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Si è celebrata martedì scorso la 44° edizione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione e la FAO ha messo al centro della riflessione l’acqua come fonte di vita e di cibo: “Un bene essenziale per raggiungere l’obiettivo ‘Fame Zero 2030’ e per la sicurezza alimentare globale”, ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte.
Da circa trent’anni, continuiamo ad assistere a eventi climatici eccezionali che incidono sulla produzione agricola e zootecnica nell’ordine di 3,8 trilioni di dollari. Vale a dire 123 miliardi in media l’anno, corrispondenti al 5% del PIL agricolo globale, mentre la popolazione mondiale è in progressivo aumento: è chiaro che l’agricoltura dovrà impiegare pratiche colturali più avanzate, volte a ridurre la pressione sulle risorse naturali ma anche le istituzioni dovranno fare la loro parte”, ha concluso Allasia.
Gli agricoltori piemontesi sono da sempre attenti al territorio e all’utilizzo di quanto dato loro in custodia: l’impegno è costante e puntuale, volto comunque ad annullare gli sprechi, siano essi di cibo o di acqua, assoluta protagonista delle odierne riflessioni”, ha sottolineato il direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana che ha aggiunto: “Il settore primario ha sviluppato strategie alternative per un utilizzo consapevole delle risorse idriche, come per esempio il trattamento delle acque reflue, e chiediamo che se ne tenga conto durante la riformulazione dei piani territoriali degli ecosistemi legati all’acqua”.
Secondo il Food Waste Index Report 2021 dell’ONU, nel 2019 sono andati sprecati 931 milioni di tonnellate di cibo, pari al 17% della disponibilità globale di alimenti. Oggi si sono raggiunti circa 1,5 miliardi di tonnellate all’anno e le previsioni dicono che si raggiungeranno 2 miliardi entro il 2030. Tutto ciò a fronte di un aumento delle persone ostaggio della fame, prevalentemente per cause politiche e sociali: nel 2020, in base al Rapporto SOFI 2022, erano il 9,3% della popolazione mondiale; oggi sono salite al 9,8%, pari a 828 milioni di persone.
Se l’obiettivo è porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare per tutti, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile (fonte FAO), Confagricoltura Piemonte evidenzia: “La necessità di destinare maggiori investimenti all’agricoltura 4.0, allo sviluppo di tecniche genomiche e molecolari che riducono le pratiche nocive ad alto consumo energetico, alleviando la povertà per le generazioni future e aumentando la sostenibilità dei sistemi agroalimentari”.

Prosegue la riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli a livello internazionale. A marzo, secondo l’ultimo bollettino della FAO, hanno fatto registrare una diminuzione di oltre 2 punti percentuali sul livello del mese precedente. Il calo è stato del 20,5% rispetto a marzo 2022. Alla base di questa tendenza al ribasso, hanno indicato gli esperti della Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, c’è – tra l’altro – una crescente debolezza della domanda su scala globale.
Per i cereali, in particolare, la riduzione è sensibilmente superiore a quella media. Solo in un mese, da febbraio a marzo di quest’anno, l’indice della FAO sconta un taglio del 7% per il grano e del 4,6% per il mais. Dati preoccupanti in ordine all’andamento e alle prospettive dell’economia mondiale sono arrivati negli ultimi giorni da altre organizzazioni internazionali. Stando alle ultime previsioni dell’Organizzazione mondiale del Commercio, gli scambi internazionali saliranno solo dell’1,7%, un punto percentuale in meno rispetto al 2022. Il rallentamento dell’interscambio commerciale si spiega con una crescita del PIL globale prevista poco sopra i 2 punti percentuali. Da sottolineare che le proiezioni relative all’andamento del commercio internazionale e del PIL globale sono inferiori alle medie registrate negli ultimi dodici anni. Anche il Fondo monetario internazionale ha previsto una crescita debole per l’economia mondiale nei prossimi cinque anni: non oltre il 3% all’anno. Si tratta della previsione a medio termine più bassa dal 1990.
La forte riduzione in atto dei prezzi del gas, accompagnata da quella dei prezzi delle principali commodities agricole, spingono al ribasso l’inflazione. Per questo, è necessaria una grande dose di prudenza e pragmatismo nelle prossime decisioni relative all’aumento dei tassi di interesse. Una stretta monetaria eccessiva potrebbe innescare una fase recessiva che va evitata a tutti i costi.
In Italia, è già in atto un aumento delle sofferenze bancarie. Crescono anche le difficoltà di accesso al credito per le imprese, mentre gli investimenti sono fondamentali per sostenere il ciclo economico ed avanzare nel processo di transizione ambientale ed energetica. A tutto ciò si aggiunge anche la probabile decisione russa ventilata dal ministro degli Esteri Lavrov, che la Russia potrebbe entro metà maggio non rispettare l’accordo sul grano del Mar Nero. Infine, si segnala in vista del tavolo del 12 aprile, la preoccupazione per le forti oscillazioni sui mercati nazionali dei frumenti che creano problematiche serie per il prossimo raccolto. Facile prevedere l’instabilità dei mercati con conseguenze tutte da scoprire.

