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In tutta Italia e soprattutto in Piemonte i contagi da Covid-19 crescono senza sosta. Nella nostra regione quasi la metà dei contagiati è asintomatica, segno che il virus è subdolo e si diffonde in modo rapido anche attraverso le persone che apparentemente sono sane. Aumentano i ricoverati in terapia intensiva: a ieri in Piemonte erano già 233 in totale, mentre le persone in isolamento domiciliare sono 37.819.
Il Governo ha imposto una nuova stretta. Con il Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 3 novembre, in vigore da domani venerdì 6 novembre, vengono imposte una serie di limitazioni alla circolazione delle persone e alle attività di bar e ristorazione, compresi gli agriturismo. In allegato il link tramite il quale poter visualizzare il testo del nuovo DPCM insieme ai suoi allegati.

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/11/04/20A06109/sg

 

 

Il mercato vitivinicolo, già duramente danneggiato dal lockdown primaverile, è nuovamente messo a dura prova.
Qualora si dovesse arrivare a nuove chiusure, ma anche solo col mantenimento dell’attuale blocco della ristorazione nelle ore serali e con i contingenti già in atto, si andrà inevitabilmente incontro a un drastico calo della domanda da parte di tutto il canale Horeca, con danni pesantissimi”. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte esprime la preoccupazione dei viticoltori per il periodo che si prospetta. “Le feste natalizie e di fine anno – continua Allasia – rappresentano tradizionalmente un’occasione di significativo consumo dei vini di qualità: pranzi e cene in compagnia sono l’occasione per bere, con moderazione, vini importanti che non si consumano tutti i giorni”.
Le chiusure del mercato tedesco – sottolinea Confagricoltura Piemontepreoccupano fortemente i viticoltori, in quanto la Germania è uno dei nostri più importanti mercati di esportazione, soprattutto per l’Asti spumante e il Moscato d’Asti“.
L’aiuto che dovrebbe arrivare dal governo con le misure di attuazione del Decreto Rilancio, rappresentano per Confagricoltura “una goccia nel mare”.
Il decreto sullo stoccaggio privato dei vini di qualità, così come prospettato dal Ministero delle Politiche Agricole, che andrà all’esame della Conferenza Stato Regioni domani giovedì 5 novembre non contribuirà sicuramente a risolvere il problema.
La dotazione finanziaria del provvedimento, seppur significativa, è totalmente insufficiente per il raggiungimento dello scopo. Secondo il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro il quantitativo di vino che potrà essere oggetto di uno stoccaggio privato a sei mesi non raggiungerà i 900.000 ettolitri, a fronte di una produzione nazionale che supera i 46 milioni di ettolitri.
In questo modo si potrà togliere temporaneamente dal mercato meno del 2% della produzione nazionale: per il Piemonte vorrebbe dire poter stoccare a sei mesi meno di 50.000 ettolitri di vino su una produzione totale di oltre 2,6 milioni di ettolitri.
Per attuare un intervento che abbia un impatto positivo occorrerebbero almeno 100 milioni di euro – dichiara Luca Brondelli di Brondello, componente della giunta nazionale di Confagricolturaaltrimenti si rischia di impegnare risorse comunque importanti senza ottenere nessun risultato tangibile. Ci auguriamo che il governo comprenda la situazione e trovi le risorse aggiuntive per dare significato alla misura“.
Confagricoltura Piemonte, che ha illustrato la propria posizione all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa in vista della Conferenza Stato Regioni di giovedì prossimo, chiede inoltre che si apra un confronto tra la filiera e le istituzioni per programmare, già all’inizio del prossimo anno, una politica di contenimento dell’offerta, se necessario anche attivando una nuova distillazione delle produzioni, per consentire di gestire in modo adeguato un equilibrio commerciale molto precario.

