Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, è stato rieletto oggi vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (COPA), che riunisce 60 organizzazioni dei Paesi membri della UE e 36 organizzazioni partner di altri Paesi. Presidente del COPA, per i prossimi due anni, è stata rieletta la francese Christiane Lambert.
Dobbiamo garantire un’azione politica che possa stabilizzare il reddito degli agricoltori e certezze nell’incrementare la potenzialità produttiva, rispondendo alle esigenze dei consumatori europei e mondiali che ci chiedono sempre più cibo, e sempre più sicuro e di qualità – ha sottolineato Massimiliano Giansantiil momento storico che stiamo attraversando, tra pandemia e conflitto russo-ucraino, con le pesanti ripercussioni economiche causate dai rincari delle materie prime – ha proseguito – richiede da parte della UE ogni sforzo possibile per consentire alle imprese agricole, non solo di ripartire, ma anche di innovarsi, rafforzando così il nostro sistema agricolo e agroalimentare. Tutto questo sarà possibile grazie al lavoro propositivo del Coordinamento degli agricoltori europei”.

Rivoluzionato l’approccio, le richieste verranno presentate agli eletti con un’agenda pressante di verifica dei risultati

“Abbiamo rivoluzionato l’approccio su come affrontare le problematiche agricole alla vigilia delle elezioni” asserisce con determinazione Gabriele Baldi, Presidente di Asti Agricoltura, la compagine agricola astigiana che aderisce alla Confagricoltura nazionale, e continua “illustriamo infatti pubblicamente, tramite i mezzi di stampa, le nostre richieste, ma evitiamo incontri diretti preelettorali in quanto i nostri tanti associati sono imprese agricole e relative famiglie che, pur riconoscendo nell’organizzazione la capacità di tutelare i loro interessi di settore, sono già sufficientemente informati ed attenti sulle proposte avanzate dai candidati locali e dai loro partiti, agendo poi di conseguenza nella cabina elettorale”.

“Ringraziamo sin d’ora i candidati eletti che accetteranno il nostro invito, immediatamente dopo la tornata elettorale, per un confronto sui temi relativi al mondo agricolo. Le nostre aziende stanno affrontando un periodo di crisi senza precedenti” spiega Mariagrazia Baravalle, direttore dell’associazione astigiana “a causa dell’aumento dei costi di produzione, della siccità, del rincaro delle materie prime; la pandemia, gli eventi climatici estremi, la crisi ucraina hanno messo in luce come il sistema produttivo sia ormai interconnesso a livello globale. Il nostro impegno è quindi quello di rappresentare nel dettaglio le istanze degli imprenditori agricoli a quelli che saranno i parlamentari eletti in rappresentanza del territorio astigiano con l’impegno da parte nostra di attuare una successiva pressante agenda di verifica dei risultati conseguiti”.

Ai rappresentati delle istituzioni italiane la Confagricoltura di Asti chiede innanzitutto di continuare nella sensibilizzazione della Commissione Europea per una politica comunitaria più forte, con ulteriori stanziamenti, che riveda e renda più graduali e quindi realmente attuabili, proprio nell’interesse della collettività, gli obiettivi di riduzione degli input chimici e l’applicazione della normativa sul “ripristino degli elementi della natura”.

Confagricoltura si batte, inoltre, da tempo per contrastare l’introduzione del sistema Nutriscore (semaforo) che penalizza il sistema agroalimentare nazionale. L’alternativa che propone è il Nutrinform battery, che meglio sintetizza le proprietà nutrizionali dei prodotti dell’eccellenza italiana.

L’agricoltura, per affrontare le sfide connesse al sostegno della filiera agroalimentare e della transizione ecologica, può e deve giocare un ruolo fondamentale ed è quindi necessario:

– dotare il paese di opere infrastrutturali, a partire dall’efficientamento delle rete idraulica attraverso il Pnrr, delle realizzazione di nuovi invasi, del riutilizzo della acque reflue;

– consentire la sperimentazione in campo delle tecnologie di evoluzione assistita (Tea);

– intervenire senza indugi nella gestione della fauna selvatica e, in particolare, sui cinghiali, attraverso politiche di contenimento adeguate, anche al di fuori dei periodi previsti dai regolamenti, il monitoraggio obbligatorio su scala regionale e nazionale, la dotazione di risorse umane e finanziarie per garantire procedure più semplici e veloci di risarcimento agli agricoltori, la valorizzazione dell’attività delle imprese agricole afferenti alla gestione faunistica e faunistica venatoria;

– superare il limite dell’autoconsumo sul recente bando agrisolare del MIPAAF per consentire alle aziende di aumentare le propria capacità produttiva;

– ripristinare gli incentivi previsti dal MITE per la realizzazione degli impianti fotovoltaici a terra;

– definire un quadro normativo che incentivi lo sviluppo di nuovi impianti biogas e biomasse;

– ricomprendere le attività agricole tra quelle energivore ed escluderle dalle disposizioni sugli extraprofitti;

– valorizzare i borghi rurali e le aree interne;

– definire una strategia italiana sul carbon farming che valorizzi l’attività delle imprese agricole e forestali.

Non meno importante, il capitolo relativo al lavoro e alla previdenza sociale.

Su questo tema Confagricoltura chiede che si intervenga sulla riduzione del cuneo fiscale, intervenendo anche sulla quota antinfortunistica, introducendo un regime semplificato e pratico per i lavoratori stagionali e a tempo determinato. Importanti le azioni di contrasto al caporalato e la definizione di procedure snelle e rapide per l’assunzione di lavoratori stranieri nel rispetto del quadro normativo (definizione del decreto flussi in tempi ragionevoli) che va reso attuabile anche potenziando gli uffici preposti all’esame delle domande.

Per quanto riguarda, infine, il regime fiscale e le politiche creditizie, Confagricoltura chiede nell’immediato l’estensione a tutto il 2022 del credito d’imposta del 20% (rimane ancora oggi scoperto il secondo trimestre, anche in seguito alla pubblicazione del Decreto Aiuti ter) sull’acquisto di carburante agricolo; la stabilizzazione delle aliquote di agevolazione del credito d’imposta previste per il 2022 per gli investimenti in beni strumentali innovativi; la rinegoziazione ventennale dei mutui bancaria agrari; la riduzione del carico burocratico a cui devono far fronte le aziende.

Sostenere le politiche agroindustriali nazionali e finanziare i programmi d’investimento a favore delle filiere strategiche. Questo l’obiettivo della convenzione sottoscritta dal Ministero delle Politiche Agricole e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) che disciplina la concessione dei finanziamenti agevolati a valere sul “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca” (FRI), nell’ambito del quinto bando dei contratti di filiera, principale misura del PNRR a favore nei comparti agroalimentare e agro-energetico.
Il totale delle risorse potrà arrivare a un valore complessivo di circa due miliardi di euro, che si aggiungono agli oltre 280 milioni di euro impegnati nei precedenti bandi a favore di oltre 340 imprese attive nel settore
L’operazione ha l’obiettivo di finanziare i programmi di investimento rivolti alle filiere strategiche operative in ambito multiregionale, che dovranno essere sostenibili sotto il profilo ambientale e innovative dal punto vista tecnologico.
Nel dettaglio, l’iniziativa prevede un contributo diretto concesso dal Mipaaf utilizzando circa 800 milioni di euro provenienti dal Fondo Complementare al PNRR. A questa somma si aggiungono i finanziamenti agevolati (tasso fisso dello 0,5% annuo) fino a 600 milioni di euro concessi da Cdp, in affiancamento a prestiti di pari importo e durata (fino a 15 anni) erogati dal sistema bancario a condizioni di mercato. Per un totale, appunto, di circa due miliardi di euro.
Gli interventi ammissibili alle agevolazioni riguardano, in particolare, gli investimenti in attivi materiali e immateriali nelle aziende agricole, nel settore della trasformazione e della commercializzazione di prodotti agricoli, nella partecipazione dei produttori ai regimi di qualità, nella promozione dei prodotti agricoli e nella ricerca e sviluppo nel settore agricolo. Potranno, inoltre, essere ammessi alle agevolazioni i programmi con un ammontare di spese compreso tra 4 e 50 milioni di euro, volti a migliorare le relazioni organizzative e commerciali, l’impatto ambientale e la distribuzione del valore lungo la filiera fra i differenti soggetti.

