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Fare sistema, insieme a tutti gli attori del settore agricolo, partendo dal contratto nazionale di lavoro e rivedendo gli strumenti attuali, per dare una risposta concreta ed efficace alle esigenze delle imprese e degli addetti.
E’ questa la proposta scaturita mercoledì 21 giugno dal convegno sul lavoro organizzato da Confagricoltura, principale organizzazione datoriale agricola, a Palazzo della Valle a Roma. Al tavolo, oltre al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, anche i segretari generali della FAI CISL Onofrio Rota, della UILA UIL, Stefano Mantegazza e il segretario generale della CGIL Maurizio Landini, il direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro Paolo Pennesi, il consigliere agricolo dell’Ambasciata australiana Emma Hatcher, il giornalista Alessandro Plateroti, oltre a Ersilia di Tullio di Nomisma e il direttore dell’Area Lavoro di Confagricoltura, Roberto Caponi. E’ intervenuto con un contributo il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone.
“Oggi abbiamo un racconto dell’agricoltura che non fotografa la realtà; – ha detto Giansanti – il dibattito sui cambiamenti del contratto di lavoro è quindi necessario tenendo presente quali sono le difficoltà e le richieste effettive di imprese e lavoratori”.
Intervenire sui trattamenti economici per renderli più attrattivi e competitivi nell’ambito del CNL, mantenere il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti, detassare gli aumenti retributivi contrattuali, ma anche avvicinare i giovani al mondo agricolo riconoscendo crediti e incentivi, rivedere insieme il decreto flussi che così come è strutturato non funziona. Per quanto riguarda le esternalizzazioni, per Confagricoltura è essenziale poter contare su un quadro normativo chiaro e stabile, che consenta alle imprese agricole di operare correttamente senza correre il rischio di interpretazioni opinabili che possono comportare gravi conseguenze sotto il profilo sanzionatorio.
Queste alcune delle proposte avanzate da Confagricoltura per contrastare la mancanza di manodopera, grave problema delle campagne italiane. “L’emergenza è tale – ha rimarcato Giansanti – che alle richieste di ridurre il costo del lavoro e di semplificare gli adempimenti si è sommata, prendendo il sopravvento, l’esigenza di manodopera disponibile e qualificata. Semine, raccolte e lavorazioni seguono cicli naturali e non si possono rimandare”.
Oltre un milione di dipendenti e 117 milioni di giornate lavorate. Questo il quadro del settore agricolo italiano fotografato da Nomisma. Quasi un terzo dei lavoratori è straniero, sebbene cambi la geografia di provenienza: aumentano gli extracomunitari, in particolare indiani, albanesi e marocchini. Ma gli intoppi burocratici frenano il loro inserimento nelle aziende, che diventano così meno attrattive rispetto a quelle estere. L’esperienza illustrata per l’Australia è una delle più palesi conferme sul fronte del coinvolgimento dei giovani.
Lo stesso ministro Calderone ha evidenziato la necessità di rivedere gli strumenti utili allo sviluppo del settore primario, coinvolgendo proprio le nuove generazioni.
Nella tavola rotonda conclusiva moderata dal giornalista del Corriere della Sera Federico Fubini, il segretario generale della CGIL Landini ha sottolineato l’urgenza di gestire i cambiamenti in atto stabilendo insieme priorità per arrivare a scelte lungimiranti e di qualità per tutti.
Da Plateroti un invito a cambiare la visione dell’agricoltura partendo dalle scuole, costruendo una cultura del settore primario e facendolo diventare realmente attrattivo.

Il supplemento Economia Nord Ovest del Corriere della Sera in edicola questa mattina pubblica una panoramica sull’occupazione di manodopera stagionale. Il periodo di lockdown ha impedito l’arrivo di lavoratori dall’estero e si fatica a trovare disponibilità di manodopera locale con un minimo di esperienza: formare i lavoratori è un impegno che richiede tempo.

