che scende al 2,6% in Canada Paese che complessivamente importa  food & beverage  per 32 miliardi di euro.
I prodotti dell’alimentare “made in Italy”  più ricercati negli Usa e in Canada sono vino, olio d’oliva, formaggi e pasta che rappresentano  il 65% circa delle esportazioni agroalimentari complessive.

(Photo credit: Italia a Tavola)

Confagricoltura ha insediato ieri la Federazione nazionale “Bioeconomia: prodotti e processi innovativi” che si occuperà di eco-innovazione e non food. A presiederla Ezio Veggia, già vicepresidente di Confagricoltura e delegato alle agroenergie dell’Organizzazione.

“Le politiche europee si stanno fortemente focalizzando sui temi dell’economia circolare e della bioeconomia – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti -. Non potevamo non tener conto dei nuovi paradigmi produttivi. La bioeconomia è l’economia che guarda al futuro, mettendo insieme l’agribusiness delle imprese agricole ed alimentari, l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale, il benessere della persona con il supporto della nutraceutica, i territori, il green job. In Italia tutta la bioeconomia rappresenta circa 269 miliardi di euro ed oltre 2 milioni di occupati. Di fatto è la prima economia del Paese”.

“La Federazione – ha aggiunto l’astigiano Ezio Veggia (già presidente di Confagricoltura Asti) – ha l’obiettivo di promuovere, assistere e coordinare tutta quella serie di attività economiche come le agroenergie, i bioprodotti, la bioedilizia, la biocosmesi, dove l’agricoltura, a vari livelli, svolge un ruolo di primaria importanza; settori che necessitano di una sempre maggiore integrazione delle diverse componenti delle filiere ed elevati livelli di ricerca ed innovazione”.

Tra i compiti della nuova Federazione di Confagricoltura: la determinazione delle specie colturali più adatte e delle biomasse da utilizzare nei nuovi processi produttivi; la promozione dell’uso efficiente della biomassa; l’utilizzo di tecniche agronomiche per l’incremento della sostanza organica nei suoli e della capacità di assorbimento della CO2; l’identificazione e l’utilizzo di terreni economicamente marginali per attività non food; la costruzione di nuove reti di logistica e fornitura di biomasse, ed in particolare di sottoprodotti; la divulgazione di processi innovativi come l’agricoltura di precisione e quella conservativa.

L’Organizzazione degli imprenditori agricoli prosegue così il proprio impegno nello sviluppo della bioeconomia che ha già portato, oltre al Cluster AgriFood, all’adesione a “Spring”, Il Cluster Tecnologico Nazionale della “Chimica Verde” con l’obiettivo di stimolare la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie, in costante dialogo con gli attori del territorio, e di perseguire i più recenti orientamenti dell’Unione Europea nel campo della bioeconomia.

1. Riutilizzare gli asciugamani Il cambio degli asciugamani o delle lenzuola in hotel prevede un enorme consumo di acqua, energia e detersivi: aderendo al programma di riutilizzo degli asciugamani durante il soggiorno, si aiuta la struttura ricettiva a ridurre i carichi di lavaggio fino al 17%.
2. Non stampare i biglietti aerei Non è necessario utilizzare carta per stampare il biglietto aereo, la prenotazione per l’hotel o l’auto a noleggio: tramite l’app di Volagratis.com è possibile avere a portata di mano tutte le informazioni di cui si può avere bisogno, in qualunque momento, risparmiando carta e tempo.
3. Limitare gli spostamenti e ridurre le emissioni di Co2 E’ preferibile scegliere un hotel che non sia lontano dalla città o dal luogo che si intende visitare: sarà più facile godersi il soggiorno, limitando gli spostamenti e, di conseguenza, le emissioni di CO2 in atmosfera.
4. Utilizzare i mezzi pubblici e il bike sharing Il modo migliore per scoprire una città è senza dubbio a piedi. In alternativa, Volagratis.com suggerisce l’utilizzo dei mezzi pubblici oppure della bicicletta, controllando se in città è attivo il bike sharing, o provando a chiederla in prestito all’hotel in cui si alloggia.
5. Spegnere i condizionatori e le luci quando si lascia la stanza Per non sprecare risorse in hotel, Volagratis.com ricorda di chiudere l’acqua del rubinetto quando non necessaria e di spegnere l’aria condizionata e le luci quando si lascia la camera.
6. Supportare i piccoli produttori locali Come souvenir, meglio scegliere prodotti originali per supportare il commercio e l’artigianato locale, facendo attenzione a non acquistare oggetti prodotti con piante o animali a rischio di estinzione.
7. Prediligere i piatti tipici e i prodotti del luogo Viaggiare significa anche conoscere le eccellenze enogastronomiche: meglio quindi provare piatti tipici del luogo, privilegiando ristoranti che utilizzano prodotti locali, a km0 e biologici.
8. Informarsi su come fare la raccolta differenziata È bene informarsi sulle modalità di raccolta dei rifiuti nel luogo di villeggiatura. Restano sempre valide regole come appiattire le scatole o schiacciare le bottiglie di plastica per ridurre gli imballaggi.
9. Scegliere destinazioni a basso impatto Scegliere strutture ricettive eco-friendly e pet-friendly per alloggiare, visitare riserve naturali, organizzare itinerari cicloturistici o percorsi a piedi, affidarsi a tour operator etici: sono alcune idee per godersi la vacanza nel rispetto della natura e delle persone.
10. Rispettare i costumi, la religione e gli stili di vita Essere turisti “sostenibili” significa rispettare non solo l’ambiente ma anche le persone che lo abitano: per questo, ricorda Volagratis.com, sarebbe importante informarsi prima di partire su usi e costumi locali, così da rispettare le regole del posto e le sue tradizioni.

Fonte Ansa