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Semplice, ma essenziale. È l’acqua, di cui si celebra il 22 marzo in tutto il mondo la giornata, quest’anno dedicata alla pace. Fondamentale per la vita, troppa o troppo poca, è diventata una criticità globale da affrontare con urgenza e professionalità.
Scarsità, inquinamento, difficile accesso all’acqua rischiano di generare contrasti e tensioni anche all’interno delle diverse comunità. Serve riesaminare complessivamente i modelli di pianificazione e di governance delle città e la messa a punto di politiche e strategie mirate nelle aree rurali.
In Italia gli invasi hanno una media di 60 anni, con il 70% in piena funzione. Solamente l’11% dell’acqua piovana viene trattenuta e la rete dell’acqua potabile perde il 42% tra quella immessa e quella erogata. È diventato indispensabile ricostruire gli equilibri ecosistemici nelle aree rurali e nelle città, incentivando l’uso sostenibile delle risorse idriche.
Il Libro Bianco del Verde, nato su iniziativa di Confagricoltura, Assoverde e Kèpos, in collaborazione con il Crea e gli Ordini professionali, può rispondere a quest’emergenza con proposte e soluzioni concrete.
Il volume, diviso in sei sessioni, analizza le condizioni derivanti dall’assenza o dall’eccesso di acqua nelle città e negli ambienti rurali. Propone nuovi modelli di pianificazione, progettazione, gestione da attivare per mitigare i cambiamenti climatici, approfondisce buone pratiche, soluzioni e progetti innovativi per far fronte alla scarsità di risorse ed ai periodi di siccità prolungati, con gli schemi di certificazione per favorire e promuovere pratiche sostenibili e responsabili.
Anche il verde urbano ed extra urbano, se applicato in modo efficiente e specialistico, potrà contribuire a mitigare queste emergenze. Alberi, aree verdi e foreste danno un contributo strategico per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire alla fitodepurazione e alla ricarica naturale delle falde acquifere.

 

Siccità, desertificazione, alluvioni. L’acqua, troppa o troppo poca a causa di eventi climatici dirompenti, è un bene prezioso da preservare e gestire. Un utilizzo efficiente e specialistico del verde urbano ed extra urbano può contribuire a una gestione idrica proficua, mitigando gli effetti del cambiamento climatico. Se n’è parlato oggi a Palazzo della Valle, all’incontro dal titolo “L’acqua una risorsa indispensabile per la salute del pianeta”, organizzato da Képos, Assoverde e Confagricoltura, in collaborazione con il Crea e gli Ordini professionali, per presentare la terza edizione del Libro Bianco del Verde.
L’iniziativa punta a evidenziare quanto sia importante preservare il suolo per salvaguardare l’acqua, attraverso gli interventi di cinquanta esperti tra esponenti istituzionali, docenti e studiosi di università ed enti di ricerca, tecnici e imprenditori, raccolti nel volume. L’obiettivo è dare risposte capaci di arginare i fenomeni climatici estremi, sottolineando la necessità di ripensare complessivamente la pianificazione e la governance delle città e delle aree rurali.
È solo una molecola di ossigeno imprigionata in due di idrogeno, però è fondamentale su questa Terra. L’acqua prende tutte le forme: è mare, fiume, lago, ma anche foglia, fiore, frutto, animale, è tutto ed è la nostra vita. Da imprenditrice, sono consapevole del ruolo che questa indispensabile risorsa riveste per il nostro lavoro e del contributo che, come categoria, possiamo dare per utilizzarla meno e meglio: chi ama il verde, tutela l’acqua e non la spreca“, dichiara Paolo Iacheri, vicepresidente di Assoverde.
L’acqua è la linfa vitale dell’agricoltura e dell’intero Paese, oltre ad essere un tema al centro dei piani d’azione a livello globale. E’ necessario sviluppare dei modelli efficienti per la realizzazione di infrastrutture verdi e blu, finalizzate alla ricostruzione degli equilibri ecosistemici anche nelle città. Alberi, aree green e foreste possono dare un contributo strategico per contrastare il dissesto idrogeologico, contribuire alla fitodepurazione e alla ricarica naturale delle falde acquifere“, afferma Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura.
Arrivati alla terza edizione del Libro Bianco del Verde è bello vedere come questo percorso stia cambiando la grammatica del sentire della filiera del verde italiana e in tanti cominciano ad usare la parola “Cura” al posto di “Manutenzione” pensando agli alberi e al verde delle nostre città. Finalmente è sulla bocca di tutti il Binomio Salute e Verde, Benessere ed Ambiente. La nostra sfida continua con questo nuovo tema, l’acqua. Per un vero neorinascimento del nostro sentire e vivere il verde, le parole, i concetti e la cultura possono, soprattutto oggi, fare la differenza“, come sottolinea Francesco Maria Maccazzola, presidente Képos Libro Bianco del Verde.
Grazie ai nostri provvedimenti, come il “Decreto siccità” della scorsa estate e il “Decreto innovazione”, che mette a disposizione degli agricoltori, tramite il PNRR, 400 milioni di euro per modernizzare le aziende, abbiamo dato un segnale concreto perché la nostra agricoltura, e con questa l’intero settore del verde e del florovivaismo, acceleri la propria evoluzione verso modelli sostenibili, focalizzati, in primo luogo, sulla gestione consapevole ed ottimizzata della indispensabile risorsa acqua”. Così il presidente della Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo, concludendo la presentazione del Terzo volume del Libro Bianco del Verde.

