La Giornata Internazionale della Donna, più che una festa, è un’opportunità per riflettere sui traguardi raggiunti e sulle sfide ancora presenti, specialmente in settori come l’agricoltura, dove sono ancora numerose le difficoltà legate allo squilibrio di genere. E deve essere un’occasione in più per promuovere un cambiamento culturale in un mondo, quello agricolo, tradizionalmente a prevalenza maschile”. E’ questo il monito lanciato da Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, che ricorda come il mondo femminile rappresenti una parte rilevante della forza lavoro, contribuendo con impegno e dedizione allo sviluppo e alla sostenibilità del settore. In Italia il 31,5% delle aziende agricole è condotto da donne, contribuendo per il 17,5% alla produzione nazionale. Le imprenditrici di Confagricoltura Donna si distinguono per il loro livello di istruzione: 2 su 3 sono laureate, mostrano una naturale inclinazione a investire nel digitale e nella sostenibilità ambientale. Secondo un’analisi del Centro studi di Confagricoltura spiccano, tra i comparti coniugati al femminile, l’agriturismo e le fattorie didattiche (complessivamente il 60% delle imprese). E’ cresciuta, negli ultimi 12 anni, in percentuale, la presenza femminile negli allevamenti zootecnici, superando il 43%, mentre nelle imprese floricole copre quasi il 52%.Nonostante i progressi compiuti, ancora oggi le donne incontrano ostacoli nel loro percorso sociale e professionale: difficoltà di accesso al credito, poca attenzione alla formazione e, in generale, stereotipi e pregiudizi che limitano le opportunità e la fiducia delle donne nel settore, influenzando negativamente la percezione delle loro capacità e competenze. “E’ necessario affrontare le questioni ancora aperte superando queste criticità, non solo nel nostro settore – sottolinea Alessandra Oddi Baglioni – valorizzare l’impegno delle donne imprenditrici, sia nel lavoro che nella vita familiare, è essenziale perché le donne gestiscono anche la cura della famiglia, nella quale sono il punto di riferimento. Chiediamo dunque aiuti specifici, anche a livello europeo, ed una maggiore attenzione da parte del Governo”.
Confagricoltura Donna, dunque, rinnova l’appello alle istituzioni, alle aziende e ai cittadini a unirsi in questa riflessione e a lavorare insieme per incentivare politiche inclusive e di sostegno che possano colmare il divario di genere, creare un ambiente di lavoro più inclusivo e rispettoso per il mondo femminile.
In questi giorni l’Organizzazione sta promuovendo la campagna social #coltiviamoparità per sensibilizzare sull’importanza della parità di genere e sulla valorizzazione del ruolo delle donne nel lavoro in agricoltura.

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L’indirizzo interpretativo fornito dall’Agenzia delle Entrate per dare soluzione al sistema di tassazione degli impianti di biogas va nella giusta direzione auspicata da Confagricoltura. Esprimiamo, perciò, una valutazione positiva e un particolare apprezzamento per la chiarezza.
Con le direttive impartite dall’Agenzia, infatti, si conferma la correttezza del criterio di tassazione che la Confederazione aveva indicato sin dall’entrata in vigore, nel 2014, delle norme sulla determinazione forfetizzata dell’imponibile derivante dall’attività di produzione di energia da biogas, basata sui prezzi medi zonali indicati dallo stesso GSE, con esclusione della quota incentivante compresa nella tariffa omnicomprensiva.
Il chiarimento ufficiale fornito oggi dall’Agenzia si fonda sulle finalità che le norme intendevano perseguire, dirette a non discriminare con diversi sistemi di tassazione i produttori di agroenergie in base alle differenti fonti di produzione dell’energia da impianti fotovoltaici o da fonti di origine agroforestali (biogas). L’indirizzo conferisce certezza ai comportamenti tenuti dagli imprenditori del settore, in conformità con la giusta interpretazione delle disposizioni di riferimento.
Si chiude, così, una lunga vicenda che ha visto coinvolte varie amministrazioni competenti (ministero dell’Economia e delle Finanze, ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, GSE) che hanno in questi anni dialogato con Confagricoltura fino alla giusta interpretazione emanata dall’Agenzia delle Entrate, che pone finalmente chiarezza ai dubbi sull’applicazione della normativa.

