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Abbiamo la percentuale d’imprenditoria agricola femminile maggiore in UE, anche se siamo ancora troppo poche. Occorrono convergenze per mettere in piedi strategie comuni per le politiche di genere applicate alle aree rurali, difficilmente raggiungibili e sempre più soggette a spopolamento e abbandono delle terre, dovuti anche alla mancanza di infrastrutture adeguate e digitalizzazione”. Lo ha detto Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, nell’incontro con i rappresentanti delle istituzioni europee, che si è svolto la scorsa settimana, evidenziando la necessità di garantire una maggiore partecipazione e rappresentanza delle donne.
A Bruxelles, nel Parlamento europeo, la delegazione delle imprenditrici di Confagricoltura ha incontrato gli europarlamentari Alessandra Moretti, Camilla Laureti Herbert Dorfmann e Salvatore De Meo. “Abbiamo bisogno di un approccio aperto alle nuove tecniche di editing genomico – ha sottolineato la presidente di Confagricoltura Donnae di un rafforzamento della ricerca. L’ortofrutta subisce anche all’assenza di molecole e prodotti fitosanitari in grado di contrastare gli attacchi delle patologie delle piante”.
Le imprenditrici di Confagricoltura si sono soffermate anche sul tema dei cambiamenti climatici, in riferimento alle recenti alluvioni che hanno colpito, in particolare, l’Emilia-Romagna, importante area di produzione frutticola. “L’agricoltura 4.0 – ha concluso Oddi Baglioni – deve riuscire a superare l’esclusivo riferimento ai macchinari, abbracciando un nuovo modo di fare agricoltura”.

“In dieci anni l’ingresso delle donne nelle società di capitali e di persone, nella fascia di età dai 18 a 29 anni, è più che raddoppiato, salendo dal 14% al 33,7%, a dimostrazione che la partecipazione femminile a tutti i livelli, anche e soprattutto in una fase critica per l’economia, costituisce una componente vitale all’interno del sistema produttivo nazionale, che va adeguatamente incoraggiata”. Lo ha detto Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, aprendo i lavori dell’incontro “Donne in agricoltura: da sempre protagoniste del cambiamento” promosso da Confagricoltura Donna Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia che si è tenuto nell’agriturismo Battibue a Fiorenzuola D’Arda (PC).
All’incontro era presente
Paola Maria Sacco, presidente di Confagricoltura Donna Piemonte, accompagnata da altre rappresentanti piemontesi tra cui, per la provincia di Asti, il direttore di Asti Agricoltura Mariagrazia Baravalle.

Al tavolo dei relatori è stata chiamata la ricercatrice Marialuisa Ricotti, che ha tracciato un excursus sull’agricoltura coniugata al femminile dal Medio Evo al XX secolo: “Intuizioni, conoscenze, capacità di trasformare in economia saperi antichi trasmessi attraverso le generazioni confermano la capacità delle donne, pur nel loro silenzio umile, di essere state e di continuare ad essere portatrici di innovazione nel settore agricolo, mettendo in gioco abilità e risorse umane di qualità”.
All’evento sono state invitate, inoltre, la professoressa
Guendalina Graffigna, ordinario di Psicologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e due giovani imprenditrici, Matilde Maria Passamonti, e Alice Consoli, presidente dei giovani di Confagricoltura – Anga Emilia Romagna. Entrambe hanno fatto dell’innovazione una regola di vita ed attraverso le loro relazioni hanno ancor più evidenziato la centralità del ruolo della donna in agricoltura, insieme alla sua capacità di affrontare con determinazione le difficoltà e i cambiamenti. Nel pomeriggio è stato visitato un innovativo impianto agrisolare (cioè con pannelli rialzati e coltivazioni al di sotto), tra i pochi in Italia.
“Non è un caso – ha precisato a margine dell’incontro Paola Maria Sacco – che, malgrado le difficoltà e la preoccupante crisi economica che stiamo attraversando, l’impegno femminile in agricoltura continui a crescere, seppur in maniera contenuta.  Attenzione però: nonostante il settore primario sia rappresentato da una componente imprenditoriale femminile molto rappresentativa, subito sotto il comparto dei servizi, resta ancora molto da fare per sostenere adeguatamente questa tendenza e auspichiamo che il nuovo governo s’impegni in tal senso“.

Dai dati elaborati dal centro studi Confagricoltura, emerge che, in provincia di Asti, sono 1.549 le imprese femminili attive in agricoltura. Con il 31,61% di aziende, quella di Asti è la seconda provincia piemontese in fatto di presenza di donne alla guida di imprese attive nell’agricoltura, preceduta solo da Cuneo.

Quanto emerso dal convegno di giovedì 6 ottobre a Fiorenzuola sulla crescente presenza di un’imprenditoria femminile anche nel settore dell’agricoltura ci conforta e ci sprona a proseguire nella strada intrapresa che ha portato alla costituzione di una consulta provinciale femminile in seno alla Confagricoltura di Asti, oggi presieduta da Maria Pia Lottini, titolare dell’agriturismo La Tenuta Antica di Cessole. Vi è la convinzione che le donne possano costituire un valore aggiunto nel mondo imprenditoriale per la visione di prospettiva che hanno dimostrato di avere, in passato come oggi”, ha aggiunto Mariagrazia Baravalle.

 

   

Tutte le partecipanti all’incontro organizzato da Confagricoltura Donna presso l’agriturismo Battibue di Fiorenzuola d’Arda e i pannelli fotovoltaici all’interno dell’azienda ospitante

Martedì pomeriggio, presso la suggestiva cornice dell’azienda vitivinicola con relais Tenuta Santa Caterina a Grazzano Badoglio, si è svolta l’assemblea annuale di Confagricoltura Donna Piemonte.
Confagricoltura Donna è l’Associazione che riunisce le imprenditrici del sistema confederale con l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’imprenditoria femminile e delle pari opportunità nel settore agricolo e, più in generale, nella società ed in economia. L’associazione promuove la cultura d’impresa e valorizza il ruolo etico, economico e sociale delle imprese condotte da donne.
Ai saluti iniziali del direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle, organizzazione locale ospitante l’assemblea presso la propria azienda associata, è seguita l’analisi del bilancio consuntivo 2021 e preventivo 2022 esposti dal presidente del collegio dei revisori dei conti Cristina Bagnasco. La parola è poi passata alla presidente di Confagricoltura Donna Piemonte Paola Sacco che, dopo aver ringraziato le ospiti presenti, ha illustrato le iniziative svolte dall’organizzazione durante gli ultimi anni, preannunciando gli appuntamenti previsti per l’anno in corso. Per Confagricoltura Donna a carattere nazionale il 2022 è sicuramente un anno importante: si celebrano infatti i dieci anni dalla fondazione e, a tal proposito, lo scorso 10 giugno si è tenuto un convegno con ampia partecipazione del mondo universitario e politico nonché del presidente Giansanti. Questo anniversario è un’occasione per ribadire l’importanza del ruolo dell’associazione femminile all’interno del mondo confederale.
Passato presente e futuro dell’innovazione femminile in agricoltura saranno poi descritti ed analizzati nell’ambito di un convegno organizzato in modo congiunto da Confagricoltura Donna Piemonte ed Emilia Romagna – che si terrà il 6 ottobre 2022, presso un’azienda associata a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza). Si tratta di un incontro che era previsto originariamente a carattere nazionale nel 2020, sospeso a causa della pandemia e riproposto nuovamente a livello interregionale.
Durante la giornata di ieri sono stati toccati anche problemi di estrema attualità per l’agricoltura, suscitando vivo interesse tra le partecipanti che si trovano a fronteggiarli quotidianamente. Tra questi: l’aumento dei costi dell’energia e la carenza di manodopera, evidenziando come l’incremento dell’appeal del lavoro agricolo rappresenta una vera e propria sfida, che necessita però di un maggiore sostegno da parte delle istituzioni.
Per Asti Agricoltura, erano presenti, oltre al direttore Baravalle anche il presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldi, la presidente della consulta femminile astigiana, Maria Pia Lottini (collegata online dalla sua azienda) e le consigliere Cristina Bello e Nicoletta Candelo.
Al termine dell’assemblea tour guidato della struttura, magistralmente condotto da Luciana Biondo, agronoma e direttore della tenuta, con degustazioni delle migliori etichette di vino proposte dall’azienda.

 

Alcune foto dell’Assemblea di Confagricoltura Donna Piemonte

Confagricoltura Donna in occasione dei dieci anni dalla fondazione ha organizzato un incontro sulle “Aree rurali disagiate: il futuro è Donna”, nella Sala Refettorio della Camera dei Deputati, a cui ha partecipato un ampio parterre di rappresentanti del mondo universitario, politico ed istituzionale. Con il supporto dell’analisi del Centro Studi di Confagricoltura, ha presentato uno studio in cui emerge, accanto alla forte propensione all’innovazione delle aziende condotte al femminile, la fisiologica diminuzione delle aziende meno strutturate.
“L’imprenditoria femminile – ha affermato Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna – è una delle componenti più dinamiche del sistema produttivo nazionale. E la nostra associazione in questi anni si è consolidata sul territorio. Partiamo da una riflessione sulle aree svantaggiate, nelle quali siamo convinte che il futuro passerà dalla presenza femminile, per confrontarci con il mondo politico ed istituzionale”.
La prima parte ha coinvolto docenti dell’Università della Tuscia: Sonia Melchiorre, Saverio Senni e Cinzia Zinnanti e l’ingegner Fabio Volpe di Egeos, che hanno evidenziato come le aree svantaggiate non siano solo quelle interne e disagiate, ma tutte quelle che hanno difficoltà nell’utilizzo di infrastrutture assolutamente necessarie per la sopravvivenza di qualsiasi impresa.
Al decennale di Confagricoltura Donna hanno portato la loro testimonianza le imprenditrici Chiara Pertosa (Puglia), Federica Argentati (Sicilia) e Alessandra Atorino (Lazio). E sono intervenuti il ministro delle Pari Opportunità e della Famiglia Elena Bonetti; la sottosegretaria al ministero dello Sviluppo Economico, Anna Ascani; il sottosegretario del ministero delle Politiche Agricole, Francesco Battistoni; il presidente della commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella, le vicepresidenti della commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Susanna Cenni e Maria Spena.
“Apprezziamo l’interesse che, in questi ultimi anni, hanno acquisito le politiche di genere nelle agende internazionali e nazionali, così come la creazione del fondo per l’imprenditoria femminile. La possibilità di aderivi è rimasta, però, aperta un solo giorno per l’esaurimento delle risorse. E’ questa la migliore dimostrazione di quanto le imprese femminili siano presenti e vitali e mandino un chiaro segnale – ha concluso Oddi Baglioni – della necessità di una precisa attenzione verso strumenti strutturali e non emergenziali, che tengano in considerazione l’universo della produzione agricola”.
“Per le imprese femminili l’agricoltura non è indietro, anzi. Le attività economiche a conduzione femminile, in Italia, sono circa il 21%, mentre nel nostro settore superano il 28%. Tra le nostre associate sono numerose le valenti imprenditrici in tutti i comparti. Occorre valorizzare adeguatamente l’apporto delle imprese condotte da donne nell’accelerare la ripresa del Paese, aprendo la strada ad un futuro più inclusivo e sostenibile dal punto di vista produttivo, sociale e umano”, ha affermato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, che ha aggiunto: “Faccio mia la richiesta avanzata da Alessandra Oddi Baglioni per creare percorsi strutturali, semplici e concreti, che affianchino crescita e sviluppo delle imprese agricole, fulcro dell’economia nazionale”.

Dati sull’Imprenditoria femminile

L’analisi del centro Studi di Confagricoltura ha messo in evidenza che la regione con il maggior numero di imprese agricole femminili in assoluto è la Sicilia con 24.831 (+1,7 negli ultimi 2 anni), seguita da Puglia (23.361) e Campania (21.406). A livello delle provincie, sempre secondo l’elaborazione del centro studi di Confagricoltura, medaglia d’oro è Trieste con un incremento del 6,92%, argento Lecce (+ 6,59%), bronzo Como (+ 5,48%), al quarto posto Rieti, con + 4,4%.
Per quanto riguarda i comparti coniugati al femminile, permane lo zoccolo duro nell’agriturismo, nella multifunzionalità e nelle fattorie didattiche (che sono arrivate, complessivamente al 60%), si riscontra una maggioranza di imprenditrici nelle aziende biologiche. E’ cresciuta, negli ultimi 10 anni, in percentuale la presenza femminile negli allevamenti zootecnici superando il 43%, mentre nelle floricole sfiorano il 50%.
Le imprese attive condotte al femminile, complessivamente, in agricoltura sono 203.503, che rappresentano il 28,2% del totale (erano 239.218 nel 2012). Mostrano particolare dinamismo – come rivela l’analisi del Centro studi di Confagricoltura – le donne impegnate nelle società di capitali e di persone che, in particolare nella fascia di età che va da 18 a 29 anni, raggiungono il 33,76% a dimostrazione dell’acquisita consapevolezza dell’importanza di costruire reti al femminile. Dieci anni fa erano meno della metà e rappresentavano il 14% del totale.

Il Fondo impresa donna non prevede sostegni per il settore primario”. Lo sottolineano le presidenti di Confagricoltura Donna, Alessandra Oddi Baglioni, e Donne in campo-CIA, Pina Terenzi, che hanno scritto una lettera al Ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, e per le Pari opportunità Elena Bonetti, chiedendo con forza di includere l’imprenditoria agricola femminile tra i destinatari del Fondo.
I settori ammessi alla misura, infatti – come si legge nell’articolo 9 del regolamento – sono industria, servizi, commercio, turismo, artigianato e trasformazione dei prodotti agricoli. Questo comporterà, ad avviso di Confagricoltura Donna e Donne in Campo-CIA, l’esclusione dai finanziamenti delle 200.000 aziende agricole condotte da donne che non trasformano prodotti agricoli come attività principale.
Le due presidenti, sottolineando il ruolo centrale dell’agricoltura e delle imprese rosa, si dichiarano disponibili a concertare proposte operative, che siano di supporto per l’attivazione del Fondo, a favore delle imprenditrici di un settore che sta dimostrando di essere protagonista nella transizione sostenibile.
Il Fondo è stato istituito con un finanziamento iniziale di 40 milioni di euro, ai quali si aggiungeranno le risorse del PNRR per 400 milioni, destinati all’imprenditoria femminile per valorizzarla nell’ambito produttivo, previsti nella missione ‘inclusione e coesione’.
Siamo consapevoli che Ismea sostiene il settore agricolo e agroalimentare con misure e fondi specifici – concludono Oddi Baglioni e Terenzi – ma non è stato attivato un finanziamento analogo presso tale Ente”.