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Il nuovo termine ultimo sarà i 1° settembre 2023

Agea comunica che è stato prorogato il termine ultimo per la presentazione della domanda per gli aiuti derivanti da influenza aviaria. La nuova scadenza sarà il 1° settembre 2023

In allegato la circolare di Agea

Circolare Agea

Si rammenta che il Mipaaf, con Decreto del 19 ottobre 2022, pubblicato sulla G.U. del 17 dicembre scorso, ha stanziato un ulteriore intervento di 10 milioni di euro a favore della filiera avicola (produzione primaria e trasformazione) che ha subito danni, nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 31 maggio 2022, a causa delle misure veterinarie e di polizia sanitaria adottate per contrastare la diffusione dell’influenza aviaria. Il provvedimento aggiorna la tabella degli interventi estendendo i sostegni anche alle aziende non ubicate nelle aree di restrizione, ma che hanno avuto, sempre nello stesso periodo, perdite nel programmare, gestire e trasportare gli avicoli nelle zone di focolaio. Analoga cosa dicasi anche per gli incubatoi presenti nelle zone focolaio e a restrizione sanitaria.

La Guardia resta alta ma per il momento nessun allarme di influenza aviaria nell’Astigiano“, afferma il direttore della Confagricoltura di Asti Mariagrazia Baravalle. La conferma arriva dagli organi di vigilanza sanitari che si sono mobilitati immediatamente dopo il caso, unico e isolato, riscontrato un mese fa in un allevamento a Pianifei, in provincia di Cuneo. “Grazie alle rigide norme di biosorveglianza e ai controlli rapidi ed efficaci del sistema pubblico, siamo riusciti ad evitare il peggio“, ha affermato Alessandro Varesio, presidente della sezione di prodotto avicola astigiana di Confagricoltura. “L’infezione ha fatto danni enormi in Veneto e in Lombardia – spiega Varesio – e sono stati colpiti centinaia di allevamenti e abbattuti milioni di capi. Il cordone sanitario attivato è stato così efficace da impedire che l’epidemia si estendesse al Piemonte“. L’unicità del caso riscontrato nel Cuneese è la conferma delle bontà delle azioni attivate a livello pubblico e privato. “Noi ci siamo immediatamente mobilitati per rispettare le regole di sorveglianza indicate dalle autorità – prosegue Varesio – gli animali sono stati riportati al chiuso, con tutte le norme di distanziamento richieste, e sono stati limitati al massimo gli accessi dall’esterno. In buona sostanza abbiamo realizzato delle aree “stagne”, perché a tramettere il virus è sufficiente un calzare contaminato o della semplice polvere su una divisa“. Fatale per gli animali, l’influenza aviaria non provoca alcun effetto nell’uomo. La prima epidemia nel 2005 creò un panico ingiustificato nei consumatori.
Oggi la situazione è affrontata in modo razionale, non abbiamo risentito contraccolpi sulla vendita. Diversa la situazione per gli allevamenti, dove i danni possono essere enormi“, conclude Varesio. Le norme prevedono infatti gli abbattimenti non solo nella zona infetta ma anche nell’area di protezione entro i 10 chilometri dal focolaio. Confagricoltura si è mobilitata a livello nazionale per sollecitare i ristori alle aziende danneggiate.

Sospensione delle rate dei finanziamenti in scadenza e consolidamento e trasformazione a medio-lungo termine delle esposizioni delle scadenze bancarie. Sono queste le richieste che il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, ha presentato ai maggiori istituti di credito italiani per far fronte al crescente numero di aziende avicole colpite dai nuovi focolai di influenza aviaria.
L’epidemia che colpisce i volatili è al momento concentrata in Veneto e Lombardia. Secondo i dati dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sono 306 i focolai accertati nel pollame allevato, e 17 nella fauna selvatica. Il numero dei capi abbattuti ammonta a circa 18 milioni, rispetto ai 14 milioni di fine dicembre.
A questa preoccupante situazione sanitaria si aggiungono i ritardi nell’erogazione dei ristori previsti per le imprese del settore e le difficoltà nel programmare i nuovi impianti. “La conseguenza – commenta Giansanti – è che la situazione economico-finanziaria di molte aziende è diventata insostenibile. Il comparto avicolo sta attraversando un periodo di estrema criticità con gravi ed evidenti effetti negativi sul piano non solo economico, ma anche sociale”. “Interventi straordinari da parte degli istituti di credito attivati con procedure rapide e snelle – conclude il presidente di Confagricolturasupporterebbero concretamente gli allevamenti avicoli colpiti da questa emergenza”.
La Confederazione conta sulla sensibilità dei ministeri competenti per la tutela di un settore che in Italia annovera oltre 18 mila allevamenti, di cui 6 mila professionali, e 38 mila persone impiegate. L’avicoltura italiana ha una produzione di 1,3 tonnellate annue di carni bianche per un fatturato di 4,1 miliardi di euro nel 2021.

L’attivazione delle procedure per i ristori dei ‘danni diretti’ (tramite il Ministero della Salute) e dei ‘danni indiretti’ (gestita dal Mipaaf, con risorse europee autorizzate dai Bruxelles) alle aziende avicole è senz’altro una notizia positiva e auspichiamo di dare un contributo in tal senso. La situazione è drammatica e richiede interventi congrui e rapidi”. Lo ha detto il presidente della Federazione Nazionale di prodotto dell’Avicoltura di Confagricoltura, Simone Menesello, al termine del tavolo tecnico odierno sull’emergenza aviaria.
Avevamo fortemente voluto la riunione del tavolo tecnico ministeriale, così come l’emendamento alla manovra economica, approvato in Commissione Bilancio del Senato, che prevede un apposito Fondo per l’emergenza avicola con una dotazione di 30 milioni di euro – ha proseguito Menesello – si tratta di un primo significativo segnale nei confronti di un comparto in sofferenza acuta per il diffondersi della malattia”.
Tuttavia temiamo che i ristori non riusciranno ad andare in porto in tempi solleciti – ha sottolineato il rappresentante degli avicoltori di Confagricoltura ma le aziende colpite sono sull’orlo del collasso per il blocco totale dell’attività”.
Da ciò la richiesta di Confagricoltura che vengano avviate da subito forme di ristoro tramite rinvio dei pagamenti fiscali e previdenziali nonché con agevolazioni creditizie (in particolare la moratoria sui mutui in essere) e poi anche con forme di anticipazione degli importi spettanti come ‘ristoro per danni indiretti’ alle imprese toccate dalla epidemia. Il tutto anche impiegando i 30 milioni di euro dedicati al settore con l’emendamento approvato in sede di varo della legge di bilancio 2021. Confagricoltura ha chiesto esplicitamente di concedere anticipazioni con meccanismi di aiuti di stato attivati in maniera automatica e rapida per rendere immediatamente possibile la messa a disposizione di liquidità per i beneficiari.
Il settore avicunicolo conta oltre 18 mila allevamenti, di cui 6 mila professionali, con l’impiego di circa 38 mila addetti, per una produzione di carni bianche pari a 1,3 tonnellate annue. I focolai di influenza aviaria aumentano rapidamente e già se ne contano – secondo i dati ufficiali diffusi oggi – 260 che riguardano gli allevamenti; sono invece 13 i focolai accertati che hanno investito la fauna selvatica.