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Sul sito governo.it nelle FAQ sezione pubblici esercizi e attività commerciali c’è un’importante precisazione, che riguarda tutti i nostri soci florovivaisti, richiesta proprio da Confagricoltura nei giorni scorsi. La vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti è consentita anche al dettaglio: www.governo.it/it/faq-iorestoacasa
Rimane sempre valida la prescrizione che i cittadini possono uscire di casa solo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, per situazioni di necessità o per spostamenti per motivi di salute.
Suggeriamo ai floricoltori che effettuano consegne a domicilio di piante e fiori, operazione ammessa senza la necessità di autorizzazioni, di portare con sé – o affidare ai propri dipendenti che dovranno muoversi con la dichiarazione del datore di lavoro – una copia della visura camerale, della partita Iva e un documento di consegna, in quanto è vietata la tentata vendita.
Il comparto, in ogni caso, sta subendo perdite pesantissime ed è per questo che Confagricoltura ha già chiesto che vengano previsti aiuti straordinari, anche con l’attivazione del nuovo regime europeo del de minimis che dà la possibilità allo Stato di concedere aiuti fino a 100.000 euro in tre anni alle imprese agricole.

 

In allegato la pagina del sito del Governo in cui è riportata la notizia

 

Il Coordinamento Agrinsieme (che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari) ringrazia il Ministro delle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, per aver scritto al Presidente del Consiglio Conte e ai Ministri dell’Economia, Gualtieri, e della Salute, Speranza, per segnalare le difficoltà di uno dei comparti agricoli in cui si stanno registrando maggiori danni in queste settimane: il florovivaismo. Un settore che conta 27mila aziende, 100mila addetti e produce un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno.
Agrinsieme nei giorni scorsi si era fatto portavoce delle gravi ripercussioni conseguenti al blocco delle vendite e delle esportazioni delle produzioni a causa dell’emergenza Coronavirus e aveva chiesto una chiara e forte presa di posizione, con interventi a sostegno del comparto, che basa il proprio fatturato quasi esclusivamente sulle vendite di questo periodo.
Oggi il Ministro Bellanova ha chiesto al Governo un’azione straordinaria “con un intervento risarcitorio per imprese che segnalano una perdita di reddito che supera i 250 milioni di euro”. Confidando che le risorse siano sufficienti a dare respiro alle aziende, Agrinsieme ritiene che questa sia un’iniziativa coerente con le gravi difficoltà incontrate dagli operatori di un settore sostanzialmente fermo al pari delle altre attività economiche oggetto di sospensione.
Analogamente, così come richiesto da Agrinsieme, il Ministro rileva la necessità di verificare la possibilità di vendere i prodotti florovivaistici rispettando tutte le condizioni di sicurezza nei luoghi di vendita.
A tale riguardo, qualora si dovesse concedere tale estensione, per Agrinsieme andrebbe anche definitivamente precisato che, al fine di evitare disparità di trattamento ed equivoci interpretativi, è consentita la vendita di piante e fiori anche da parte delle aziende agricole ivi compresa quella attuata con modalità a distanza (via telefono, internet etc.) e consegna a domicilio.

Ringraziamo il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Teresa Bellanova per le importanti rassicurazioni che ha fornito in merito alla situazione del florovivaismo nazionale, la cui tenuta è a serio rischio a causa del protrarsi dell’attuale situazione emergenziale legata alla pandemia del COVID-19, o Coronavirus”. Lo afferma il coordinamento di Agrinsieme, che riunisce Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, che nei giorni scorsi aveva scritto alla responsabile del Dicastero dell’agricoltura chiedendo interventi immediati a sostengo del comparto. Auspichiamo che queste misure possano essere assunte quanto prima, magari già in sede di conversione del decreto legge “Cura Italia” da oggi in vigore e che purtroppo non contiene ancora misure specifiche.
Ad avviso di Agrinsieme occorre tener presente la particolarità del comparto: ad esempio le imprese florovivaistiche sono nell’impossibilità di mettere il personale in cassa integrazione senza danneggiare la produzione. “Le aziende florovivaistiche vivono inoltre il paradosso – prosegue Agrinsiemeche possono continuare a produrre, senza avere di fatto alcuna possibilità di commercializzare i loro prodotti, che hanno una forte deperibilità, alla stregua degli altri comparti della filiera alimentare. Insieme ai sussidi che la ministra ha annunciato, chiediamo pertanto che si mettano in atto degli strumenti per sbloccare le vendite, pur nel rispetto di tutte le disposizioni a tutela della salute previste dai decreti governativi, facendo un appello ai nostri potenziali clienti, come la grande distribuzione”.
Guardiamo con fiducia alle misure compensative annunciate dal Ministro a sostegno di un comparto che, come purtroppo molti altri, sta pagando a caro prezzo gli effetti del mercato fermo, del completo azzeramento degli eventi, della chiusura dei mercati ambulanti rionali, ma anche e soprattutto delle numerose disdette provenienti dal mercato estero, legate alla disinformazione, allo stop di importanti piazze di contrattazione, alle difficoltà dei trasporti nonché a fenomeni di opportunismo e concorrenza sleale”, aggiunge Agrinsieme.
Ricordiamo, infatti, che perdere la stagione primaverile significherebbe dire addio al 60% circa dei ricavi annuali dell’intero sistema florovivaistico, con perdite che potrebbero arrivare addirittura al 100% per i produttori che si dedicano a produzioni esclusivamente primaverili”, fa notare il Coordinamento, evidenziando che “il florovivaismo italiano, con una superficie coltivata di 29mila ettari, 27mila aziende produttrici e 100mila persone impiegate, produce un giro d’affari di circa 2,5 miliardi di euro l’anno, per un valore che rappresenta oltre il 5% della produzione agricola totale”.

L’Art. 1 comma 225 della Legge di Bilancio, frutto dell’azione sindacale di Confagricoltura che ha proposto e sostenuto la norma nelle sedi competenti, prevede, con l’aggiunta del comma 3 bis all’art. 56 bis del TUIR, che per le attività dirette alla commercializzazione di piante vive e prodotti della floricoltura, acquistate da imprenditori agricoli florovivaistici, nei limiti del 10% del volume di affari, da altri imprenditori florovivaistici, il reddito sia determinato applicando all’ammontare dei corrispettivi delle operazioni rilevanti ai fini IVA il coefficiente di redditività del 5%. Si tratta di un rilevante risultato atteso che per la categoria delle imprese florovivaistiche è ricorrente il caso in cui per soddisfare le esigenze della clientela si acquistino varietà di prodotti dal altri produttori florovivaistici che ordinariamente richiederebbero la determinazione del reddito in via analitica.

All’estero c’è un’attenzione particolare per il verde pubblico e vengono apprezzati specialmente fiori e piante ‘Made in Italy’. Gli imprenditori di Confagricoltura rappresentano le eccellenze del comparto, hanno contatti costanti con architetti del verde, Università e centri di ricerca e mettono a disposizione competenza, esperienza e know how”. Lo dice Francesco Mati, presidente della Federazione che riunisce i florovivaisti di Confagricoltura. Il settore vale oltre 2,5 miliardi, occupa più di 100.000 addetti in 27.000 aziende.
Siamo pronti a valorizzare le aree urbane e periurbane delle nostre città con la progettazione e la realizzazione di spazi verdi, aumentando la loro ‘qualità’ e combattendo un’inutile quantità che, spesso, non offre risultati. Troppa burocrazia e poca lungimiranza finora hanno frenato l’azione degli operatori per parchi e giardini pubblici. C’è la necessità che sindaci, enti pubblici e comunità investano, favorendo e sviluppando un’adeguata progettazione del verde, tenendo conto delle effettive esigenze della popolazione, che chiede spazi belli, curati, utili e realmente fruibili”.