Articoli

L’Organismo Pagatore AGEA comunica che tutti i soggetti, che hanno presentato o intendono presentare domanda per gli aiuti di stato in seguito all’aumento dei costi energetici, saranno chiamati ad espletare un ulteriore adempimento.
L’adempimento richiesto consiste in una specifica dichiarazione (ALLEGATO A) richiesto a tutte le imprese che si sono avvalse o che intendono avvalersi dei crediti di imposta, per le spese sostenute per la componente energetica, relativi al semestre marzo – agosto 2022, riferiti ai seguenti decreti legge:

− DL Aiuti: decreto-legge 1° marzo 2022 n. 17

− DL Aiuti: decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21

− DL Aiuti: decreto-legge del 17 maggio 2022, n. 50

− DL Aiuti Bis: decreto-legge 9 agosto 2022, n. 115

− DL Aiuti Ter: decreto-legge 23 settembre 2022, n. 144

− DL Aiuti Quater: decreto-legge 18 novembre 2022, n. 176

Tutte le imprese sono tenute a comunicare l’importo dei crediti di imposta, riferiti al periodo sopra indicato, utilizzati o che verranno utilizzati in compensazione attraverso la compilazione dell’ALLEGATO A al quale si dovrà accedere a valle della presentazione della domanda effettuata tramite SIAN.

L’importo del credito d’imposta sarà dedotto dal contributo, di cui al DM 19 ottobre 2022 n. 532191, al fine di evitare una sovra compensazione dei medesimi oneri.

L’ALLEGATO A deve essere compilato anche dalle imprese che non si sono avvalse e non intendono avvalersi dei predetti crediti di imposta.
Il termine per la presentazione delle domande di aiuto è prorogato al 21 aprile 2023

ALLEGATO_A Dichiarazione Crediti di imposta FLOROVIVAISMO

Istruzioni Op. n. 24. 2023 Proroga termine presentazione domande

Il decreto 19 ottobre definisce vari aspetti tra cui le risorse destinate al comparto florovivaistico pari a 25 milioni di euro, erogate con il regime di aiuti noto come “Quadro temporaneo di sostegno all’economia a seguito del conflitto Russo-Ucraino”. La tipologia di aiuto è quella indicata nella sezione 2.1 del Quadro temporaneo relativa agli importi di valore limitato, la cui soglia per il settore agricolo è di 62 mila euro.
Il contributo a fondo perduto ha lo scopo di compensare i maggiori costi (pari almeno al 30% in più) sostenuti dalle imprese dal 1° marzo 2022 al 31 agosto 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021, per l’acquisto di energia elettrica, metano, gpl, gasolio e biomasse per la combustione in azienda.
Le imprese florovivaistiche potranno accedere ai sostegni, calcolati nella misura massima del 30% dei maggiori costi sostenuti, presentando domanda, anche in forma precompilata, secondo modalità che saranno stabilite dall’organismo pagatore e allegando copia delle fatture di acquisto.
Il pagamento del contributo potrà avvenire in una o più tranches. Sarà anche possibile accedere a un acconto (90% dell’importo) da liquidare entro il prossimo 31 dicembre.
L’ufficio tecnico della Confagricoltura di Asti sono a disposizione per fornire la necessaria assistenza agli agricoltori interessati.

In allegato il testo completo del decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

Decreto 19 ottobre 2022

Il Ministero dell’Agricoltura ha approvato il decreto ministeriale relativo all’intervento a sostegno della riduzione dei maggiori costi energetici sostenuti dalle imprese florovivaistiche di cui all’art. 1, comma 128, del- la legge 30 dicembre 2020, n. 178. Nello specifico si tratta di un intervento di 25 milioni di euro per il settore florovivaistico, in particolare per la copertura di una parte dell’aumento dei costi sostenuti dai florovivaisti che utilizzano riscaldamento o condizionamento e che operano con colture protette.
La compensazione copre il 30% dei maggiori costi per l’energia sostenuti nel periodo marzo-agosto 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021. Questo contributo spetta solo se l’aumento dei costi nel periodo indicato è superiore al 30% e sino a concorrenza del massimale disponibile.
Il decreto è in via di pubblicazione. Successivamente, entro 20 giorni dall’entrata in vigore del decreto, AGEA dovrà emanare le istruzioni operative per la presentazione della domanda anche in modalità precompilata cui seguiranno poi istruttoria e liquidazione. AGEA è autorizzato ad eseguire, entro il 31 dicembre 2022, un pagamento in acconto pari al 90% del contributo spettante ad ogni impresa beneficiaria. I florovivaisti beneficiari devono essere obbligatoriamente in possesso dei seguenti codici di attività ATECO: 1.191, oppure 1.19.2 oppure 1.39.
Si consiglia ai produttori interessati, soprattutto a coloro che non usufruiscono del servizio di tenuta della  contabilità  fiscale presso la Confagricoltura di Asti, di raccogliere le fatture e consegnarle agli uffici di zona per gli adempimenti conseguenti.

