Termina oggi la missione a Washington del Commissario UE Phil Hogan per evitare, dopo l’accordo tra Usa e Cina, l’inizio di una “guerra” commerciale tra le due sponde dell’Atlantico. Continua, intanto, il pressing di Confagricoltura per contrastare le nuove ipotesi di dazi aggiuntivi statunitensi sui prodotti agroalimentari europei. Dopo la conclusione, il 13 gennaio, della consultazione pubblica avviata dall’Amministrazione USA, si attende ora la decisione, che sarà assunta in tempi brevi, sui prodotti a cui applicare le tariffe doganali, che potrebbero arrivare fino al 100 per cento su vini, pasta e olio d’oliva importati dall’Italia. Potrebbero essere aumentati anche i dazi, in vigore da ottobre, su formaggi, agrumi e salumi “Made in Italy”. Per questo, dopo l’incontro a Bruxelles e la lettera inviata al Commissario Europeo al Commercio Phil Hogan alla vigilia della missione negli USA, il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed al ministro per gli Affari Esteri Luigi Di Maio per ringraziarli per le iniziative politiche e diplomatiche finora intraprese e per chiedere un rafforzamento delle azioni nei confronti dell’Amministrazione statunitense, con l’obiettivo di scongiurare ulteriori ed ingiustificate penalizzazioni per gli operatori italiani. “E’ difficile comprendere come un contenzioso ultradecennale sugli aiuti pubblici ai consorzi Airbus e Boing – commenta il presidente Giansanti – possa mettere a rischio la tenuta e le prospettive del sistema agroalimentare europeo. Se i nuovi dazi venissero applicati ai nostri prodotti, compresi quelli a indicazione geografica protetta, rischieremmo una perdita di posizioni sul mercato statunitense, con pesanti danni economici per le filiere produttive interessate, a cui si sommerebbe la perdita di un numero rilevante di posti di lavoro”. A tale riguardo Confagricoltura ha apprezzato molto l’attenzione che l’ambasciata a Washington ha dedicato al tema del riconoscimento e della tutela delle indicazioni geografiche protette. Confagricoltura ricorda che le esportazioni del ‘Made in Italy’ agroalimentare destinate al mercato statunitense ammontano a 4,5 miliardi di euro l’anno. Si tratta del primo mercato per i nostri prodotti fuori dall’Unione Europea ed il terzo in assoluto. Quasi la metà delle esportazioni totali è assicurata dalle vendite di vini, pasta alimentare e olio d’oliva.

Gli ultimi dati relativi all’accordo Unione europea-Canada (CETA) dimostrano che l’unica strada perseguibile per rilanciare l’export, in base a principi di reciprocità ed equilibrio tra le parti, è quella dei negoziati bilaterali. L’alternativa, a seguito pure della difficoltà di intese WTO, finisce per essere quella dei rapporti di forza basati sull’imposizione di dazi e sulle inevitabili misure di ritorsione, come sta accadendo, negli ultimi tempi, tra Ue-Usa”. Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.
In base alle elaborazioni del Centro Studi di Confagricoltura su dati Istat, a seguito dell’accordo CETA, le esportazioni di prodotti agroalimentari italiani sul mercato canadese sono aumentate nel complesso del 9,7% (gen-set 2019 su gen-set 2018).
Circa un quinto dell’export totale, in valore, dell’Italia verso il Canada è composto da prodotti agricoli ed agroalimentari e, di questi, quasi il 40% è costituto da prodotti vitivinicoli.
C’è sempre più interesse per vini e spumanti made in Italy di qualità, tanto è vero che le esportazioni di imbottigliato in recipienti superiori a 2 litri (come ad esempio il vino sfuso o in damigiana) sono fortemente diminuite, sia in valore, sia in quantità (-33,8%). C’è indubbiamente una fascia di consumatori che apprezzano i vini e gli spumanti italiani (+12%) di qualità, trainati dal Prosecco, e che sono disposti a spendere di più.
Il Ceta – pone in evidenza l’Organizzazione degli imprenditori agricoli – fa bene anche alle esportazioni dei nostri formaggi che, nel primo trimestre 2019, sembravano avere avuto una battuta d’arresto e che invece, tra giugno e settembre, risultano al di sopra della media mensile.
Importante nell’accordo Unione europea-Canada, ad avviso di Confagricoltura, pure la tutela delle indicazioni geografiche agroalimentari, in particolare delle dieci che rappresentano il 90% del valore dell’export di tutte le denominazioni agroalimentari del nostro Paese. E’ il caso delle denominazioni ‘Prosciutto di Parma’ e ‘Prosciutto San Daniele’ che non potevano essere utilizzate in Canada da oltre venti anni.

Confagricoltura ha rinnovato la convenzione con FCA che prevede speciali condizioni d’acquisto di auto Fiat, Alfa Romeo, Abarth, Lancia, Jeep e Fiat Pro. Le facilitazioni prevedono sconti per i soci Confagricoltura che vanno da un minimo del 6% a un massimo del 39% sul prezzo di listino. La validità dell’accordo è estesa fino al 31 gennaio 2020. Per informazioni rivolgersi agli uffici delle Unioni Agricoltori.

