La Regione Piemonte, con la determinazione dirigenziale 718 del 18 luglio 2019 ha approvato la graduatoria del “Bando Alta Langa 2019”, che sarà pubblicata sul prossimo numero del Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte del 25 luglio 2019. La graduatoria sarà anche pubblicata alla pagina del sito istituzionale:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/agricoltura/viticoltura-enologia/superfici-iscrivibili-schedario

 

(foto tratta da: www.obiettivonotizie.it)

A Roma, a Palazzo della Valle, mercoledì 17 luglio, Confagricoltura ha premiato gli innovatori agricoli. Sul podio tredici imprese ed aggregazioni che si sono poste in evidenza per il proprio impegno nell’utilizzare le più avanzate soluzioni tecnologiche e digitali, nell’aggregarsi per raggiungere precisi obiettivi (l’unione fa la forza), nel combinare sostenibilità economica ed ambientale, nell’essere attenti al territorio, nel fare cultura e arte.
Sono intervenuti il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ed il Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio.
Diretto alle imprese agricole innovative, il premio nasce con l’idea di costruire un momento celebrativo che mostri quanto il settore sia già ricco di innovazione, mettendo in luce l’ampia e articolata offerta di soluzioni tecnologiche, di prodotto e di processo, organizzative, già poste in essere negli ultimi anni o in corso di sviluppo.
Prestigioso riconoscimento anche ad un’azienda astigiana associata a Confagricoltura Asti (presente il direttore Mariagrazia Baravalle), ovvero Michele Chiarlo Azienda Vitivinicola per aver vinto il primo premio nella categoria “Smart land, smart city“, che tratta le innovazioni che mettono in relazione le aree rurali con le aree urbane e progetti innovativi che uniscono arte, turismo e cultura creando sinergie fra la dimensione agricola e quella culturale nelle sue varie forme.
L’azienda Chiarlo è stata scelta sul fronte dell’innovazione grazie alla valorizzazione del territorio attraverso il connubio Vino-Cultura, Arte e Sostenibilità. In particolare, l’apertura di un Parco Artistico permanente nel vigneto con il coinvolgimento di Artisti di fama mondiale, seguita dalla realizzazione di un sistema multimediale che permette a chiunque di visitare il Parco autonomamente ed in modo gratuito fornendo informazioni relative alle opere, sia sculture che installazioni, che al territorio. L’azienda ha certificato i suoi 7 vini più importanti “ViVA wine Sustainable” per diffondere una cultura di riduzione di impatto ambientale e mantenere la biodiversità. Ha inoltre realizzato nel corso del 2018 la mitigazione della cantina attraverso il verde verticale che ha consentito un ideale inserimento paesaggistico nel territorio.
Abbiamo fortemente voluto questo Premio – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantiper mettere in luce l’ampia e articolata offerta di soluzioni tecnologiche, di prodotto, di processo ed organizzative che vengono adottate dagli imprenditori agricoli; e poi per valorizzare la loro creatività, lo spirito di aggregazione, apertura, coraggio, sostenibilità che pongono in campo. È fondamentale far emergere il ruolo, troppo spesso sottovalutato, delle aziende agricole come motore dello sviluppo”.
Tra le premiate, anche un’altra azienda piemontese, il gruppo CerealInnova di Pralormo nella categoria Reti.

 

 

 

Nelle foto le aziende piemontesi premiate con il direttore di Confagricoltura Asti Mariagrazia Baravalle e il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia

 

Alcune immagini della cerimonia di consegna del “Premio Nazionale per l’innovazione in agricoltura”

La proposta di legge con disposizioni per la valorizzazione della produzione enologica e gastronomica italiana, all’esame della Commissione Agricoltura di Palazzo Montecitorio, è espressione di un’ampia condivisione in Parlamento. Il testo presenta spunti interessanti che adeguatamente sviluppati possono contribuire concretamente a promuovere il patrimonio enogastronomico italiano, in grado di raccontare in modo significativo la ricchezza culturale, storica e artistica del Paese”. Lo ha sottolineato nell’intervento in audizione alla Camera il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari.
L’agroalimentare italiano, da intendersi come insieme di territori, marchi e materie prime, ma anche di capitali, va infatti a tutti gli effetti riconosciuto come il cuore economico pulsante del Paese. Vale la pena di ricordare che il settore muove circa 300 miliardi di euro, dando un concreto sostegno all’occupazione, con circa 2,5 milioni di persone impegnate a vario titolo in attività collegate al comparto primario. Questo contribuisce positivamente al saldo della bilancia commerciale, aiutando al contempo a promuovere un flusso notevole di export e rappresentando un asse portante della nostra economia”, ricorda Agrinsieme.
In ragione di ciò, si esprime apprezzamento per il concreto sostegno alla ricerca tecnologica applicata al settore vinicolo e gastronomico italiano previsto dalla proposta di legge, nella quale si parla espressamente della promozione di programmi di ricerca e innovazione, nonché di percorsi formativi e di aggiornamento in materia di sicurezza e salubrità degli alimenti. Analoga soddisfazione scaturisce dall’attenzione riservata nel testo alle attività di promozione dell’enogastronomia nazionale e della dieta mediterranea”, conclude il Coordinamento.