A cinque anni dall’entrata in vigore dell’accordo CETA tra Unione Europea e Canada, i risultati confermano performance largamente positive per la UE e per l’export agroalimentare. Confagricoltura aveva sostenuto già allora l’intesa, che si è rivelata positiva non solo dal punto di vista commerciale, ma anche nel contesto macroeconomico e politico”. Così il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, commenta i dati diffusi dalla Commissione Europea in occasione del primo lustro di applicazione del CETA.
In una nota, la Commissione fornisce i dati e conferma che ci sono state significative ricadute per l’economia e per i consumatori: gli scambi bilaterali e bidirezionali di merci tra la UE e il Canada sono aumentati del 31% negli ultimi cinque anni, raggiungendo i 60 miliardi di euro.
Per l’Italia, la crescita delle esportazioni verso il Canada dall’entrata in vigore dell’accordo è stata del 36,3%, raggiungendo nel 2021 quota 7 miliardi. Tra le voci più performanti dell’export tricolore figura proprio l’agroalimentare, con aumenti di oltre l’80% in cinque anni nell’ortofrutta trasformata e del 24% nel comparto bevande, alcolici e aceto.
Gli accordi commerciali sottoscritti dalla UE sono, in generale, un valido strumento per supportare la crescita delle esportazioni agroalimentari italiane – sostiene Giansanti – anche per la tutela assicurata alle indicazioni geografiche”.
Il CETA dà anche l’occasione di allargare le intese. A fine mese, in occasione di un incontro tra il commissario UE all’agricoltura e le autorità di Ottawa, si potrà siglare un accordo per l’aumento delle importazioni di ammoniaca sul mercato europeo, come contributo per evitare una carenza di fertilizzanti nella UE”.

Non possiamo permetterci di indebolire le nostre aziende in un momento così complesso e delicato. La fine delle moratorie sui crediti, sommata all’incremento dei costi di produzione, causerebbe la sospensione dell’attività di moltissime imprese agricole”.
Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, rilancia l’appello del presidente dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana), Antonio Patuelli, affinché il governo chieda a Bruxelles l’autorizzazione al rinnovo delle moratorie concesse nel periodo della pandemia per far fronte alle difficoltà delle aziende, e delle garanzie pubbliche che cesserebbero a fine anno, in un periodo di difficoltà ulteriormente aggravato dall’attuale congiuntura. Questa richiesta dovrebbe rientrare in un intervento più generale, finora mancato, dell’Unione Europea per contrastare gli effetti del caro energia sul sistema delle imprese.
Già nei mesi scorsi – ricorda Giansanti – il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, aveva segnalato che la dinamica dei costi di produzione risultava insopportabile per le aziende, ma da allora i prezzi sono ulteriormente aumentati”.
Secondo i dati della Commissione UE – ricorda Confagricoltura – il caro energia è già costato alle famiglie e alle imprese europee 1.000 miliardi di euro.
L’elevato indebitamento, specie nei settori più energivori, ha comportato squilibri di natura finanziaria e patrimoniale. Occorre evitare che lo stato di difficoltà degeneri – aggiunge Giansanti – per molte imprese agricole la sospensione delle moratorie sarebbe il primo passo verso la definitiva chiusura dell’attività”.
Lo stesso organo di vigilanza sul sistema bancario europeo – ricorda Confagricoltura – ha ufficialmente chiesto agli istituti di rivedere gli scenari in funzione del previsto deterioramento della situazione economica.
Le garanzie che chiediamo oggi per le imprese – conclude Giansanti – potrebbero evitare nel prossimo futuro costi sociali molto elevati per il Paese e per l’Europa”.