Scarica qui l’elenco di sconti ed agevolazioni: Sconti-FCA-2019

 

A seguito della pubblicazione, il 30/12/2019, della determinazione dell’Agenzia delle Dogane, a partire dal 1° aprile 2020 per gli esercenti depositi per uso privato, agricolo ed industriale di capacità superiore a 10 mc e per gli esercenti apparecchi di distribuzione automatica di carburanti per usi privati, agricoli ed industriali collegati a serbatoi la cui capacità globale supera i 5 mc, è previsto il nuovo obbligo di:

  • denuncia del deposito o del distributore;
  • contabilizzazione dei prodotti energetici in un apposito registro di carico e scarico.

In particolare la nota dell’Agenzia delle Dogane entra nel dettaglio delle modalità semplificate di tenuta del registro di carico e scarico per gli esercenti:

  • i depositi per uso privato, agricolo ed industriale di capacità superiore a 10 mc e inferiore a 25 mc;
  • gli apparecchi di distribuzione automatica di carburanti per usi privati, agricoli ed industriali collegati a serbatoi la cui capacità globale risulti superiore a 5 mc e non superiore a 10 mc.

Il presidente dell’Organizzazione degli imprenditori agricoli interviene al convegno del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri

Uno specifico piano di azione concordato tra le Istituzioni politiche, Forze dell’Ordine, imprese, parti sociali e Autorità preposte, teso non solo al recupero del controllo dell’indotto agroalimentare, ma anche dell’intero territorio. E’ quanto ha chiesto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti nel suo intervento al convegno “Salute e Agroalimentare: dalla Sicurezza più qualità”, organizzato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Giansanti ha ricordato come l’agricoltura italiana si sia profondamente rinnovata: è cresciuta ed ha saputo valorizzare in particolar modo le produzioni vegetali di più alto pregio, che hanno permesso all’Italia di conquistare un ruolo guida tra i Paesi agricoli dell’Europa. Nel 2018 il valore aggiunto dell’agricoltura italiana è stato stimato su 32,2 miliardi di euro. Quello della Francia in euro 32,1 miliardi; della Spagna in euro 30,2 miliardi e alla Germania in 16,8 miliardi. E questo valore aggiunto è il risultato di produzioni importanti per quantità e qualità.
Il settore dei prodotti agroalimentari, soprattutto di qualità (DOP, IGP), costituisce un segmento nel quale l’Italia riveste in Europa un ruolo guida, non solo per il numero di riconoscimenti ottenuti (esclusi i vini sono 299 i prodotti alimentari tutelati in Italia sugli 822 protetti nella UE), ma anche per la capacità di farne un traino per l’economia ed i territori. Nel 1992 i marchi DOP e IGP costituivano una piccola nicchia di mercato. Oggi sviluppano un fatturato all’origine di circa sette miliardi di euro, che diventano oltre 14,7 al consumo e un giro di affari all’estero di 3,5 miliardi. Dal 2008 ad oggi il fatturato della produzione è aumentato del 46%, quello al consumo del 63%, ma il vero e proprio boom è stato quello dell’esportazione, più che triplicata.
A fronte di questa situazione – ha rimarcato il presidente di Confagricolturanon si è però ancora consolidata un’adeguata tutela internazionale della nostra produzione agricola, soprattutto di quella che si fregia di riconoscimenti di marchi o di titoli valoriali, che ne attestano la genuinità, la qualità, le capacità nutrizionali”.
Questo non può far dimenticare gli interventi compiuti dall’ICQRF a tutela dei prodotti italiani fuori dai confini nazionali e sul web. Le iniziative di controllo nel 2018 sono state 561 nel settore del vino. Gli interventi a tutela delle produzioni agricole fuori dai confini nazionali e sul web sono stati, negli ultimi quattro anni, pari a 2763.
Questa azione di contrasto – ha rimarcato Giansanti – pur avendo dato risultati positivi e lusinghieri, e a cui va il nostro sincero riconoscimento, va potenziata per combattere i danni incalcolabili che procura la contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani, compresa l’imitazione servile delle nostre produzioni, che va sotto il nome di italian sounding”.
Per questo, a parere di Confagricoltura, occorre rivedere la normativa penale, oramai superata e comunque non adeguata a fronteggiare organizzazioni criminali che oggi si avvalgono di mezzi e strutture tecnologiche, particolarmente sofisticate e che agiscono su base transnazionale; ponendo al centro della tutela repressiva, nuovi valori come quelli identitari del patrimonio agroalimentare, che racchiude in sé, non solo le tradizioni, ma che rappresenta anche la sintesi dei saperi e delle capacità creative ed innovative del mondo produttivo.
Ma è l’intero ‘Sistema Paese’ – ha concluso il presidente Giansanti – che deve dare risposte e trovare soluzioni per soddisfare le istanze di innovazione di un’imprenditoria agricola impegnata sul fronte dell’ammodernamento delle proprie strutture e di una crescita competitiva delle proprie produzioni”.

 

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti al convegno organizzato dal Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri