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Paolo Ricagno resta presidente del Consorzio dei Vini d’Acqui (Brachetto) “Ora fronte comune per sciogliere i nodi della viticoltura: reddito, costi, manodopera”

Paolo Ricagno, presidente uscente, è stato eletto domenica scorsa all’unanimità per i prossimi tre anni 2022-2024 alla guida del Consorzio dei Vini d’Acqui che tutela Brachetto d’Acqui, Acqui docg e Dolcetto d’Acqui doc. Una conferma della continuità – Ricagno è alla guida del Consorzio da 25 anni – con cui l’ente consortile vuole affrontare le prossime sfide.
Con Ricagno sono stati nominati vicepresidenti Massimo Marasso (F.lli Martini) per le Case Spumantiere e Bruno Fortunato (TreSecoli) per la Parte Agricola.
Credo si debba partire dalla vigna e dai mercati per rivedere l’intera filiera vitivinicola piemontese – è stata la prima dichiarazione del presidente confermato. Oggi – ha spiegato – serve agire in fretta sulla cura dei vigneti, per formare manodopera esperta e, magari, accedere a nuove tecnologie. In Piemonte mancano potatori e trattoristi con esperienza. A mio avviso questa regione deve dotarsi di corsi professionali che insegnino tecniche e professioni viticole ai giovani, per il loro futuro e il futuro della viticoltura piemontese. Poi c’è il capitolo delle nuove tecnologie. Oggi i droni, purtroppo, sono utilizzati nelle guerre moderne, usiamoli anche in viticoltura, nei trattamenti mirati, in collaborazione con le industrie che producono i prodotti migliori e più sostenibili, per tagliare i costi della conduzione del vigneto in modo che i nostri viticoltori e le nostre aziende agricole abbiano redditi più dignitosi e in grado di garantire un domani. In questo senso l’opera di agronomi preparati e aggiornati potrebbe fare la differenza. Poi c’è il nodo mercati: capire dove stanno andando e come si stanno evolvendo, attraverso analisi e continui studi, è fondamentale per lo sviluppo del vigneto Piemonte“.
Ricagno, nel suo intervento, ha auspicato anche un patto tra Consorzi vinicoli di tutela: «Ci vuole una rinnovata intesa tra gli enti consortili che governano le maggiori e più grandi denominazioni piemontesi: Asti, Moscato d’Asti, Barbera d’Asti, Brachetto d’Acqui, Gavi, Colli Tortonesi e altri che vorranno farne parte, possono creare una rete di idee e progetti che traghetti il mondo del vino piemontese verso un futuro positivo e propositivo, lontano da campanilismi ed egocentrismi inutili, pericolosi e anche antistorici».
Il nuovo Consiglio di Amministrazione per il prossimo triennio risulta così composto: per i produttori di uve: Andrea Botto (azienda agricola Botto), Mauro Olivieri (Cantina sociale di Nizza Monferrato), Evasio Polidoro Marabese (Cantina sociale di Maranzana), Fabio Marian (La Torre di Castel Rocchero), Silvano Marchetti (Tenuta Bastieri), Giovanni Frola (Cantina sociale di Fontanile).
Per i vinificatori: Paolo (Cantina Vecchia Alice Bel Colle), Bruno Fortuna (Tre Secoli), Filippo Mobrici (Bersano), Alberto Canino (Tosti1820), Antonio Massucco (Banfi), Gianfranco Santero (958 Santero). Per gli imbottigliatori: Riccardo Capetta (Capetta), Nenad Roth (F.lli Gancia), Lorenzo Barbero (Davide Campari), Massimo Marasso (F.lli Martini). Il collegio sindacale è composto da: Barbara Carrero, presidente (Studio Bertone Fassio), Enzo Gerbi (Cantina sociale Barbera dei Sei Castelli), Claudio Negrino (Cantina sociale Alice Bel Colle) con, come sindaci supplenti: Ezio Fassio (Studio Bertone Fassio) e Giuseppe Bologna (Braida Srl).

 

Il riconfermato presidente Paolo Ricagno (foto: acquinews.ilpiccolo.net)