Un suolo sano garantisce cibo sano e aiuta a catturare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, combattendo così i mutamenti climatici che affliggono il Pianeta mettendo in serio pericolo la produzione agroalimentare globale, poiché il 95% del cibo proviene dal suolo. Lo sostiene Confagricoltura in occasione della Giornata Mondiale del Suolo istituita nel 2014 dalla FAO, che si è celebrata il 5 dicembre.
Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non può esserci una contrapposizione tra agricoltura e ambiente – sottolinea il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantisuoli in salute sono essenziali per realizzare un’economia pulita e circolare, garantire la biodiversità, arrestare il degrado, salvaguardando la salute umana attraverso la stretta connessione tra suolo sano e sicurezza alimentare”.
Il suolo infatti è indispensabile nella produzione alimentare ed elemento imprescindibile per l’equilibrio ecologico.
A livello mondiale, secondo la FAO, il 33% dei suoli già oggi presenta segni di degrado. E, se non si interverrà per tutelarli intervenendo sulle attuali pratiche di gestione, quella percentuale raggiungerà il 90% entro il 2050, minacciando le produzioni agricole.
In Italia i danni sulla fertilità dei suoli, secondo l’Ispra, riguardano circa il 30% della Penisola, principalmente al Sud, dove in alcuni casi superano il 40% delle superfici. E negli ultimi 20 anni la siccità ha provocato danni all’agricoltura italiana per oltre 15 miliardi di euro, il 50% dei quali concentrato in Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Sardegna.
Tra il 2006 e il 2021, l’Italia ha perso 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale o seminaturale, con una media di 77 chilometri quadrati all’anno, con un danno economico stimato in quasi 8 miliardi di euro l’anno.
Per raggiungere l’obiettivo di avere entro il 2050 ecosistemi del suolo sani e se si vogliono centrare gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile, il ruolo dell’agricoltura e delle foreste è indispensabile.
Da sempre gli agricoltori sono impegnati in prima linea nel custodire i territori e l’ambiente circostante attraverso le buone pratiche che favoriscano la salvaguardia della biodiversità, sottolinea Confagricoltura, che, con le proprie aziende, promuove lo sviluppo tecnologico, la scienza e sistemi di produzione avanzati, e sostenibili, per l’agricoltura, l’allevamento e le comunità.
E’ il momento di fare scelte consapevoli, aiutare la filiera con strumenti adeguati, potenziare la ricerca, l’innovazione, gli studi scientifici e il monitoraggio sui suoli, nonché aumentare nella società civile la consapevolezza dell’importanza di questa risorsa e destinando allo scopo le necessarie risorse finanziarie – conclude il presidente Giansanti – c’è ancora un discreto gap tra promesse e azioni concrete”.

Incremento dei costi di produzione, cambiamento climatico e diminuzione della superficie agricola disponibile sono gli ostacoli che l’agricoltura oggi affronta nel difficile compito a cui è chiamata: produrre di più e in modo sempre più sostenibile. Obiettivo ancora più arduo da raggiungere se si pensa che dei 570 milioni di agricoltori nel mondo, solo l’1% è strutturato in forma di impresa e provvede al 70% della domanda globale di cibo. Questo è il messaggio che Confagricoltura lancia in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, promossa dalla FAO, che si è celebrata domenica 16 ottobre. Si prevede che nel 2050 il Pianeta sarà abitato da 10 miliardi di persone rispetto ai 7,7 miliardi di oggi: un aumento che comporterà anche l’incremento della domanda di cibo. Davanti a questa certezza, l’Unione Europea e gli Stati membri devono procedere con politiche che garantiscano la sostenibilità ambientale ed economica delle imprese del settore.
Per Confagricoltura la politica deve agire in fretta per evitare che l’accesso al cibo diventi una vera e propria emergenza. La guerra in Ucraina e, prima, la pandemia hanno prodotto distorsioni di mercato che minano la sicurezza alimentare globale. Basti pensare che nel 2020 (anno dell’esplosione della crisi pandemica) 3,1 miliardi di persone (112 milioni in più rispetto al 2019) non hanno potuto permettersi un regime alimentare sano a causa dell’effetto dell’inflazione sui prezzi dei prodotti alimentari.
A livello globale la produzione agricola è esposta a un forte aumento dei costi di produzione e pesa, in particolare, anche la carenza di disponibilità di fertilizzanti.
Nella Giornata mondiale dedicata all’alimentazione, Confagricoltura ricorda anche la centralità della lotta agli sprechi alimentari, che in Italia valgono all’anno 4 miliardi di euro di consumi energetici. Secondo il Food Waste Index Report 2021 dell’ONU, nel 2019 sono andati sprecati 931 milioni di tonnellate di cibo, pari al 17% della disponibilità globale di alimenti. Oggi, dati FAO, lo spreco ha raggiunto circa 1,5 miliardi di tonnellate all’anno e le previsioni dicono che si potrebbe arrivare a 2 miliardi entro il 2030. Tutto ciò a fronte di un aumento delle persone ostaggio della fame: nel 2020, in base al Rapporto SOFI 2022, erano il 9,3% della popolazione mondiale; oggi sono salite a 9,8%, pari a 828 milioni di persone.