Una lama a doppio taglio. Ecco in cosa consiste l’arma dei dazi. Di questo doppio danno, che la politica protezionistica Usa avrà sull’Europa, parla oggi il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti sul quotidiano “Il Foglio”. “Avremo un aggravio di costi per ciò che importiamo dagli Stati Uniti, per poi vederci imporre nuovamente altri aggravi quando invece andiamo a riesportare”.
L’aumento di costi avrà conseguenze sull’intera filiera agroalimentare, in particolare su quella agricola, “perché immagino che gli importatori americani proveranno a scaricare il costo del dazio direttamente e il più possibile sul produttore”.
Gli effetti sul Sistema Italia sarebbero pesanti vista anche l’importanza che gli scambi commerciali oltreoceano rivestono nell’economia nazionale. A preoccupare Giansanti non sono soltanto gli effetti diretti, ma anche gli equilibri commerciali internazionali. Ad esempio, i dazi nei confronti di Pechino spingerebbero i prodotti cinesi sul mercato europeo.
I dazi arrivano in un momento in cui i mercati sono già esposti a una complessa fase e rischiano di portare ulteriore instabilità quando già stiamo attraversando un momento di forte speculazione e di volatilità nei prezzi delle materie prime agricole”, aggiunge il presidente.
La realtà è che i Paesi europei dovranno trovare un nuovo equilibrio per fronteggiare le tariffe Usa. “In Europa operiamo come su un mercato domestico, ma le differenti velocità con cui vengono applicate, ad esempio, le politiche fiscali permettono di avere vantaggi competitivi di un Paese rispetto a un altro”, fa notare Giansanti.
L’attuale contesto non sarà indolore neanche per i consumatori. A metà marzo Giansanti, nel ruolo di presidente del Copa, incontrerà il suo omologo statunitense. “Dobbiamo assolutamente continuare nel dialogo che ha garantito stabilità dal 1946”.
Poi un passaggio sugli accordi commerciali sul tavolo in questo periodo. “Siamo favorevoli, e lo siamo sempre stati, all’attuazione dell’intesa commerciale con il Canada. Chiediamo invece più prudenza per quella con i Paesi Mercosur”.

In Italia al momento ci sono poco più di 1.200 veterinari per circa 350.000 aziende zootecniche. Questa è una criticità importante a fronte di quanto stabilito nel 2017 dal decreto ministeriale che ha istituito la figura del veterinario aziendale con il compito di lavorare all’interno degli allevamenti. Inoltre, in questi anni, la normativa si è evoluta e richiede sempre di più la presenza di tale figura nelle imprese zootecniche.
La questione è stata affrontata nel primo incontro promosso da Confagricoltura e Cia- Agricoltori Italiani a Palazzo della Valle, insieme alle rappresentanze dei veterinari privati e pubblici e all’Ordine dei veterinari, le organizzazioni agricole e di filiera.
Il coinvolgimento di tutte le parti interessate sottolinea la necessità di affrontare in modo condiviso e strutturato una problematica che incide direttamente sulla sostenibilità degli allevamenti italiani.
La carenza dei veterinari, complice anche la tendenza degli studenti del corso di laurea, orientati più verso la specializzazione sugli animali da compagnia piuttosto che sugli animali da reddito, acuita dalle richieste della normativa europea e nazionale, sta creando problemi alle aziende zootecniche che necessitano di indicazioni chiare rispetto al rapporto con il veterinario aziendale e le sue funzioni.
Il tavolo con tutti gli stakeholder rappresenta un passo importante che Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani, con le associazioni e l’Ordine dei veterinari e gli altri operatori, intendono portare avanti per arrivare a un equilibrio definito tra le necessità delle aziende e del sistema pubblico.
Il primo incontro è stato proficuo e le parti hanno concordato di voler proseguire il percorso di confronto per arrivare a un provvedimento ministeriale che aiuti a definire meglio questa figura e le sue funzioni, nell’ottica di venire incontro alle necessità tecniche e garantire lo stato sanitario degli allevamenti italiani rendendoli ancora più competitivi.

Favorire i processi di digitalizzazione per semplificare e gestire in modo efficace la comunicazione con tutti gli attori della filiera. È l’obiettivo dell’app per smartphone lanciata dal Consorzio Asti Docg, uno strumento – realizzato in collaborazione con Credemtel (società tecnologica del Gruppo Credem) e la sua Partecipata Mynet Srl-Società Benefit – dedicato ai soci per restare aggiornati su tutte le attività dell’ente consortile e al tempo stesso avere a disposizione uno spazio virtuale per la gestione dei documenti.
“Siamo il primo consorzio in Italia a mettere a disposizione dei propri associati un’applicazione intuitiva e funzionale per facilitare le comunicazioni interne, informare in tempo reale in merito alle nostre iniziative promozionali e contemporaneamente garantire una gestione sempre più efficiente di tutta la modulistica – commenta Giacomo Pondini, direttore del Consorzio Asti Docg-. Con questo strumento siamo inoltre in grado di limitare l’invio delle mail e ridurre lo spreco di carta in ottica di una gestione sempre più sostenibile anche della nostra organizzazione consortile”.
“Dotarsi di un’applicazione ad hoc per i soci è un passo fondamentale che ci permette di coinvolgere in tempo reale e attivamente tutta la nostra filiera, a partire dagli attori della produzione viticola e vitivinicola fino alle case spumantiere, le aziende vinificatrici e le cantine cooperative – afferma Stefano Ricagno, presidente del Consorzio Asti Docg -. È proprio la filiera che rappresenta al meglio le istanze del nostro territorio, per questo ci è sembrato non solo importante ma anche opportuno costruire un canale di comunicazione sempre più diretto e al passo coi tempi”.
L’applicazione si compone di due moduli: Bacheca e Armadietto. Con il primo sarà possibile per i soci ricevere le principali notizie interne inerenti il Consorzio fino alle comunicazioni relative alle iniziative e gli eventi promozionali in programma. Il secondo modulo faciliterà la consultazione, la condivisione e l’archiviazione dei documenti, permettendo inoltre anche la compilazione della modulistica interna direttamente dalla app.