Prossimo appuntamento: martedì 26 settembre ad Asti presso la sede centrale 

Le regole PAC per le semine autunnali, coltivazioni alternative resistenti alla siccità, ma anche i nuovi bandi PSR e PNRR per l’acquisto di attrezzature. Sono questi alcuni degli argomenti trattati mercoledì sera a Villanova, presso l’ufficio zona della Confagricoltura di Asti, dove si sono riunite le aziende associate della zona. Un nutrito e interessato gruppo di imprenditori agricoli ha ascoltato attentamente tutte le novità in ambito tecnico soprattutto relative alla nuova PAC e alla nuova programmazione 2023/2027.
La nuova PAC 2023-2027, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, prevede nuove regole per gli agricoltori, tra cui una maggiore condizionalità per percepire i premi. In caso di mancato rispetto delle regole, ci sarà una riduzione fino al 50% degli aiuti. Dal 1° gennaio è entrata in vigore anche la nuova programmazione del PSR, anch’esso con nuove opportunità e nuovi vincoli.
Relatore degli incontri, Enrico Masenga, coordinatore del settore tecnico della Confagricoltura di Asti, che ha preso la parola dopo l’introduzione del direttore Mariagrazia Baravalle.
Durante la serata è stato infine presentato il nuovo referente tecnico della zona di Villanova d’Asti: Enrico Venezia.

Durante l’incontro di mercoledì sera era presente una delegazione dell’azienda “Tempo Verde” di Carmagnola che ha approfondito il tema dei miscugli melliferi

Il prossimo appuntamento è previsto per martedì 26 settembre, alle ore 20,30, ad Asti, presso la sede centrale della Confagricoltura di Asti (Via Monti, 15)

 

Alcune foto dell’incontro di mercoledì sera

 

Introduzione del direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle

Un gremito e interessato pubblico ha partecipato all’incontro “Le soluzioni finanziarie per le aziende vitivinicole: pegno rotativo vino”, che ha avuto luogo martedì 19 settembre, presso la tenuta Marchesi Alfieri a San Martino Alfieri. Lo scopo dell’incontro, organizzato dall’istituto bancario Credit Agricole, in collaborazione con Confagricoltura, è stato quello di illustrare ai presenti le proposte, gli strumenti e le soluzioni a tutti gli operatori della filiera vino. In particolare è stato trattato il tema del pegno rotativo. Si tratta infatti di una soluzione di finanziamento innovativa pensata per i produttori di prodotti agricoli e alimentari DOP e IGP, incluse le aziende della filiera vitivinicola sotto forma di anticipazione su pegno di merce senza perdita di possesso della merce stessa, che resta presso le cantine del produttore. Previsto dal Decreto del MIPAAF del 23 luglio 2020, il finanziamento si propone di rafforzare la liquidità delle imprese in una fase di estrema difficoltà del mercato in seguito alla pandemia da Covid-19.
All’incontro era presente anche la Confagricoltura di Asti con il direttore Mariagrazia Baravalle, che ha introdotto i lavori: “Esiste un accordo nazionale tra Confagricoltura e Credit Agricole e la nostra confederazione crede molto in questa partnership“, ha affermato il direttore dell’organizzazione agricola astigiana. “Il mondo agricolo presenta al suo interno molteplici sfaccettature e ogni comparto ha caratteristiche diverse dagli altri. Per questo è fondamentale conoscere in modo approfondito l’intero settore in modo tale da proporre linee di credito che si adattino al meglio“. “Confagricoltura – ha concluso il direttore Baravalle – ha sicuramente un ruolo di facilitatore in questo tipo di processo“.
Presente, all’interno delle delegazione della Confagricoltura di Asti, anche il responsabile dell’area fiscale Roberto Bocchino.
Splendida cornice dell’incontro è stata la tenuta Marchesi Alfieri che ha accolto con calore ed attenzione tutti gli ospiti, offendo a tutti i presenti al termine dell’incontro un raffinato aperitivo accompagnato dai vini dell’azienda

 

Alcune foto dell’incontro

 

