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Sull’emergenza siccità del Piemonte sono arrivate le prime risposte della Cabina di regia presieduta dal vicepremier e Ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, Matteo Salvini, alla presenza del neocommissario Nicola Dell’Acqua: il presidente della Regione, insieme agli assessori all’Agricoltura e all’Ambiente, ha infatti annunciato con soddisfazione il finanziamento di circa 28 milioni di euro per interventi urgenti atti a contrastare la crisi idrica. In ogni caso i fondi dovranno essere ampliati per rispondere alle ulteriori e consistenti esigenze sulle infrastrutture irrigue piemontesi. Tra le cinque Regioni al momento beneficiarie dei sostegni (102 milioni di euro in tutto), il Piemonte destinerà le risorse per realizzare interventi strutturali in provincia di Novara che riguardano il Canale Regina Elena e il Diramatore Alto Novarese. Si tratta di opere di manutenzione straordinaria delle gallerie e di vari tratti di canale per il miglioramento della tenuta idraulica, del trasporto della risorsa idrica e del risparmio idrico nei territori di Varallo Pombia, Pombia, Marano Ticino, Oleggio, Bellinzago Novarese e Cameri, che potranno essere realizzati dal Consorzio Est Sesia.
Tra gli obiettivi della Cabina di regia, ha informato Palazzo Chigi a conclusione della riunione, ci sarà anche lo snellimento delle procedure amministrative al fine di fornire risposte concrete e urgenti ai territori.

Salgono a 143 i capi risultati positivi alla Peste Suina Africana in Piemonte. Confagricoltura Piemonte sottolinea che sono ancora pochi i chilometri di rete installati per arginare la diffusione del virus. “Sono ancora solo 105 sui 170 previsti i chilometri di rete installata tra Piemonte e Liguria, nei territori ad alto rischio di infezione da PSA”,  afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia subito dopo aver appreso di un nuovo ritrovamento di una carcassa infetta in provincia di Alessandria. Il presidente di Asti Agricoltura Gabriele Baldi esprime inoltre forte preoccupazione per una possibile estensione della zona rossa nel territorio astigiano. “Sicuramente la proroga dello stato di emergenza aiuterà le amministrazioni a completare l’opera, ma i tempi stringono. Dobbiamo andare a velocità doppia se realmente vogliamo contenere il contagio che proprio nei mesi invernali ha una spiccata capacità di propagarsi tra i selvatici”, continua Allasia.
Ad oggi sono 1977 i cinghiali abbattuti in Piemonte per contrastare il diffondersi della PSA, secondo i dati dell’Istituto zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, mentre il monitoraggio della situazione epidemiologia portato a termine alla fine del 2022 riporta 267 casi accertati in Italia, isole escluse. “Nelle provincie più colpite, ci stiamo assicurando che gli imprenditori agricoli dediti all’allevamento di suini mettano in campo tutte le misure relative alla biosicurezza, anche grazie ai fondi stanziati con la Misura 5.1.1 del PSR, ma non possiamo permettere che il comparto venga penalizzato dalla chiusura di quelle aziende che nonostante tutto, rientrano nelle Zone infette I e II, in continuo ampliamento”, aggiunge Lella Bassignana direttore della Confederazione piemontese, sottolineando inoltre il fatto che sono stati stanziati 10 milioni di euro per realizzare le opere di contenimento e che ciascuna Regione confinante ha messo a disposizione altri fondi affinchè tutte le operazioni siano svolte al meglio.
Conclude Allasia: “Siamo sicuri che gli allevamenti intensificheranno ulteriormente le pratiche virtuose, rivelatesi efficaci in alcuni casi, ma dobbiamo essere altrettanto sicuri che possano continuare a lavorare qualora dovessero rientrare nelle zone di restrizione. La politica deve aver il coraggio di fare delle scelte strategiche per tutelare i vari comparti agricoli. Chiediamo alla Regione di accelerare il processo di depopolamento, di ricerca e analisi delle carcasse e di investire altre risorse economiche per completare le opere di recinzione delle zone colpite”.