Previste azioni di collaborazione volte a un uso più efficiente e sostenibile della risorsa in agricoltura

Contrasto alla siccità, alla risalita del cuneo salino e al dissesto idrogeologico. E ancora riuso delle acque reflue depurate, meccanismi di incentivazione del risparmio idrico e utilizzo dei fanghi da depurazione a fini agricoli. Sono questi i temi al centro del Protocollo d’intesa tra Confagricoltura, la più antica Organizzazione di tutela e di rappresentanza delle imprese agricole, e Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche, siglato oggi nel corso della Fiera Ecomondo di Rimini.
Partendo dalla consapevolezza del crescente impatto dei cambiamenti climatici sulla disponibilità di acqua, che rende necessario ripensare la gestione della risorsa in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità, Confagricoltura e Utilitalia si impegnano a organizzare iniziative congiunte sul tema delle risorse idriche, puntando su un meccanismo di incentivazione. Un esempio significativo è rappresentato dai “certificati blu”, ossia un sistema di premialità per le buone pratiche, supportato dalle istituzioni e destinato alle imprese. Verranno inoltre realizzati studi e rapporti in grado di fotografare le strategie del settore primario per reagire a eventi atmosferici anomali, al fine di quantificare in modo mirato gli interventi infrastrutturali prioritari.
Confagricoltura e Utilitalia si impegnano inoltre a promuovere, secondo i principi dell’economia circolare, l’utilizzo agricolo di fanghi da depurazione civile, certificati attraverso un marchio in grado di garantire il rispetto dei parametri normativi e di assicurare standard di qualità elevati. In questo modo, sarà possibile abbattere i costi a carico delle imprese per l’acquisto di fertilizzanti tradizionali, rispondendo al contempo agli obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dal green New Deal.
“La gestione efficiente dell’acqua è un asset fondamentale per il settore primario, addirittura irrinunciabile oggi. Le imprese agricole, infatti, sempre più frequentemente devono fare fronte agli effetti di eventi climatici estremi: la siccità da un lato, le alluvioni e le inondazioni, dall’altro. Pertanto, infrastrutture irrigue performanti, che consentano stoccaggio e dosaggio dell’acqua, e strategie di contrasto alla dispersione rappresentano una priorità per il comparto, a beneficio delle imprese e di tutta la comunità, garantendo vantaggi economici e limitando l’impatto ambientale. In quest’ottica, il Protocollo d’intesa che sigliamo oggi con Utilitalia è sì un traguardo importante, ma è soprattutto un punto di inizio per realizzare iniziative strategiche per un’agricoltura sempre più circolare e resiliente”, ha dichiarato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.
“Per contrastare al meglio gli effetti dei cambiamenti climatici sulla risorsa idrica – ha spiegato il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – serve un approccio globale che consideri tutti i diversi utilizzi dell’acqua nel nostro Paese. Per questo motivo, il Protocollo siglato oggi rappresenta un esempio concreto di ‘dialogo’ tra l’uso civile e quello agricolo. Come Utilitalia ci siamo fatti promotori di una proposta di riforma del settore idrico in quattro punti, uno dei quali si concentra proprio sulla necessità di sostenere un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua. I gestori mettono a disposizione le loro capacità di pianificazione ed investimento per supportare uno sviluppo accelerato delle infrastrutture per il riuso, la gestione sostenibile delle acque meteoriche, il recupero energetico e di materia, il drenaggio urbano e il governo di infrastrutture di livello distrettuale come invasi ad uso plurimo e interconnessioni sovraregionali”.