La Commissione non intende cambiare la sua proposta sui pagamenti agro- climatico- ambientali nel 1° pilastro, confermandone di fatto l’obbligatorietà per gli Stati membri e la volontarietà per gli agricoltori. Lunedì a Bruxelles il Ministro Centinaio ha confermato che l’Italia condivide l’ambizione della PAC post 2020 ma solo se quest’ultima non comporterà maggiori costi e oneri amministrativi per gli agricoltori, soprattutto se non adeguatamente retribuiti. A detta del ministro italiano la Commissione non può proporre un rafforzamento degli impegni di condizionalità e un maggior peso finanziario delle misure agro-ambientali nel I e nel II pilastro, prevedendo al contempo un taglio al budget agricolo. Attuare pratiche come la rotazione obbligatoria delle colture genera ulteriori costi di produzione e più controlli per l’agricoltore, senza alcuna remunerazione. Per questo Centinaio ha chiesto che i piccoli agricoltori e le zone svantaggiate siano esonerati della condizionalità, per evitare costi eccessivi per le aziende e per gli organi di controllo. Mentre per quanto riguarda lo strumento di gestione dei nutrienti dovrebbe essere implementato nel II pilastro, nell’ambito dei servizi di consulenza aziendale. Per Centinaio l’eco-regime obbligatorio nel 1° pilastro può comportare anch’esso complicazioni tecniche e amministrative per gli agricoltori, rischiando di sovrapporsi alle le misure di sviluppo rurale. Si è anche detto d’accordo a destinare il 30% dei fondi di sviluppo rurale per finanziare misure ambientali-climatiche, ma chiede che in tale quota siano compresi i pagamenti nei confronti delle aree svantaggiate. Il Ministro ha concluso ricordando che l’Europa deve garantire, attraverso l’etichettatura, trasparenza nell’informazione al consumatore e valorizzazione delle produzioni UE.

Il biometano derivante da matrici agricole contribuisce a vincere le nuove sfide per la mobilità sostenibile, con il raggiungimento dell’obiettivo previsto al 2030 per le rinnovabili nei trasporti; assicura – in armonia con gli indirizzi UE e nazionali – lo sviluppo di una economia sempre più circolare, attraverso l’utilizzo di effluenti zootecnici, residui, sottoprodotti delle attività agricole, agroalimentari e di colture di integrazione. Il rapido sviluppo della filiera italiana del biometano permette di avere immediati impatti benefici sul PIL e consente all’Italia di assumere un ruolo di leadership a livello globale in questo settore. Lo ha sottolineato Confagricoltura partecipando al tavolo istituzionale sul biometano agricolo per autotrazione, convocato dal sottosegretario allo Sviluppo economico Davide Crippa e che ha visto la partecipazione anche del sottosegretario MISE Andrea Cioffi.
Confagricoltura ha apprezzato l’avvio del tavolo istituzionale che ha rappresentato un’importante occasione di confronto con gli operatori su un settore che ha un enorme potenziale e un ruolo strategico nella decarbonizzazione. Si sconta un forte ritardo nell’avvio degli investimenti – a più di un anno dall’emanazione del secondo decreto di promozione del biometano – che è dovuto ad alcune incertezze normative, ma soprattutto alla mancanza di una strategia progettuale condivisa tra i diversi attori della filiera. Da ciò la necessità del confronto.
In particolare, Confagricoltura ha chiesto di favorire le riconversioni, anche parziali, a biometano degli impianti esistenti, attraverso i seguenti interventi: mantenere inalterate le condizioni di esercizio del digestore (tipologia biomasse utilizzabili) per quanto riguarda la produzione della quota di biogas che continua ad essere cogenerata; chiarire che anche la quota di biogas che rimane in cogenerazione, una volta concluso il periodo di incentivazione dell’elettrico, possa essere riconvertita a biometano beneficiando dei relativi incentivi; superare l’attuale requisito del periodo residuo di incentivazione (2-3 anni) per gli impianti entrati in esercizio prima del 2008. Per il futuro ha anche sottolineato l’esigenza di favorire lo sviluppo di filiere dedicate – agricoltura, industria, trasporti, grande distribuzione – che siano in grado di assicurare al biometano quel valore aggiunto con investimenti nel settore.
Ad avviso di Confagricoltura occorre dare continuità a quanto previsto dalla legge di bilancio sull’incentivazione degli impianti a biogas per garantire innanzitutto il prosieguo dello sviluppo degli impianti a biomasse e biogas di potenza fino a 300 kW, mantenendo il livello di incentivazione del DM 23.06.2016. In particolare il settore zootecnico potrà avere benefici non solo economici, ma anche di accettabilità sociale (emissioni odorigene sostanzialmente ridotte) e benessere animale.
L’Italia – ha ricordato Confagricolturaè il quarto produttore mondiale di biogas, con circa 1700 impianti attivi. Nell’ambito delle energie rinnovabili, questo comparto è quello a maggiore intensità occupazionale che, ad oggi, ha creato oltre 6.400 posti di lavoro stabili. Inoltre, il Paese vanta una leadership tecnologica consolidata sul metano e all’avanguardia nel mondo. È il primo mercato europeo per i consumi di metano per autotrazione, con circa 1,1 miliardi di metri cubi consumati e circa 1 milione di veicoli attualmente in circolazione serviti da oltre 1.300 stazioni di servizio“.