Dopo il riconoscimento dello stato di emergenza da parte del Governo italiano, anche l’Europa ha preso coscienza della grave situazione in corso nel nostro Paese: lo ha dichiarato il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio che, nel suo ruolo di capo della delegazione italiana del Comitato delle Regioni presso l’UE, ha preso parte al dibattito sulla siccità svoltosi al Parlamento europeo in occasione della seduta plenaria.
L’Europarlamento ha riconosciuto la gravità e l’urgenza della situazione e questo primo passo rappresenta il presupposto per la richiesta di accesso al Fondo di solidarietà internazionale.
Inoltre, l’UE e il Governo italiano si sono impegnati a inserire sostegni specifici nel Fondo per lo sviluppo e la coesione, sia per l’ammodernamento delle reti idriche urbane, su cui è necessario intervenire per contrastare spreco e dispersione dell’acqua, sia per la realizzazione di piccoli invasi in grado di prevenire e attenuare in futuro emergenze come quella attuale, con danni pesanti alle colture.
Parallelamente – ha aggiunto il presidente – dobbiamo agire per evitare queste situazioni. È paradossale che in autunno chiediamo uno stato d’emergenza per le alluvioni e in estate uno per la siccità. Questo vuol dire che c’è una ripetitività degli eventi meteorologici che, insieme all’Unione Europea, abbiamo il dovere di affrontare e prevenire. Non dimentichiamo che oggi 5 Regioni hanno ottenuto lo stato di emergenza ma il fenomeno si estende. La portata d’acqua del Po è diminuita del 70% per cui occorre innanzitutto ristorare gli agricoltori, già sottoposti ad una pressione enorme“.

La dichiarazione dello stato di emergenza per Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Veneto trova Confagricoltura d’accordo. Positiva la previsione da parte del Consiglio dei Ministri di 36,5 milioni di euro in favore dei territori maggiormente colpiti dalla grande siccità in corso. Si tratta di uno stanziamento economico importante, ma che rappresenta solo un primo passo verso la tutela delle produzioni e del lavoro delle aziende agricole.
La Confederazione è convinta dell’importanza della nomina, nel più breve tempo possibile, di un Commissario straordinario che, di concerto con i territori e le rappresentanze degli agricoltori, proceda con lo stanziamento delle risorse necessarie a coprire i danni già subiti dal settore primario. È fondamentale mettere in campo ogni sforzo necessario per la salvaguardia dei raccolti, e di conseguenza, l’occupazione.
Confagricoltura auspica, però, che questa grave situazione abbia tolto ogni dubbio sulla necessità di superare la politica dell’emergenza per avviare un piano per la modernizzazione del sistema idrico che il Paese aspetta da oltre 20 anni. Nell’ultimo rapporto Istat è contenuto un dato esemplificativo della condizione attuale: a causa della vetustà della rete, nel 2020 è andato perso 1 miliardo di metri cubi di acqua.
È necessaria un’inversione di marcia e alcuni strumenti sono già a disposizione. È possibile procedere fin da subito con i lavori di efficientamento della rete nazionale previsti e finanziati nel PNRR con 190 milioni di euro. Ma la manutenzione non basta: Confagricoltura è convinta che sia necessario rimodulare la destinazione delle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dedicando una quota a nuove infrastrutture strategiche per la raccolta dell’acqua piovana e per la gestione e il riutilizzo dei reflui a scopi irrigui. Inoltre, il settore primario aspetta da tempo incentivi che rendano accessibili alle imprese gli investimenti in tecnologie per il risparmio idrico proprio come è stato fatto in Francia e Spagna.

Ieri il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti è intervenuto a Tg2 Italia per sottolineare l’impegno delle imprese agricole per superare l’emergenza mondiale. Di seguito trovate il link alla registrazione del programma: