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Mercoledì a Roma, Confagricoltura (in rappresentanza dei datori di lavoro agricoli), Confederdia e Cida (queste ultime in rappresentanza dei lavoratori) hanno sottoscritto l’accordo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dirigenti dell’agricoltura, scaduto il 31 dicembre 2020.
L’aumento complessivo concordato è pari a 175 euro mensili da corrispondersi in due tranche:
• 1a tranche di 100,00 € con decorrenza 1° marzo 2022;
• 2 a tranche di 75,00 € con decorrenza 1° ottobre 2022.
L’accordo prevede anche un adeguamento del premio per la polizza di responsabilità civile e/o penale connessa alla prestazione del dirigente (art. 35 del CCNL).
L’aumento retributivo concordato risulta coerente con gli indicatori di riferimento e con la particolare qualificazione professionale della categoria ed è stato concordato senza arretrati, né una tantum.
Per ulteriori informazioni le aziende datoriali possono contattare gli uffici paghe delle Unioni Agricoltori.

Nella sede nazionale di Confagricoltura, a Palazzo della Valle, si sono aperte le trattative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale degli operai agricoli e florovivaisti. Il confronto è stato avviato a due mesi dalla ricezione della piattaforma sindacale e prima della scadenza dell’attuale contratto, prevista per il 31 dicembre 2021.
La tempestività con cui è stato avviato il negoziato, nonostante il difficile contesto che il Sistema Paese sta vivendo, è la dimostrazione del senso di responsabilità della parte datoriale e dell’attenzione che Confagricoltura ripone verso i lavoratori delle aziende agricole. Le imprese soffrono infatti la forte instabilità dei prezzi delle materie prime e gli aumenti dei costi di produzione e dell’energia che si ripercuotono su tutte le filiere.
Per alcune produzioni – evidenzia il delegato al Lavoro della Giunta di Confagricoltura, Sandro Gambuzzaalla fiammata dei costi si aggiunge una difficile situazione di mercato che spinge verso il basso i prezzi all’origine. I lavoratori e le lavoratrici, dal canto loro, fanno i conti con gli effetti inflattivi nella vita quotidiana, a partire dal rincaro delle bollette. Se questo fenomeno inflattivo sia di passaggio o destinato a durare, si scoprirà soltanto con il tempo, gestendolo con i giusti strumenti”.
Confagricoltura e le altre sigle datoriali intendono affrontare con spirito proattivo i punti fondamentali relativi al rinnovo del CCNL, a partire dalla flessibilità degli orari, passando per il salario minimo, fino alla stabilizzazione dei rapporti di lavoro (coerentemente con la natura necessariamente stagionale del lavoro agricolo). Il sistema contrattuale del settore primario è all’altezza della sfida: lo dimostra la formalizzazione di circa il 90% dei contratti provinciali di lavoro, anche se in certi casi con qualche ritardo.
La platea interessata dal rinnovo del CCNL è composta da circa 180.000 aziende assuntrici di personale e oltre 1 milione di lavoratori, di cui 110.000 assunti a tempo indeterminato e 950.000 a tempo determinato. Di questi ultimi, mezzo milione costituisce la parte più strutturale e qualificata, con oltre cento giornate lavoro annue.

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 7 luglio, nella sede di Confagricoltura, è stato sottoscritto il verbale di accordo per il rinnovo del CCNL per i quadri e gli impiegati agricoli per il quadriennio 2020 – 2023.
Questi gli aspetti salienti dell’accordo di rinnovo:

– aumento retributivo: è stato concordato un aumento retributivo del 2% in unica soluzione con decorrenza dal 1° luglio 2021; per il periodo di carenza (il contratto è stato rinnovato oltre 18 mesi dalla scadenza) è stata prevista un’indennità una tantum, differenziata per le sei categorie di lavoratori (225 euro per la III categoria), da corrispondere nel mese di ottobre 2021;
– classificazione del personale: sono state aggiornate alcune declaratorie dei profili professionali degli impiegati per adeguarle alle innovazioni tecnologiche intervenute e alle nuove professionalità del mondo del lavoro, inerenti la digitalizzazione e l’analisi dei dati;
– apprendistato: anche per gli impiegati è stato disciplinato il contratto di apprendistato per la qualifica e il diploma di istruzione secondaria superiore (primo livello) e di alta formazione e ricerca (terzo livello);
– orario di lavoro: è stato previsto un impegno delle parti ad esercitare a livello territoriale, in occasione del prossimo rinnovo, le deleghe previste dagli articoli 18 (orario di lavoro), 19 (lavoro straordinario) e 20 (riposo settimanale);
– attività bilaterali: è stato istituito all’interno dell’EBAN un Comitato paritetico permanente con il compito di coordinare e gestire le attività bilaterali in favore dei quadri e impiegati agricoli;
– ferie solidali: è stato disciplinato l’istituto delle ferie solidali, in attuazione dell’art. 24 del d.lgs. n.151/2015 in favore dei lavoratori che assistono familiari che necessitano di cure costanti per gravi motivi salute;
– trasferte: è stata ridefinita la disciplina economica delle trasferte di cui all’art. 34 del CCNL, attraverso la riduzione della maggiorazione a titolo di rimborso delle spese non documentabili – dal 25 al 10 per cento – e l’introduzione di un’indennità giornaliera di trasferta nella misura esente da contribuzione e tassazione (15,00 euro);
– preavviso: sono stati ulteriormente ridotti i termini di preavviso di licenziamento per il personale assunto a decorrere dal 7 luglio 2021.

Ieri nella sede nazionale di Confagricoltura è stato firmato il verbale di accordo per il rinnovo del biennio economico 2019 – 2020 del CCNL dei dirigenti dell’agricoltura scaduto il 31 dicembre 2018.
L’accordo è stato sottoscritto da Confagricoltura, in rappresentanza delle imprese agricole, e Confederdia e CIDA in rappresentanza dei dirigenti agricoli. Le parti hanno concordato un aumento retributivo complessivo pari a € 130,00 mensili, che verrà corrisposto un un’unica tranche con decorrenza 1° luglio 2019. Pertanto, a far data dal 1° luglio 2019, il nuovo stipendio base mensile spettante ai dirigenti in forza alla data di rinnovo sarà pari a € 4.380,00. L’aumento risulta sostanzialmente coerente con gli indicatori di riferimento e con la particolare qualificazione professionale della categoria ed è stato concordato senza arretrati, né una tantum.