In questi ultimi anni gli agricoltori europei sono sempre stati in prima linea nell’affrontare impatti geopolitici significativi, dovuti alle conseguenze della Brexit, all’aumento dei costi energetici e di produzione, all’inflazione, alla crisi covid, alle questioni legate al sostegno del settore agricolo ucraino, gli incendi boschivi o gli sconvolgimenti climatici che stanno influenzando la nostra produzione, raccolto dopo raccolto”. Sono le parole del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, che è anche vicepresidente del Copa intervenuto all’emiciclo del Parlamento europeo in rappresentanza delle Organizzazioni agricole europee, alla conferenza organizzata dal PPE ‘European farmer’s deal’.
Giansanti ha ricordato quanto sia centrale il ruolo degli agricoltori nell’economia mondiale. “Siamo pronti a fare la nostra parte con un forte impegno per garantire la sicurezza alimentare in Europa, in termini di disponibilità, convenienza e accessibilità per tutti, coniugando i 3 pilastri della sostenibilità: economico, ambientale e sociale – ha detto Giansanti – ma per proseguire su questa strada è necessario riconoscere il giusto reddito agli agricoltori, investire in ricerca, innovazione e nuove tecnologie, favorire il ricambio generazionale, investire nelle aree rurali e migliorare le infrastrutture e i servizi – ha proseguito – dobbiamo investire nelle 4F: food/feed/fuels/fibres“.
Le imprese europee del settore guardano quindi con grandi speranze ai prossimi mesi. “Copa-Cogeca ha accolto con entusiasmo il riconoscimento dato al settore agricolo e forestale da Ursula von der Leyen nel suo ultimo discorso sullo stato dell’Unione europea insieme all’annuncio di aprire ‘un dialogo strategico’ sul futuro dell’agricoltura, atteso da tutti gli attori della filiera, e non vediamo l’ora di avere maggiori dettagli e di poter contribuire in modo concreto a questa discussione”, ha concluso Giansanti.
Al convegno del PPE è intervenuta anche Diana Lenzi, sempre di Confagricoltura, in rappresentanza del CEJA, l’Organizzazione dei giovani agricoltori europei.

Secondo l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) non sono state individuate particolari aree critiche per gli effetti del glifosato sull’uomo.
È stata quindi inserita nel regolamento di esecuzione che la Commissione UE ha inviato agli Stati membri la proposta di rinnovo dell’autorizzazione per altri dieci anni. La discussione inizierà il 22 settembre, con l’obiettivo di approvare il regolamento entro ottobre e quindi di prorogare la licenza del glifosato fino al 15 dicembre 2033.
Verranno comunque introdotti alcuni limiti all’utilizzo della sostanza, per esempio vi sarà il divieto d’uso per il disseccamento del raccolto, una pratica utilizzata in particolare dai grandi produttori di cereali. Inoltre, per ridurre la dispersione, si dovranno adottare fasce tampone di almeno 5-10 metri e garantire che l’uso sia ridotto al minimo o anche vietato in parchi e giardini pubblici.
Il glifosato è l’erbicida ancora più utilizzato in agricoltura, la sua licenza era stata rinnovata nel 2017, ma per soli 5 anni, invece di 15, perché l’Organizzazione mondiale per la sanità aveva classificato la sostanza come “probabilmente cancerogena”.

L’UE, riunita in Plenaria, ha discusso la questione della diffusione del lupo, dopo che la Commissione ha chiesto nuovi dati, in vista di una possibile revisione dello stato di protezione. Numerosi parlamentari hanno chiesto la revisione dello stato di protezione dal momento che sono sempre più frequenti attacchi di lupi ad animali, e anche a persone, mentre altri hanno chiesto il potenziamento di misure alternative agli abbattimenti, quali cani da guardiania e recinti. Tra i punti sollevati a favore di maggiori abbattimenti, è stato più volte ribadito che il lupo non è più una specie in via d’estinzione e che, con i suoi attacchi, rischia di incidere negativamente sulla biodiversità.
Inoltre, sempre più allevatori si vedono costretti ad abbandonare la loro attività per i danni causati dai lupi, mentre per mantenere l’equilibrio naturale occorre preservare anche gli interessi degli uomini, in quanto vivono e lavorano in queste zone. Gli eurodeputati contrari a maggiori abbattimenti dei lupi hanno invece sottolineato come sia possibile la coesistenza, e come si debbano al contrario rafforzare i fondi e i sostegni per le misure alternative citate in precedenza, e i risarcimenti economici per gli allevatori i cui capi vengono attaccati. Nel corso della discussione si è potuto anche notare la differenza tra regioni dell’UE, alcune delle quali non colpite da fenomeni di questa portata.
Per quanto riguarda l’Italia si stima la presenza di oltre 3.000 lupi, con oltre la metà in Piemonte. Negli ultimi anni si sono spesi oltre 9 milioni di euro per risarcire gli allevatori, colpiti da oltre 50.000 predazioni. I numeri però sono potenzialmente maggiori, in quanto molti allevatori non denunciano più gli attacchi.
La Commissione Europea ha avviato il processo interno per una possibile revisione e dati in corso di raccolta serviranno per capire se questa revisione sia necessaria o meno, nonché per garantire eventualmente maggiore flessibilità agli Stati membri per intervenire.