Agrinsieme: ricerca, piena disponibilità a lavorare con la comunità scientifica

Il coordinamento Agrinsieme, costituito dalle organizzazioni professionali Confagricoltura, Cia, Copagri e dalle centrali cooperative Confcooperative FedAgriPesca, Legacoop Agroalimentare e Agci Agrital, a loro volta riunite nella sigla Alleanza Cooperative Italiane – Settore Agroalimentare, che rappresenta oltre i 2/3 delle aziende agricole italiane, il 60% del valore della produzione agricola e della superficie nazionale coltivata e oltre 800mila persone occupate, esprime pieno apprezzamento per l’iniziativa assunta dalla comunità scientifica nazionale che si occupa di Scienze agrarie, che con una lettera aperta alla ministra delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova si è detta “pronta a svolgere il proprio ruolo a supporto delle scelte” che il dicastero sarà chiamato ad assumere, anche in vista della riforma della PAC.
La disponibilità espressa dalla comunità scientifica non può restare senza seguito, ma deve essere, al contrario, accolta e valorizzata; per tali ragioni assicuriamo la nostra piena disponibilità a lavorare insieme per il rafforzamento e nell’interesse del sistema agroalimentare italiano”, afferma Agrinsieme, evidenziando che “l’agricoltura italiana sconta un notevole divario tecnologico nei confronti dei paesi europei ed è alle prese con un calo generalizzato della produzione, che ha portato a una conseguente riduzione del tasso di autoapprovvigionamento nazionale. Tale situazione rischia di aggravarsi per gli effetti della pandemia del Coronavirus a causa della quale, con tutta probabilità, tenderanno a restringersi le catene di produzione del valore, cambieranno le scelte dei consumatori e le modalità di acquisto e si ridurrà la consolidata dinamica del commercio internazionale di prodotti agroalimentari”, aggiunge Agrinsieme.
In questo quadro, all’agricoltura europea viene chiesto di aumentare la sostenibilità ambientale dei processi produttivi, garantendo una maggiore protezione delle risorse naturali e della biodiversità, dando all’innovazione un ruolo centrale. Anche l’Unione Europea è chiamata a superare alcune incertezze e contraddizioni, come quelle relative, ad esempio, alle nuove tecnologie per il miglioramento genetico; rischiamo, infatti, di trovarci nella stessa situazione legata alla questione degli OGM, in base alla quale importiamo e consumiamo prodotti che i nostri agricoltori non sono autorizzati a produrre. Le innovazioni, dalla genetica al digitale, rivestono una funzione strategica, soprattutto in un Paese come l’Italia, che può contare su un sistema agroalimentare inclusivo, efficiente, sostenibile: produrre di più, utilizzando meno risorse, è infatti la sfida che abbiamo di fronte, anche per far crescere la sovranità alimentare dell’Europa”, prosegue Agrinsieme.
Per fare ciò è però indispensabile superare l’atteggiamento negativo nei confronti della ricerca scientifica e delle innovazioni. A volte, è prevalso un vero e proprio pregiudizio. Con i pregiudizi verso le novità, però, non si aiutano le imprese a crescere, a creare ricchezza e posti di lavoro”, conclude Agrinsieme, annunciando l’imminente organizzazione di un evento sul tema, che si svolgerà non appena l’emergenza sanitaria lo renderà possibile.