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Quando non c’è certezza del diritto, le controversie sono dietro l’angolo e immancabilmente scoppiano polemiche e diatribe. Così sta accadendo da mesi tra i contoterzisti, che ancora non sanno se hanno diritto al credito d’imposta del 20% per l’acquisto del carburante impiegato nelle attività agricole nel primo e terzo trimestre. C’è chi, come Uncai e la maggior parte delle associazioni provinciali di agromeccanici, invita alla massima prudenza e a ritenere che, ad oggi, sia loro sbarrato l’accesso al credito d’imposta. Poi ci sono altri che affermano esattamente il contrario.

Lo Stato, in tutto questo, non fa una grande figura, non garantendo la libertà delle persone e l’eguaglianza dei cittadini davanti alla legge. Senza un chiarimento pieno della questione avremo dei contoterzisti sanzionati pesantemente per aver fatto ricorso al credito d’imposta, altri che ne beneficeranno perché un funzionario interpreterà la norma in modo benevolo e altri ancora che semplicemente non vi avranno fatto ricorso, consapevoli dei rischi”, illustra il presidente di Uncai Aproniano Tassinari.

Quali sono i rischi per chi ricorre allo sgravio fiscale senza averne diritto?

È importante ricordarlo. Nel caso in cui tale credito non fosse spettante si deve pagare il doppio dell’importo utilizzato e se si supera i 50.000 euro si incorre nel penale. Tutti gli imprenditori sanno cosa significa incorrere in una sanzione penale, hanno finito di lavorare.

Se il rischio è tanto grande chi sostiene che i contoterzisti hanno diritto al credito deve esserne sicuro al 100%. Perché Uncai dubita?

Sino a questo momento le comunicazioni giunte dagli uffici legislativi del ministero delle politiche agricole sostengono purtroppo l’esclusione dei contoterzisti. Chi afferma il contrario omette di sottolineare che si tratta di una propria interpretazione.

Crede davvero che sia solo un’interpretazione personale della norma e non ci siano garanzie politiche?

Temo sia così. E lo dico perché Uncai si è confrontata proprio con tutti. Per nostra fortuna i nostri contatti con le Istituzioni non si limitano a pochi politici o a un solo partito, dialoghiamo con tutti gli schieramenti, sia di centro-sinistra sia di centro-destra. Purtroppo abbiamo avuto sempre conferma che il credito d’imposta non spetta ai contoterzisti. Sottolineo purtroppo, perché siamo stati accusati di diffondere comunicati allarmistici e di creare grave danno alla categoria insinuando il dubbio. Ci è stato addirittura rinfacciato l’intento machiavellico di ergerci poi a salvatori dei contoterzisti, qualora questi, alla fine, venissero reintegrati nel beneficio.

Un ragionamento un po’ contorto.

Da anni siamo abituati a comportamenti e affermazioni di questo tipo da parte di questa persona. Si tratta di comportamenti che prescindono dagli interessi dei contoterzisti. Ma si tratta di una storia che si ripete e sulla quale non vale la pena spendere una sola parola in più. Per smontare tali illazioni basta far presente un fatto. Ad oggi, dopo cinque mesi che Uncai lo chiede, il ministero delle politiche agricole non si è ancora espresso ufficialmente in merito alla richiesta di chiarimenti e gli emendamenti chiesti da più parti affinché la norma comprendesse gli agromeccanici sono stati tutti respinti.

Come si è mossa Uncai in tutto questo tempo?

Non è rimasta ferma. In un primo momento, e con molta superficialità, abbiamo anche noi ritenuto che i contoterzisti rientrassero nel provvedimento. Il buon senso lo vorrebbe. Ma poi occorre leggere tutte le carte, fare una seria valutazione della copertura finanziaria messa a disposizione e, se c’è qualche anomalia, non fare come lo struzzo che finge di non vedere, infilando la testa in un buco. L’esclusione degli agromeccanici è assurda, ma era diventata molto probabile. Così abbiamo avanzato degli emendamenti, anche al decreto Aiuti-bis, tutti documentati e protocollati. Grazie alle insistenze di Uncai la questione è finalmente stata posta all’attenzione del Consiglio dei ministri e riceverà una risposta dai banchi del Parlamento. Se sarà confermata l’esclusione degli agromeccanici, abbiamo ricevuto garanzie che qualcosa arriverà anche per loro.

Non saranno solo promesse elettorali?

Mi auguro di no. Siamo anche stati accusati di tirare in ballo “fantomatiche fonti”. Le nostre fonti sono di due tipi, tecniche e politiche. Quelle tecniche sono rappresentate dagli uffici legislativi di Commissioni e Ministeri, quelle politiche naturalmente da senatori e onorevoli molto attivi e preparati nel settore agricolo. Soprattutto disponibili. Le due fonti non sono interscambiabili e neppure sovrapponibili.

Qualche nome?

