La “Birra del Piemonte” è stata riconosciuta dalla Regione Piemonte come prodotto agroalimentare tradizionale (PAT), categoria individuata dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e di cui fanno parte le produzioni le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura risultano consolidate nel tempo per un periodo di almeno venticinque anni, e che pertanto rappresentano parte del patrimonio gastronomico e culturale nazionale. La richiesta di riconoscimento, presentata dal consorzio Birra Origine Piemonte, è stata valutata dai competenti Uffici della Direzione Agricoltura e Cibo della Regione Piemonte, con la collaborazione del Dipartimento di Management dell’Università di Torino, ed ha portato alla redazione della relativa scheda tecnica. Il percorso si concluderà con il definitivo inserimento nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali del Piemonte tramite apposita deliberazione della giunta regionale.
Si tratta di un primo significativo riconoscimento per questo prodotto, che affonda le proprie radici nella seconda metà del XIX secolo, quando la presenza di oltre trenta birrifici faceva del Piemonte una delle principali realtà nazionali. Attività che, dopo alcuni decenni di rallentamento, è tornata a svilupparsi nei primi anni ‘90 del XX secolo, con la rinascita della “scuola artigianale” della birra, e che da allora è stata portata avanti fino ad oggi da numerosi birrifici diffusi sull’intero territorio regionale i quali, nelle loro produzioni artigianali, oltre a riproporre le metodiche di lavorazione peculiari della produzione brassicola “storica”, hanno progressivamente ripreso l’utilizzo (in alcuni casi esclusivo) di materie prime di origine locale.

La giunta regionale ha espresso il 30 settembre il proprio parere favorevole alla richiesta di riconoscimento dell’indicazione geografica protetta (IGP) “Giandujotto di Torino”, presentata a marzo 2022 dal Comitato Giandujotto Torino IGP al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e alla Regione Piemonte.
La richiesta di riconoscimento è stata condivisa nei mesi scorsi con il Tavolo regionale per la qualità agroalimentare consultato dall’assessorato regionale all’Agricoltura e Cibo, al quale partecipano le organizzazioni agricole tra cui Confagricoltura, i consorzi di tutela e tra questi il Consorzio per la tutela della Nocciola Piemonte Igp, le organizzazioni degli artigiani e i rappresentanti dell’agroindustria.
Alla stesura della documentazione necessaria alla presentazione della domanda hanno collaborato anche l’Università di Torino e il Laboratorio chimico della Camera di commercio di Torino. La proposta del disciplinare di produzione del Giandujotto di Torino Igp prevede che possa essere prodotto in tutto il territorio regionale ed è elemento caratterizzante l’utilizzo esclusivo della Nocciola del Piemonte IGP tostata.
Il parere favorevole della Regione verrà trasmesso al Ministero competente al fine di poter proseguire nell’iter di riconoscimento.

Crédit Agricole Italia, istituto bancario con cui Confagricoltura ha stretto accordi di collaborazione, ha messo a punto con ISMEA un piano comune di interventi volto a sostenere le aziende del settore agricolo che si trovano a contrastare i rincari dei costi energetici e delle materie prime.
Grazie all’accordo, gli agricoltori che decidono di convertire il debito per Cambiali Agrarie e della Pesca (CAP), emesse durante il periodo COVID, e che necessitano di liquidità straordinaria per supportare i recenti rincari, potranno accedere ad un finanziamento a medio-lungo termine che consentirà di estinguere il 65% delle Cambiali Agrarie ISMEA, convertendo il restante 35% in sovvenzione diretta, senza necessità di rimborso.
La banca, d’intesa con l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, si impegna inoltre a valutare le controparti al fine della concessione di finanziamenti supportati da garanzia U35 a copertura del 100%.

Il ruolo dei nonni nelle famiglie e nella società è fondamentale. Gli anziani sono un irrinunciabile ricchezza umana di saggezza, affetto, storia. Questa inestimabile risorsa va sostenuta e potenziata valorizzando sentimenti e solidarietà, ma anche con provvedimenti che diano serenità a chi ha lavorato una vita”. Lo ha detto Rodolfo Garbellini, presidente dell’ANPA – l’associazione che riunisce i pensionati di Confagricoltura – in occasione della Festa dei Nonni che si è celebrata il 2 ottobre.
In Italia, sottolinea l’associazione, la popolazione over 65 è in costante crescita e secondo i dati Istat il rapporto tra individui, in età lavorativa e non, passerà dai 3 a 2 attuali fino ad essere pari nel 2050.
Malgrado questi dati spingano ad una riflessione, sono 30 anni che il mondo degli anziani attende la riforma della non autosufficienza. Cogliamo l’occasione della ‘festa dei nonni’ – conclude Angelo Santori, segretario generale dell’Anpa – proprio per chiedere al nuovo Governo attenzione per chi rappresenta un patrimonio prezioso dal punto di vista sociale e non può più aspettare”.

Le imprese agricole non sono assolutamente in grado di assorbire ulteriori aumenti dei costi energetici che, nei soli primi tre mesi di quest’anno, sono aumentati di oltre il 18% sullo stesso periodo del 2021. Senza il blocco del prezzo del gas a livello europeo e il varo di nuove misure a supporto della liquidità – dichiara la Giunta esecutiva di Confagricolturac’è il rischio imminente che un elevato numero di imprenditori del nostro settore sia costretto a sospendere o a ridurre l’attività produttiva. Di conseguenza, calerebbero le forniture ai mercati e alle industrie di trasformazione, a vantaggio delle importazioni da Paesi in cui i costi energetici sono inferiori”.
Prendendo poi in esame le decisioni, annunciate dal governo tedesco, di fissare un tetto sul prezzo del gas a livello nazionale e di stanziare 200 miliardi di euro a sostegno di famiglie e aziende, Confagricoltura ritiene che queste scelte unilaterali degli Stati membri determinano una vera e propria distorsione di concorrenza tra le imprese.
Il regolare funzionamento del mercato unico non può dipendere dalla capacità di spesa dei bilanci statali”, sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti. “Il sostegno alle imprese deve essere attuato a livello europeo, riproponendo le misure comuni già attuate durante la pandemia a tutela dell’occupazione oppure autorizzando gli Stati membri a ridurre i costi energetici utilizzando una parte dei fondi già assegnati dall’UE per altre finalità, ma non ancora impegnati”.
Nonostante l’intensità della crisi in atto l’Unione Europea ha mantenuto invariati gli stanziamenti all’agricoltura. “Non solo ma dal prossimo anno – fa notare la Giunta confederale – i sostegni comunitari subiranno una progressiva riduzione del 15% in termini reali”.