PRODOTTI FITOSANITARI: AGRINSIEME INVIA LETTERA A QUATTRO MINISTRI

In relazione alle crescenti difficoltà e complessità che il settore sta riscontrando nella gestione dei prodotti fitosanitari ed in particolare delle emergenze fitosanitarie, Agrinsieme ha inviato una lettera ai Ministri competenti in materia per segnalare le diverse problematiche nonché l’esigenza di affrontarle in modo organico, anche attraverso una maggiore condivisione dei processi decisionali.

 

Lo scrivente Coordinamento, le cui organizzazioni rappresentano una larga parte della filiera agricola italiana, esprime forte preoccupazione in merito alle crescenti difficoltà e complessità che le imprese agricole nostre associate si trovano ad affrontare nel tentativo di impostare una corretta difesa fitosanitaria per far fronte alle numerose, e spesso imprevedibili, emergenze fitosanitarie che il mondo produttivo è chiamato a contrastare. Il contesto generale in cui ci si muove è quello impostato dalla strategia Farm to Fork e dagli atti ad essa collegati. Come noto, l’Europa punta ad una riduzione dell’uso degli agrofarmaci del 50% entro il 2030, ma tale obiettivo generale, oltre a non tener conto degli sforzi già compiuti dai vari Paesi finora, si innesta a sua volta su una situazione generale molto complessa sotto diversi aspetti, primo tra tutti il processo di revisione dell’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari (direttiva 91/414/CEE e successivo regolamento 1107/2009) che, nel corso degli ultimi venti anni, ha ridotto del 70% le sostanze attive disponibili per la difesa fitosanitaria. Peraltro, la revisione della normativa, oltre ad aver comportato l’uscita dal mercato di numerose sostanze attive, sta determinando forti limitazioni anche per i prodotti a base di sostanze autorizzate, attraverso l’introduzione del principio della valutazione comparativa e delle sostanze attive approvate come candidate alla sostituzione.
La situazione è resa ancor più critica, da un lato, per il fatto che per diverse colture non si è proceduto a registrare molecole di più recente concezione, con conseguente impoverimento dei mezzi di difesa; dall’altro, dai cambiamenti climatici che hanno l’effetto di prolungare l’attività stagionale di parassiti e malattie, causandone un aumento, in particolare nelle regioni più fredde dove temperature più calde possono consentire più cicli riproduttivi di insetti nocivi; a ciò si aggiunge la proliferazione di insetti alieni, come nel caso della cimice asiatica, che sta mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di diverse colture, soprattutto della pericoltura, a causa sia della mancanza di prodotti fitosanitari che dello scarso successo della lotta biologica. La conseguenza del quadro descritto è che per alcune avversità ed alcune colture risulta sempre più complesso impostare una corretta difesa fitosanitaria e gestire il possibile sviluppo di resistenze agli agrofarmaci da parte dei patogeni. Situazione ancora più difficile per diverse produzioni tipiche italiane, classificate come colture minori, che, pur essendo caratterizzate da superfici investite ridotte, hanno un elevato valore commerciale per la filiera agroalimentare. A fronte di ciò gli agricoltori riscontrano sempre più difficoltà a causa del numero limitato di prodotti fitosanitari disponibili dovuto allo scarso interesse economico delle ditte produttrici di agrofarmaci, in relazione agli elevati costi degli studi richiesti per l’autorizzazione all’uso e per il suo mantenimento. Tale situazione, nel tempo, ha determinato peraltro la necessità di ricorrere sempre più alle richieste di usi di emergenza, soprattutto da parte degli Stati Membri del Sud Europa, che oggi costituiscono per gli agricoltori italiani uno strumento fondamentale per la difesa fitosanitaria.
Per questo motivo, alcune problematiche che si stanno evidenziando nella revisione delle procedure, con i relativi ritardi nel concedere gli usi di emergenza, stanno creando apprensione nella gestione delle emergenze sanitarie di quest’anno. Nel condividere la necessità di aggiornare le procedure vigenti, soprattutto per quanto riguarda la certezza delle tempistiche per la valutazione delle istanze, dobbiamo però ravvisare che, nonostante il percorso non sia stato completato ufficialmente, di fatto, le nuove modalità vengono già applicate in fase valutativa, sulla base di criteri non pienamente noti a tutte le parti coinvolte.
Siamo tuttavia preoccupati che tale disallineamento, a valere sulle istanze già presentate per la campagna 2022 con le attuali procedure, sta determinando per lo scrivente Coordinamento la necessità di tornare più volte sulle stesse richieste al fine di fornire ulteriori indicazioni, con conseguente allungamento dei tempi ed il rischio concreto di perdere la possibilità di autorizzare i prodotti nei periodi previsti. Questa situazione rischia di rendere sempre meno efficace il lavoro che si sta già portando avanti da parte dello scrivente Coordinamento finalizzato alla selezione e riduzione del numero delle richieste di autorizzazioni ex art. 53 ai soli principi attivi strettamente necessari per affrontare le emergenze fitosanitarie, cercando di evitare sovrapposizioni ed eliminando le sostanze per le quali non si è riscontrato un adeguato supporto da parte delle ditte produttrici di agrofarmaci.
In tal senso, richiamiamo l’attenzione sull’importanza strategica del recepimento di una procedura semplificata che consenta l’inquadramento delle istanze sugli usi minori come estensioni d’uso ex art 51 e favorisca concretamente l’accesso al mutuo riconoscimento previsto all’art. 40 del Regolamento UE n. 1107/2009.
Inoltre, l’aggiornamento e adeguamento del Decreto Ministeriale 16 settembre 1999, con il quale è stato stabilito l’elenco delle colture definite minori, creerebbe i presupposti per avvalersi compiutamente delle citate estensioni d’impiego riducendo il ricorso agli usi d’emergenza.
Altro aspetto non trascurabile riguarda i tempi di avvio dell’iter autorizzativo delle richieste inviate tramite posta certificata. Difatti, a seguito di una serie di problemi burocratici, si accumulano ritardi tali da far venir meno la possibilità di avere a disposizione i mezzi tecnici nel periodo utile per le colture, con il serio rischio di arrecare gravi danni economici ad interi comparti agricoli.
In relazione al quadro descritto, che si è ulteriormente acuito negli ultimi mesi, chiediamo un intervento che acceleri le procedure volte al rilascio degli usi di emergenza, garantendo nel contempo ai richiedenti un accesso alle informazioni riguardanti lo stato di avanzamento dell’iter autorizzativo.
Per tutte le considerazioni che precedono, al fine di avviare un dialogo continuo e strutturato sulle diverse tematiche connesse all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, si propone di costituire con urgenza un tavolo di confronto e concertazione che coinvolga i produttori e tutte le Amministrazioni competenti per poter valutare, con spirito costruttivo, le complesse problematiche evidenziate e, in tal modo, poter fornire risposte alle diverse esigenze degli agricoltori legate alla difesa delle colture, coniugando le esigenze di sostenibilità con quelle di produttività e qualità dei prodotti agricoli“.