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Anche quest’anno la giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, ha deliberato l’assegnazione di 270 mila euro per la prossima apertura del bando regionale a sostegno degli allevatori che hanno subito danni a causa delle predazioni da grandi carnivori, quali ad esempio i lupi. Il risarcimento vale sia per gli animali uccisi, sia per i capi feriti e dispersi.
Oltre a questi indennizzi, gli allevatori in questi mesi hanno anche potuto accedere al bando regionale del nuovo Sviluppo Rurale 2023-2027 che concede contributi per l’adozione dei sistemi di difesa del bestiame, come l’installazione di recinzioni e l’acquisto di cani da guardiania.
Infatti, quest’ultima operazione, relativa all’intervento Sra17, è stata aperta nel mese di aprile con una dotazione finanziaria di 1 milione e 350 mila euro, a sostegno degli allevatori che, nelle zone a pascolo, mettono in atto misure atte ad evitare gli attacchi da fauna selvatica. La presentazione delle domande si è chiusa il 30 giugno scorso.

Il 24 novembre il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per contrastare l’abnorme diffusione dei grandi carnivori, in particolare dei lupi (di seguito il link del provvedimento)

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2022-0423_IT.pdf

La risoluzione, tra l’altro, “invita la Commissione e gli Stati membri a individuare e sostenere scientificamente le migliori misure preventive possibili per ridurre gli attacchi e i danni causati dalla predazione del bestiame da parte dei grandi carnivori, tenendo conto delle caratteristiche regionali e locali degli Stati membri, e a sostenere gli agricoltori nella richiesta di tali misure preventive per moltiplicare e ampliare gli approcci di successo”.
Come ha sottolineato nel suo intervento l’europarlamentare Herbert Dorfmann (Ppe), primo firmatario della proposta di risoluzione “c’è bisogno di un maggiore impegno per la protezione dei greggi. Ciò costa denaro e non può essere pagato solo con la politica agricola comune. Se i nostri cittadini vogliono lupi, orsi e linci nelle nostre foreste, devono pagarli e non gravare sugli agricoltori con questi costi”.

https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/CRE-9-2022-11-23-INT-3-434-0000_DE.html

Confagricoltura aveva posto la questione all’attenzione dei parlamentari europei, evidenziando come l’eccessiva presenza dei grandi carnivori, in particolari lupi, abbia causato attacchi sempre più frequenti alle greggi e agli allevamenti, procurando ingenti danni economici alle aziende agricole e pericolo per le comunità dei territori montani.
Questa settimana è prevista una riunione della Convenzione di Berna in cui sarà trattato, anche sulla base del voto di giovedì scorso, il tema del declassamento del lupo da specie “strettamente” protetta a “semplicemente” protetta.
Non esistono dati certi sul numero di lupi presenti nel nostro Paese, ma la Relazione tecnica dell’Attività di monitoraggio nazionale nell’ambito del Piano di Azione del lupo ai sensi della Convenzione ISPRA- MITE e nell’ambito del Progetto LIFE 18 NAT/IT/000972 WOLFALPS EU stima la popolazione di questi carnivori in 946 unità, concentrati prevalentemente nell’area alpina.

https://www.lifewolfalps.eu/wp-content/uploads/2022/05/REPORT_REGIONI_ALPINE_16_05_2022_FINALE.pdf

La relazione indica che nel 2020/2021 in Piemonte sono stati ritrovati 47 lupi morti, di cui 6 recuperati nella provincia di Alessandria, 1 nella provincia di Asti, 1 nella provincia di Biella, 28 nella provincia di Cuneo, 10 nella provincia di Torino e 1 nella provincia di Vercelli.
I lupi – sostiene il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiarappresentano un pericolo sempre più grave per gli allevamenti e per il lavoro degli allevatori, non più soltanto nelle aree montane. È necessario che anche le autorità nazionali prendano atto della situazione e agiscano con misure di contenimento”.

La Regione Piemonte ha aperto il bando PSR n. 2/2022 che concede contributi per la difesa del bestiame e il risarcimento dei danni causati dalle predazioni da grandi carnivori al patrimonio zootecnico piemontese, tramite l’attuazione di misure di prevenzione quali:

a) recinzioni per il ricovero notturno dimensionate in relazione al numero di capi secondo una delle tipologie descritte all’art. 8 di cui all’allegato 1 della DGR n. n. 19-3033 del 26 marzo2021 o provvedere alla stabulazione notturna degli animali;
b) almeno due cani da guardiania (i cani devono essere iscritti all’anagrafe canina ed essere afferenti esclusivamente alle razze: Cane da pastore Maremmano-Abruzzese, Cane da montagna dei Pirenei);
c) custodia degli animali da parte dell’allevatore, della famiglia o di suo personale ovvero recinzioni per l’intera area di pascolamento secondo una delle tipologie descritte all’art. 8 di cui all’allegato 1 della DGR 29 aprile 2022, n. 25-4960;
d) dissuasori faunistici che rilevano l’avvicinamento di animali e persone alle zone di ricovero/pascolo.

Gli allevatori per poter accedere all’aiuto per la prevenzione devono obbligatoriamente assicurare la prescrizione di cui alla lett. c) e devono aver messo in atto almeno uno dei sistemi di difesa di cui alle lett. a) o b).
Gli allevatori devono impegnarsi, in caso di controllo in loco, a dimostrare il possesso dei sistemi di prevenzione adottati o documentazione relativa all’utilizzo degli stessi durante il periodo di pascolamento
L’ammontare del premio non potrà comunque superare il tetto massimo di 3.000,00 euro e potrà subire delle riduzioni sulla base delle disposizioni dell’art. 10 dell’allegato alla DGR 29 aprile 2022, n. 25-4960. La dotazione finanziaria complessiva è di poco più di 585 mila euro.
Le domande dovranno essere presentate sul sistema Siap – applicativo Nembo entro il prossimo 7 dicembre.
Gli uffici di Confagricoltura sono disponibili a fornire la necessaria assistenza agli allevatori interessati a presentare istanza di contributo.

Per sostenere gli allevatori che abbiano subito predazioni da grandi carnivori selvatici nel periodo dall’1/12/2021 al 31/08/2022, la Regione Piemonte ha aperto un bando dedicato, con una dotazione finanziaria complessiva di 265.500 euro. I sostegni, riservati agli allevatori che hanno denunciato la predazione, consistono in un rimborso diretto pari al 100% del valore commerciale del capo. Vengono inoltre riconosciuti i danni indiretti da predazione relativi alle spese sostenute per gli animali feriti; per la rimozione e smaltimento dei capi morti, per il risarcimento delle perdite di produzione e per i capi dispersi a seguito dell’evento predatorio, se inseriti nel verbale ASL.
Oltre che per i principali animali da allevamento, il bando prevede anche aiuti agli apicoltori piemontesi, censiti nella Banca dati nazionale e che non si sono avvalsi di copertura assicurativa, riconoscendo indennizzi e contributi per i sistemi di prevenzione attivati da coloro che svolgono l’attività nelle aree di presenza dell’orso (presenza registrata nel 2020 nel Verbano Cusio Ossola). La scadenza per la presentazione delle richieste è il 30 settembre prossimo.
I tecnici di Asti Agricoltura sono a disposizione per l’assistenza nella compilazione delle domande.

I dati del monitoraggio nazionale del lupo condotto tra il 2020 e il 2021, resi noti nei giorni scorsi nell’ambito del progetto Life WolfApls EU, confermano le nostre preoccupazioni: è necessario un intervento tempestivo da parte delle autorità competenti – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonteper riportare la situazione a livelli accettabili, pena lo sconvolgimento della biodiversità dei nostri territori”. Secondo il monitoraggio sono oltre 900 i lupi presenti nelle regioni alpine, in particolare in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. “I dati dimostrano in modo inequivocabile che il lupo sta diventando un pericolo per gli allevamenti e per il lavoro degli allevatori, non più soltanto nelle aree montane. E’ necessario che le autorità prendano atto della situazione – aggiunge Allasia – e agiscano con misure di contenimento efficaci”.
Gli agricoltori sono esasperati. “Secondo i dati ufficiali della Regione – chiarisce Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemontenel corso del 2020 i servizi veterinari hanno registrato sul sistema informativo regionale ARVET 183 accertamenti per predazione al bestiame domestico, per un totale di 478 capi morti e 46 feriti”.
I danni prodotti dai grandi predatori, nelle campagne e soprattutto negli alpeggi, scoraggiano le attività di allevamento: se si vuole favorire gli investimenti nel settore primario – precisa Confagricoltura in una nota – soprattutto nei territori svantaggiati, si devono creare le condizioni per operare in sicurezza. Confagricoltura ricorda che gli allevatori sono impegnati per migliorare il benessere animale e che la prima condizione per la cura del patrimonio zootecnico è la tutela delle mandrie e delle greggi dai selvatici.