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La Regione ha adottato una determinazione dirigenziale con la quale concede 97 milioni di euro di contributi ai Comuni o alle Unioni di Comuni che attueranno progetti per il noleggio di strutture abitative da mettere a disposizione delle aziende agricole interessato ad assumere manodopera per la raccolta nelle campagne. Le domande potranno essere presentate da domani. Di seguito il link al bando:

Bandi Regione Piemonte

Il Decreto rilancio approvato dal Governo, del quale avremo notizie definitive quando sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, prevede la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. La decisione è stata adottata per cercare di favorire, almeno nelle intenzioni del Governo, la possibilità di occupazione in agricoltura in vista delle campagne di raccolta. Tuttavia Confagricoltura teme che la misura non sia sufficiente, in quanto quello che veramente serviva le imprese agricole italiane era manodopera qualificata e l’effettiva attuazione di corridoi verdi per far tornare in Italia i lavoratori comunitari. Il decreto prevede anche la possibilità, per il percettore del reddito di cittadinanza o di cassa integrazione, di lavorare in campagna senza perdere il sussidio.
Un servizio sul Sole24ore in edicola, con le dichiarazioni del presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

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Anche Confagricoltura Asti sta già beneficiando di “Agrijob”, la piattaforma online istituita da Confagricoltura nazionale per facilitare l’incontro tra aziende agricole e lavoratori.
L’Organizzazione agricola astigiana, così come tutte le unioni provinciali italiane, sta lanciando un grido di allarme, lamentando la scarsità di manodopera per le molteplici attività agricole che stanno incombendo già in questo periodo.
Molte sono state le proposte avanzate da Confagricoltura per la ricerca e il reclutamento di personale da impiegare nei campi. Il presidente Massimiliano Giansanti aveva proposto nei giorni scorsi ai Ministri delle Politiche Agricole e del Lavoro di facilitare il ricorso alla manodopera, impiegando, in questo periodo emergenziale, persone che hanno perso il lavoro, cassintegrati o fruitori del reddito di cittadinanza, garantendo condizioni sanitarie ottimali e l’inquadramento nell’ambito del contratto collettivo nazionale. Un altro obiettivo è quello di riaprire il flusso dei lavoratori stagionali rumeni che si è interrotto a causa dell’emergenza sanitaria.
In attesa che si trovi una decisione contrattuale per la regolarizzazione di eventuali lavoratori, Confagricoltura ha promosso la possibilità di usufruire della piattaforma “Agrijob”. Il funzionamento è semplice: il lavoratore compila il modulo che trova cliccando sul banner dedicato in homepage sul sito confederale www.confagricoltura.it, indicando la provincia di interesse; la sua candidatura viene smistata automaticamente alla sede territoriale di Confagricoltura, che la prende in carico e la segnala all’azienda in cerca di manodopera. Anche le imprese possono usare la piattaforma, pubblicando le offerte di lavoro, per essere così intercettate dai candidati del proprio territorio. Nelle ultime due settimane su “Agrijob” sono già pervenute circa un migliaio di richieste di lavoro provenienti da tutta la Penisola.
Le aziende associate a Confagricoltura Asti necessitano di numerosi lavoratori da qui ai prossimi mesi per la raccolta di alcune primizie – che si sta già svolgendo in questo periodo – per poi proseguire con la semina, fino ai raccolti più consistenti, tra cui quello delle nocciole e la vendemmia.
E’ necessario affrettare i tempi e snellire la burocrazia”, ha affermato più volte il presidente Giansanti. “Il tempo sta per scadere: la carenza di manodopera in agricoltura rischia di compromettere i raccolti. Sarebbe un fatto gravissimo in una situazione di emergenza che vede salire ogni giorno il numero delle persone che chiede aiuti alimentari”.

 

GLI ASSOCIATI POSSONO CHIEDERE AI NOSTRI UFFICI L’ELENCO DEI LAVORATORI CHE HANNO INVIATO LA CANDIDATURA