Occorre prestare la dovuta attenzione alla pesante situazione che vive il settore florovivaistico europeo. Le aziende italiane, in particolare, sono in sofferenza per l’impennata dei costi produttivi ed energetici, la difficoltà a reperire i mezzi di produzione e la manodopera. Continuano ad interessare lo Stivale gli effetti del cambiamento climatico, come la siccità e le bombe d’acqua. Lo ha ribadito Confagricoltura in occasione del gruppo di lavoro Fiori e Piante del Copa Cogeca, che si è appena concluso in Olanda.
Gli esperti europei si sono confrontati sul problema degli aumenti energetici e di produzione che, in assenza di misure urgenti, mettono in pericolo la tenuta dell’intero comparto all’interno della UE.
Il florovivaismo ha sempre avuto un ruolo centrale nell’economia agricola nazionale. L’Italia è tra i principali produttori di piante e fiori della UE e vanta una grandissima varietà grazie alle sue caratteristiche territoriali.
Oggi il settore, malgrado l’evidente flessione dovuta alla pandemia, rappresenta un valore alla produzione che supera i 2,6 miliardi di euro. Il saldo attivo della bilancia commerciale è di oltre 400 milioni di euro, per un totale di 27mila imprese, che danno lavoro a più di 100mila addetti.
Confagricoltura ha calcolato che gli aumenti previsti per la produzione di piante e fiori nel 2022 possano stimarsi almeno del 70%, sul 2021, con punte che rischiano anche di superare il 100%. “Le nostre preoccupazioni – ha concluso L’Organizzazione degli imprenditori agricoli – sono forti anche per il calo dei consumi. Le difficoltà sono evidenti e rischiano di condizionare le scelte aziendali. E’ purtroppo evidente che fiori e piante, pur con il loro importante apporto nel migliorare l’ambiente, la psiche e la qualità della vita, rischiano di essere sacrificati per risparmiare nel timore della crescita dell’inflazione”.

 

 

Abeti, stelle, ciclamini, ma anche composizioni con fronde e fiori colorati: le feste natalizie richiedono atmosfere a cui il settore florovivaistico italiano sa dare le migliori risposte. Il 2021 conferma le tendenze dello scorso anno, con un mercato partito molto presto e una riscoperta dell’albero di Natale, che oltre il 70% delle famiglie italiane accenderà in queste feste. “Optare per abeti veri è una scelta green – ricorda il presidente della Federazione Florovivaismo di Confagricoltura, Luca De Michelis e la gente inizia a cogliere questo messaggio. Registriamo infatti un continuo aumento delle richieste”.
Il costo medio di un albero vero, italiano, comprato nei vivai, varia da 25 a 35 euro. Molti garden center, a fine festività, effettuano il servizio di ritiro, fidelizzando la clientela ed evitando che l’albero venga impropriamente gettato. Stabile il mercato dei ciclamini, di cui la Liguria è leader, affiancata da Puglia, Lazio e Toscana.
Le “Stelle di Natale” rimangono un must: si producono principalmente in Toscana, Liguria, Lazio, Piemonte e Puglia. Il prezzo varia in base alla grandezza del vaso, ma quest’anno il vero problema è il costo di produzione, aumentato a dismisura. “Le serre sono riscaldate – precisa De Michelis – e il caro bollette ha provocato aumenti per le imprese di oltre il 100%, tanto che alcuni vivai hanno deciso di fermare la produzione di Stelle di Natale per quest’anno, anche se la richiesta è aumentata di oltre il 20% rispetto al 2020. In alcune zone d’Italia le nostre Stelle iniziano a mancare”.
Anche per i fiori recisi – continua – si registrano aumenti esponenziali del caro materie prime: a titolo di esempio, il costo di un singolo stelo è passato in un anno da 0,20 centesimi a 1,20 – 1,40 euro”.
Il settore è anche alle prese con l’aumento di circa il 15% dei prezzi per imballaggi, contenitori e vasi di plastica. Si fatica inoltre a trovare la torba per il terriccio. C’è tuttavia una nota positiva: il mercato delle fronde recise (ghirlande, rami colorati, pigne, bacche, fogliame) è in grande crescita. “Si tratta ancora di una nicchia – conclude De Michelis – ma molto richiesta e che contraddistingue l’Italia per varietà, qualità e bellezza delle produzioni”.