Un piano di sostegno strutturale per rilanciare il settore delle carni bovine, duramente colpito dall’emergenza coronavirus. Lo chiede OICB, l’Organizzazione Interprofessionale della Carne Bovina in via di riconoscimento, a cui aderiscono Assalzoo, Assograssi, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Fiesa Confesercenti e Uniceb.
La chiusura del canale Horeca nei mesi scorsi, con lo stop di tutte le attività di hotel, ristoranti, caffè, bar e mense, unita alle forti restrizioni imposte alla circolazione in ambito comunitario e al rallentamento delle attività di macellazione durante il lockdown, hanno comportato pesanti ripercussioni nel settore del bovino da carne, determinando un crollo delle vendite di oltre il 30%. Il comparto più penalizzato quello del vitello a carne bianca, destinato in prevalenza ai settori ristorazione e alberghiero. Per questi motivi, le 7 organizzazioni riunite in OICB accolgono con favore le misure di sostegno al settore, anche se sottolineano la necessità di interventi di lungo periodo per uscire dall’emergenza.
In particolare, l’Organizzazione Interprofessionale esprime soddisfazione per gli interventi a tutela del vitello a carne bianca nell’ambito del fondo emergenziale. Misure invocate dall’OI con una lettera al Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova e totalmente accolte: si tratta di 20 milioni di euro per il premio alla macellazione vitelli di età inferiore a 8 mesi (aiuto erogato per vitelli nati, allevati e macellati in Italia dal primo marzo al 30 giugno 2020, nel limite massimo di 110 €/capo). Stanziati, inoltre, 15 milioni di euro di aiuti per l’ammasso privato di carni fresche o refrigerate di vitello.
A questo proposito, però, secondo OICB è necessario rimuovere il massimale di aiuto previsto dal quadro temporaneo di aiuti della Commissione Ue, pari a 100mila euro per singola impresa agricola, al fine di non depotenziare l’efficacia della misura del premio alla macellazione.
Più in generale, l’Organizzazione che riunisce Assalzoo, Assograssi, Cia-Agricoltori Italiani, Confagricoltura, Copagri, Fiesa Confesercenti e Uniceb manifestano la loro piena disponibilità a fornire appoggio e collaborazione al Mipaaf per la creazione di un piano di sostegno strutturale che rilanci e valorizzi il settore delle carni bovine italiane, puntando su export, promozione e tavolo di dialogo con la Grande distribuzione organizzata.

 

fonte: Agricultura.it

Il primo semestre del 2020 si chiude con una brusca flessione del mercato delle macchine agricole dovuta alla pandemia di Covid-19

I dati relativi alla prima metà dell’anno, elaborati dall’associazione dei costruttori italiani FederUnacoma sulla base delle immatricolazioni registrate presso il Ministero dei Trasporti, evidenziano per le trattrici un calo delle vendite pari al 18% sullo stesso periodo dello scorso anno (8.222 i mezzi registrati contro i 10.024 dello stesso periodo 2019).
Il 2020, che si era comunque aperto con una leggera flessione (-3,7% a gennaio e febbraio), ha registrato un drastico peggioramento con il progredire della pandemia e la conseguente riduzione di molte attività produttive, comprese quelle legate al comparto della meccanica agricola. E’ da sottolineare, peraltro, come l’epidemia si sia diffusa proprio a partire da quelle regioni -Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna – che sono trainanti per il comparto agro meccanico giacché in esse si concentra la quota più significativa dell’offerta e della domanda di mezzi per l’agricoltura.
La contrazione del mercato si è registrata soprattutto a marzo (-34.4% rispetto allo stesso periodo del 2019) e ad aprile (-23,3%), ed è proseguita anche nel mese di maggio (-24,7%) nonostante l’allentamento del lockdown con l’avvio della cosiddetta fase 2. L’onda lunga del Covid-19 si è fatta sentire anche a giugno. Il mese ha chiuso in negativo rispetto al 2019 (-14,4%), ma con percentuali meno severe rispetto a quelle dei mesi precedenti ad indicare una lenta ripresa delle vendite. Per quanto riguarda le altre tipologie di macchine, l’andamento del mercato ricalca a grandi linee quello delle trattrici. I rimorchi chiudono il semestre con un calo del 22,6%, in ragione di 3.416 macchine immatricolate (erano state 4.412 nello stesso periodo dello scorso anno), un passivo pesante ma meno grave di quello registrato nel mese di aprile quanto il calo era stato del 51,4%.
Perdite più contenute per le mietitrebbiatrici (-10,2%, a fronte di 141 macchine immatricolate) e per le trattrici con pianale di carico (-11,5% in ragione di 247 unità). In leggera controtendenza i sollevatori telescopici. Il dato riferito al semestre indica infatti una flessione del 5%, in ragione di 408 macchine immatricolate (erano state 431 del 2019). Per i mesi a venire il comparto della meccanica agricola italiana sarà ancora caratterizzato da condizioni di grande incertezza, legate alla situazione economica generale del Paese, e alla difficoltà per le imprese agricole ad effettuare investimenti.
A fronte di questo scenario – sottolinea FederUnacoma – iniziative specifiche a sostegno degli investimenti in macchine e tecnologie innovative per l’agricoltura sono più che mai necessarie. Positive in tal senso le misure previste dalla nuova Sabatini, dal credito di imposta e dal Bando ISI Agricoltura 2019/2020. Quest’ultimo intervento è promosso dall’Inail che stanzia 65 milioni di euro a favore delle micro e piccole imprese e dei giovani imprenditori agricoli che acquistano mezzi meccanici di ultima generazione. I contributi, erogati in conto capitale, coprono fino al 40% delle spese ammissibili (il 50% nel caso dei giovani agricoltori) per un massimo di 60 mila euro.