L’acqua è un bene prezioso da preservare con attenzione promuovendone l’uso responsabile. L’agricoltura ha ridotto, negli ultimi decenni, di quasi il 30% il consumo idrico, impegnandosi ad adottare modelli sostenibili di gestione, come l’irrigazione di precisione. Ma non basta: occorre mettere mano con urgenza all’intera rete idrica nazionale, che è in pessime condizioni”. Così ha esordito Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte al convegno dell’Associazione nazionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue (ANBI), che si è svolto lunedì 20 marzo a Vercelli, richiamando quanto già sottolineava nel 2021 Confagricoltura in occasione della giornata mondiale dell’acqua. “Non c’è agricoltura se non c’è acqua – afferma Allasia – o meglio, se non c’è nel modo giusto e nel momento giusto, come ha recentemente sottolineato il nostro presidente Confederale Massimiliano Giansanti. La siccità al Nord e le piogge torrenziali improvvise al Sud sono il segno inequivocabile della tropicalizzazione che sta cambiando il nostro Paese e spiegano di fatto la crisi profonda del settore agricolo, chiamato oggi a produrre sempre di più e meglio, preservando le risorse naturali”.
La siccità è ormai un problema strutturale, occorre intervenire sulle cause attraverso una strategia ad ampio raggio, utilizzando soluzioni che favoriscano una corretta ricarica delle falde e processi di autodepurazione. E’ necessario costruire nuovi invasi, quelli esistenti riescono infatti a captare solamente l’11% delle acque piovane, va ripristinata e rinnovata una rete infrastrutturale vecchia, con un tasso di dispersione elevato, senza dimenticare l’importanza di migliorare l’utilizzo delle acque reflue, che è una delle sfide più importanti dell’economia circolare.
Per contro l’Italia è al terzultimo posto nella classifica europea per investimenti nel settore idrico: solo 40 euro per abitante l’anno, contro una media europea di 100 euro. Occorre quindi cogliere tutte le occasioni disponibili, dal Piano nazionale degli interventi nel settore idrico al PNRR, allo Sviluppo Rurale per realizzare le opere necessarie.
Per contrastare gli effetti del cambiamento climatico è necessario adottare una visione di insieme e utilizzare una pluralità di strumenti. Le foreste, per esempio, svolgono in quest’ambito un ruolo fondamentale con la loro capacità di assorbire e trattenere il carbonio, ma l’aumento delle temperature, le precipitazioni assenti o eccessivamente violente, mettono a rischio la loro salute, rendendole vulnerabili” afferma Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura Piemonte che questa mattina, nella sua Vercelli, ha giocato in casa. “Devono essere valorizzate e gestite in modo corretto in un quadro globale degli interventi. Vanno sviluppate rapidamente anche le TeA, le tecnologie di evoluzione assistita, che rappresentano oggi la più promettente speranza per una produzione agricola sostenibile, perché innovazione e tecnologia hanno un ruolo decisivo per fronteggiare il cambiamento climatico. Per questo l’investimento nella ricerca è fondamentale”. In ultima battuta, ricorda che “l’agricoltura è l’unico settore economico che produce rispettando la risorsa idrica, perché quella impiegata nell’uso irriguo non fuoriesce dal ciclo idrologico naturale, ma viene restituita al sistema ambientale, a valle dei processi produttivi”.

Una circolare del Ministero della Salute del 4 marzo scorso in materia di benessere animale di cui al d.lgs. 122/2011 sulla protezione dei suini in allevamento prescrive che, per tutti i suini con più di due settimane d’età, deve essere resa disponibile acqua di abbeverata, fresca, in quantità sufficiente e in maniera permanente utilizzando appositi abbeveratoi. Per garantire i fabbisogni della specie – precisa la circolare – non si ritiene possibile prevedere alcuna deroga relativamente alla disposizione, indipendentemente dal tipo di alimentazione utilizzata e deve essere assicurata la costante disponibilità di acqua per tutti i suini presenti.

acqua in permanenza dlgs 122-marzo 2021