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Anche quest’anno la Regione Piemonte ha aperto il bando che dispone il risarcimento dei danni causati dalle predazioni da grandi carnivori selvatici al patrimonio zootecnico. Il sostegno avviene attraverso il rimborso diretto del 100% del valore commerciale del capo. Vengono inoltre riconosciuti: il risarcimento dei capi dispersi a seguito dell’evento predatorio, se inseriti nel verbale ASL; le spese veterinarie e farmaceutiche per gli animali feriti; il risarcimento delle perdite di produzione. Il bando, che ha una dotazione finanziaria di 270 mila euro, dispone la presentazione delle domande entro il 15 dicembre prossimo sul sistema Piemonte, alla sezione “Danni da avversità atmosferiche e altri aiuti di stato (NEMBO)” che si trova alla seguente pagina:

https://servizi.regione.piemonte.it/catalogo/danni-avversita-atmosferiche-altri-aiuti-stato-nembo

Il risarcimento andrà agli allevatori piemontesi di ovini, caprini, bovini, equidi ed altre specie zootecniche, iscritti all’Anagrafe Agricola regionale e che hanno subito predazioni nel periodo dal 1° gennaio al 30 settembre 2023. Il beneficiario non può aver richiesto e non potrà richiedere successivamente altre agevolazioni pubbliche (secondo altre normative regionali, nazionali, comunitarie o comunque di natura pubblica) per le stesse voci oggetto della domanda di bando. Per saperne di più si può consultare il bando al link:

https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/risarcimento-danni-2023-predazione-grandi-carnivori

La risoluzione votata dal Parlamento Europeo sui grandi carnivori è un importante passo avanti che pone attenzione al tema dell’espansione incontrollata dei predatori, in particolare in montagna. Confagricoltura aveva portato la questione all’attenzione dei parlamentari europei, evidenziando come l’eccessiva presenza dei grandi carnivori, in particolari lupi, abbia causato attacchi sempre più frequenti alle greggi e agli allevamenti, procurando ingenti danni economici alle aziende agricole e pericolo per le comunità dei territori montani.
Secondo i dati del Copa Cogeca, l’Italia è lo Stato UE che ha aumentato più di tutti la popolazione del lupo, con una crescita dell’87% negli ultimi cinque anni.
Confagricoltura si è fatta portavoce delle forti preoccupazioni degli imprenditori agricoli presso tutte le istituzioni nazionali ed europee, per una presa di posizione efficace a tutela delle attività del settore primario e degli alpeggi, che sono a tutti gli effetti un’attività economica e di presidio del territorio.
Per la prima volta il Parlamento europeo si esprime sull’argomento – evidenzia la Confederazione – riconoscendo l’esistenza di un problema di coesistenza che andrà monitorata sulla base di dati scientifici.
La prossima settimana – conclude Confagricoltura – è prevista una riunione della Convenzione di Berna in cui sarà trattato, anche sulla base del voto, il tema del declassamento del lupo da specie “strettamente” protetta a “semplicemente” protetta.