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Sono stati tagliati fuori gli agriturismi dai 76 milioni, stanziati dal MASAF, per valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano. È grave che, per una questione di codici Ateco, proprio le nostre aziende, che promuovono tradizione e cibi di qualità attraverso la ristorazione e i percorsi enogastronomici, continuino a rimanere inspiegabilmente escluse”. Lo afferma Augusto Congionti, presidente di Agriturist, sottolineando che il click day è stato fissato per domani, 1° marzo.

L’Associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura ribadisce la necessità di un intervento a modifica di questa anomalia, pur prontamente segnalata dalla Confederazione: “È forte la nostra delusione per non aver corretto, finora, questa svista dimenticando le nostre realtà – continua Congionti – che servono, per propria scelta e in base alle leggi regionali, prodotti dell’azienda agricola e del proprio territorio”.

Agriturist ricorda che la legge (n.34 del 30 dicembre 2021) è nata per sostenere le eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano. Le aziende agrituristiche sono strettamente connesse all’enogastronomia, al proprio territorio e alle sue produzioni tipiche, tradizionali, biologiche e DOP, IGP, e sono riferimento dell’enogastronomia italiana e del turismo collegato, oltre che salvaguardia e tutela del territorio.

Chiediamo nuovamente che venga risolta questa grave dimenticanza, inserendo il codice Ateco 56.10.12, per estendere anche alle aziende agrituristiche la possibilità di usufruire dei fondi per valorizzare il patrimonio agroalimentare nazionale”, conclude il presidente di Agriturist.

 

Gli agriturismi del Piemonte possono svolgere il servizio di asporto, anche con consegna a domicilio dei piatti: è la novità del nuovo Regolamento approvato dalla Giunta regionale dopo un approfondito confronto con tutte le associazioni di categoria, che hanno contribuito a formulare un testo condiviso capace di rispondere alle esigenze del settore agricolo. Dopo il periodo di prova durante il periodo della pandemia questa attività diventa quindi a tutti glie effetti permanente.
Grande soddisfazione da parte di Confagricoltura e Agriturist Piemonte che affermano: “Con questo nuovo provvedimento la Regione Piemonte ha tenuto conto di una specifica richiesta proveniente dagli operatori agrituristici, i quali chiedevano di rendere più flessibile una normativa che non comprendeva tale tipologia di servizio“.
Un altro aspetto positivo contenuto nel nuovo regolamento è quello di aver normato in maniera più precisa la possibilità per l’imprenditore agricolo di aprire un’attività agrituristica presso la propria abitazione, qualora non disponga di adeguato spazio in azienda. E ciò potrà essere fatto anche fuori dai confini comunali in cui ha sede l’azienda stessa, ma limitatamente ai Comuni montani e di pianura che non superano gli 8 mila abitanti.

Il soggiorno in agriturismo si conferma la scelta vincente anche per il ponte del 2 giugno. Strutture quasi piene con prenotazioni che sono arrivate al 100%, come per la stagione estiva. Si registra anche il tutto esaurito per quelle che offrono anche ristorazione. L’analisi puntuale dell’associazione di Confagricoltura, che ha dato il nome all’agriturismo in Italia, esamina situazione e prospettive di un settore “Made in Italy”, con peculiarità uniche al mondo.
Sono cambiate radicalmente le abitudini di vacanza. Non più adunate di massa – mette in evidenza Augusto Congionti, presidente Agrituristma luoghi meno affollati e itinerari meno battuti. Cresce il desiderio di un turismo diverso, più ‘a misura d’uomo’ per godersi in tranquillità un periodo di pieno riposo. Sono il buon cibo, gli ottimi vini, il contatto con la natura, i paesaggi indimenticabili, gli stupendi borghi, uniti alla capacità dei nostri di proporre le cosiddette ‘vacanze esperienziali’, ovvero la proposta di tantissime attività diverse delle aziende, a trainare la campagna”.
Non è un caso che, dalla Liguria al Veneto, dalla Toscana alle Marche, dalla Campania all’Abruzzo, dalla Puglia alla Calabria, alla Sicilia alla Sardegna, ogni imprenditore ha saputo fare tesoro delle caratteristiche della propria azienda e del proprio territorio per offrire agli ospiti una rosa di opportunità diverse, che diano modo di conoscere sapori e saperi del territorio. Gite, visite in cantina, degustazioni di prodotti locali, lezioni di cucina tipica, fattorie didattiche, equitazione, trekking, bicicletta, percorsi: è impossibile elencare tutte le attività proposte.
Nell’estate scorsa abbiamo raggiunto ottimi risultati e le previsioni, con il ritorno degli americani e l’arrivo numeroso dei turisti dal nord Europa, per il 2023 sono anche migliori. Ora tocca a noi – conclude Congionti – riuscire a prendere la palla al balzo, e soprattutto fare canestro. L’agriturismo deve essere un punto centrale di una rete, anche interregionale, attorno alla quale si snodano una serie di attività, che permettano di approfondire la conoscenza del nostro meraviglioso territorio italiano”.

La vacanza in agriturismo è stata la prima scelta degli italiani per Pasqua e Pasquetta”. Lo ha detto Lorenzo Morandi presidente di Agriturist Piemonte, l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio, prima associazione di agriturismo in Italia, costituita dalla Confagricoltura nel 1965, per promuovere e tutelare l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente, il paesaggio, la cultura rurale.
In Piemonte, per il primo lungo week end di primavera gli ospiti hanno scelto la campagna, l’aria aperta, mete vicine, ambienti genuini e l’assaggio delle eccellenze enogastronomiche che caratterizzano i nostri territori”, prosegue Morandi, sottolineando quanto sia in aumento il numero dei sostenitori delle vacanze sempreverdi.
In Italia le aziende agrituristiche attive sono più di 25.000 e oltre il 60% dei comuni italiani ne ospita almeno una. Quasi la metà offre almeno tre servizi e più di una su tre è condotta da un’imprenditrice.
Tuttavia, alcune note dolenti sono state evidenziate da Agriturist e riguardano la difficoltà a reperire personale e il peso dei forti aumenti delle materie prime: ad esempio, in un anno, la farina è aumentata del 150%, lo zucchero del 100%, latte, carni e ortaggi dell’80% e oltre il 150% i costi energetici. Per contro, responsabilmente, gli imprenditori agrituristici hanno solo leggermente ritoccato i loro prezzi.
Il settore dell’agriturismo italiano, con le sue peculiarità uniche al mondo, si conferma una parte strategica all’interno dell’offerta turistica nazionale. Ci siamo finalmente gettati alle spalle la pandemia – conclude il presidente Morandi – e i risultati lo stanno dimostrando. Si ricomincia con una maggiore pianificazione e programmazione delle proprie vacanze anche se preoccupa, soprattutto in vista della prossima stagione estiva, la difficoltà a reperire personale”.

Sono tornati gli stranieri, e luglio e agosto sono stati sold out. Il dato più importante è la scoperta delle vacanze in campagna da parte degli italiani, unica eredità positiva della pandemia. La crisi morde forte: le bollette sono quadruplicate e i costi di gestione sono saliti notevolmente, tant’è che numerosi agriturismi hanno preferito rimanere chiusi, ma chi è rimasto aperto ha lavorato bene”. Questo il quadro tracciato da Augusto Congionti, presidente di Agriturist.
La conferma arriva dai dati Ismea che mostrano non solo il ritorno massiccio degli stranieri, ma calcolano ben il 47% in più di italiani. L’agriturismo si colloca tra i comparti del settore turistico con la maggiore crescita: dal 2,9% al 4% per numero di ospiti e dal 3,2% al 4,4% per pernottamenti.
A parere di Agriturist è aumentata la voglia di essere coinvolti nelle esperienze agricole, così come il desiderio di staccare la spina per rilassarsi in campagna a contatto con la natura. Tira l’offerta enogastronomica, caratterizzata da una straordinaria varietà di ricette locali. Significativa, in estate, la crescita della presenza di coppie e famiglie che hanno scelto l’agriturismo anche in base alla posizione della struttura e all’offerta delle esperienze: passeggiate, trekking, equitazione, bike, etc.
È urgente lavorare per frenare i costi. Gli ospiti fanno attenzione al portafoglio, concentrando le presenze nel week end. Noi facciamo quel che si può per contenere i prezzi, ma le misure in atto non sono riuscite a fermare l’escalation delle materie prime e dell’energia. La carenza di manodopera potrebbe pregiudicare i servizi di ristorazione e valorizzazione delle tipicità del territorio, mettendo a rischio la tenuta del sistema. Dietro ogni agriturismo c’è un’impresa e l’agricoltura – spiega Congionti – ha già pagato un prezzo molto salato per gli effetti dell’andamento climatico, del conflitto russo – ucraino, dei rincari”.
Molte strutture riapriranno a primavera. Buoni i risultati per chi ha lavorato – afferma il presidente Agriturist – ma non bastano due settimane a far quadrare i conti”. Dalla Campania al Veneto, dalla Liguria alla Puglia, molti agriturismi sono chiusi; buone le presenze in quelli aperti, ma per soggiorni brevi. Bene la Lombardia e l’Emilia-Romagna, che lavorano a margini ridotti. Andamento soddisfacente in Sicilia in prossimità delle città, ma il 30% delle strutture sono chiuse e riapriranno in primavera. In Toscana, nonostante la forte richiesta, ben il 70% degli agriturismi è rimasto chiuso.
Ora occorre sostenere il comparto con provvedimenti mirati al contenimento dei costi – conclude Congionti- ma anche investire per valorizzare le potenzialità dell’agriturismo, all’interno di un piano di rilancio complessivo del turismo italiano”.