Non si può, come ricordava, c’è una campagna elettorale in corso e Uncai non tira la volata a nessuno.Ci lega però alle nostre fonti una solida stima reciproca che proseguirà anche dopo il 25 settembre, comunque vada. In ogni caso, come dicevo, si tratta di esponenti di poli diversi che, per di più, hanno chiesto con urgenza un chiarimento anche all’Agenzia delle entrate

Ho capito bene, il Parlamento chiederà all’Agenzia chiarimenti su quanto ha deliberato?

Occorre avere pazienza e comprensione. È sempre stato difficile per gli agromeccanici farsi notare dalla gente, figuriamoci dal Legislatore. Per loro non vale la battuta del regista Nanni Moretti: “Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente ?” Sui contoterzisti opererà sempre con rigore il famoso rasoio di Occam. In fondo per l’opinione pubblica l’agricoltura sarà sempre fatta solo di agricoltori come le squadre di calcio di attaccanti. Gli agromeccanici sono come i portieri, raramente passano alla storia per le grandi parate. Sono i goal e i numeri degli attaccanti che riempiono gli stadi.

Uncai spesso parla anche per i contoterzisti di altre sigle, è corretto?

L’Unione Nazionale Contoterzisti non è così piccola come alcuni vanno ancora dicendo. Grazie a Confagricoltura siamo cresciuti e siamo maggioritari non più nella sola Lombardia, ma anche nel Centro-Sud. Inoltre siamo forti in Piemonte, Veneto e in Romagna. Per noi è normale intrecciare rapporti con tutte le associazioni provinciali, anche quelle che non aderiscono a noi. Questo perché in Uncai i contoterzisti sono invitati a confrontarsi fra loro. Sono colleghi, sono sulla stessa barca e conviene a tutti remare nella stessa direzione, senza badare troppo alle diverse sigle sindacali. È da questo dialogo aperto di tutti con tutti che sono sorti i dubbi sul credito d’imposta, non certo dalla libera interpretazione di un funzionario. Non ha idea di quante associazioni provinciali di agromeccanici predicano massima prudenza!

Uncai così non rischia però un’invasione di campo?

Ormai Uncai è l’unica organizzazione che tutela veramente gli interessi degli agromeccanici. Ci stiamo adoperando per poter ottenere il parere favorevole sul credito d’imposta, ritenendo che anche le aziende agromeccaniche debbono essere trattate al pari di tutte le aziende agricole. Sarà quindi solo nel momento in cui ci sarà una risposta ufficiale scritta che si potranno dare le esatte indicazioni alle aziende agromeccaniche. Crediamo sia così il modo corretto di lavorare, non certo con la fantasia, mettendo a rischio le imprese!

 

Fonte: ufficio stampa Uncai

Al centro dell’incontro con Tassinari, Gherardi, Rossi e Ginestrini l’Albo degli agromeccanici, la formazione, il credito di imposta 4.0, la rottamazione del parco macchine vetusto e il credito di carbonio in agricoltura

Contoterzisti e agricoltori, Uncai e Confagricoltura sempre più vicini nel fare sistema. L’Eima, la rassegna internazionale della meccanica agricola, ha fatto da cornice a un incontro durante il quale le due associazioni hanno tracciato alcune linee d’azione comune con il presidente Uncai Aproniano Tassinari, il vice Clevio Demicheli, il componente di Giunta nazionale Confagricoltura Nicola Gherardi, il delegato di Giunta per le politiche agromeccaniche Donato Rossi e il direttore Organizzativo Luca Ginestrini.
Di una “nuova politica sindacale” ha parlato Donato Rossi, dopo aver portato i saluti del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. “Gli imprenditori agricoli chiedono una collaborazione sempre più strutturata con il mondo agromeccanico per affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità: è in atto un processo di rinnovamento del modo di fare agricoltura che richiedere un cambio di passo di tutte le imprese. Da qui l’esigenza di un albo professionale per gli agromeccanici”. Il presidente Aproniano Tassinari ha raccolto lo spunto ricordando come la proposta di Uncai di un Albo trasformi gli agromeccanici anche in “facilitatori e certificatori smart per determinate lavorazioni e tecniche agroecologiche, anche a fronte della nuova Pac che ha imboccato la strada della complessità, anziché quella della semplificazione, con più carte e il 30% in meno di titoli per gli agricoltori”.
Arrivo da una famiglia di agricoltori e terzisti e ritengo che il lavoro di questi ultimi sia molto più difficile”, è poi intervenuto Nicola Gherardi. “Richiede un mix di competenze difficili da acquisire e soprattutto il coraggio di fare investimenti senza la certezza, poi, di lavorare”. Obiettivi comuni di Uncai e Confagricoltura diventano quindi la promozione delle competenze agromeccaniche, la conferma del credito di imposta 4.0, la rottamazione del parco macchine vetusto e il riconoscimento del credito di carbonio in agricoltura: “Servono operatori formati e appassionati alle nuove tecnologie di precisione e digitali, necessarie ormai per raggiungere risultati economici e tentare la missione, impossibile sulla carta, di incrementare sia la produzione di cibo sia la sau destinata al biologico. Il cortocircuito potrebbe essere superato anche attraverso un Albo che selezioni agromeccanici formati, in grado di certificare il bio, il sequestro di carbonio e l’incremento di sostanza organica nel suolo ottenuto con determinate macchine e tecniche 4.0”. “Si tratta di un orizzonte di lavoro e collaborazione tra Uncai e Confagricoltura stimolante”, ha concluso Luca Ginestrini: “Le imprese agricole si stanno trasformando, crescono le società semplici, le giovani Spa, la dimensione fondiaria. Mentre si riduce la forza economica nel rinnovare il parco macchine, si rafforza sul territorio la partnership con gli agromeccanici che, da professionisti iscritti a un Albo, dovranno aiutarli a gestire gli ecoschemi e la burocrazia digitale della nuova Pac”.

La sfida dell’innovazione tecnologica e del rilancio dell’agricoltura 4.0 la si vince assieme, agricoltori e contoterzisti. Riorganizzare il sistema agromeccanico è un interesse comune”. Lo ha detto Donato Rossi, delegato della Giunta di Confagricoltura per i rapporti tra agricoltori e contoterzisti, al convegno “Le aziende agromeccaniche tra presente e futuro”. L’incontro è stato organizzato da Confagricoltura e Uncai e trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell’associazione delle imprese agricole.
Il convegno è stata l’occasione per la presentazione ufficiale della proposta di Legge Uncai dell’istituzione di un albo nazionale degli agromeccanici, incardinato nei pilastri della formazione, della professionalità, della sicurezza e della certificazione del lavoro e dei processi.
Serve una disposizione normativa che – ha spiegato il presidente Uncai Aproniano Tassinari riconosca la professionalità degli imprenditori agromeccanici per lo svolgimento sia di servizi conto terzi, sia agroambientali, venendo incontro quindi anche agli obiettivi della strategia Farm to Fork e della futura Pac con gli eco-schemi e la domanda sempre più diffusa d tracciabilità”.
Il contoterzista – ha aggiunto Tassinari – è una figura centrale e radicata all’interno dei territori dove lavora, con ricadute positive sia sulla qualità delle lavorazioni, sia sull’ambiente, sia sulla società. È un professionista orientato al cliente, che garantisce sempre la massima sicurezza nei cantieri di lavoro, rapidità di intervento, cura per le risorse ambientali affidategli, aggiornamento dell’offerta di servizi con il costante rinnovo di macchinari e tecnologie, concordando con gli agricoltori gli investimenti da attuare. Il progetto legislativo, che sottoponiamo all’attenzione delle forze politiche, vuole proprio favorire la collaborazione e la crescita del sistema agricolo e agromeccanico”.
Ridurre la burocrazia è un obiettivo fondamentale – ha osservato il Sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, in collegamento video, disponibile a parlare dell’albo professionale. “Con il PNRR arriveranno fondi importanti per l’innovazione tecnologica anche nel settore agricolo ed agromeccanico”. Anche dalla vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera Maria Spena è stato espresso impegno a studiare con attenzione una nuova figura giuridica per il contoterzista.
I settori agricolo ed agromeccanico indubbiamente vanno supportati nei processi di rinnovamento in essere, con strumenti finanziari e agevolazioni. E nel convegno si è parlato anche di investimenti ed innovazione.
Siamo impegnati attivamente perché si concretizzi un processo di incentivazione agli investimenti – ha dichiarato il direttore generale Francesco Postorino. “Il credito d’imposta lo abbiamo fortemente voluto ma non ci fermiamo; adesso stiamo lavorando alla sua ‘bancabilità’, che è uno strumento ulteriore per agevolare chi vuole investire e innovare. Abbiamo chiesto poi che il ‘Bonus Sud’ possa essere utilizzato anche per le macchine agricole. Il settore agromeccanico sta lavorando con noi e ci supporta, perché siamo convinti che sono leve importanti”.
Per la riforma della PAC auspichiamo che possano esserci i margini per definire una buona intesa, altrimenti – ha concluso il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansantibisogna avere il coraggio di dire meglio un non accordo che un accordo fatto male. Nel Recovery Plan ci sono risorse importanti anche per il rinnovamento del parco macchine. Bisogna superare le contraddizioni. Il futuro che si sta delineando sui campi agricoli, che il PNRR supporta o dovrebbe supportare, è un futuro da innovatori, da imprenditori e non certo da imprenditori cassintegrati che potrebbe volere Bruxelles”.
Confagricoltura e Uncai hanno posto in evidenza come, in media, il 65% delle operazioni agricole siano eseguite da contoterzisti. La percentuale sale notevolmente in caso di interventi di precisione (70%) e raccolta dei cereali (98%). Il comparto genera un volume d’affari di oltre 4 miliardi di euro, considerando le sole imprese agromeccaniche professionali, a cui si aggiunge quello di 3,2 miliardi delle aziende agricole che svolgono lavorazioni conto terzi in forma connessa.