Da oltre un anno i costi di produzione in agricoltura sono in continuo aumento. I rialzi hanno toccato punte del 300%. Gli ultimi incrementi delle quotazioni del gas naturale mettono a rischio la continuità del ciclo produttivo. Per alcune imprese la cessazione dell’attività potrebbe essere definitiva”.

E’ l’allarme lanciato dal presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, a seguito dei livelli record raggiunti negli ultimi giorni dal prezzo del gas e alla vigilia della sospensione per manutenzione dell’attività del Nord Stream decisa dalle autorità della Federazione Russa.

In questo quadro decisamente critico – prosegue Giansanti – va rilevato che, per quanto riguarda l’andamento dei prezzi agricoli a livello internazionale, i mercati stanno già scontando, con tutta probabilità, l’imminente avvio di una fase recessiva. L’indice della FAO ha fatto registrare a luglio il quarto calo consecutivo”.

Ci rendiamo conto delle difficoltà legate alla situazione politica interna, ma siamo alle prese con una vera e propria emergenza che investe anche le imprese di trasformazione che acquistano i nostri prodotti”.

In assenza di interventi, per evitare il crollo della produzione, gli aumenti dei costi dovranno essere trasferiti fino al consumatore finale. Con il risultato di far salire ulteriormente la spesa per l’alimentazione e, di conseguenza, l’inflazione”.

Vanno rafforzate le misure previste nell’ultimo Decreto Aiuti bis varato dal Governo – sollecita il presidente di Confagricoltura – dall’inizio di agosto, la situazione sul fronte del caro energia è oggettivamente peggiorata in misura vistosa. Vanno anche rilanciate con forza le iniziative già proposte in ambito europeo, a partire dalla fissazione di un tetto al prezzo del gas”.

La crisi che il nostro settore sta attraversando deve essere trattata anche a livello di Consiglio Agricoltura dell’Unione europea. La Commissione non può limitarsi a rendere più flessibili le regole per la concessione degli aiuti di Stato. In questo modo si determinano disparità di concorrenza tra le imprese a seconda dello Stato membro in cui operano. Abbiamo già avviato le iniziative necessarie perché la situazione venga affrontata in occasione delle riunioni ministeriali in programma nel mese di settembre. Ci sono tutte le condizioni – conclude Giansanti – per assumere decisioni straordinarie sul piano finanziario a supporto delle imprese”.

 

 

Prezzo del gasolio agricolo*
(elaborazioni Confagricoltura su dati CLAL)
Differenza rispetto a gen 2021
gen-21 0,754
feb-21 0,800 +6,1%
mar-21 0,826 +9,5%
apr-21 0,814 +8,0%
mag-21 0,829 +9,9%
giu-21 0,857 +13,7%
lug-21 0,879 +16,6%
ago-21 0,871 +15,5%
set-21 0,891 +18,2%
ott-21 0,976 +29,4%
nov-21 0,986 +30,8%
dic-21 0,950 +26,0%
gen-22 1,011 +34,1%
feb-22 1,085 +43,9%
mar-22 1,346 +78,5%
apr-22 1,368 +81,4%
mag-22 1,402 +85,9%
giu-22 1,559 +106,8%
lug-22 1,493 +98,0%
ago-22 1,383 +83,4%

 

Aumenti dei prezzi dei mezzi correnti e dei prodotti  energetici nei primi cinque mesi del 2022
(fonte: Ismea)
Gen-mag 2022 rispetto a gen-mag 2021 Totale mezzi correnti Prodotti energetici
Coltivazioni +22,9% +59,0%
Allevamenti +17,8% +68,1%