PIOPPICOLTURA RESILIENTE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI: UNO STUDIO DEL CREA

Tra le molteplici soluzioni che è possibile mettere in atto per fare fronte ai cambiamenti climatici, lo sviluppo della pioppicoltura sostenibile appare come una di quelle più promettenti. La coltivazione di pioppi costituisce un’eccellenza italiana, riconosciuta e imitata in tutto il mondo. In Italia, il pioppo, che è coltivato su oltre 50.000 ettari ed è in costante espansione, rappresenta circa la metà dei prelievi annuali di legname a uso industriale.

Sul tema della pioppicoltura sostenibile il CREA Foreste e Legno ha organizzato, lo scorso 7 luglio, un incontro a Casale Monferrato.

La disponibilità di legname rappresenta un bene economico strategico per l’Italia, grande produttore ed esportatore di prodotti semilavorati e finiti a base di legno. Le attività che hanno come obiettivo l’incremento della qualità e della quantità delle risorse disponibili a livello nazionale risultano, pertanto, di grande importanza. In questo ambito un ruolo centrale è svolto dalla ricerca svolta dal CREA sulle strategie innovative per la pioppicoltura che puntano alla individuazione di cloni più idonei per i diversi impieghi e alla gestione sostenibile dei rischi ambientali derivanti dai cambiamenti climatici, soprattutto con l’esigenza di far fronte alla frequenza crescente di fenomeni siccitosi, in un quadro coordinato e integrato a livello nazionale. Nella tavola rotonda che si è sviluppata nel corso dell’incontro del 7 luglio, Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonte, nonché presidente della FNP Boschive, ha parlato del valore multifunzionale del pioppeto e della capacità di mitigare i cambiamenti climatici.

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