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Aumentare i fondi destinati all’agricoltura per compensare le conseguenze dell’inflazione. E’ la richiesta avanzata da Confagricoltura in vista della presentazione, il 20 giugno, delle proposte della Commissione UE sulla revisione di medio termine del quadro finanziario pluriennale dell’Unione.
E’ un dato di fatto la grande discrepanza tra l’inflazione prevista quando il bilancio pluriennale fu approvato e quella reale – sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantil’aumento dell’inflazione, inoltre, ha innescato un rialzo senza precedenti dei costi di produzione, a partire dall’energia“.
Stando alle previsioni della Banca Centrale Europea, solo nel 2025 l’inflazione tornerà ad attestarsi attorno al 2%. Senza l’adeguamento del bilancio agricolo, i trasferimenti diretti agli agricoltori e gli incentivi agli investimenti sono destinati a ridursi del 20% in termini reali. La Commissione ha segnalato che già nel 2022 gli investimenti hanno fatto registrare una preoccupante diminuzione, mentre le imprese agricole sono chiamate ad accrescere la sostenibilità ambientale della produzione e a ridurre la pressione sulle risorse naturali.
Intanto la Commissione ha presentato la proposta di bilancio dell’Unione per il 2024. Per la Politica Agricola Comune è stata prevista una spesa di 53,8 miliardi di euro: una somma praticamente invariata rispetto a quella assegnata per l’anno corrente, nonostante un rialzo dell’inflazione che, secondo i dati di Eurostat, è salita ad aprile del 7% sullo stesso mese del 2022.

Chiediamo al Parlamento Europeo di prendere posizione a favore dell’invarianza in termini reali del bilancio pluriennale per l’agricoltura”. E’ la richiesta avanzata dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, in una lettera indirizzata agli europarlamentari italiani, in vista dei prossimi passaggi a livello istituzionale per la definitiva approvazione dell’accordo raggiunto tra i Capi di Stato e di Governo sul piano di rilancio dell’economia e sul bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027.
L’accordo è di fondamentale importanza – sottolinea Giansanti – per il futuro del processo di integrazione europea e per la salvaguardia del mercato unico. Con riferimento, però, al bilancio dell’Unione per i prossimi sette anni, alcuni aspetti possono essere migliorati grazie all’azione del Parlamento Europeo”.
Confagricoltura ricorda che il Consiglio Europeo ha concordato per l’agricoltura una dotazione finanziaria per il 2021-2027 inferiore del 10% in termini reali rispetto a quella assegnata per il periodo in scadenza alla fine di quest’anno. In valore assoluto, la riduzione ammonta nel complesso a 40 miliardi di euro.
Nell’ambito, poi, dei fondi che saranno mobilitati per il ‘Next Generation UE’ – rileva il presidente di Confagricolturalo stanziamento previsto per lo sviluppo rurale è di 7,5 miliardi. Appena l’1% sul totale. Una somma troppo limitata per un settore che l’emergenza sanitaria ha messo in luce come essenziale”.
Sulla base delle indicazioni già formulate dalla Commissione – prosegue Giansanti – il nostro settore sarà chiamato ad assumere nuovi impegni per una maggiore sostenibilità ambientale, per la tutela della biodiversità e delle risorse naturali. Ai nuovi impegni, però, deve corrispondere un volume di risorse adeguate per le necessarie innovazioni tecnologiche e per il supporto dei redditi”.
Una richiesta analoga a quella di Confagricoltura è stata lanciata nei confronti degli europarlamentari spagnoli dall’Asaja, l’associazione dei giovani agricoltori.

La proposta di compromesso sul piano per la ripresa ha tutti presupposti per far ripartire l’economia europea e salvaguardare il mercato unico. Per l’agricoltura, invece, le indicazioni contenute nel progetto relativo al bilancio pluriennale dell’Unione non sono favorevoli”.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ha così commentato le proposte di compromesso presentate dal presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, in vista della riunione dei capi di Stato e di Governo della UE che si svolgerà il 17 e 18 luglio.
Sul piano finanziario – sottolinea Giansanti – c’è un miglioramento rispetto alle proposte finora in discussione. Tuttavia, in termini reali, la dotazione per l’agricoltura nel periodo 2021-2027 sarebbe comunque inferiore di circa il 10% a quella attuale”.
Inoltre, la bozza di compromesso del presidente del Consiglio Europeo contiene alcune indicazioni che contrastano con una visione della PAC che è, e deve restare, una politica economica a sostegno della produzione e della competitività delle imprese senza discriminazioni in base alla dimensione”.
Il massimale proposto per i pagamenti diretti (capping) alle imprese più grandi colpirebbe le strutture che producono per il mercato e più aperte alle innovazioni tecniche necessarie per una maggiore sostenibilità ambientale – puntualizza il presidente di Confagricolturala cosiddetta convergenza esterna, per ridurre il divario dei pagamenti diretti erogati nei diversi Stati membri, è uno strumento antieconomico perché non tiene conto dei divari esistenti in termini di costi di produzione e potere d’acquisto. Come ha già rilevato la ministra Bellanova, l’Italia sarebbe tra gli Stati membri più penalizzati”.
Sono incerte le prospettive dei mercati e dei consumi dopo la pandemia; il sistema multilaterale di gestione degli scambi è in piena crisi; rischiano di salire le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e non sembra a portata di mano l’accordo con il Regno Unito. Inoltre, l’emergenza sanitaria ha riproposto la questione della sovranità alimentare europea”.
Nell’attuale situazione di incertezza – aggiunge Giansanti – il Consiglio Europeo dovrebbe limitarsi a fissare il bilancio pluriennale dell’Unione per l’agricoltura, lasciando aperte tutte le strade per le scelte finali sulla riforma della PAC. Per essere di reale supporto al settore agricolo, la nuova PAC dovrà essere varata in base all’evoluzione di questo scenario, mettendo da parte una visione contraria alle regole dell’economia e allo spirito d’impresa”, conclude Giansanti.

All’indomani della Brexit, il mancato accordo al Consiglio europeo sul bilancio pluriennale è preoccupante. L’Unione europea, però, non può uscire dalla crisi con un bilancio bloccato sull’1% del PIL degli Stati membri. E’ una questione di visione strategica, non solo di solidarietà. Esprimo pieno apprezzamento per la posizione assunta dal presidente del Consiglio Conte”.
E’ il commento del presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sull’esito del Consiglio europeo che non è riuscito a raggiungere un’intesa sul quadro finanziario della UE per il periodo 2021-2027.
Nonostante alcuni miglioramenti emersi nel corso dei lavori – aggiunge Giansanti – per l’agricoltura, chiamata ad aumentare la sostenibilità ambientale, c’era sul tavolo un taglio dei fondi per i prossimi anni di oltre il 10% rispetto alla dotazione attuale”.
In più, era confermato il varo di strumenti particolarmente penalizzanti per le imprese agricole italiane, come la convergenza degli aiuti diretti erogati nei diversi Stati membri senza alcun riferimento alla diversità dei costi di produzione, e il blocco dei pagamenti alle imprese di maggiore dimensione”.